Prodotto dalla sempre più encomiabile Darko Entertainment, Jason Bateman debutta alla regia portando con sé l'esperienza accumulata in vent'anni d'attore di commedie. Ma classificare "Bad Words" come semplice (black) comedy è traviante e riduttivo almeno quanto categorizzarlo come revenge movie psicologico. In realtà è un film sui generis e fuori dagli schemi, con la sceneggiatura ripescata dalla black list del 2011: incipit favolosamente spassoso, poi il terrore che nel prosieguo crolli il magico equilibrio e s'avvii l'oscillazione fra il politicamente scorretto e l'autopunitivo puritano, la cattiveria gratuita e il buonismo compensatorio, l'oltraggio scabroso e la lezioncina perbenista con magari allegato il chiarimento freudianeggiante.
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Prodotto dalla sempre più encomiabile Darko Entertainment, Jason Bateman debutta alla regia portando con sé l'esperienza accumulata in vent'anni d'attore di commedie. Ma classificare "Bad Words" come semplice (black) comedy è traviante e riduttivo almeno quanto categorizzarlo come revenge movie psicologico. In realtà è un film sui generis e fuori dagli schemi, con la sceneggiatura ripescata dalla black list del 2011: incipit favolosamente spassoso, poi il terrore che nel prosieguo crolli il magico equilibrio e s'avvii l'oscillazione fra il politicamente scorretto e l'autopunitivo puritano, la cattiveria gratuita e il buonismo compensatorio, l'oltraggio scabroso e la lezioncina perbenista con magari allegato il chiarimento freudianeggiante. Sì, c'è anche un po' di tutto questo, però Bateman giunge al termine spiazzando spesso le aspettative, ossia facendo ridere e commuovere quasi come e quando gli pare, seguendo posologie e dosaggi propri, non molto ortodossi né classici. Confonde, rimescola, disorienta, e con ciò esprime una sua intelligente originalità. Esordio da segnare e segnalare.
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