Solo gli amanti sopravvivono |
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Un film di Jim Jarmusch.
Con Tilda Swinton, John Hurt, Jeffrey Wright, Aurelie Thepaut, Kamal Moummad, Yasmine Hamdan, Ali Amine, Carter Logan, Tom Hiddleston.
continua»
Titolo originale Only Lovers Left Alive.
Drammatico,
durata 123 min.
- Gran Bretagna, Germania, Francia, Cipro, USA 2013.
- Movies Inspired
uscita giovedì 15 maggio 2014.
MYMONETRO
Solo gli amanti sopravvivono
valutazione media:
3,40
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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I vampiri indie rock di Jim Jarmushdi elettrasammarcoFeedback: 203 | altri commenti e recensioni di elettrasammarco |
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sabato 17 maggio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
I vampiri indie rock di Jim Jarmush, ultima incarnazione dei suoi personaggi marginali e alienati, sono creature fieramente snob. Leggono Shakespeare, Beckett e D. F. Wallace, collezionano dischi in vinile e chitarre elettriche vintage, e possiedono una cultura raffinata che spazia dalla botanica all’astronomia. Amano circondarsi di multiforme bellezza, per questo odiano il ventunesimo secolo, Los Angeles e l’intera stirpe degli uomini, che devastano la terra e ne perseguitano le menti migliori. E per evitare che il sangue umano corrotto li contamini, comprano sacche di sangue pulito da medici compiacenti, assaporandolo nei bicchieri da liquore o in forma di rinfrescanti ghiaccioli. Adam (Tom Hiddlestone) è un musicista underground. Vive nella Detroit che fu un tempo il regno della Packard e della Motown e che ora mostra solo i lacerti di una fatiscente grandezza. Vive appartato e al riparo da contatti con gli zombie – gli esseri umani – e, in preda alla depressione per un mondo che non accetta, medita di spararsi un bossolo di legno nel cuore, quando arriva a salvarlo la moglie Eve (Tilda Swinton), che vive nella lontana Tangeri, e riconduce la sua vita ad una nitida oscurità. Perlomeno fino a quando dalla detestata Los Angeles non arriva Ava (Mia Wasikowska), l’incontrollabile sorella di Eve, a dissestare di nuovo la normalità ritrovata. Only lovers left alive minimizza il plot ad un percorso unilineare e stringato, optando piuttosto per la rappresentazione affascinata di una diversa, auspicabile umanità, quella dei sopravviventi (gli amanti del titolo), più avidi di bellezza che di sangue; e lascia che lo schermo si riempia dell’incorporeo splendore della Swinton e del sofferto dandysmo di Hiddleston. Il tutto accompagnato dalle scie elettriche di una chitarra che per fraseggio e psichedelia ricorda quella di Neil Young in Dead Man, ma nel film c’è anche il folk, i Black Rebel Motorcycle Club con "Red Eyes and Tears", gli Y.A.S., i Kasbah Rockers, e una bella e sconosciuta cantante di Tangeri («È meravigliosa, avrà successo», dice Eve ad Adam, dopo averla ascoltata. «Non credo, è troppo brava», risponde lui). Con malinconica flemma e sprazzi di lapidaria ironia, Jarmush mette in scena il vampirismo come controcultura, proprio mentre infuria nel mainstream letterario e cinematografico, e si diverte a operare più di un ribaltamento concettuale: i veri vivi sono i non-morti, che si circondano di quanto di meglio la vita possa offrire, amore e bellezza, gentilezza e amicizia; zombie sono invece gli esseri umani, avidi e rapinosi, da cui i vampiri devono tenersi a distanza per non venirne infettati. Romanticismo-decadente, ma senza eccessi autolesionistici, fascino della sottrazione e della sobrietà messi in scena, chi l’avrebbe mai detto, attraverso l’estetica rock. Jarmush presta ai suoi vampiri indie un understatement che viene dal loro naturale preferire l’ombra alla luce, tanto quella naturale quanto quella artificiale dei riflettori; perciò Adam che nel corso della sua secolare esistenza ha conosciuto Schubert e gli ha regalato un suo Adagio, pregandolo di non rivelarne il vero autore, ora compone il suo rock underground lontano dalle case discografiche e coltiva gelosamente la sua arte come un fatto esclusivamente privato. In tempi di autoproduzione frenetica e self-publishing, quasi un invito, deliziosamente perverso, al no-publishing at all.
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