claudiofedele93
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martedì 9 settembre 2014
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i vampiri sono tornati!
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Presentato alla sessantaseiesima mostra del cinema di Cannes, Solo gli Amanti Sopravvivono ha sempre destato interesse ed un certo alone di mistero in gran parte dei seguaci di Jarmusch e non; A rendere immortale questo interesse a livello mediatico è stato anche (e sopratutto) il cast, chiamato a raccolta in questa ultima fatica dell’autore americano, tra i cui nomi compare quello di Tilda Swinton e Tom Hiddleston (il Loki dei film Marvel).
Only Lovers Left Alive, arrivato da noi finalmente in sala, non delude minimamente le aspettative e si rivela essere uno dei migliori film dell’annata appena passata nonché, forse, il migliore del regista e del genere “horror” degli ultimi anni.
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Presentato alla sessantaseiesima mostra del cinema di Cannes, Solo gli Amanti Sopravvivono ha sempre destato interesse ed un certo alone di mistero in gran parte dei seguaci di Jarmusch e non; A rendere immortale questo interesse a livello mediatico è stato anche (e sopratutto) il cast, chiamato a raccolta in questa ultima fatica dell’autore americano, tra i cui nomi compare quello di Tilda Swinton e Tom Hiddleston (il Loki dei film Marvel).
Only Lovers Left Alive, arrivato da noi finalmente in sala, non delude minimamente le aspettative e si rivela essere uno dei migliori film dell’annata appena passata nonché, forse, il migliore del regista e del genere “horror” degli ultimi anni. Se, infatti, avevamo ormai fatto l’occhio ad una interpretazione della figura del vampiro in chiave eccessivamente romantica, scialba, priva di radici e reindirizzata in una visione superficialmente moderna, con tanto di ubicazione non più europea, ma Americana, con questa pellicola non solo il regista scandisce in modo eccelso la genesi e la vera natura del demone, ma principalmente lo incanala in una vicenda che fa del dramma esistenziale il suo punto di forza, mettendo in evidente secondo piano l’elemento sovrannaturale, pur rimanendo, costantemente, attaccato e devoto ad esso grazie anche alle atmosfere e alla sceneggiatura.
Adam e Eve sono di fatto due esseri immortali, due vampiri, ma la loro vera natura non li rende poi tanto differenti da noi umani (che loro chiamano però - e non casualmente- zombie); ciò che veramente li contraddistingue non è tanto la sete di sangue, bensì la consapevolezza di saper vivere nel modo odierno, in preda alla rovina e alla decandeza. Ecco, dunque, uno dei tanti grandi aspetti della pellicola, ovvero, quello di non impressionare lo spettatore con la teatralità e la paura, ma di servire una storia che se pur espressa da un punto di vista completamente differente dal nostro, rimane universale e accessibile a tutti. E’ la consapevolezza dell’essere, del sapere “chi sei?” che muta profondamente Adam, un vampiro che passa le proprie giornate a comporre musica funebre, sposato con la bellissima Eve (la quale tuttavia abita a Tangeri mentre lui a Detroit) e scontroso verso la sorella di quest’ultima: Ava (interpretata da una frizzante ed efficace Mia Wasikowska).
L’incontro tra i due amanti è l’escamotage necessario per allestire la vicenda, una storia tanto semplice quanto interessante e verosimile che non riesce mai ad apparire stonata, ma che grazie a quell’aspetto gotico e sinistro assume sempre più i contorni di un dramma psicologico. A favore di tutto questo vi è poi un continuo ed incessante omaggio/attaccamento alla cultura universale che colora la pellicola in ogni inquadratura e che spazia dalla letteratura classica fino a quella moderna, ove è possibile cogliere tributi e citazioni evidenti o meno, ma mai artificiose o campate in aria. Non è un caso, infatti, che l’intero lungometraggio sia un continuo rimando al mondo occidentale del passato, all’Europa ed alla civiltà del vecchio continente e questo lo capiamo sin dai dialoghi, quelli tra Eve e Adam, incentrati su Byron e Mary Shelley (che i due hanno conosciuto) o dalle fotografie appese nella camera da letto di quest’ultimo (dove vengono ritratti scienziati e scrittori come ad esempio Wilde, Poe, Newton, Darwin.)
Il cuore, tuttavia, del film non è la storia d’amore, bensì la denuncia che Jarmusch compie nei confronti del genere umano, che non a caso liquida con la parola “zombie” quasi ad indicare uno stato in cui l’uomo è più simile ad un automa, un essere senza anima e cervello che continuamente sbaglia e si lascia guidare dall’istinto, dalla carne e dalla corruzione, carnefice del proprio destino nonché emblema evidente della propria inciviltà e ignoranza, carico di difetti che nel corso della storia l’hanno sempre portato a voltare le spalle alla scienza ed al progresso.
Eppure se in un primo momento sembrerebbe quasi scontato pensare ai vampiri come esseri superiori e nettamente più intelligenti, Solo gli Amanti Sopravvivono ci mostra in fine che dietro alle tante parole, dietro all’eternità e alla saggezza si nasconde persino in essi un bisogno primordiale di sangue e vita del quale non possono farne a meno; così, la pellicola, si conclude con una frase emblematica, nonché in forte contrapposizione con la natura stessa di chi la pronuncia, scandita dalla androgina e bellissima Swinton, la quale se in un primo momento (ed in un altro luogo) rimprovera la sorella per aver tolto la vita ad un mortale come si usava fare nel XV° secolo, sarà lei medesima a portare lo spettatore ai titoli di coda sussurrando che “da più di cinquecento anni non provavano a nutrirsi come una volta” e che è giunto il momento che essi tornino ad essere i “predatori” di un tempo.
Tecnicamente il lavoro svolto da Jarmusch è senza difetti, ancorato a sequenze geniali che vedono una messa in scena davvero di grande impatto visivo accompagnata da una continua costanza nel voler unire la musica alla vita dei protagonisti, il tutto condito da una regia molto adagiata, lenta ma incapace di annoiare portandoci quasi a pensare che dopo due ore non si sia assistito a nulla di eccezionale, ma facendoci poi ricredere subito su quanto detto. Le musiche, inoltre, sono suggestive così come le scenografie, dai forti richiami gotici rivisti in chiave moderna, fino poi portati ad avere sfumature quasi fiabesche, complici di tutto questo le influenze del cinema di Neil Jordan, Tim Burton e pellicole del passato con protagonista Lugosi e Lee.
Solo gli Amanti Sopravvivono si presenta come una delle migliori pellicole su piazza, un’opera tanto complessa ed invitante che riporta in auge la vera natura del vampiro, concedendogli una sfumatura non più “romantica”, allontanandolo dallo stereotipo Meyeriano e portandolo su un livello intellettuale molto più interessante e suggestivo, ove a farla da padrone è la coscienza di sé stessi e la consapevolezza di essere parte di un mondo decaduto. Forte di un cast in stato di grazia, dove però ad avere la meglio è indubbiamente Tilda Swinton, seguita da un’ottima performance della Wasikowska e Hiddleston, rimane estremamente affascinante persino la figura del drammaturgo Marlowe interpretato dal sempre eccellente John Hurt.Con questo lavoro Jarmusch dona nuova linfa alla figura immortale resa celebre da Stoker e dona a noi tutti un film veramente eccellente.
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noia1
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mercoledì 20 agosto 2014
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solo per pochi fortunati
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Una storia d’amore inedita.
Tantissimi elementi del cinema contemporaneo, o per meglio dire, tantissimi stereotipi, secondo me però è sbagliato chiamarli stereotipi perché, seppur sostenuto nella sua struttura da tante cose già viste, queste ultime vengono presentate ed affrontate in modo del tutto inedito.
Il segreto di due innamorati coltissimi ed affascinanti, trasuda soprannaturale in questa storia piena eccentricità, si affronta il tema del vampiro senza però cadere in banali cadute di stile basate su combattimenti o effetti speciali esagerati, tutto si sviluppa su un piano interiore, un mondo estraniante e a tratti onirico. Protagonisti bravissimi, profondi e tristi al punto giusto, sciupati quasi il tempo li avesse deteriorati e perfetti nel mettere in scena quell’angoscia di vivere permeante tutta la pellicola.
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Una storia d’amore inedita.
Tantissimi elementi del cinema contemporaneo, o per meglio dire, tantissimi stereotipi, secondo me però è sbagliato chiamarli stereotipi perché, seppur sostenuto nella sua struttura da tante cose già viste, queste ultime vengono presentate ed affrontate in modo del tutto inedito.
Il segreto di due innamorati coltissimi ed affascinanti, trasuda soprannaturale in questa storia piena eccentricità, si affronta il tema del vampiro senza però cadere in banali cadute di stile basate su combattimenti o effetti speciali esagerati, tutto si sviluppa su un piano interiore, un mondo estraniante e a tratti onirico. Protagonisti bravissimi, profondi e tristi al punto giusto, sciupati quasi il tempo li avesse deteriorati e perfetti nel mettere in scena quell’angoscia di vivere permeante tutta la pellicola. Paure comuni, dubbi e angosce di tutti i giorni, temi vicini a chiunque attraverso il tema del vampiro cosicché tutto è amplificato e paradossalmente più credibile.
Musiche fantastiche, congeniali alla comprensione del tutto e fondamentali per la completa concezione di quello che vuole essere il messaggio del regista con la regressione come unica soluzione a tutti i problemi che attanagliano lo spirito come si vedrà nel finale.
In ogni caso stiamo parlando di un film non per tutti, tanto raffinato quanto eccentrico e lento, una prova di bravura.
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emylio spataro
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giovedì 14 agosto 2014
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capolavoro vampirico post gotico
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QUELLO dei "film di vampiri" non è un genere che amo, ma qui siamo davanti e dentro una pellicola diversa. Eve (Tilda Swinton) e Adam (Tom Hiddleston) sono una bellissima coppia di vampiri eterni amanti assolutamente affascinanti. Lui rock star decadente dai lunghi capelli con manie suicide "vive" a Detroit, lei diafana e diversamente bella ma irresistibile si crogiola tra pregiati broccati di seta e libri multilingue , passeggiando al chiar di luna per i vicoli di Tangeri in raffinati completini della migliore sartoria d'autore in tinta con i crudeli capelli.
Gli amanti, sopravvissuti nei secoli in varie epoche, si ritrovano nel mondo tecnologico contemporaneo separati nei luoghi ma uniti da una sempiterna passione.
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QUELLO dei "film di vampiri" non è un genere che amo, ma qui siamo davanti e dentro una pellicola diversa. Eve (Tilda Swinton) e Adam (Tom Hiddleston) sono una bellissima coppia di vampiri eterni amanti assolutamente affascinanti. Lui rock star decadente dai lunghi capelli con manie suicide "vive" a Detroit, lei diafana e diversamente bella ma irresistibile si crogiola tra pregiati broccati di seta e libri multilingue , passeggiando al chiar di luna per i vicoli di Tangeri in raffinati completini della migliore sartoria d'autore in tinta con i crudeli capelli.
Gli amanti, sopravvissuti nei secoli in varie epoche, si ritrovano nel mondo tecnologico contemporaneo separati nei luoghi ma uniti da una sempiterna passione. Da bravi vampiri notturni si procurano il loro alimento necessario in modo desueto, senza vampirizzare alcuno come ci si aspetterebbe, sorbendo il sangue come prezioso elisir di lunga vita in bicchierini da liquore o fiaschette di whisky, mescendolo da asettici thermos termici, ma anche in altre forme davvero originali, quali i ghiaccioli al plasma. Come si procurano il sangue necessario alla loro sopravvivenza lo scoprirete nel film, non vi anticipo la trama per non rovinarvi le sorprese.
Nulla di scontato dunque, anche se gli incidenti di percorso che riportano in soli due momenti del film la classica tradizione vampirica non mancano, giungendo comunque inaspettati. Il bel film molto ispirato, dalla straordinaria ed elegante fotografia, è pervaso da atmosfere notturne e musicali con sonoritá di rock elettronico punk romantico, colte citazioni di personaggi storici con i quali i protagonisti hanno avuto a che fare, scoperte di talenti canori esotici tra i vicoli di Tangeri e, udite udite, una collezione di chitarre d'epoca e vinili da veri intenditori feticisti ☆
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degiovannis
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giovedì 7 agosto 2014
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finché c'è arte c'è speranza
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Quello che colpisce dapprima è il ritmo del film, intriso di musica rock, eppure così lontano dai chiassosi trailer del genere che attraversano lo schermo. La vita di Adam, il protagonista scorre come quella di un sopravvissuto che è tentato ogni tanto di farla finita, ma proprio la musica, insieme all'amore, lo tiene in vita. Lo spettatore viene a conoscenza quasi subito del fatto che i protagonisti sono due vampiri e che vivono da tempo immemorabile, ma al tempo stesso si rende conto che la storia che il regista vuole narrare non riguarda tanto i vampiri, ma l'umanità, la nostra condizione di esseri umani civilizzati all'apparenza, ma in realtà capaci solo di produrre rovine come la Detroit in cui Adam vive.
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Quello che colpisce dapprima è il ritmo del film, intriso di musica rock, eppure così lontano dai chiassosi trailer del genere che attraversano lo schermo. La vita di Adam, il protagonista scorre come quella di un sopravvissuto che è tentato ogni tanto di farla finita, ma proprio la musica, insieme all'amore, lo tiene in vita. Lo spettatore viene a conoscenza quasi subito del fatto che i protagonisti sono due vampiri e che vivono da tempo immemorabile, ma al tempo stesso si rende conto che la storia che il regista vuole narrare non riguarda tanto i vampiri, ma l'umanità, la nostra condizione di esseri umani civilizzati all'apparenza, ma in realtà capaci solo di produrre rovine come la Detroit in cui Adam vive. Essa è ridotta ad una città spettrale, da dayafter. senza vita e senza luce, angosciosa metafora di quello che la civiltà capitalistica ha saputo produrre: solo rovine, materiali e morali. Proprio questa città dunque rischia di trascinare nel precipizio definitivo Adam. Per fortuna dall'altra parte del mondo a Tangeri vive Eve che avverte la minaccia e corre in suo aiuto per salvarlo. Il trasferimento da Detroit a Tangeri però non garantirebbe di per sé la salvezza. A Tangeri c'è solo spaccio e miseria. Anche la musica potrebbe non farcela, travolta dalle leggi feroci del mercato. Rimangono quindi l'arte e l'amore: alla letteratura, alla poesia, alla scienza come speculazione viene affidata la salvezza dell'umanità, ma anche il destino stesso del cinema e del regista che altrimenti non potrebbe giustificare il proprio ruolo e la propria funzione: solo l'arte potrà permetterci di sopravvivere.
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lucapalazzi
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martedì 22 luglio 2014
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cercasi uno sceneggiatore disperatamente
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Il problema è che per fare un film ci vuole uno sceneggiatore e qui se n'è andato, a inizio riprese. E' del tutto evidente, qualcuno deve averlo trattato male, ha preso e se n'è annato per fatti suoi. Da li il dilemma se continuare o meno senza, cioè senza una storia (già che c'era se n'è andato pure chi scriveva i dialoghi), solo con fotografia e un ottimo dj. Jarmusch ha trovato una soluzione geniale: le pose. Gli attori (lei molleggiata che manco Celentano, ma sen non altro bellissima) camminano, fumano, bevono, e si sparano sostanzialmente una posa dopo l'altra. Ok sono due fichi, ma come la facciamo passare st'ora e mezza. Il problema viene risolto con l'uso a dir poco bulimico del rallenty, viene praticamente rallentato tutto (bere il sangue fa fico, ma berlo col rallenty scoprendo PER FORZA i dentini è priceless) e onestamente dopo un pò non se ne può più.
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Il problema è che per fare un film ci vuole uno sceneggiatore e qui se n'è andato, a inizio riprese. E' del tutto evidente, qualcuno deve averlo trattato male, ha preso e se n'è annato per fatti suoi. Da li il dilemma se continuare o meno senza, cioè senza una storia (già che c'era se n'è andato pure chi scriveva i dialoghi), solo con fotografia e un ottimo dj. Jarmusch ha trovato una soluzione geniale: le pose. Gli attori (lei molleggiata che manco Celentano, ma sen non altro bellissima) camminano, fumano, bevono, e si sparano sostanzialmente una posa dopo l'altra. Ok sono due fichi, ma come la facciamo passare st'ora e mezza. Il problema viene risolto con l'uso a dir poco bulimico del rallenty, viene praticamente rallentato tutto (bere il sangue fa fico, ma berlo col rallenty scoprendo PER FORZA i dentini è priceless) e onestamente dopo un pò non se ne può più. E' come sottolineare tutto, perchè non c'è niente da rimarcare. Questa storia non esiste, è solo un infinito, sfiancante nulla elegantone. Due debosciati che ciarlano del male di vivere (il tipo che biasima il mondo, e giù un luogo comune dopo l'altro, è da ergastolo). Film di non si può salvare niente se non qualche canzone e qualche foto.
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minimea
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domenica 20 luglio 2014
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vampiri vs zombie
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Abbandonate Twilight e i suoi vampiri sbrilluccianti, abbandonate le case lussuose e i boschi di Forks e lasciate spazio alla desolata Detroit e ad i suoi vampiri Adam e Eve. Ultracentenari, affascinanti e colti. Due bellezze statuarie nascoste dietro lenti scure e le mura di una vecchia casa in periferia che li tengono alla larga dalla nostra società ormai in decadenza. Come un vinile che gira su un giradischi è così che veniamo catapultati nel nuovo mondo o meglio a Detroit dove non sono certo i vampiri a portare distruzione e morte, ma sono gli uomini stessi, gli zombie. Questi ultimi che nei secoli passati non sono stati in grado di ammirare le grandi personalità come Galileo e ancora oggi non sono in grado di amare il loro mondo.
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Abbandonate Twilight e i suoi vampiri sbrilluccianti, abbandonate le case lussuose e i boschi di Forks e lasciate spazio alla desolata Detroit e ad i suoi vampiri Adam e Eve. Ultracentenari, affascinanti e colti. Due bellezze statuarie nascoste dietro lenti scure e le mura di una vecchia casa in periferia che li tengono alla larga dalla nostra società ormai in decadenza. Come un vinile che gira su un giradischi è così che veniamo catapultati nel nuovo mondo o meglio a Detroit dove non sono certo i vampiri a portare distruzione e morte, ma sono gli uomini stessi, gli zombie. Questi ultimi che nei secoli passati non sono stati in grado di ammirare le grandi personalità come Galileo e ancora oggi non sono in grado di amare il loro mondo. Un mondo raccontato con le immagini di Detroit e Tangeri. La prima che scorre veloce attraverso i finestrini di un auto, la seconda che ammiriamo in compagnia di Eve.
Un film onirico dalle immagini sublimi e dal ritmo lento, in cui una volta ancora l’amore vince su tutto, in cui l’amore è l’unica via d’uscita verso la solitudine, l’ordinario e un mondo che si avvia all’autodistruzione. Un film perfetto, in cui l’unica cosa che manca è la straordinaria voce di Tom Hiddleston!!
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fabiofeli
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lunedì 2 giugno 2014
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dimostrazione per assurdo
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Solo gli amanti sopravvivono di Jim Jarmush
Eve (Tilda Swinton) e Adam (Tom Hiddlestone) sono sposati, ma vivono separati: l’una nel dedalo di Tangeri, l’altro a Detroit, cimitero degli elefanti dell’industria automobilistica Americana. Sono affascinanti, colti e raffinati e si tengono in contatto via Skype. Eve frequenta un caffè dove incontra, Marlowe (John Hurt), un saggio comune amico. Il giovane Ian (Anton Yelchin) procura ad Adam storiche chitarre, che servono a comporre una musica molto apprezzata dai giovani, ma che non conoscono l’autore che cela la sua identità ed è continua preda di una forte depressione.
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Solo gli amanti sopravvivono di Jim Jarmush
Eve (Tilda Swinton) e Adam (Tom Hiddlestone) sono sposati, ma vivono separati: l’una nel dedalo di Tangeri, l’altro a Detroit, cimitero degli elefanti dell’industria automobilistica Americana. Sono affascinanti, colti e raffinati e si tengono in contatto via Skype. Eve frequenta un caffè dove incontra, Marlowe (John Hurt), un saggio comune amico. Il giovane Ian (Anton Yelchin) procura ad Adam storiche chitarre, che servono a comporre una musica molto apprezzata dai giovani, ma che non conoscono l’autore che cela la sua identità ed è continua preda di una forte depressione.
L’irreale paradosso è che i tre sono vampiri: vivono di notte e si nutrono di sangue umano sterilizzato procurato a suon di grosse somme nei laboratori degli ospedali.
Eve raggiunge Adam a Detroit, ma arriva anche la sorella di Eve, Ava (Mia Wasikowska), una vampira priva della cultura e raffinatezza degli altri tre. Un grave errore di Ava fa precipitare la situazione …
Jarmush si serve di una storia irreale e paradossale per descrivere gli errori degli uomini, che non attingono all’arte, alla cultura e alla scienza, rovinando irrimediabilmente il mondo in cui vivono. Restano così poveri “zombie”, come con disprezzo li chiamano i vampiri. Il regista vince la azzardata scommessa, perché l’irrealtà delle premesse attinge al reale: non possiamo non riconoscere la validità delle sue ragioni, così come avviene con i teoremi matematici dimostrati per assurdo.
Notevole l’incipit del film con il disco che gira sul piatto e con identica visione dall’alto di Eve e Adam con la camera che gira come il disco. Attori perfetti, tutti quanti. Bella, intricata e intrigante Tangeri; desolato e ugualmente bello il paesaggio di archeologia industriale di Detroit.
Bravo, Jarmush! Un ottimo film.
Valutazione *** ½
FabioFeli
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firewalkwithme
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martedì 27 maggio 2014
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il prezzo della sopravvivenza
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Dopo anni di varie mortificazioni e avvilimenti,il genere vampiresco si riappropria finalmente di una sua dignità divenendo l’oggetto d’analisi e riflessione di un regista tanto audace quanto consapevole delle sue scelte,in misura tale da riuscire a giostrarsi magnificamente tra i risvolti di questa sua visionaria creazione,scongiurando i pericoli della diffidenza e della perplessità.
Adam e Eva sono due amanti secolari,i cui nomi dall'evidente reminescenza biblica non son sufficienti a collocarli in un una situazione placidamente edenica,e soprattutto non son funzionali a vestirli dei ruoli peccaminosi propri della coppia ancestrale.
Adam e Eva sembrano essere piuttosto le uniche creature,assieme agli esigui loro simili ancora in circolazione,esenti dalle colpe peculiari della nostra modernità:l'insoddisfazione,la superficialità d'approccio,gli atteggiamenti sbrigativi,l'approssimazione che orchestra oramai qualsiasi relazione,tanto interumana quanto culturale.
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Dopo anni di varie mortificazioni e avvilimenti,il genere vampiresco si riappropria finalmente di una sua dignità divenendo l’oggetto d’analisi e riflessione di un regista tanto audace quanto consapevole delle sue scelte,in misura tale da riuscire a giostrarsi magnificamente tra i risvolti di questa sua visionaria creazione,scongiurando i pericoli della diffidenza e della perplessità.
Adam e Eva sono due amanti secolari,i cui nomi dall'evidente reminescenza biblica non son sufficienti a collocarli in un una situazione placidamente edenica,e soprattutto non son funzionali a vestirli dei ruoli peccaminosi propri della coppia ancestrale.
Adam e Eva sembrano essere piuttosto le uniche creature,assieme agli esigui loro simili ancora in circolazione,esenti dalle colpe peculiari della nostra modernità:l'insoddisfazione,la superficialità d'approccio,gli atteggiamenti sbrigativi,l'approssimazione che orchestra oramai qualsiasi relazione,tanto interumana quanto culturale.
Per il fatto di aver vissuto secondo dettami temporalmente dilatati,gli eterni amanti sono tristemente consapevoli della gravità dei nostri atteggiamenti trascuranti;per il fatto di intrattenere un rapporto fusionale e simbiotico con la natura,ne odono,ne sentono affettivamente il lamento e la disperata litania.
"Zombie" è l'appellativo con il quale Adam e Eva designano la nostra razza umana e caduca,ma il disprezzo che lo motiva non è da riferire al nostro destino temporalmente scandito,o alla corruttibilità della nostra unità psicofisica:siamo zombie in quanto consapevoli rappresentanti di un'ottica del mordi e fuggi,del fagocitare gli aspetti fenomenologici della cultura (libri,musica,arte) senza garanzia di assimilazione,d'elaborazione e d'interiorizzazione.
Lo spettatore,se possiede una soglia d'attivazione sufficientemente bassa dei meccanismi di colpa,dovrebbe sentirsi,se non l'unico responsabile,quanto meno un fondamentale fattore causale della malinconia e dei pensieri suicidi e autodistruttivi che albergano nella mente di Adam:tra i due sembrerebbe quest'ultimo quello ad aver maggiormente empatizzato con l'irreversibile decadenza del nostro pianeta. Due momenti della pellicola risultano particolarmente allarmanti ed efficaci nella loro malefica lucidità:la conversazione sullo sfruttamento dei giacimenti di petrolio ( "Siamo ancora alle guerre per il petrolio o sono già cominciate quelle per l'acqua?"),conclusa con una tragica constatazione sulla nostra abitualmente ritardata presa di coscienza;e la scena a mio parere più memorabile di questo lavoro,anche in quanto a movimenti di camera e montaggio. Parlo di quella nella quale Jarmush ci mostra degli ariosi e affrescati soffiti a volte (appartenenti al fu Michigan Theatre),descritti e lodati dalla voce fuori campo di Adam,coinvolta e ispirata;per poi abbassare bruscamente la cinepresa e scaraventarci in pieno volto l'avvilente scenario di un parcheggio,ambiente spettrale nell'altrettanto spettrale Detroit. Da meraviglioso e pittoresco teatro qual'era,ad angusto e soffocante parcheggio:ecco come l'umanità sta riducendo il suo stesso pianeta.
Anche le due città che si alternano nella pellicola sono a loro modo presenze protagoniste e fondamentali alla riuscita del prodotto:un'Algeri immersa in un'eterna calda notte orientale,le cui panoramiche sono accompagnante da musiche ipnotiche e arabeggianti,e nella quale il fascino e la materna leggiadria di Eva possono esplicitare al meglio le loro possibilità;una Detroit scheletrica e fantasmatica,pietrificata e immobile quanto la postura con cui Adam si lascia dimessamente andare sul suo rosseggiante divano,sollevandosi solo per comporre musiche catartiche che nessuno ascolterà.
Probabilmente qualche spettatore si sarebbe aspettato una maggiore coerenza narrativa,senza quegli intermezzi ironici e leggeri che si insinuano repentini nella composizione,senza tener conto che aderendo ad una tale posizione si dimostra di non aver compreso adeguatamente i tratti peculiari di questo regista,che anche in un'opera tematizzante un viaggio iniziatico verso la morte (Dead Man),era stato in grado di inserire elementi disorientanti rispetto alla tradizionale concezione di cinema western,offrendocene un'interessante interpretazione,mai un tradimento.
Grazie anche a delle interpretazioni attoriali memorabili (in particolar modo quella di Tilda Swinton,che ci offre una dimostrazione di eleganza e raffinatezza raramente esperibili),Adam e Eva ci mostrano un paradigma al quale ciascuno di noi,essere umano calato negli irrefrenabili ritmi del progresso,potrebbe sforzarsi di attenersi:accettare e usufruire delle possibilità offerteci dalla tecnica e dalle sue innovazioni (i due amanti possiedono oggetti targati Apple,si procurano sangue puro prelevato e archiviato all'interno di strutture ospedaliere,guidano auto non esattamente risalenti ai secoli trascorsi),ma senza lasciarci risucchiare dal loro vortice inibitore,che rischia di inficiare le nostre capacità di ascolto,di paziente lettura,di ripensamento,tutte esperienze che richiedono tempo e sacrificio per essere adeguatamente fronteggiate.
Così,tra richiami e citazioni letterarie più o meno esplicite (Faust,Byron,Bach,Schubert,Shakespeare),è una sola la forma che alla fine sembra incarnare la frontiera,il muro oltre il quale anche la sapienza secolare e temporalmente giustapposta dei vampiri pare arrestarsi:ed è quella di un misterioso diamante nel cielo,della grandezza di un pianeta,e che emette la musica di un gong gigante,come racconta Eva durante un viaggio in macchina. Come vorrei sentirla,sospira Adam. E forse è proprio questo uno dei motivi per i quali si accetta di continuare a vivere:perchè c'è ancora qualcosa di inesplorato e ovattato,e alla cui futura rivelazione mai acconsetiremmo di non essere presenti.
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occhio errante
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martedì 27 maggio 2014
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adamo ed eva - alchimia e nigredo post punk
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Il film si apre con un enviroment sonoro d'altissimo livello estetico e tecnico musicale d'impatto filmico. L'audio corre e abbraccia e si sposta da una cassa all'altra, effetto godibile solo in Sale con Dolby stereo surround. Uno jin jang incornicia modernamente la prima scena girata da Jarmush, come un dolly carrellato.
EVA la Signora Bionda e Bianca, L'Albedo si reca ed incontra a Detroit il suo eterno marito, ADAMO, Tenebroso e Scuro, il Nigredo; binomio quasi perfetto dell'Alchimia.
Interpreti l'eterea e sublime Tilda Swinton, e Tom Hiddleton. Il viaggio dell'eroe per l'Amore Universale.
L'Amore Universale è tutto ciò che significa alla Vita e che fornisce Vita: gli amanti sopravvivono al di la del corpo, quando si nutrono di arte, Poesia, Musica, Bellezza, Consistenza.
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Il film si apre con un enviroment sonoro d'altissimo livello estetico e tecnico musicale d'impatto filmico. L'audio corre e abbraccia e si sposta da una cassa all'altra, effetto godibile solo in Sale con Dolby stereo surround. Uno jin jang incornicia modernamente la prima scena girata da Jarmush, come un dolly carrellato.
EVA la Signora Bionda e Bianca, L'Albedo si reca ed incontra a Detroit il suo eterno marito, ADAMO, Tenebroso e Scuro, il Nigredo; binomio quasi perfetto dell'Alchimia.
Interpreti l'eterea e sublime Tilda Swinton, e Tom Hiddleton. Il viaggio dell'eroe per l'Amore Universale.
L'Amore Universale è tutto ciò che significa alla Vita e che fornisce Vita: gli amanti sopravvivono al di la del corpo, quando si nutrono di arte, Poesia, Musica, Bellezza, Consistenza.
Incornicia l'incontro, una Splendida Wunderkammer post punk, Camera delle Meraviglie elegantissima, nigreda e bohemienne, con una postazione di montaggio ed esecuzione audio di mix retro di gotica bellezza, contornata da splendidi strumenti musicali e rare chitarre vintage, libri e parole di poeti artisti alchimisti e scienziati maledetti di ogni dove d'oriente e d'occidente, broccati e lampassi e tappeti che ornano come la vestaglia dell'entreè di Ive/Eva, ... : il tutto pieno, ricco ma decadente, "cupio dissolvi" millennario e atto necessario perchè rappresenta l'Eros ed il Thanatos. Stratificazione che funge da gestalt a questa prima location elettiva della coppia di semidei vampiri ed eterni, solo però finchè bevranno il sangue puro della bellezza non contaminata: il sangue è il loro unico nutrimento e colore, il Rubedo essenziale all'Alchimia Mistica dell'esistenza eterna oltre l'oblio.
Oblio ma soprattutto decadenza d'occidente non solo formale, è Detroit, una città fantasma e Nigreda dove gli zombie nenche esistono, solo fantasmi di bellezza , e vampiri in cerca di sague. Città che da i natali e perpreta la cittadinanza attiva al chitarrista Jack White che viene nominato con affetto nel film, e forse citato all'interno di un locale dove si esibiscono i "white Hell"; ivi si recano, ma ne scappano in cerca del sangue, sacro graal che pregno di morte da loro vita, unione e sublimazione.
Volano a Tangeri, l'altra decadenza d'oriente, l'albedo dorata, la città da dove prima è partita Eva; forse sanno che reincontreranno il loro Vecchio Amico Poeta in punto di morte che un pò da il sembiante attraverso Shakespeare, un pò Marlowe, altrove Keats. Ma il sangue versato basterà ?
Progetto ambiziosissimo, ma ridefinito, la cui produzione è durata 7 anni.
Colonna Sonora degli Squrl, gruppo musicale in cui suona anche il regista.
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ashtray_bliss
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lunedì 26 maggio 2014
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sinfonia di decadenza. ai tempi della solitudine.
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'Solo gli amanti sopravvivono' non e' una pellicola leggera o un film da vedere e dimenticare e non e', possibilmente, un film adatto a tutti. Ma proprio in questo si racchiude la particolarita' e unicita' della pellicola in questione. Si tratta di un film sobrio, sofisticato, metaforico, onirico, filosofico e profondamente melancolico che trascina lo spettatore, minuto dopo minuto, nella profonda solitudine di questo mondo oscuro.
Perche' al di la' dei due protagonisti: due vampiri di eterea bellezza e sofisticatezza, due anime silenziose che si muovono nel mondo decadente dell'era moderna, il film vuole concentrarsi sul tema della solitudine, bizarramente rappresentato proprio da due personaggi eterni, immortali ed infiniti.
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'Solo gli amanti sopravvivono' non e' una pellicola leggera o un film da vedere e dimenticare e non e', possibilmente, un film adatto a tutti. Ma proprio in questo si racchiude la particolarita' e unicita' della pellicola in questione. Si tratta di un film sobrio, sofisticato, metaforico, onirico, filosofico e profondamente melancolico che trascina lo spettatore, minuto dopo minuto, nella profonda solitudine di questo mondo oscuro.
Perche' al di la' dei due protagonisti: due vampiri di eterea bellezza e sofisticatezza, due anime silenziose che si muovono nel mondo decadente dell'era moderna, il film vuole concentrarsi sul tema della solitudine, bizarramente rappresentato proprio da due personaggi eterni, immortali ed infiniti. Due amanti che hanno visto ormai tutto e si sono lentamente rassegnati alla disgregazione della societa' odierna, messa in atto proprio da quegli umani che sono diventati 'zombie' di loro stessi. Distruggendo i loro simili, la natura, la bellezza che il passato ha lasciato in eredita'(vedi la scena del parcheggio). Zombie capaci solo di distruggere, non piu' di creare. E per staccarsi da questo continuo vortice di noia e distruzzione che li avvolge, i due amanti cercano strade separate per sopravvivere ad una eternita' sempre piu' buia, vuota e sconsolante. Lui, Adam, si rinchiude in una vecchia casa abbandonata a Detroit, collezionando strumenti e vinili; componendo musica underground. Sempre al chiuso, sempre al buio, muovendosi quasi nella penombra come un fantasma e limitando le uscite per il rifornimento di sangue puro, proveniente dall'ospedale della zona. Lei, Eve, algida e sofisticata, si muove a Tangeri, tra letteratura, danza e incontri solitari con Marlowe, un loro compagno di viaggi da secoli. I due si ricongiungeranno solo quando la depressione di Adam diventa sempre piu' acuta, la sua ispirazione sempre piu' spenta e fievole. Lei piu' razionalista e pragmatica, cercera' di fargli tornare l'amore per la vita e gli stara' vicino, come secoli prima, per fargli capire che solo chi ama eternamente, incondizionatamente resta vivo per sempre. L'amore e' l'unico sentimento immortale capace di sconfiggere il tempo, la morte, la solitudine e la depressione. Catapultati in una atmosfera splendidamente romantica e surreale; cupa, noir, decande e acutamente desolante il film ti prende per mano e scena dopo scena, minuto dopo minuto (complice lo scorimento lento), ti trascina nel suo vortice, ti rende partecipe a questa melodia di decandenza che fa' da padrone durante tutto il film: Strade vuote, citta' deserte, viste di sfuggita dai finestrini di un taxi, parcheggi abbandonati e ospedali deserti. La presenza umana e' quasi accennata, e la notte, durante la quale si svolge tutto il film diventa ancora sinonimo di marginazione e solitudine nella quale sopravvive solo chi si ama, e nutre sentimenti reali e profondi l'uno per l'altra, riescendo a resistere alla totale alienazione moderna. Fotografia sublime: raffinata, cupa, sofisticata ed elegante. Ambientazioni vintage e retro' che catturano l'occhio dello spettatore e lo avvolgono in un alone di agrodolce malinconia. Scenografie e musiche impeccabili. Una nota a se va fatta per l'interpretazione impeccabile di Hiddleston e Swinton che vestono abilmente le vesti di amanti eternamente legati l'uno all'altra ed egualmente dannati (dalla noia e brutture della societa' alle quali provano a resistere). Melanconicamente affascinante e onirico. Assolutamente imperdibile.
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