marinabelinda
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venerdì 1 febbraio 2013
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perché fantine ha sempre i capelli scuri?
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Dico subito che la mia non puo' essere una recensione obiettiva. Adoro i musical e i film in costume. Ma soprattutto, I Miserabili, e' il mio romanzo preferito. Quindi anche se questo film non fosse il capolavoro che e', avrei comunque detto che siamo di fronte ad un film di rara bellezza.
Ma e' davvero un capolavoro. Avra' tutti i difetti che i veri critici hanno trovato o vorranno trovare. Ma assolve perfettamente al proprio compito: emozionare. Personalmente ho iniziato a piangere a più o meno dieci minuti dall'inizio e ho finito con i titoli di coda, ma non ero la sola.
Detto questo, credo proprio che lo spirito del monumentale romanzo sia stato rispettato, sia per quanto riguarda la narrazione delle vite dei singoli miserabili (non si contano le volte in cui questa parola e' ripetuta nel romanzo), sia nella descrizione del contesto socio-politico in cui la storia si svolge.
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Dico subito che la mia non puo' essere una recensione obiettiva. Adoro i musical e i film in costume. Ma soprattutto, I Miserabili, e' il mio romanzo preferito. Quindi anche se questo film non fosse il capolavoro che e', avrei comunque detto che siamo di fronte ad un film di rara bellezza.
Ma e' davvero un capolavoro. Avra' tutti i difetti che i veri critici hanno trovato o vorranno trovare. Ma assolve perfettamente al proprio compito: emozionare. Personalmente ho iniziato a piangere a più o meno dieci minuti dall'inizio e ho finito con i titoli di coda, ma non ero la sola.
Detto questo, credo proprio che lo spirito del monumentale romanzo sia stato rispettato, sia per quanto riguarda la narrazione delle vite dei singoli miserabili (non si contano le volte in cui questa parola e' ripetuta nel romanzo), sia nella descrizione del contesto socio-politico in cui la storia si svolge. La barricata e' slendida e il coro scuote veramente l'anima.
Il film ha il pregio di dare diritto di cittadinanza alla povera Eponine, dimenticata nella precedente trasposizione, un personaggio disperato e commovente reso perfettamente dalla interprete che riesce a manifestare la sua illusione d'amore con una carica e una tenerezza che sorprendono.
Ma la sostanziale fedeltà al romanzo si nota anche nella presenza dell'Elefante, casa dei monelli, dove vive Gavroche, proprio Gavroche che anche nel romanzo canta sempre e nella presentazione di Enjolras come capo carismatico bello e trascinante, proprio come deve essere.
Eppoi ci sono i grandi. Grandi per davvero.
I dieci minuti di Fantine, già di per se stessi varrebbero tutto il film. In pochi minuti viene raccontata tutta la sua storia e il suo sacrificio totale per amore della figlia.
Chi ha detto, poi, che Russel Crowe non era all'altezza del personaggio? Forse non ha la struttura fisica di Javert (nella trasposizione a fumetti di Topolino, di parecchi anni fa, era un corvo), ma ne rappresenta appieno la struttura morale. E' un vero 'cattivo''? O forse, come personalmente ritengo, e' solo ottuso? Così ligio al doveri, così immerso nel proprio compito, da dimenticare completamente il senso di pietà e la possibilità di redenzione per ogni essere umano. Il camminare in bilico su un'altezza in due scene magistralmente speculari, dimostra perfettamente il peso di questo personaggio, antipatico quanto si vuole, ma profondamente umano e altrettanto miserabile.
Anche la storia d'amore tra Marius e Cosette, pur ridotta ai minimi termini, rispetto al corteggiamento fatto di sguardi prima, e poi di discorsi notturni come e' nel romanzo, e' chiara e forte: l'amore come scoperta, il giorno in più che darà la forza di ricominciare. E in questo si inserisce la complessità di Jean Valjean: la disperazione del personaggio e' costante e tesissima, ma davvero mette i brividi dal momento della presa di coscienza di andare alla barricata per consentire a chi avrebbe portato via Cosette, e cioè il proprio unico bene, di diventare proprio per Cosette il futuro. E' un eroe. Ed e' eroica la prova di Hugh Jackman: comunque vadano le cose per me ha già vinto l'Oscar.
Un'ultima riflessione. Ho letto critiche ai Thenardier troppo caricaturali. Vanno benissimo così. Come i cattivi dei film di Walt Disney, riescono a stemperare la tensione del film e a rendersi meno odiosi, proprio perché sopra le righe. E ci sta tutto l'omaggio a Sweeney Todd, con il trita carne e la gamba di legno.
L'unica critica: Fantine era bionda!
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jameshs
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lunedì 28 gennaio 2013
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les mis: un successo!
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Musical davvero emozionante, che nonostante la longevità e la pressochè quasi assenza di parti recitate non cantate, non annoia bensì appassiona, coinvolge, ti trascina all'interno dei suoi personaggi, nel mondo di Jean Valjean e in quello di Javert (non poi così distanti come ci vengono presentati all'inizio), nella condizione di Fantine (strepitosa Hathaway e la sua performanca di "I dreamed a dream"): immerso nella dolcezza della melodia e nella drammaticità della vicende, lo spettatore trova sollievo nelle figure dei coniugi Thenadièr (Sasha Baron Cohen e Helena Bonham Carter) perfettamente in sintonia fra di loro, avvezzi a ogni sorta di sotterfugi.
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Musical davvero emozionante, che nonostante la longevità e la pressochè quasi assenza di parti recitate non cantate, non annoia bensì appassiona, coinvolge, ti trascina all'interno dei suoi personaggi, nel mondo di Jean Valjean e in quello di Javert (non poi così distanti come ci vengono presentati all'inizio), nella condizione di Fantine (strepitosa Hathaway e la sua performanca di "I dreamed a dream"): immerso nella dolcezza della melodia e nella drammaticità della vicende, lo spettatore trova sollievo nelle figure dei coniugi Thenadièr (Sasha Baron Cohen e Helena Bonham Carter) perfettamente in sintonia fra di loro, avvezzi a ogni sorta di sotterfugi. Dopo "Il discorso del re", Tom Hooper ci regala un'altra gemma e si cimenta con un metodo tutto nuovo di portare il musical sul grande schermo, facendo recitare gli attori dal vivo sul set e non in playback; scelta a posteriori, almeno secondo me, azzeccatissima, che riesce a mettere in risalto tutte le capacità espressive di un cast stellare, anche nei momenti in cui la performance canora è un po' più "debole" dal punto di vista tecnico.
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donni romani
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lunedì 28 gennaio 2013
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grandioso affresco musicale
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Un romanzo fra i più significativi della letteratura mondiale, un musical che da trent'anni entusiasma il pubblico, una storia che sembra fatta apposta per il grande cinema sembrerebbero motivi sufficienti a dare vita ad un capolavoro, ma il film di Tom Hooper brilla di luce propria creando una magia rara, plasmando scena dopo scena personaggi immortali ed immergendoli in un'epoca di sofferenza e miseria che se nella pagina di Hugo incombeva come una nube nera qui esplode come il cuore di una nazione. La scelta di aderire al musical anche nella parti recitate, che quindi risultano cantate - e da qui il consiglio di vedere il film in originale o al massimo con i sottotitoli per godere della messa in scena e della bravura degli interpreti - rende l'opera ancora più palpitante ed emozionante.
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Un romanzo fra i più significativi della letteratura mondiale, un musical che da trent'anni entusiasma il pubblico, una storia che sembra fatta apposta per il grande cinema sembrerebbero motivi sufficienti a dare vita ad un capolavoro, ma il film di Tom Hooper brilla di luce propria creando una magia rara, plasmando scena dopo scena personaggi immortali ed immergendoli in un'epoca di sofferenza e miseria che se nella pagina di Hugo incombeva come una nube nera qui esplode come il cuore di una nazione. La scelta di aderire al musical anche nella parti recitate, che quindi risultano cantate - e da qui il consiglio di vedere il film in originale o al massimo con i sottotitoli per godere della messa in scena e della bravura degli interpreti - rende l'opera ancora più palpitante ed emozionante. La storia è ambientata in Francia, nel 1815, e segue le vicende di Jean Valjean che dopo 19 anni di prigione per aver rubato del pane si trova in libertà ma impossibilitato a ritrovare la propria dignità perchè perennemente rifiutato per il proprio passato. Il suo alter ego è Javert, guardia del carcere e sua ombra anche quando, dopo aver ricevuto un gesto caritatevole da padre Myriel che nasconde un suo furto, Valjean cambia e si dedica a fare il bene della comunità, diventando sindaco di Montreuil con il nome di Madeleine. Qui incontrerà Fantine, costretta a prostituirsi per mantenere la figlia Cosette, e poco prima della morte di lei le promette di prendersi cura della bambina, e per far questo fugge ancora dal proprio passato, inseguito dall'ossessione di Javert. Gli anni passano, i moti rivoluzionari degli studenti agitano Parigi e Cosette di innamora di Marius, giovane manifestante, amato anche da Eponine, figlia dei due locandieri che avevano cresciuto Cosette. Sarà Valjean a salvarlo dalla battaglia e a riunire i due giovani prima di morire riconciliato con se stesso. Sorte diversa avrà la sua nemesi Javert, che dopo essere stato catturato dai rivoltosi e liberato proprio da Valjean, non riuscirà ad accettare la fine del proprio odio, al contrario di Valjean che muore dicendo "sono un uomo che ha imparato a non odiare". La storia è potente, emozionante e coinvolgente, ma la grandiosità della musica, sia negli assoli sia nei duetti (che a volte diventano dialoghi amorosi e a tre o quattro con picchi di intensità magistrale) alza la temperatura emotiva, e porta sullo schermo le voci dolenti dei poveri, la redenzione di Valjean, l'ossessione di Javert, la passione di Cosette e la disperazione di Fantine con un crescendo visivo e sonoro che lascia senza fiato. Impossibile non rimanere incantati davanti alle scene corali, teatrali nell'impostazione ma totalmente cinematografiche nella realizzazione, impossibile non partecipare al crescente sussulto popolare e al dramma tutto intimo di un'uomo divorato dai sensi di colpa, assolutamente incantevoli le parti brillanti affidate a Thénardier e alla moglie (interpretati in modo semplicemente strepitoso da Helena Boham Carter e Sacha Baron Cohen) due fool shakesperiani colorati e surreali che irrompono nel dramma con tempi comici perfetti. E indimenticabili rimangono le canzoni, l'assolo di Fantine, l'accorata preghiera di Valjean, la disperata presa di coscienza di Javert, interpretate con coraggio, intensità e vitalità da tre interpreti in stato di grazia, una Anne Hathaway essenziale e scarnificata, uno Hugh Jackman tormentato e coraggioso e un Russel Crowe impeccabile nel tratteggiare un uomo ancorato alle regole e schiavo del dovere. Tra i giovani la parte di Eponine, e la sua canzone d'amore, sono una gemma di dolore sincero e puro, che tocca nel profondo. Finale arioso, lirico, poetico e corale, magnifico come tutto il film candidato ad otto meritatissimi Premi Oscar.
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ecoval
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mercoledì 23 gennaio 2013
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da vedere......
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matte 77
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mercoledì 16 gennaio 2013
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bellissimo!
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Un vero e proprio capolavoro... immagini stupende, musica bellissima e ottime recitazioni.. Anne Hathaway, sebbene sia presente solo all'inizio del film, canta "I dreamed a dream" in modo sublime, con una rara espressività che le è valsa il Golden Globe. E' senza dubbio anche da Oscar!
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(di ecoval)
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