maudiri
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venerdì 4 gennaio 2013
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nascita di un cult
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Metafora dell'anima e della sua crescita, è come accade per tutte le opere d'arte, interpretabile a vari livelli, in funzione del grado di spiritualità dello spettatore.
Le persone materialiste potranno godere delle immagini senza precedenti ma considereranno la storia che c'è sotto una banale storia di avventura, magari lenta e noiosa in alcuni punti, cioè in quelli che non riescono a spiegare.
Le persone avvezze alla spiritualità, invece, non potranno non percepire le numerose metafore ed i messaggi che vi sono celati.
Prima di tutto non è vero che c'è una storia vera ed una falsa, come ho letto da più parti; sono entrambe vere.
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Metafora dell'anima e della sua crescita, è come accade per tutte le opere d'arte, interpretabile a vari livelli, in funzione del grado di spiritualità dello spettatore.
Le persone materialiste potranno godere delle immagini senza precedenti ma considereranno la storia che c'è sotto una banale storia di avventura, magari lenta e noiosa in alcuni punti, cioè in quelli che non riescono a spiegare.
Le persone avvezze alla spiritualità, invece, non potranno non percepire le numerose metafore ed i messaggi che vi sono celati.
Prima di tutto non è vero che c'è una storia vera ed una falsa, come ho letto da più parti; sono entrambe vere. Infatti, la domanda posta è: tu in quale storia credi ? Ovvero, sei un materialista e pertanto credi solo a quello che è razionalmente spiegabile ? Allora la storia vera è la seconda, quella nella quale degli essere umani si uccidono a vicenda.
Ma il racconto fantastico è anch'esso vero, soltanto che vengono messi in scena con l'aiuto di maschere animali i valori umani più profondi. La zebra è il marinaio buddista felice che, ferito, rappresenta il debole e nobile d'animo. La iena è il cuoco bastardo che in maniera evidente rappresenta il male. L'orango femmina è la madre che rappresenta gli affetti. Ed infine la tigre, che è la parte animale dell'uomo, quella selvaggia, che segue gli istinti. L'uomo si sdoppia, infatti, separando la parte animale da quella spirituale; l'anima deve imparare a conoscere prima e ad "ammaestrare" la parte animale poi.
La crescita spirituale si ha solo nei momenti di crisi, qui ben simboleggiati dal naufragio che genera il dolore della perdita dei propri cari e dai mesi alla deriva che lo portano più volte vicino alla morte. Nel corso del durissimo percorso al quale è sottoposto ha modo di conoscere e sperimentare i valori fondanti dell'essere umano, quelli positivi del coraggio, dell'intraprendenza, della perseveranza, ma anche quelli negativi, come la malvagità che emerge quando uccide il cuoco che gli aveva appena ucciso la madre. Se ne rammaricherà per tutta la vita !
Anche all'isola cannibale attribuisco un valore simbolico. Capita che in un momento di crisi assoluta, era ormai ridotto in fin di vita, si trovi un posto dove salvarsi. In un momento buio della vita si può scegliere di chiudersi al mondo in modo da proteggersi. Ed infatti lui è stato salvato dall'isola, ma il prezzo che si paga è altissimo, la solitudine, la morte dentro, un mondo senza emozioni. Prende la decisione di rimettersi in gioco, torna nel mondo reale, pur spaventoso di un oceano senza fine, consapevole che il destino di un uomo è lì, nel mondo delle emozioni.
Dio è un compagno fedele, che lo segue e lo supporta lungo tutto il percorso. La fede è uno strumento per la crescita dell'anima, non importa la religione.
L'estrema battaglia tra ragione e spirito vede un vincitore, quando lo scrittore afferma di preferire la versione con la Tigre, ma non perché più bella o meno cruenta, ma perché capisce che l'incredibile storia di una sopravvivenza non potrebbe essere stata possibile senza che il protagonista venisse supportato da una forza interiore che soltanto un'anima degna avrebbe potuto esercitare.
Una parola sul 3D: non è un effetto speciale che deve a tutti i costi sorprendere. E' semplicemente un modo diverso e nuovo di percepire il cinema, come quando si passò dal muto al sonoro. E qui è semplicemente divino !
Maurizio
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amici del cinema (a milano)
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giovedì 3 gennaio 2013
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magico ang lee
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Visto in un rigoroso 2D (alla fine l'utilizzo del 3D per questa pellicola non mi sembra aggiunga davvero nulla di significativo) l'ultimo film di Ang Lee si pone tra il surreale alla "Big Fish" di Tim Burton e un concreto romanzo di formazione con il realismo delle avventure in mare.
I toni sono comunque sempre virati verso il sognante, verso il magico, verso il fantastico, per come la vita puo' regalare momenti di assoluta emozione anche se racchiusi dentro una tragedia.
Il giovane Suraj Sharma è bravissimo a rendere i tormenti, la disperazione, la speranza, la gioia quasi mistica che attraversano il cuore del suo personaggio durante la pellicola, non era una interpretazione davvero facile, sopratutto visto che molte scene vengono recitate da solo sullo sfondo verde che poi sarà animato dalla tigre.
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Visto in un rigoroso 2D (alla fine l'utilizzo del 3D per questa pellicola non mi sembra aggiunga davvero nulla di significativo) l'ultimo film di Ang Lee si pone tra il surreale alla "Big Fish" di Tim Burton e un concreto romanzo di formazione con il realismo delle avventure in mare.
I toni sono comunque sempre virati verso il sognante, verso il magico, verso il fantastico, per come la vita puo' regalare momenti di assoluta emozione anche se racchiusi dentro una tragedia.
Il giovane Suraj Sharma è bravissimo a rendere i tormenti, la disperazione, la speranza, la gioia quasi mistica che attraversano il cuore del suo personaggio durante la pellicola, non era una interpretazione davvero facile, sopratutto visto che molte scene vengono recitate da solo sullo sfondo verde che poi sarà animato dalla tigre.
E appunto l'uso della computer graphics segna nel bene e nel male questa opera: la tigre Richard Parker viene resa magnificante ed e' in pratica indistinguibile dai veri animali utilizzati, anche la resa delle onde e del cielo e' perfetta e sembra naturale.
Unico difetto per me e' l'uso in alcuni casi eccessivo del computer per disegnare alcune scene (i riflessi perfetti dell'acqua sulla barca, il mare illuminato dalle meduse) che sembrano cosi' perfette da sembrare quasi dei quadri, con un ricerca estetica cosi' palese che soffoca il sentimento del film.
Non e' ovviamente tutto cosi' e nel finale ammetto che anche io ho versato qualche lacrimuccia di commozione.
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valywally
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giovedì 3 gennaio 2013
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gli animali più veri degli umani.
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Non credevo si potesse rendere così bene la magia del libro: Ang Lee ci è riuscito. Il film è veramente bello, con e senza 3D. Quello che emerge dalla storia è che gli animali sono descritti in modo molto realistico. Tutto ciò che fanno, di onesto o crudele, è credibile. Gli esseric umani, invece, sono a dir poco fiabeschi. Esiste una tigre affamata che divorerebbe qualunque cosa pur di salvarsi? Si. Esiste un ragazzo così legato ai suoi animali da rischiare tutto per il loro bene? Ni. Lasciamoci con un ottimistico dubbio.
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viaggiatore77
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giovedì 3 gennaio 2013
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la fede ti fa forza
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All'apparenza un film per bimbi, in realtà il tema della fede lo rende più profondo; interamente metaforico, ricco di immagini oniriche, si lascia guardare piacevolmente. Gli animali potevano scadere nell'interpretazione di pupazzi ammaestrati, invece sono fedeli alla loro natura e corenti con il tema del film; anche il ragazzo protagonista è fantastico, sia come personaggio che come prova d'attore. Non lo considero un capolavoro ma molto meglio di quanto mi aspettassi, quindi consigliabile.
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graziano.nanetti
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giovedì 3 gennaio 2013
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un viaggio iniziatico
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Significa che a volte la vita ti porta, per la tua sopravvivenza, a tirare fuori la parte più animalesca che è in te, che nemmeno pensavi di avere. Questa parte feroce però la puoi fare ritornare indietro senza usare la rabbia, perchè ferocia non scaccia ferocia, ma solo usando pazienza, perseveranza, fiducia e altruismo. Quando poi riuscirai a farla tornare indietro ti mancherà, perchè essa ti ha salvato, ma tu sarai ritornato te stesso.
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massimo49
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giovedì 3 gennaio 2013
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meraviglioso viaggio all'interno del nostro animo
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Meraviglioso viaggio all'interno del nostro animo, tra sogni, speranze ed incubi, con una sapiente tecnica di montaggio e l'uso di effetti spettacolari e coinvolgenti che assorbono completamente lo spettatore. Una grande epopea ed una lezione di vita: dalla tragedia del naufragio, alla condivisione della solitudine con una fiera terrorizzante, la tigre del Bengala, nella sua natura di mangiatrice d'uomini, ma anche "umana" nei suoi occhi che penetrano ogni recondito spazio all'esterno e all'interno del protagonista. Torna il mito dell'animale, creatura divina che segue l'istinto affidatole dalla Creazione e quindi libera dai condizionamenti che l'uomo usa come arma per sottomettere i suoi simili.
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Meraviglioso viaggio all'interno del nostro animo, tra sogni, speranze ed incubi, con una sapiente tecnica di montaggio e l'uso di effetti spettacolari e coinvolgenti che assorbono completamente lo spettatore. Una grande epopea ed una lezione di vita: dalla tragedia del naufragio, alla condivisione della solitudine con una fiera terrorizzante, la tigre del Bengala, nella sua natura di mangiatrice d'uomini, ma anche "umana" nei suoi occhi che penetrano ogni recondito spazio all'esterno e all'interno del protagonista. Torna il mito dell'animale, creatura divina che segue l'istinto affidatole dalla Creazione e quindi libera dai condizionamenti che l'uomo usa come arma per sottomettere i suoi simili. La tigre, come Mobby Dick di Herman Melville, lo squalo e il Tirannosauro nel Jurassic Park di Steven Spielberg, ripropongono con forza il simbolo della Natura libera e terribile che ridimensiona l'uomo. Tra i due finali, Sigmund Freud avrebbe preferito il secondo nella sua terribile semplicità. A me piace il sogno e nel simbolismo che avvolge gran parte del film, voglio credere nella favola bella e pura dell'amicizia tra due esseri che la natura ha contrapposto.
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no_data
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giovedì 3 gennaio 2013
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il nulla travestito da film
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Dopo aver visto questo film, per una giornata intera mi ha accompagnato un senso di disagio e insoddisfazione, quasi un livore represso per la rabbia non sfogata, per aver buttato nel pattume i soldi del biglietto, ma ancor di più per aver sprecato così 2 ore della mia vita. Poi per fortuna oggi accendo la TV e mi imbatto in un capolavoro della cinematografia: "Apocalypse Now" di Francis Ford Coppola, che non avevo mai visto. E allora mi sono chiesto: quando mai sarà possibile rivedere sui grandi schermi una pellicola di questo spessore, con una sceneggiatura, una regia, una recitazione ed una fotografia come quella? Per quanto tempo ancora il pubblico delle sale cinematografiche continuerà a premiare film così deboli ed inconsistenti? Quante volte ancora toccherà leggere recensioni in cui film, che sono nient'altro che dei gusci vuoti (decorati, abbelliti, meravigliosamente arabescati, ma pur sempre vuoti), vengono giudicati "profondi", "filosofici", "introspettivi" od addirittura "capolavori"? Pazientemente attendo il momento in cui tutto ciò non avverà più, nel frattempo vado aguardarmi qualche film di Kubrick, Antonioni, Kurosawa o L.
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Dopo aver visto questo film, per una giornata intera mi ha accompagnato un senso di disagio e insoddisfazione, quasi un livore represso per la rabbia non sfogata, per aver buttato nel pattume i soldi del biglietto, ma ancor di più per aver sprecato così 2 ore della mia vita. Poi per fortuna oggi accendo la TV e mi imbatto in un capolavoro della cinematografia: "Apocalypse Now" di Francis Ford Coppola, che non avevo mai visto. E allora mi sono chiesto: quando mai sarà possibile rivedere sui grandi schermi una pellicola di questo spessore, con una sceneggiatura, una regia, una recitazione ed una fotografia come quella? Per quanto tempo ancora il pubblico delle sale cinematografiche continuerà a premiare film così deboli ed inconsistenti? Quante volte ancora toccherà leggere recensioni in cui film, che sono nient'altro che dei gusci vuoti (decorati, abbelliti, meravigliosamente arabescati, ma pur sempre vuoti), vengono giudicati "profondi", "filosofici", "introspettivi" od addirittura "capolavori"? Pazientemente attendo il momento in cui tutto ciò non avverà più, nel frattempo vado aguardarmi qualche film di Kubrick, Antonioni, Kurosawa o L. Von Trier. Piero I.
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[+] ci vuole ben altro per definire un film roba così.
(di rikitikitawi)
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no_data
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mercoledì 2 gennaio 2013
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un occasione smarrita.....
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.... perchè del libro di Martel, che sto finendo di leggere, si perde moltissimo. Nel film la logorrea dei personaggi che spiegano troppo, i buoni sentimenti che straripano, una pan religiosità troppo ostentata che non vuole scontentare nessuno per arrivare commercialmente a tutti..... distrugge l'atmosfera.... Il film è bello tecnicamente ma senz'anima. Mi piacerebbe vedere lo sviluppo del da parte di un regista diverso (per esempio il Kim Ki Duk di Primavera, Estate, Autunno ..... e i suoi silenzi religiosi pieni di vera poesia).
Nel libro di Martel ci sono delle bellissime descrizioni degli animali, la psicologia del grande felino e dell'uomo si incontrano generando un'autentica empatia esistenziale.
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.... perchè del libro di Martel, che sto finendo di leggere, si perde moltissimo. Nel film la logorrea dei personaggi che spiegano troppo, i buoni sentimenti che straripano, una pan religiosità troppo ostentata che non vuole scontentare nessuno per arrivare commercialmente a tutti..... distrugge l'atmosfera.... Il film è bello tecnicamente ma senz'anima. Mi piacerebbe vedere lo sviluppo del da parte di un regista diverso (per esempio il Kim Ki Duk di Primavera, Estate, Autunno ..... e i suoi silenzi religiosi pieni di vera poesia).
Nel libro di Martel ci sono delle bellissime descrizioni degli animali, la psicologia del grande felino e dell'uomo si incontrano generando un'autentica empatia esistenziale. Per esempio, certi animali che passano solo per un attimo nel film (il bradipo), nel libro vengono seguiti attentamente e con passione. Forse Ang Lee non ha voluto "documentare" troppo questi aspetti concentrandosi sull'uomo. Alla fine gli animali che sono l'ossatura del libro in realtà diventano La Tigre, l'ho trovato riduttivo. Purtroppo la libertà di espressione del cinema indipendente non può essere espressa al meglio dalle produzioni che mirano ostentatamente al successo commerciale e ai premi...... Lo sforzo economico alla fine si disperde nell'insoddisfazione. Peccato, risorse che potevano essere indirizzare meglio...... un saluto a tutti gli appassionati di cinema.... buon anno.
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kiumbo
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mercoledì 2 gennaio 2013
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fantastico, da vedere assolutamente in 3d
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Avevo già amato il romanzo, ed avevo paura che il film, come spesso accade ai bei libri, lo rovinasse a causa degli aspetti psicologici che in un libro possono essere descritti per pagine mentre in un film devono essere sintetizzati da uno sguardo e da un dettaglio.
Invece il film è stupendo, con degli attimi di pura magia, aiutata molto dal maxischermo in 3D.
Personalmente sono rimasto a bocca aperta esattamente come i miei bambini quando la barchetta sembrava galleggiare nelle stelle riflesse dalla bonaccia del mare, o quando ci si perde nelle allucinazioni della tigre...
E' decisamente fatto bene (Ang Lee è sempre una garanzia) poetico e romantico, favola e avventura.
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Avevo già amato il romanzo, ed avevo paura che il film, come spesso accade ai bei libri, lo rovinasse a causa degli aspetti psicologici che in un libro possono essere descritti per pagine mentre in un film devono essere sintetizzati da uno sguardo e da un dettaglio.
Invece il film è stupendo, con degli attimi di pura magia, aiutata molto dal maxischermo in 3D.
Personalmente sono rimasto a bocca aperta esattamente come i miei bambini quando la barchetta sembrava galleggiare nelle stelle riflesse dalla bonaccia del mare, o quando ci si perde nelle allucinazioni della tigre...
E' decisamente fatto bene (Ang Lee è sempre una garanzia) poetico e romantico, favola e avventura.
Insomma, DA VEDERE ASSOLUTAMENTE.
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marinaombra
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mercoledì 2 gennaio 2013
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.. un piacere guardarlo
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Non avevo letto la trama, mi ero fatta trascinare dall'immagine della tigre nella locandina, perchè amo la presenza di animali nei film. Non sapevo che fosse raccontato, devo compunque dire che scorre da solo.. è fatto davvero molto bene e lo si segue senza problemi e con una fluidezza e curiosità costante. Recitato benissimo è tante cose insieme: triste, avvincente, suggestivo, cruento, sentimentale.. la trama fa riflettere e alla fine ti lascia qualcosa dentro che non si riesce a esprimere perchè si sta ancora assimilando il film. E' ovvio che possa piacere o meno, è comunque, senza dubbio, da vedere!
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