ofelai
|
sabato 14 febbraio 2015
|
breaking bad troppo saturo o qualcosa di meglio?
|
|
|
|
A pochi minuti dall'inizio del film rimango perplessa per le notevoli analogie con Breaking Bad, una serie TV americana che non è certamente di nicchia o sconosciuta, e che nel 2014, data di uscita del film, era già bella che finita, con cinque stagioni distribuite tra il 2008 e il 2013. Ma vado avanti, "forse si tratta di una fortuita coincidenza", "non mettere le mani avanti, l'acriticità non fa bene a nessuno", e quindi proseguo la visione di questo film, cercando di non pensarci, c'è tanto altro da osservare. Come ad esempio la saturazione... eccessiva. "Siamo nell’era di Instagram, l’occhio è ormai abituato a questi filtri “fighi” che saturano ogni cosa, abbiamo pensato di cavalcare la modernità e i nuovi caratteri dell’immagine digitale standardizzata" questo lo dice proprio Sydney Sibilia, in un'intervista Con il Corriere del Mezzogiorno; il problema è che, a mio parere, una saturazione così eccessiva peggiora la qualità di un film che tutto sommato è valido! Ci sono stati momenti di pura ilarità, dove la bravura degli attori creava una mescolanza molto gradevole con le battute da recitare, e con la situazione dei personaggi da interpretare.
[+]
A pochi minuti dall'inizio del film rimango perplessa per le notevoli analogie con Breaking Bad, una serie TV americana che non è certamente di nicchia o sconosciuta, e che nel 2014, data di uscita del film, era già bella che finita, con cinque stagioni distribuite tra il 2008 e il 2013. Ma vado avanti, "forse si tratta di una fortuita coincidenza", "non mettere le mani avanti, l'acriticità non fa bene a nessuno", e quindi proseguo la visione di questo film, cercando di non pensarci, c'è tanto altro da osservare. Come ad esempio la saturazione... eccessiva. "Siamo nell’era di Instagram, l’occhio è ormai abituato a questi filtri “fighi” che saturano ogni cosa, abbiamo pensato di cavalcare la modernità e i nuovi caratteri dell’immagine digitale standardizzata" questo lo dice proprio Sydney Sibilia, in un'intervista Con il Corriere del Mezzogiorno; il problema è che, a mio parere, una saturazione così eccessiva peggiora la qualità di un film che tutto sommato è valido! Ci sono stati momenti di pura ilarità, dove la bravura degli attori creava una mescolanza molto gradevole con le battute da recitare, e con la situazione dei personaggi da interpretare. Ignorando dunque la trama già ben nota, e senza contare la saturazione che è un pugno nell'occhio e che dopo dieci minuti già ti dà noia, questa commedia è qualitativamente superiore a tanti film dalle trame obsolete prodotti e impacchettati dai "grandi nomi della comicità italiana" che si dimostrano alla fine drammatici tentativi per strappare una risata pietosa.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ofelai »
[ - ] lascia un commento a ofelai »
|
|
d'accordo? |
|
cinemiglio
|
mercoledì 26 marzo 2014
|
da guardare con i colleghi universitari
|
|
|
|
Molto divertente, ironia pungente, che fa ridere a denti stretti soprattutto quelli che la realtà universitaria la vivono, o l'hanno vissuta, negli ultimi tempi e che adesso si trovano a pensare di mettere su una banda come quella nel film per poter sbarcare il lunario.
Bravi gli attori che interpretano bene i vari stereotipi di "universitario", avvincente la trama che deve molto a film del calibro di "Una notte da leoni" e a serie TV come "Breaking Bad", ma che ne sa riusare i temi mixandoli e rendendoli molto originali.
|
|
[+] lascia un commento a cinemiglio »
[ - ] lascia un commento a cinemiglio »
|
|
d'accordo? |
|
ultimoboyscout
|
mercoledì 14 maggio 2014
|
7 geni borderline.
|
|
|
|
Un gruppo di dotatissimi laureati, potenziali docenti universitari, si uniscono al motto di "merglio ricercati che ricercatori" grazie al colpo di genio di un neurobiologo che crea una sostanza tipo ecstasy che elude i parametri dell'illegalità e quindi quelli della giustizia. La banda dei nerd è improbabilissima ma vengono coperti da una montagna di soldi che però non sanno gestire del tutto. E a complicare tutto ci si mette pure il "cattivissimo" Neri Marcorè. Sydney Sibilia è un esordiente totale: ha 32 anni e una regia nervosa, aiutato da un cast in gran forma da alla sua opera prima un'evoluzione dark, forse eccessiva ma divertentissima in cui professionisti e professori utilizzano il loro linguaggio ricercato e i loro modi curati in un contesto di lavori inadeguati e sottopagati o di delinquenza.
[+]
Un gruppo di dotatissimi laureati, potenziali docenti universitari, si uniscono al motto di "merglio ricercati che ricercatori" grazie al colpo di genio di un neurobiologo che crea una sostanza tipo ecstasy che elude i parametri dell'illegalità e quindi quelli della giustizia. La banda dei nerd è improbabilissima ma vengono coperti da una montagna di soldi che però non sanno gestire del tutto. E a complicare tutto ci si mette pure il "cattivissimo" Neri Marcorè. Sydney Sibilia è un esordiente totale: ha 32 anni e una regia nervosa, aiutato da un cast in gran forma da alla sua opera prima un'evoluzione dark, forse eccessiva ma divertentissima in cui professionisti e professori utilizzano il loro linguaggio ricercato e i loro modi curati in un contesto di lavori inadeguati e sottopagati o di delinquenza. Emblematico il momento in cui Sermonti, antropologo eccezionale, cerca lavoro presso uno sfasciacarrozze, nega di essere laureato per poi tradirsi per aver usato un termine colto, definendo la laurea un errore di gioventù! Il modello è "Breaking bad" e "I soliti ignoti", una sorta di romanzetto criminale in stile Coen, accostamenti eccellenti apparentemente avventati e spericolati, ma c'è indubbia attinenza. Altro film che racconta la crisi per ridere dei nostri tempi e delle nostre sventure, che trasforma laureati di alto profilo in criminali per necessità e vorrebbe essere la soluzione, anzi l'antidoto, ha per protagonisti menti eccelse che vivono, loro malgrado, ai margini della società. La piramide malavitosa è scalata, il successo immediato ed esplosivo ma la gestione è complicatissima. Ma parliamo pur sempre di geni, quindi ne sapranno uscire. Complimenti a Sibilia e a Leo, bestiale la sua maturazione in tempi brevissimi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ultimoboyscout »
[ - ] lascia un commento a ultimoboyscout »
|
|
d'accordo? |
|
ofelai
|
sabato 14 febbraio 2015
|
breaking bad troppo saturo o qualcosa di meglio?
|
|
|
|
A pochi minuti dall'inizio del film rimango perplessa per le notevoli analogie con Breaking Bad, una serie TV americana che non è certamente di nicchia o sconosciuta, e che nel 2014, data di uscita del film, era già bella che finita, con cinque stagioni distribuite tra il 2008 e il 2013. Ma vado avanti, "forse si tratta di una fortuita coincidenza", "non mettere le mani avanti, l'acriticità non fa bene a nessuno", e quindi proseguo la visione di questo film, cercando di non pensarci, c'è tanto altro da osservare. Come ad esempio la saturazione... eccessiva. "Siamo nell’era di Instagram, l’occhio è ormai abituato a questi filtri “fighi” che saturano ogni cosa, abbiamo pensato di cavalcare la modernità e i nuovi caratteri dell’immagine digitale standardizzata" questo lo dice proprio Sydney Sibilia, in un'intervista Con il Corriere del Mezzogiorno; il problema è che, a mio parere, una saturazione così eccessiva peggiora la qualità di un film che tutto sommato è valido! Ci sono stati momenti di pura ilarità, dove la bravura degli attori creava una mescolanza molto gradevole con le battute da recitare, e con la situazione dei personaggi da interpretare.
[+]
A pochi minuti dall'inizio del film rimango perplessa per le notevoli analogie con Breaking Bad, una serie TV americana che non è certamente di nicchia o sconosciuta, e che nel 2014, data di uscita del film, era già bella che finita, con cinque stagioni distribuite tra il 2008 e il 2013. Ma vado avanti, "forse si tratta di una fortuita coincidenza", "non mettere le mani avanti, l'acriticità non fa bene a nessuno", e quindi proseguo la visione di questo film, cercando di non pensarci, c'è tanto altro da osservare. Come ad esempio la saturazione... eccessiva. "Siamo nell’era di Instagram, l’occhio è ormai abituato a questi filtri “fighi” che saturano ogni cosa, abbiamo pensato di cavalcare la modernità e i nuovi caratteri dell’immagine digitale standardizzata" questo lo dice proprio Sydney Sibilia, in un'intervista Con il Corriere del Mezzogiorno; il problema è che, a mio parere, una saturazione così eccessiva peggiora la qualità di un film che tutto sommato è valido! Ci sono stati momenti di pura ilarità, dove la bravura degli attori creava una mescolanza molto gradevole con le battute da recitare, e con la situazione dei personaggi da interpretare. Ignorando dunque la trama già ben nota, e senza contare la saturazione che è un pugno nell'occhio e che dopo dieci minuti già ti dà noia, questa commedia è qualitativamente superiore a tanti film dalle trame obsolete prodotti e impacchettati dai "grandi nomi della comicità italiana" che si dimostrano alla fine drammatici tentativi per strappare una risata pietosa.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ofelai »
[ - ] lascia un commento a ofelai »
|
|
d'accordo? |
|
gianleo67
|
giovedì 3 luglio 2014
|
accademia...del crimine
|
|
|
|
Gruppo di giovani e brillanti laureati, frustrati da una vita lavorativa e personale all'insegna della precarietà e della mediocrità, uniscono competenze e inclinazioni nel remunerativo progetto di produzione e spaccio di una 'smart drug' non ancora censita come sostanza illegale dal portale ministeriale. Tutto sembra funzionare a meraviglia finchè non pestano i piedi di uno scontroso ras locale e, come se non bastasse, vengono scoperti dalle forze dell'ordine.
Dalle tragicomiche vicende che ispirano la serie TV americana 'Breaking Bad' declinata secondo i gusti e le cronache di una precarietà generazionale ai tempi della crisi in salsa nostrana, il giovane regista e scrittore salernitano Sydney Sibilia trae spunto per questa commedia brillante e accattivante sulle possibili degerazioni culturali di una classe di acculturati trentenni che coalizzano assortite professionalità accademiche (dal neuorobiologo al biochimico, dal matematico all'antropologo, da una coppia di stralutati e logorroici latinisti per finire con l'inutile competenza di un archeologo automunito) nell'esilarante rivisitazione di un 'romanzo criminale' de noantri che finisce per assomigliare più alle velleitarie intraprese di una 'banda del buco' tanto cara alla rediviva commedia all'italiana ('I soliti ignoti' - M.
[+]
Gruppo di giovani e brillanti laureati, frustrati da una vita lavorativa e personale all'insegna della precarietà e della mediocrità, uniscono competenze e inclinazioni nel remunerativo progetto di produzione e spaccio di una 'smart drug' non ancora censita come sostanza illegale dal portale ministeriale. Tutto sembra funzionare a meraviglia finchè non pestano i piedi di uno scontroso ras locale e, come se non bastasse, vengono scoperti dalle forze dell'ordine.
Dalle tragicomiche vicende che ispirano la serie TV americana 'Breaking Bad' declinata secondo i gusti e le cronache di una precarietà generazionale ai tempi della crisi in salsa nostrana, il giovane regista e scrittore salernitano Sydney Sibilia trae spunto per questa commedia brillante e accattivante sulle possibili degerazioni culturali di una classe di acculturati trentenni che coalizzano assortite professionalità accademiche (dal neuorobiologo al biochimico, dal matematico all'antropologo, da una coppia di stralutati e logorroici latinisti per finire con l'inutile competenza di un archeologo automunito) nell'esilarante rivisitazione di un 'romanzo criminale' de noantri che finisce per assomigliare più alle velleitarie intraprese di una 'banda del buco' tanto cara alla rediviva commedia all'italiana ('I soliti ignoti' - M.Monicelli 1958) che alle smaglianti performance di criminali in erba nell'eden californiano dell'ultimo Stone ('Savages' - 2012). Il risultato è apprezzabile tanto sul piano di un ritmo comico che ripropone l'originale parodismo dei modelli americani di riferimento (montaggio brillante, cromatismi finto-patinati, situation comedy al limite del grottesco) quanto su quello di un funzionale accumulo dei luoghi comuni ai tempi della crisi che ci propinano i media nostrani (dai cervelli furstrati dalla mediocrità dell'istituzione universitaria al ripiego precario e sottopagato di lavoretti umilianti e umilissimi magari al soldo di 'munifici' benzinai cingalesi o dispotici ristoratori cinesi).
Tutto fa brodo insomma, ma quel che più conta (da un punto di vista del diletto cinematografico s'intende) è piuttosto l'incastro per una volta non banale delle situazioni comiche ('ma questa pulsione erotica che non riesci a trattenere dipende da quello che hai preso, oppure?...No! Ti piaccio proprio io...ti piaccio...') l'ottima direzione di un gruppo (questi sì utilizzati a dovere) di attor giovani e talentuosi impegnati in un gioco di squadra alla 'Ocean Twelve' ed una gara di bravura e di esagerazioni comiche che scoprono un gioco le cui carte (a differenza del poker) possono essere benissimo contate; limite e punto di forza allo stesso tempo di un cinema che in un certo senso, oltre ai modelli sociali correnti, prende in giro con ironia e leggerezza soprattutto se stesso. Meritato riscontro al botteghino e distratta accoglienza da parte della critica per quell'Accademia del crimine (nel senso letterale della parola) che non ti aspetti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianleo67 »
[ - ] lascia un commento a gianleo67 »
|
|
d'accordo? |
|
max.antignano
|
lunedì 8 settembre 2014
|
la commedia all'italiana non muore mai
|
|
|
|
Un ricercatore universitario di grande talento (tanto che il suo professore "nun ce capisce nu ..azz" di quello che scrive), un chimico costretto a fare il lavapiatti in un ristorante cinese, due benzinai latinisti che parlano cingalese (e che vò, basta sapere il Sanscrito e da lì risali a tutto il ceppo!), un archeologo che ruba la frittata agli operai che eseguono i lavori, un economista convinto di saper contare le carte a poker, un antropologo che si vergogna del titolo come di un tragico errore di gioventù.
Questa è nuova Banda degli Onesti che anzichè stampare banconote sintetizzerà e spaccerà una nuova sostanza psicotropa non ancora illegale, nonostante fidanzate assistenti sociali e la concorrenza del Murena, spacciatore che custodisce anch'egli un segreto.
[+]
Un ricercatore universitario di grande talento (tanto che il suo professore "nun ce capisce nu ..azz" di quello che scrive), un chimico costretto a fare il lavapiatti in un ristorante cinese, due benzinai latinisti che parlano cingalese (e che vò, basta sapere il Sanscrito e da lì risali a tutto il ceppo!), un archeologo che ruba la frittata agli operai che eseguono i lavori, un economista convinto di saper contare le carte a poker, un antropologo che si vergogna del titolo come di un tragico errore di gioventù.
Questa è nuova Banda degli Onesti che anzichè stampare banconote sintetizzerà e spaccerà una nuova sostanza psicotropa non ancora illegale, nonostante fidanzate assistenti sociali e la concorrenza del Murena, spacciatore che custodisce anch'egli un segreto....
Ragazzi, questo film mi è piaciuto, e tanto. La visione amara e satirica dell' Italia della Crisi, la storia originale e degna di un film hollywoodiano (che secondo me prima o poi non si farà scappare il facile remake), il mix di bravi attori e relativi personaggi al limite dell' incredibile (e quindi del vero) fanno di questo film un degno erede della tradizione della migliore commedia all'italiana, dei professor Tersilli di Sordi, del Fantozzi Villaggesco, di Luciano Salce, della Banda degli Onesti e del "ragazzo che studia e si deve prendere una Laura" di Totò e Camillo Mastrocinque, (e tanto, tanto altro) tutto nello stesso spirito e contestualizzato negli strani tempi di oggi. Gran bell'esordio per Sydney Sibilia, regista salernitano che dimostra di aver assimilato molto bene la lezione.
Personalmente, vedrei molto bene un sequel di questo film. Ovviamente, prodotto anche questo da Domenico Procacci.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a max.antignano »
[ - ] lascia un commento a max.antignano »
|
|
d'accordo? |
|
iuriv
|
domenica 21 dicembre 2014
|
fresco
|
|
|
|
In un panorama come quello nostrano, inflazionato di commedie spesso simili tra loro, Smetto Quando Voglio ha il pregio di volersi distaccare dalla massa e di voler provare una strada diversa. Sospeso tra i Soliti Ignoti e lo stile americano, il lavoro dell'esordiente Sibilia ha il sapore fresco delle cose nuove.
La trama narra di un ricercatore universitario che, cacciato dalla sua facoltà non per demeriti suoi, decide di reinventarsi sfruttando le sue capacità per produrre sostanze psicotrope. Grazie all'aiuto di altri sventurati come lui, il nostro entrerà in un mondo che non gli appartiene, assaporandone gioie e dolori.
Potrebbe essere la storia di Breaking Bad, a ben vedere, ma il regista la butta sul ridere, condendo le avventure dei personaggi di eventi grotteschi e situazioni molto cariche.
[+]
In un panorama come quello nostrano, inflazionato di commedie spesso simili tra loro, Smetto Quando Voglio ha il pregio di volersi distaccare dalla massa e di voler provare una strada diversa. Sospeso tra i Soliti Ignoti e lo stile americano, il lavoro dell'esordiente Sibilia ha il sapore fresco delle cose nuove.
La trama narra di un ricercatore universitario che, cacciato dalla sua facoltà non per demeriti suoi, decide di reinventarsi sfruttando le sue capacità per produrre sostanze psicotrope. Grazie all'aiuto di altri sventurati come lui, il nostro entrerà in un mondo che non gli appartiene, assaporandone gioie e dolori.
Potrebbe essere la storia di Breaking Bad, a ben vedere, ma il regista la butta sul ridere, condendo le avventure dei personaggi di eventi grotteschi e situazioni molto cariche. Il film diverte, e questa è la cosa più importante di tutte. Forse non riesce a mantenere sempre lo stesso livello di coinvolgimento, specialmente a causa di un ritmo ondulatorio che solo nel finale trova sfogo, ma diverte. Non risparmia una certa critica sociale, specialmente dell'ambiente universitario e si affida alla recitazione di attori credibili, alcuni dei quali già visti nella sit Boris.
Quello che colpisce è la voglia di distinguersi che ha questa pellicola. Nel bene, ma anche nel male. Perché SQV è un film lontano dall'essere perfetto. Anzi, spesso il desiderio di rompere le regole è talmente forte da rischiare di soffocare il lavoro di Sibilia. L'uso dei filtri verdi, che tende a nuclearizzare lo schermo, sembra eccessivo e ingiustificato. Così come mi è parso esagerato l'utilizzo del rallentatore, in alcune sequenze davvero invadente.
Sono scelte stilistiche precise, che vogliono rafforzare il concetto di innovazione presente qui. Però il confronto va fatto anche con i prodotti che arrivano da oltre oceano, a questo punto, e l'impressione è che a volte manchi un po' il senso della misura. Il reparto dialoghi a volte sbanda un pochino nel tentativo di accentuare l'aspetto grottesco del film, quasi si volesse cercare qualcosa di tarantiniano nei personaggi e il ricercatore corpulento ricorda fin troppo il Zach Galifianakis di The Hangover per non essere una citazione.
Il complesso, però, riesce a funzionare bene e a donare anche alcuni momenti esilaranti, con scene che sanno di già visto, ma che comunque sono ben costruite. L'unica vera pecca è lo spiegone finale, inserito un po' a forza e che tronca il ritmo in modo piuttosto netto.
Ho sentito in giro che ci sarebbe l'intenzione di fare un sequel. Sarebbe un vero peccato, perché la cosa migliore di questo lavoro è proprio la sua anima ribelle, che rischierebbe di venire annegata da una serie di seguiti di cui la storia non sente nessun bisogno.
Ciò che lascia è comunque l'idea di aver visto un film piacevole, ma anche un segnale che, se la strada è questa, ci sono buone possibilità per dare una sterzata a un cinema come il nostro, che sta attraversando una preoccupante fase narcolettica.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a iuriv »
[ - ] lascia un commento a iuriv »
|
|
d'accordo? |
|
great steven
|
mercoledì 8 dicembre 2021
|
sette cervelli votati a un progetto rocambolesco.
|
|
|
|
SMETTO QUANDO VOGLIO (IT, 2014) diretto da SYDNEY SIBILIA. Con EDOARDO LEO, VALERIA SOLARINO, STEFANO FRESI, VALERIO APREA, PIETRO SERMONTI, LIBERO DE RIENZO, PAOLO CALABRESI, LORENZO LAVIA, NERI MARCORè, SERGIO SOLLI, MAJLINDA AGAJ ● Rimasto disoccupato a causa di tagli all’università, il brillante ricercatore romano Pietro Zinni architetta un piano, coinvolgendo sei fra amici e conoscenti (un chimico ridotto a fare il lavapiatti in un ristorante cinese; due latinisti che si arrangiano come benzinai; un archeologo classico che tenta di riportare alla luce, con scarso successo, reperti storici dell’Antica Roma; un antropologo di discreta fama che cerca un impiego presso uno sfasciacarrozze; e un matematico costretto a barare a poker, nonché prossimo al matrimonio), per sintetizzare una sostanza stupefacente la cui molecola non è ritenuta illegale dal censimento del Ministero e spacciarla sul mercato.
[+]
SMETTO QUANDO VOGLIO (IT, 2014) diretto da SYDNEY SIBILIA. Con EDOARDO LEO, VALERIA SOLARINO, STEFANO FRESI, VALERIO APREA, PIETRO SERMONTI, LIBERO DE RIENZO, PAOLO CALABRESI, LORENZO LAVIA, NERI MARCORè, SERGIO SOLLI, MAJLINDA AGAJ ● Rimasto disoccupato a causa di tagli all’università, il brillante ricercatore romano Pietro Zinni architetta un piano, coinvolgendo sei fra amici e conoscenti (un chimico ridotto a fare il lavapiatti in un ristorante cinese; due latinisti che si arrangiano come benzinai; un archeologo classico che tenta di riportare alla luce, con scarso successo, reperti storici dell’Antica Roma; un antropologo di discreta fama che cerca un impiego presso uno sfasciacarrozze; e un matematico costretto a barare a poker, nonché prossimo al matrimonio), per sintetizzare una sostanza stupefacente la cui molecola non è ritenuta illegale dal censimento del Ministero e spacciarla sul mercato. I soldi arrivano subito e abbondano, per cui, in un primo momento, l’impresa fa dimenticare a tutti l’incubo dell’impasse lavorativa, ma poi subentra il Murena, autentico monopolista del narcotraffico della capitale, il quale, sguinzagliando i suoi feroci sgherri, intende corrompere l’intera banda per arricchirsi a spese dei ricercatori. I nostri eroi, tuttavia, sapranno cavarsela e trionferanno: in fondo hanno l’intelligenza dalla loro, no? Prodotto da Fandango con Rai Cinema e Ascent, diretto da un filmmaker esordiente (dopo due cortometraggi) che l’ha scritto insieme a Valerio Attanasio e Andrea Garello, il lungometraggio è un curioso e funzionante cocktail di citazioni filoamericane, espedienti comici tratti dal dramma sociale dell’attuale crisi economica, situazioni grottesche portate alle estreme conseguenze, contrapposizioni fra il linguaggio accademico dei professoroni e la becera parlata dei borgatari, duetti esilaranti fra i personaggi (ce n’è qualcuno meno riuscito degli altri), rimandi ad una realtà efferata e ambivalente convertiti in modo da risultare divertenti per il pubblico. La sceneggiatura è molto originale e colpisce quasi sempre nel segno, tranne nella parte centrale dove la trama s’ingolfa e le vicende personali sembrano prendere ognuna la propria strada, ma poi il cerchio si ricompone e si approda a un finale che, fatti i debiti conti, non esiste: tant’è vero che la storia poteva finire mezz’ora prima o mezz’ora dopo, data la simpatia che desta la sceneggiatura stessa. Gli attori recitano con disinvoltura, ma rispetto ad un reparto maschile iperbolico e ai limiti del caricaturale nonostante il fine disegno dei caratteri, spicca su tutti una bravissima Solarino, la migliore del cast proprio perché recita meno dei colleghi maschi. Malgrado ciò, una nota di merito va concessa al compianto De Rienzo (1977-2021) e a un Fresi irresistibile quando schiaccia il pedale della buffoneria a tutto spiano. Lodevole anche per come affronta il tema del precariato evitando lacrime sociologiche e accostando ad una narrazione sempre svelta e sostenuta (seppure un po’ verbosa) un ritmo dalla pronta scorrevolezza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a great steven »
[ - ] lascia un commento a great steven »
|
|
d'accordo? |
|
tonict
|
venerdì 7 febbraio 2014
|
ci siamo.....quasi
|
|
|
|
Dark comedy che riesce a divertire e allo stesso tempo dipingere uno spaccato drammatico dell’Italia contemporanea. Convincente l’esordio alla regia di Sibilia che riesce a portare nelle sale un prodotto interessante ed originale. Buona la prova degli attori, De Rienzo e Sermonti in testa; notevole anche la colonna sonora d’accompagnamento. Certo non esente da difetti (i primi 40 minuti decisamente piatti e il finale fin troppo “frettoloso”), Smetto quando voglio è un film che merita la visione al cinema e il prezzo del biglietto. Potrà piacere o no, ma un’occasione gli va data.
[+] ci sei, quasi
(di vapor)
[ - ] ci sei, quasi
|
|
[+] lascia un commento a tonict »
[ - ] lascia un commento a tonict »
|
|
d'accordo? |
|
gino p.
|
giovedì 15 maggio 2014
|
un film ben fatto ma terribilmente banale
|
|
|
|
La storia chimicamente creata dalla fusione tra Breaking Bad e Big Bang Theory alla fine è solo la classica commedia all'italiana solamente meglio girata dal bravo Sidney Sibilia. Sarà perchè le aspettative erano alte che ritrovarsi di fronte alla solita recitazione sopra le righe ed agli sviluppi narrativi poco credibili è stata una grandissima delusione. Il finale col bicchiere grida vendetta per l'assurda improbabilità. l'approccio con cui si affronta il tema della droga è di una superficialità disarmante (e inquietante) Fotografia discutibile. Si salva solo il Sibilia regista. Ma non basta. Una stella per aprire gli occhi a chi ne mette 5
[+] i personaggi sono delle macchiette
(di no_data)
[ - ] i personaggi sono delle macchiette
|
|
[+] lascia un commento a gino p. »
[ - ] lascia un commento a gino p. »
|
|
d'accordo? |
|
|