elettrasammarco
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sabato 17 maggio 2014
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i vampiri indie rock di jim jarmush
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I vampiri indie rock di Jim Jarmush, ultima incarnazione dei suoi personaggi marginali e alienati, sono creature fieramente snob. Leggono Shakespeare, Beckett e D. F. Wallace, collezionano dischi in vinile e chitarre elettriche vintage, e possiedono una cultura raffinata che spazia dalla botanica all’astronomia. Amano circondarsi di multiforme bellezza, per questo odiano il ventunesimo secolo, Los Angeles e l’intera stirpe degli uomini, che devastano la terra e ne perseguitano le menti migliori. E per evitare che il sangue umano corrotto li contamini, comprano sacche di sangue pulito da medici compiacenti, assaporandolo nei bicchieri da liquore o in forma di rinfrescanti ghiaccioli.
Adam (Tom Hiddlestone) è un musicista underground.
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I vampiri indie rock di Jim Jarmush, ultima incarnazione dei suoi personaggi marginali e alienati, sono creature fieramente snob. Leggono Shakespeare, Beckett e D. F. Wallace, collezionano dischi in vinile e chitarre elettriche vintage, e possiedono una cultura raffinata che spazia dalla botanica all’astronomia. Amano circondarsi di multiforme bellezza, per questo odiano il ventunesimo secolo, Los Angeles e l’intera stirpe degli uomini, che devastano la terra e ne perseguitano le menti migliori. E per evitare che il sangue umano corrotto li contamini, comprano sacche di sangue pulito da medici compiacenti, assaporandolo nei bicchieri da liquore o in forma di rinfrescanti ghiaccioli.
Adam (Tom Hiddlestone) è un musicista underground. Vive nella Detroit che fu un tempo il regno della Packard e della Motown e che ora mostra solo i lacerti di una fatiscente grandezza. Vive appartato e al riparo da contatti con gli zombie – gli esseri umani – e, in preda alla depressione per un mondo che non accetta, medita di spararsi un bossolo di legno nel cuore, quando arriva a salvarlo la moglie Eve (Tilda Swinton), che vive nella lontana Tangeri, e riconduce la sua vita ad una nitida oscurità. Perlomeno fino a quando dalla detestata Los Angeles non arriva Ava (Mia Wasikowska), l’incontrollabile sorella di Eve, a dissestare di nuovo la normalità ritrovata.
Only lovers left alive minimizza il plot ad un percorso unilineare e stringato, optando piuttosto per la rappresentazione affascinata di una diversa, auspicabile umanità, quella dei sopravviventi (gli amanti del titolo), più avidi di bellezza che di sangue; e lascia che lo schermo si riempia dell’incorporeo splendore della Swinton e del sofferto dandysmo di Hiddleston. Il tutto accompagnato dalle scie elettriche di una chitarra che per fraseggio e psichedelia ricorda quella di Neil Young in Dead Man, ma nel film c’è anche il folk, i Black Rebel Motorcycle Club con "Red Eyes and Tears", gli Y.A.S., i Kasbah Rockers, e una bella e sconosciuta cantante di Tangeri («È meravigliosa, avrà successo», dice Eve ad Adam, dopo averla ascoltata. «Non credo, è troppo brava», risponde lui).
Con malinconica flemma e sprazzi di lapidaria ironia, Jarmush mette in scena il vampirismo come controcultura, proprio mentre infuria nel mainstream letterario e cinematografico, e si diverte a operare più di un ribaltamento concettuale: i veri vivi sono i non-morti, che si circondano di quanto di meglio la vita possa offrire, amore e bellezza, gentilezza e amicizia; zombie sono invece gli esseri umani, avidi e rapinosi, da cui i vampiri devono tenersi a distanza per non venirne infettati. Romanticismo-decadente, ma senza eccessi autolesionistici, fascino della sottrazione e della sobrietà messi in scena, chi l’avrebbe mai detto, attraverso l’estetica rock. Jarmush presta ai suoi vampiri indie un understatement che viene dal loro naturale preferire l’ombra alla luce, tanto quella naturale quanto quella artificiale dei riflettori; perciò Adam che nel corso della sua secolare esistenza ha conosciuto Schubert e gli ha regalato un suo Adagio, pregandolo di non rivelarne il vero autore, ora compone il suo rock underground lontano dalle case discografiche e coltiva gelosamente la sua arte come un fatto esclusivamente privato. In tempi di autoproduzione frenetica e self-publishing, quasi un invito, deliziosamente perverso, al no-publishing at all.
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andre62
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venerdì 16 maggio 2014
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bufala di classe
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Molte aspettative ma il film e' pretenzioso e deludente purtroppo. Il messaggio di risibile semplicita' non giustifica 2 ore di film e una storia ben filmata di vampiri. Insomma, sinteticamente, una "bufala" e mi dispiace perche' Jarmush ha fatto belle cose.
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melvin ii
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venerdì 16 maggio 2014
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un twilight over 30
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Il biglietto d’acquistare per “Only Lovers Left Alive” è : 3)di Pomeriggio
Only Lovers Left Alive” è un film del 2013 scritto e diretto da Jim Jarmusch, con Tom Hiddleston, Tilda Swinton e Mia Wasikowska e John Hurt. La pellicola è stata presentata in concorso alla 66ª edizione del Festival di Cannes.
Il mondo dell’Arte si può dividere in pre e post saga“Twilight”.La scrittrice Stephenie Meyer ha creato un genere e soprattutto una nuova gallina dalle uova d’oro.
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Il biglietto d’acquistare per “Only Lovers Left Alive” è : 3)di Pomeriggio
Only Lovers Left Alive” è un film del 2013 scritto e diretto da Jim Jarmusch, con Tom Hiddleston, Tilda Swinton e Mia Wasikowska e John Hurt. La pellicola è stata presentata in concorso alla 66ª edizione del Festival di Cannes.
Il mondo dell’Arte si può dividere in pre e post saga“Twilight”.La scrittrice Stephenie Meyer ha creato un genere e soprattutto una nuova gallina dalle uova d’oro.
Sono così nati negli ultimi anni svariate fiction, film e libri sui vampiri e affini per la gioia non solo dei teenager. Se Dracula di Bram Stoker ha rappresentato per tante generazioni un personaggio oscuro, ma fascinoso e accattivante, con il personaggio di Edward interpretato da Robert Pattinson, le ragazze non sognano più il principe azzurro, ma il bel vampiro che le morda e le renda immortali.
Questa nuova tendenza ha sedotto anche il radical chic Jim Jarmusch che ha voluto raccontare il suo personalissimo “Twilight” over 30.
“Only Lovers Left Alive” racconta la storia d’amore di una coppia di vampiri ambientata ai nostri tempi: Adam(Hiddleston) è un noto musicista, nostalgico e depresso, ma amante della scienza e schifato dagli zombie(uomini) che popolano adesso la terra. Eve(Swinton) è invece una “bohémienne" che vive di libri e della piacevole compagnia di Christopher Marlowe(Hurt).
La coppia senza un motivo preciso vive separata. Adam a Detroit ed Eve a Tangeri. Ma quando Adam manifesta istinti suicidi, la moglie decide di raggiungerlo a Detroit per scuoterlo dal suo torpore. Il quieto e voluto isolamento della coppia viene scosso dall’ improvviso arrivo della “insaziabile” e “impulsiva” sorella di Eve, Ava(Wasikowska).
Il limite del film è l’assenza di una vera trama. La sceneggiatura risulta così piatta e monotona, pur avendo l’ambizione di denunciare la decadenza morale ed intellettuale della società e la degenerazione dei costumi. Appare fin dall’inizio autoreferenziale ed elitaria. I dialoghi sono freddi e rarefatti, nonostante il talento e impegno del cast.
La regia pur confermando una certa creatività e talento nello sviluppo e nella costruzione dell’atmosfera e del linguaggio non riesce a mai a far cambiare il ritmo al film, risultando nel complesso lento e noioso. I tempi sono più teatrali che cinematografici.
Degni di menzione sono sicuramente i costumi, le scenografie e soprattutto la fotografia che regala allo spettatore pennellate intese e piacevoli del mondo notturno.
La coppia Hiddleston –Swinton è nello stesso tempo “glamour” e “dark”. Riescono a trasmettere emozione e fascino allo spettatore. Si confermano due attori di talento oltre che di una bellezza “elitaria”.
Mia Wasikowska è convincente nel ruolo di Ava ,sono sue le scene più “divertenti” che segnano una discontinuità narrativa nel film.
Il finale diverte perché unisce con successo e ironia il genere horror e romantico.
Se “Twilight” ha fatto sognare e innamorare milioni di persone, “Only Lovers Left Alive” prova a regalare riflessioni sul nostro mondo e su quello che eravamo, ma lo spettatore affaticato e assonnato a fine proiezione, forse potrà coglierne solo in parte.
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francescosole
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venerdì 16 maggio 2014
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paura
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anna_giulia
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venerdì 16 maggio 2014
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non la solita storia di vampiri
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Un vecchio giradischi che ruota e si fonde con un cielo stellato, un uomo e una donna bellissimi e statuari. ipnotica fusione di cielo stellato e giradischi, l’ immagine che ancora ruota, due amanti separati, due vite geograficamente lontane ma spiritualmente vicine, una storia d’amore senza tempo. Senza tempo perché i protagonisti dell’ultima fatica di Jim Jarmusch, sono due vampiri ultracentenari eleganti, educati e colti. Adam (Tom Hiddleston) e Eve (Tilda Swinton) si amano da centinaia di anni di un amore vero e profondo, ma non potrebbero essere più differenti. Adam è un musicista underground, depresso e di indole solitaria, che vive a Detroit; Eve invece, appassionata e al passo coi tempi, vive nella notte marocchina di Tangeri con la compagnia di Christopher Marlowe (John Hurt), sì…proprio il Marlowe coevo di Shakespeare! Quando Eve capisce che l’insofferenza di Adam verso questo mondo oltraggiato, maltrattato, buttato via dagli umani, o zombie come li chiama lui, lo sta logorando lo raggiunge subito a Detroit dove la loro vita tranquilla non è però destinata a durare a lungo a causa dell’arrivo dell’esuberante sorella di lei, Ava (Mia Wasikowska).
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Un vecchio giradischi che ruota e si fonde con un cielo stellato, un uomo e una donna bellissimi e statuari. ipnotica fusione di cielo stellato e giradischi, l’ immagine che ancora ruota, due amanti separati, due vite geograficamente lontane ma spiritualmente vicine, una storia d’amore senza tempo. Senza tempo perché i protagonisti dell’ultima fatica di Jim Jarmusch, sono due vampiri ultracentenari eleganti, educati e colti. Adam (Tom Hiddleston) e Eve (Tilda Swinton) si amano da centinaia di anni di un amore vero e profondo, ma non potrebbero essere più differenti. Adam è un musicista underground, depresso e di indole solitaria, che vive a Detroit; Eve invece, appassionata e al passo coi tempi, vive nella notte marocchina di Tangeri con la compagnia di Christopher Marlowe (John Hurt), sì…proprio il Marlowe coevo di Shakespeare! Quando Eve capisce che l’insofferenza di Adam verso questo mondo oltraggiato, maltrattato, buttato via dagli umani, o zombie come li chiama lui, lo sta logorando lo raggiunge subito a Detroit dove la loro vita tranquilla non è però destinata a durare a lungo a causa dell’arrivo dell’esuberante sorella di lei, Ava (Mia Wasikowska). Le conseguenze dell’arrivo di Ava costringono i due amanti a ritornare a Tangeri, dove saranno messi di fronte ad una scelta importante: sopravvivere o no?
Solo gli Amanti Sopravvivono è un film lento, ma che non annoia mai. Per tutti i centoventi minuti del film, la sua lentezza non si trasforma mai in noia, ma è in realtà quiete magnetica. È pura calma ipnotica che trascina lo spettatore con sé, in un vortice di immagini eleganti e raffinate che toccano spesso punte di estrema grazia, quasi poesia di un moderno romanticismo. Ne sono un esempio il loro incontro dopo tanto tempo, le bellissime immagini con cui sono rappresentati i libri e la musica e il modo in cui i due protagonisti li amano, o ancora l’immagine del teatro Michigan di Detroit, costruito dove Henry Ford assemblò il suo primo prototipo, simbolo negli anni ’20 di sfarzo e eleganza e ora trasformato in un parcheggio, specchio della decadenza e del degrado della città che si riflette su Adam stesso. Questo è sì un film cupo, ma che racchiude in sé anche uno straordinario slancio vitale nelle figure di Eve e di Ava, così come nella danza, nella musica, nell’amore stesso. Perché come dice il titolo stesso solo chi ama resta vivo. Vive chi reagisce al degrado del mondo, vive chi ama la vita, la vita che è arte, la vita che è bellezza.
Seppur con qualche carenza oggettiva, il film risana ogni minima incertezza grazie all’eleganza stilistica e visiva della regia e della fotografia, grazie alla cura dei dettagli, grazie alla colonna sonora di grande impatto e bellezza perfettamente amalgamata ad ogni singola scena e ai personaggi, e soprattutto grazie al cast intero che è magistrale. Tom Hiddleston si rivela come al solito uno dei migliori attori della sua generazione, capace di trasmettere con il solo sguardo emozioni di tale intensità da lasciare senza fiato. Non da meno Tilda Swinton, algida e perfetta.
Jarmusch dirige un film suggestivo, magnetico, ipnotico, quasi onirico. E anche se sicuramente non farà la storia del cinema, è da vedere per quel suo fascino irresistibile, esteta e raffinato che cullerà lo spettatore in questa notturna dichiarazione d’amore per la vita, per la bellezza, per l’arte e quindi, in fondo, anche per il cinema stesso.
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[+] brava, ottima recensione.
(di antonio montefalcone)
[ - ] brava, ottima recensione.
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epidemic
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giovedì 15 maggio 2014
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into the funnel of jarmush
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questo è il cinema che mi piace vedere
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des esseintes
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giovedì 10 aprile 2014
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riposto che me ne pubblica solo metà
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Pieno di difetti, a volte goffamente didascalico in quella peculiare maniera ammerikana che tradisce il middle class anche nei momenti più rarefatti ed eleganti, ha però un fascino che resta a lungo dopo la visione e capita di ripensare ai personaggi con piacere immaginando quali splendidi sviluppi avrebbe potuto prendere la storia se elaborata in modo appena appena meno estetizzante fine a sé stesso.
La piena presa di coscienza da parte dei protagonisti che l'incanto meraviglioso e "avvelenato" della loro aristocratica vita vampiresca si regge sul nulla della totale assenza di un'altra presa di coscienza, ossia quella politica e sociale con il conseguente impegno che ne dovrebbe derivare, avrebbe completato la dimensione simbolica del film che purtroppo si limita alla suggestione di splendidi incantesimi onirici presi troppo sul serio.
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Pieno di difetti, a volte goffamente didascalico in quella peculiare maniera ammerikana che tradisce il middle class anche nei momenti più rarefatti ed eleganti, ha però un fascino che resta a lungo dopo la visione e capita di ripensare ai personaggi con piacere immaginando quali splendidi sviluppi avrebbe potuto prendere la storia se elaborata in modo appena appena meno estetizzante fine a sé stesso.
La piena presa di coscienza da parte dei protagonisti che l'incanto meraviglioso e "avvelenato" della loro aristocratica vita vampiresca si regge sul nulla della totale assenza di un'altra presa di coscienza, ossia quella politica e sociale con il conseguente impegno che ne dovrebbe derivare, avrebbe completato la dimensione simbolica del film che purtroppo si limita alla suggestione di splendidi incantesimi onirici presi troppo sul serio.
Ad esempio: i due vampiri giocano a scacchi e uno dei due chiede all'altro se aveva mai fatto una partita con Lord Byron, quello risponde di sí e il primo gli chiede che tipo fosse il celebre poeta. Il secondo con fare estremamente blasé gli dice che era un "pomposo trombone". Allora il primo chiede ancora come fosse Mary Wollstonecraft, la discussa protofemminista del settecento, e la risposta è (sempre blasé ma con affettuosa sincerità) che era una persona deliziosa.
Ecco, tutto questo avrebbe avuto davvero un senso solo se fosse stato fatto con ironia, prendendo sé stessi (personaggi e regista) gentilmente in giro consci dell'inanità, assurdità (e in ultima analisi della complicità con lo stesso sistema degli "zombie" tanto odiati dai nobili vampiri), insite nella scelta di auto seclusione nelle notti dell'anima, per quanto fantastica e sublimemente nostalgica possa essere.
Cosí invece, purtroppo, esce un po' troppo fuori la smania un po' provinciale degli homines novi americani di esibire a tutti i costi la loro consuetudine e confidenza con la grande cultura del passato europeo.
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des esseintes
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giovedì 10 aprile 2014
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di poca sostanza ma dal fascino irrsistibile
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Pieno di difetti, a volte goffamente didascalico in quella peculiare maniera ammerikana che tradisce il middle class anche nei momenti più rarefatti ed eleganti, ha però un fascino che resta a lungo dopo la visione e capita di ripensare ai personaggi con piacere immaginando quali splendidi sviluppi avrebbe potuto prendere la storia se elaborata in modo appena appena meno estetizzante fine a sé stesso.
La piena presa di coscienza da parte dei protagonisti che l'incanto meraviglioso e "avvelenato" della loro aristocratica vita vampiresca si regge sul nulla della totale assenza di un'altra presa di coscienza, ossia quella politica e sociale con il conseguente impegno che ne dovrebbe derivare, avrebbe completato la dimensione simbolica del film che purtroppo si limita alla suggestione di splendidi incantesimi onirici presi troppo sul serio.
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Pieno di difetti, a volte goffamente didascalico in quella peculiare maniera ammerikana che tradisce il middle class anche nei momenti più rarefatti ed eleganti, ha però un fascino che resta a lungo dopo la visione e capita di ripensare ai personaggi con piacere immaginando quali splendidi sviluppi avrebbe potuto prendere la storia se elaborata in modo appena appena meno estetizzante fine a sé stesso.
La piena presa di coscienza da parte dei protagonisti che l'incanto meraviglioso e "avvelenato" della loro aristocratica vita vampiresca si regge sul nulla della totale assenza di un'altra presa di coscienza, ossia quella politica e sociale con il conseguente impegno che ne dovrebbe derivare, avrebbe completato la dimensione simbolica del film che purtroppo si limita alla suggestione di splendidi incantesimi onirici presi troppo sul serio.
Ad esempio: i due vampiri giocano a scacchi e uno dei due chiede all'altro se aveva mai fatto una partita con Lord Byron, quello risponde di sí e il primo gli chiede che tipo fosse il celebre poeta. Il secondo con fare estremamente blasé gli dice che era un "pomposo trombone". Allora il primo chiede ancora come fosse Mary Wollstonecraft, la discussa protofemminista del settecento, e la risposta è (sempre blasé ma con affettuosa sincerità) che era una persona deliziosa.
Ecco, tutto questo avrebbe avuto davvero un senso solo se fosse stato fatto con ironia, prendendo sé stessi (personaggi e regista) gentilmente in giro consci dell'inanità, assurdità (e in ultima analisi della complicità con lo stesso sistema degli "zombie" tanto odiati dai nobili vampiri), insite nella scelta di auto seclusione nelle notti dell'anima, per quanto fantastica e sublimemente nostalgica possa essere.
Cosí invece, purtroppo, esce un po' troppo fuori la smania un po' provinciale degli homines novi americani di esibire a tutti i costi la loro consuetudine e confidenza con la grande cultura del passato europeo.
Rimane comunque un film che vale la pena di vedere, possibilmente nella versione originale con i sottotitoli.
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spheater
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sabato 29 marzo 2014
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dark, malinconico e tutto particolare
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Ottimo film davvero. Ho avuto il piacere di guardarlo in streaming sottotitolato, e già non riesco a immaginarlo tradotto con voci di altri attori.Speriamo che rendano giustizia agli attori originali.
Non conoscevo il regista Jim Jarmusch, prima di vedere questo film: ne sono venuta a conoscenza solo tramite l'attore principale, Tom Hiddleston, che adesso va più che alla grande.
Dunque, che dire? Bello. Molto, molto bello, molto dark, molto intimo.
Il film ruota esclusivamente intorno ai due personaggi principali: alla fine, non ci sono che loro, coppia inseparabile da secoli. Di trama, alla fine, c'è poco. Ma è un film che non annoia, te lo gusti in ogni scena, godi di tutte quelle citazioni letterarie sparse qua e là.
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Ottimo film davvero. Ho avuto il piacere di guardarlo in streaming sottotitolato, e già non riesco a immaginarlo tradotto con voci di altri attori.Speriamo che rendano giustizia agli attori originali.
Non conoscevo il regista Jim Jarmusch, prima di vedere questo film: ne sono venuta a conoscenza solo tramite l'attore principale, Tom Hiddleston, che adesso va più che alla grande.
Dunque, che dire? Bello. Molto, molto bello, molto dark, molto intimo.
Il film ruota esclusivamente intorno ai due personaggi principali: alla fine, non ci sono che loro, coppia inseparabile da secoli. Di trama, alla fine, c'è poco. Ma è un film che non annoia, te lo gusti in ogni scena, godi di tutte quelle citazioni letterarie sparse qua e là. Ovviamente, la metafora dei vampiri è essenziale, è centro del film, però non è solo quello.
E' un film tutto particolare, non saprei dargli meno di 4 stelle. Come dire... Folk. E bello. Davvero.
E' uno di quei film che hanno bisogno di essere rielaborati nella mente giorno dopo giorno. Sul momento non ti rendi granché conto di come è, nemmeno se ti è piaciuto o meno, forse "colpa" di quella passitività caratteristica di tutto il film. Ma quando poi "stacchi", piano piano te lo rielabori dentro di te e cominci a capire che sì, è davvero un bel film, e non sapresti nemmeno dire perché.
Per gli attori, più che bravi? Per le fotografie così particolari? Per la sua stranezza, così affascinante?
Non si sa.
Ma è sicuro che tornerò a vederlo al cinema, pregando per il doppiaggio.
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emily earhart
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mercoledì 4 dicembre 2013
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l'amore travalica ogni confine
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Ouverture tanto simbolica quanto originale: il firmamento comincia a ruotare su stesso; le sue stelle diventano archi di circonferenza luminosi; le tracce stellari dissolvono nei solchi di un disco in vinile, che due corpi assopiti stanno ascoltando ai capi del mondo. Adamo, a Detroit ed Eva, a Tangeri. Il film racconta la loro storia d’amore, un amore immortale, eterno come il trascorrere del tempo, simboleggiato dalla volta celeste rotante che dà l’incipit al film. (A proposito di simbologia, si segnala che l’abbondanza di allegorie e riferimenti letterari arricchisce i contenuti del film, senza appesantire la narrazione né andare a discapito della comprensione della trama).
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Ouverture tanto simbolica quanto originale: il firmamento comincia a ruotare su stesso; le sue stelle diventano archi di circonferenza luminosi; le tracce stellari dissolvono nei solchi di un disco in vinile, che due corpi assopiti stanno ascoltando ai capi del mondo. Adamo, a Detroit ed Eva, a Tangeri. Il film racconta la loro storia d’amore, un amore immortale, eterno come il trascorrere del tempo, simboleggiato dalla volta celeste rotante che dà l’incipit al film. (A proposito di simbologia, si segnala che l’abbondanza di allegorie e riferimenti letterari arricchisce i contenuti del film, senza appesantire la narrazione né andare a discapito della comprensione della trama).
Adamo (interpretato da un meravigliosamente convincente Tom Hiddleston) ed Eva (Tilda Swinton, che ci regala un’interpretazione sublime). Entrambi altezzosi, entrambi estremamente eruditi, entrambi severi nel giudicare l’umanità, a cui si sentono superiori e da cui prendono le distanze, in quanto vampiri. Pur essendo accomunati agli umani dalla capacità di provare gli stessi sentimenti – amore, odio, amicizia, senso di appartenenza familiare, persino noia – se ne distaccano nettamente sul piano etico. L’umanità è presentata come una bestia ignorante, superficiale e inconsapevole, corrotta (come il dottore dell’ospedale che vende le sacche ematiche) talmente ‘zombie’ e ottusa da non aver saputo celebrare le sue menti più brillanti (Copernico, Galileo, Tesla ecc…). Proprio perché incapace di apprezzarne il valore, Adamo ritiene che l’umanità non sia meritevole né di ascoltare la sua produzione artistica (musica sepolcrale di indubbia originalità), né la musica di una giovane artista di talento che si esibisce in un locale di Tangeri.
Adamo, al pari di un eroe tragico, oppresso dal mondo dei mortali, sceglie di vivere da recluso in una casa fatiscente nella periferia di una Detroit in decadenza; lì compone i propri brani musicali, servendosi di strumenti antichi dal suono raffinato e utilizzando strumenti di incisione antiquati (da collezionista), materiale che un amico umano (nonchè l'unico che abbia) gli procura. Ma la sensibilità di Adamo rappresenta anche la sua fragilità: piombato in una depressione preoccupante, toccherà ad Eva salvarlo dagli ‘zombie’ e da se stesso.
Eva, leggiadra, di una bellezza spettrale, risponde al richiamo dell’amore e della profonda amicizia che la lega al poeta Christopher Marlowe. Saggia e pratica; nel viaggio verso Detroit porta con sé quanto ha di più caro: i libri, la conoscenza, la poesia che nobilita l’animo. Discorso molto persuasivo quello in cui Eva spiega ad Adam perché valga la pena di vivere.
Co-protagonista è senz’altro la musica: scelta con cura, appropriata alle sequenze, mai invadente, pur essendo onnipresente.
In sostanza: attori eccezionali, colonna sonora accattivante, trama ben costruita, dialoghi raffinati, poesia, letteratura (inglese soprattutto) ed un pizzico di humour sono gli ingredienti di questo film.
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