jishin75
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venerdì 28 settembre 2012
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il tema sociale in stile libero
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Vorrei commentare il film in modo diretto, ma non posso farlo. Non ho letto i libri e non conosco i personaggi, ma posso dire ciò che ho visto.
Questo film è la visivamente kitsch, stilisticamente trash e volutamente didascalico. La trama è interessante, il tema sociale dei giochi in stile romano antico con plebaglia che esulta alla morte dei combattenti è un pò trita, ma ci sta. Il look estremamente kitsch dei presentatori televisivi e il look volgare e futuristico della popolazione sono messi in contrasto con il look più da strada e "sexy" dei combattenti. La cosa mi sembra voluta. La bella di turno poi arriva con vestito in fiamme e pubblico )che si veste come sotto acido) in fibrillazione per lei.
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Vorrei commentare il film in modo diretto, ma non posso farlo. Non ho letto i libri e non conosco i personaggi, ma posso dire ciò che ho visto.
Questo film è la visivamente kitsch, stilisticamente trash e volutamente didascalico. La trama è interessante, il tema sociale dei giochi in stile romano antico con plebaglia che esulta alla morte dei combattenti è un pò trita, ma ci sta. Il look estremamente kitsch dei presentatori televisivi e il look volgare e futuristico della popolazione sono messi in contrasto con il look più da strada e "sexy" dei combattenti. La cosa mi sembra voluta. La bella di turno poi arriva con vestito in fiamme e pubblico )che si veste come sotto acido) in fibrillazione per lei.
L'ovvietà della bontà di cuore di Katniss e del suo maestro e del suo uomo stonano con la volgare cattiveria degli altri protagonisti. Twilight in confronto sembra Shakespeare, ma in ogni caso Hunger Games ha del suo, nonostante lo abbia disprezzato in sala. Prego sempre i registi di fermare quella benedetta macchina da presa, la prima persona e quella dei NOSTRI occhi, non di quelli di una ripresa video. Manca di fisicità. Torniamo a un cinema più preciso e stiloso, per favore. Jennifer Lawrence per me è bravissima in ogni suo film e spero che abbia una buona carriera tra le innumerevoli bionde del cinema USA. Non è un capolavoro Hunger Games, ma è un film che va apprezzato per quello che mostra. La regia non è valida purtroppo. La sceneggiatura è debole e la fedeltà al libro non ne giustifica la scarsa fluidità narrativa. Magari miglioreranno nei prossimi episodi. 3 stelle di supporto.
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ultimoboyscout
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sabato 5 ottobre 2013
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i tributi ai giochi della fame.
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Jennifer Lawrence, sempre pericolosamente in bilico tra film d'autore e blockbuster, è Katniss, giovanissima costretta a partecipare ad un crudele reality show a cielo aperto in cui vince chi resta vivo. Uno solo. Ambientato in un non troppo lontano futuro post-apocalittico, è l'adattamento del primo libro della trilogia best seller di Suzanne Collins, potenzialmente può diventare un franchise di assoluto successo come la saga di Harry Potter o, soprattutto tra i teenager, il nuovo "Twilight". La violenza, più psicologica che fisica, è edulcorata e mai eccessiva, i protagonisti sono giovani, belli e tutto sommato bravi e credibili, l'universo è fantasioso ma infarcito di problemi veri e attuali.
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Jennifer Lawrence, sempre pericolosamente in bilico tra film d'autore e blockbuster, è Katniss, giovanissima costretta a partecipare ad un crudele reality show a cielo aperto in cui vince chi resta vivo. Uno solo. Ambientato in un non troppo lontano futuro post-apocalittico, è l'adattamento del primo libro della trilogia best seller di Suzanne Collins, potenzialmente può diventare un franchise di assoluto successo come la saga di Harry Potter o, soprattutto tra i teenager, il nuovo "Twilight". La violenza, più psicologica che fisica, è edulcorata e mai eccessiva, i protagonisti sono giovani, belli e tutto sommato bravi e credibili, l'universo è fantasioso ma infarcito di problemi veri e attuali. Il postapocalittico, la sopravvivenza e il reality si mescolano in egual misura ad azione e sentimento ma anche alla mitologia greca, in particolare al mito di Teseo. Esteticamente è un film di grandissimo impatto con una cura maniacale per i dettagli: il Distretto 12, quello di Katniss, rimanda direttamente all'America del 1929, quella della Grande Depressione, mentre Capitol City, con i suoi enormi edifici che si snodano in orizzontale e non in verticale, è un vero inno alla megalomania e al potere, tutto cemento crudo e brutalissimo. Jennifer Lawrence è la nuova reginetta di Hollywood, bellissima, simpatica e spontanea, così intensa nelle sue interpretazioni, perfettamente a suo agio nel ruolo e in un film che affonda le radici nei più bassi istinti umani e che fotografa con attenzione l'ossessione di spiare le vite altrui. Film che ha basi solide, si regge sulle sue gambe senza poggiarsi al libro e funge da monito e profezia per un futuro più che agghiacciante che ci si prospetta. Opera matura che cela strategie politiche, che va oltre le barriere generazionali ma che perde tensione nella parte finale e che, oltre a qualche buco narrativo della scrittura, mostra delle belve ferocissime ricreate con una CGI davvero mediocre. Una young adult novel comunque piacevole, si aspettano con trepidazione i capitoli successivi.
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il bagatto
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martedì 22 gennaio 2013
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un film dalle grandi potenzialità (di marketing)
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Quando un libro viene adattato al grande schermo si hanno sempre diversi malcontenti. Mettendo da parte la discutibile scelta del regista, così come la sua tecnica di ripresa motivo di critiche accese, un film deve avere una trama compiuta a prescindere, non si può pensare a quanti spettatori abbiano già letto il libro, e qui il film pecca alla grande. Si capisce sin dai primi minuti che la storia si svolge in un fututo post apocalittico, le cui vicende vengono raccontate in maniera troppo sbrigativa. Tutto sommato la narrazione è incalzante, con un'escalation di tensione e colpi di scena(non priva di alcuni clichè). Un altra lancia a suo favore sono gli effetti speciali, così come la buona fotografia(ormai alla mano di qualunque blockbuster hollywoodiano o high concept movie che si rispetti).
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Quando un libro viene adattato al grande schermo si hanno sempre diversi malcontenti. Mettendo da parte la discutibile scelta del regista, così come la sua tecnica di ripresa motivo di critiche accese, un film deve avere una trama compiuta a prescindere, non si può pensare a quanti spettatori abbiano già letto il libro, e qui il film pecca alla grande. Si capisce sin dai primi minuti che la storia si svolge in un fututo post apocalittico, le cui vicende vengono raccontate in maniera troppo sbrigativa. Tutto sommato la narrazione è incalzante, con un'escalation di tensione e colpi di scena(non priva di alcuni clichè). Un altra lancia a suo favore sono gli effetti speciali, così come la buona fotografia(ormai alla mano di qualunque blockbuster hollywoodiano o high concept movie che si rispetti). Una critica che mi preme scrivere, è la scena del talk show, dove i vari partecipanti si presentano al pubblico agghindati... una scena surreale e fuori contesto. Probabilmente voleva far evincere la parte egoistica e avida della società post apocalittica, fatta di apparenze e falsità, e non nego di aver pensato anche ad una sorta di denuncia sociale. Però vedere i partecipanti andare sul palco a fare battute, con aria rilassata, sapendo che da li a poco avrebbero rischiato la vita, è una caduta di stile importante! L'apice della banalità si raggiunge quando Peeta, il co-protaginista, schernisce il presentatore con un: "secondo te profumo di rosa?". La scena continua con i 2 che si annusano a vicenda, una scena degna del Letterman Show. Api geneticamente modificate, bestie ibride, incendi ed alberi che compaiono ovunque nella foresta a discrezione dei "tecnici" del gioco, tutti elementi che hanno senso soltanto se si ha letto il libro, cosa che il film da per scontato.
Degna di nota l'interpretazione della giovane Jennifer Lawrence, cha va a migliorare la qualità del film.
In fin dei conti un film godibile, che vuol far presa sul pubblico giovane, con una profondità emotiva non del tutto espressa, messa da parte per una narrazone più dinamica e moderna. E come ultima considerazione, un box office da record! Com'è che si dice? Il pubblico ha sempre ragione... un modo di dire che è diventato la filosofia delle produzioni moderne.
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ilaria pasqua
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venerdì 29 novembre 2013
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un buon adattamento
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"Mi offro volontaria, mi offro volontaria come tributo!" è questa la frase che dà inizio all'incubo di Katniss Everdeen.
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"Mi offro volontaria, mi offro volontaria come tributo!" è questa la frase che dà inizio all'incubo di Katniss Everdeen. Ogni anno a Panem vengono organizzati dei giochi, gli Hunger Games, un modo per punire la gente dei dodici distretti che molto tempo prima si è ribellata al dominio di Capitol City, un vero enorme reality show, con tanto di telecamere e schermi. Gli Hunger Games sono preceduti dalla mietitura: verranno scelti un ragazzo e una ragazza per ogni distretto che, dopo essere stati condotti al Distretto 1 per gli allenamenti e le interviste di rito, verranno rinchiusi in un'arena dove saranno costretti a combattersi e a uccidersi. Ci sarà un solo vincitore.
Quando Katniss ha sentito chiamare il nome di sua sorella Prim non ha potuto far altro che offrirsi. Il suo sarà un viaggio all'inferno che la cambierà profondamente. Ma non sarà sola, oltre al mentore Haymitch, ex vincitore ubriacone, e allo stilista Cinna, avrà l'accorato sostegno di Peeta, il ragazzo scelto con lei, e tutto il pubblico dalla sua parte. Tranne il Presidente Snow, il dittatore di questo mondo.
Senza volerlo, nel corso della competizione, Katniss si trasformerà nel simbolo della rivolta, una ghiandaia imitatrice, un simbolo ancora inconsapevole che avrà un'influenza incredibile, diventando la vera e propria fiaccola del malcontento.
Devo dire che il film è stato il primo reale adattamento fedele che mi sia capitato di vedere da molto tempo. È un lavoro riuscito, in primis per la scelta degli attori, Jennifer Lawrence è stata una scoperta, perfetta nei panni di Katniss, Liam Hemsworth, fratellino di Thor, è ciò che ci si aspettava da un Gale e Peeta, nel bene e nel male, è interpretato da un giovane attore, Josh Hutcherson, che sa dare le giuste sfumature, anche se ci si aspettava sin da subito qualcuno di diverso. Infine Haymitch, che non poteva non essere interpretato da un attore poliedrico come Woody Harrelson, che personalmente adoro.
La storia procede al giusto ritmo, lasciando ampio spazio alla descrizione del Distretto 12, poi alla vacuità e all'assenza di valori della capitale e del "pubblico" di questi giochi, infine ai combattimenti in arena. Ciò che ci si aspettava funzionasse, ha funzionato. Tutte le scene migliori sono state tenute, e a distanza di un anno, dopo aver avuto la possibilità di rivederlo, ho trovato la scena della morte di Rue molto forte. Il saluto commovente. Ciò che proprio non mi va giù, e ho letto che è stata una critica diffusa, è lo stile del regista Gary Ross: molto videoclip, troppo movimentato con quella maledetta camera a mano. Il risultato è, in moltissime parti, un miscuglio incomprensibile, e capisco che infilarla nei combattimenti è utile per agirare il PG-13, però insomma... rivedendolo ho provato la solita irritazione.
Ma nel complesso un adattamento di tutto rispetto, che non sfigura nell'immancabile paragone con il libro.
Consigliato.
Recensione pubblicata originariamente su: www.ilariapasqua.net
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gianleo67
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mercoledì 29 gennaio 2014
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la ventitreesima vittima
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In un imprecisato futuro post bellico, una società suddivisa in distretti produttivi vede la separazione tra una popolazione confinata nella povertà di remoti centri rurali ed una ricca e opulenta borghesia che si trastulla negli agi di una moderna ed ipertecnologica megalopoli. Per prevenire e sedare sul nascere le rivolte sociali che hanno già condotto ad una sanguinosa guerra civile, un governo autocratico organizza ogni anno una letale gara fratricida in cui coppie di giovani di ambo i sessi, sorteggiati da ciascuno dei distretti, sono costretti a cimentarsi nella brutale arena televisiva di un 'survival reality' da cui un solo sopravvissuto sarà acclamato vincitore.
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In un imprecisato futuro post bellico, una società suddivisa in distretti produttivi vede la separazione tra una popolazione confinata nella povertà di remoti centri rurali ed una ricca e opulenta borghesia che si trastulla negli agi di una moderna ed ipertecnologica megalopoli. Per prevenire e sedare sul nascere le rivolte sociali che hanno già condotto ad una sanguinosa guerra civile, un governo autocratico organizza ogni anno una letale gara fratricida in cui coppie di giovani di ambo i sessi, sorteggiati da ciascuno dei distretti, sono costretti a cimentarsi nella brutale arena televisiva di un 'survival reality' da cui un solo sopravvissuto sarà acclamato vincitore. Un giovane ragazza, che si è dichiarata volontaria per sostituire la sua piccola e indifesa sorellina, è determinata a vender cara la pelle ed a sovvertire i piani dei cinici e spietati organizzatori.
Su di un soggetto non originale (in tutti i sensi) che prende spunto dall'omonimo romanzo di Suzanne Collins e riproponendo tesi già altrove declinate cinematograficamente (Orwell 1984, The Truman Show, La 12° vittima) il film scritto dal regista insieme all'autrice ed a Billy Ray, propone una impeccabile confezione mainstream in cui gli elementi tematici e formali delle produzioni hollywoodiane trovano una loro naturale collocazione all'interno di un processo produttivo in cui le singole professionalità concorrono ad un risultato finale capace di coniugare lo spettacolo reclamato dalle esigenze del box office con una più banale riflessione sugli scenari di una pericolosa deriva della moderna società dell'immagine. Il risultato è una (ormai) classica contaminazione tra fantascienza sociale e cinema d'azione dove l'immaginario post industriale di un'America (?) regredita alla miseria di sparute comunità rurali (come profetizzato dalla crononauta Brit Marling in 'Sound of My Voice') fa il paio con le cronache da basso impero romano tra una spietata elite che gestisce il potere con la violenza e le sirene televisive del 'panem et circensem' (Rollerball,1975) e le pulsioni anarchiche di una popolazione affamata ed asservita pronte a deflagare in una sanguinosa rivolta sociale. Scenograficamente suggestivo nella commistione tra passato,presente e futuro pur non brillando nè per originalità nè per verosimiglianza, il film di Gary Ross (da sempre impegnato sugli snodi teorici e semantici tra cinema e mezzo televisivo: Pleasentville,1998) ripropone solo superficialmente la fondatezza delle implicazioni politiche di un cinema più interessato a propinare il classico modello identificativo di una mistica eroica in cui la giovane e telegenica divetta di turno (la bella e brava Jennifer Lawrence) intraprende un personale e obbligato percorso di riscatto sociale ed etico imbracciando arco e frecce quale novella Robin Hood di un'America prossima ventura. Ben sostenuta dal ritmo imposto dall'ottimo montaggio e furbescamente ammiccante nel mettere alla berlina i perversi meccanismi dello show biz, innesta una classica sottotrama di struggimenti adolescenziali e di buoni sentimenti su di un cinema d'azione giustamente (dato il registro di riferimento) edulcorato della gratuita efferatezza delle scene più cruente e guadagnandosi così i favori di una censura benevola se non compiacente. Incassi stratosferici e riconoscimento ai BAFTA Children's Award 2012 per quest'ultimo blockbuster della Warner seguito dall'inevitabile sequel 'Hunger Games - La ragazza di fuoco'.
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jacopo b98
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sabato 10 maggio 2014
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un buon inizio per una grande saga!
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Nella terra di Panem, uno stato sorto dalle ceneri del Nord America, vige una feroce dittatura che fa capo al presidente Snow (Sutherland). Lo stato fu diviso in 12 distretti, più uno, quello di Capitol City, la capitale. I cittadini di Capitol vivono ricchi, felici e beati nella loro incomparabile ignoranza, mentre gli abitanti dei distretti sgobbano per mantenerli. Per tenere sotto controllo i distretti furono istituiti gli Hunger Games: una celebrazione nazionale in cui ogni distretto è tenuto a dare come tributo a Capitol City un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni. Costoro saranno costretti a sfidarsi in un combattimento mortale in una iperbolica arena, artificiale ma molto realistica.
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Nella terra di Panem, uno stato sorto dalle ceneri del Nord America, vige una feroce dittatura che fa capo al presidente Snow (Sutherland). Lo stato fu diviso in 12 distretti, più uno, quello di Capitol City, la capitale. I cittadini di Capitol vivono ricchi, felici e beati nella loro incomparabile ignoranza, mentre gli abitanti dei distretti sgobbano per mantenerli. Per tenere sotto controllo i distretti furono istituiti gli Hunger Games: una celebrazione nazionale in cui ogni distretto è tenuto a dare come tributo a Capitol City un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni. Costoro saranno costretti a sfidarsi in un combattimento mortale in una iperbolica arena, artificiale ma molto realistica. Nell’anno dei 74esimi Hunger Games per il distretto 12 vengono estratti Peeta (Hutcherson) e Primrose. Ma, data la giovane età e il carattere mite di Primrose, la sorella Katniss (Lawrence) si offre volontaria al suo posto. E così Katniss e Peeta vanno a Capitol City, dove dovranno combattere, fino alla morte se necessario. Perdendo ogni senso di innocenza e amore in una competizione disumana e barbara. Hunger Games è il primo film tratto dai romanzi di Suzanne Collins, campioni di vendite in USA, specie tra i giovani, tuttavia questa saga è totalmente differente e superiore agli orripilanti film tratti dai romanzi, altro punto di riferimento per i giovani, di Stephenie Meyer. Infatti se i romanzi della Meyer indagavano in modo superficiale e banale i rapporti d’amore adolescenziali, qui la Collins indaga la violenza, la repressione e il crudo sistema di repressione di una violenta dittatura. E qui passiamo a parlare del film: la sceneggiatura, scritta dalla stessa Collins con Billy Ray e il regista, è sostanzialmente fedele nella sostanza e nello sviluppo della storia e dei personaggi. Perciò il film funziona, bene quanto i romanzi, se si toglie il fatto che nei libri la Collins, per spiegare la psicologia della protagonista faceva largo uso di una voce narrante in prima persona, che qui è chiaramente tagliata. In ogni caso, tornando al film, eravamo rimasti al fatto che funziona. E lo spettacolo messo in scena da Ross non è niente male, contando anche che il budget del film è elevato, ma non esorbitante (70 milioni di dollari scarsi). Tuttavia se si può trovare un difetto sta proprio nella regia di Ross, che, pur creando un grande spettacolo, fa uso eccessivo di camera a spalla, anche per poter, durante i giochi, “distogliere lo sguardo” nei momenti più truculenti. E questo film, pur essendo un film per adolescenti, ha il pregio assoluto di trattare temi profondi come la pietà, l’amore, la paura, il distacco, la violenza, ecc. con un certo tatto. Inoltre, altro pregio del film risiede nella direzione degli attori, tra cui spicca la protagonista Jennifer Lawrence, che già i cinefili avevano potuto apprezzare nella sua magistrale interpretazione (candidata all’Oscar) in Un gelido inverno, meraviglioso film indipendente americano. E Hutcherson è suo degno complice. E il cast di contorno non è da meno: il sempre grande Harrelson, una irriconoscibile e perfetta Banks, e come si può non citare Donald Sutherland che, sopraffino come sempre, in un film così fa la differenza. Nel cast tecnico spiccano il compositore James Newton Howard, che realizza una bellissima colonna sonora, e il direttore della fotografia Tom Stern (assiduo collaboratore di Clint Eastwood). Insomma, un ottimo inizio per una saga che si preannuncia molto buona!
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francescolattanzio
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venerdì 15 agosto 2014
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carino l'inizio!
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Hunger Games è stato uno degli ultimi film che ha fatto più parlare il mondo. Tratto da una trilogia di libri prevalentemente per ragazzi e riadattato per un film. Ha diviso il mondo in due parti, chi lo ama e chi lo odia. Io sinceramente, questo primo capitolo non lo amo nè lo odio, nel senso l'ho visto con piacere e non mi è sembrato per ragazzi anche per lo sfondo politico che ha e che si riverserà maggiormente nei prossimi film.
La prima parte, ovvero fino a quando comincia il "gioco" è molto bella, regia buona e visivamente perfetta per i colori e le immagini mostrate e non annoia anche se in realtà si tratta di un'ora in cui la protagonista deve solo prepararsi, allenarsi e ci spiega un pò la situazione del mondo post-apocalittico dove ci troviamo.
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Hunger Games è stato uno degli ultimi film che ha fatto più parlare il mondo. Tratto da una trilogia di libri prevalentemente per ragazzi e riadattato per un film. Ha diviso il mondo in due parti, chi lo ama e chi lo odia. Io sinceramente, questo primo capitolo non lo amo nè lo odio, nel senso l'ho visto con piacere e non mi è sembrato per ragazzi anche per lo sfondo politico che ha e che si riverserà maggiormente nei prossimi film.
La prima parte, ovvero fino a quando comincia il "gioco" è molto bella, regia buona e visivamente perfetta per i colori e le immagini mostrate e non annoia anche se in realtà si tratta di un'ora in cui la protagonista deve solo prepararsi, allenarsi e ci spiega un pò la situazione del mondo post-apocalittico dove ci troviamo. Bellissima la scena del sorteggio.
La seconda parte dovrebbe essere più avvincente e invece il film cala parecchio. Risulta banale e scontato eccetto il finale che ti invita a vedere il seguito.
In media è un film carino che va visto ma non aspettatevi granchè. Comuqnue se vi piace leggere, vi consiglio il libro.
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moviesteve
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sabato 22 giugno 2013
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un film da non sottovalutare
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"Hunger Games", film che racconta la crudeltà umana in un lontano (ma non troppo) Nord america, dominato da lusso e ricchezza per l' 1% della popolazione, mentre nel resto del Regno (nel film vengono citati 12 distretti) povertà e disperazione. Ogni anno due ragazzi da ogni distretto vengono estratti e portati, dopo un breve allenamento, in un'arena maledetta il cui scopo è accogliere la morte di 23 di loro. Il rimasto sarà vincitore ed onorato per il resto della vita.
La prima parte del movie, dal punto di vista della trama, è anche troppo lento, con particolari più che superflui e che, in un certo senso, "annoiano" lo spettatore.
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"Hunger Games", film che racconta la crudeltà umana in un lontano (ma non troppo) Nord america, dominato da lusso e ricchezza per l' 1% della popolazione, mentre nel resto del Regno (nel film vengono citati 12 distretti) povertà e disperazione. Ogni anno due ragazzi da ogni distretto vengono estratti e portati, dopo un breve allenamento, in un'arena maledetta il cui scopo è accogliere la morte di 23 di loro. Il rimasto sarà vincitore ed onorato per il resto della vita.
La prima parte del movie, dal punto di vista della trama, è anche troppo lento, con particolari più che superflui e che, in un certo senso, "annoiano" lo spettatore. A circa metà del film, l'azione si riaccende con la scesa dei concorrenti nella spietata arena.
Pellicola cruda, ma senza contenuti altamente volgari. Il regista ha saputo riprendere una sorprendente normalità in ciò che il film tratta: morte, disperazione e una continua ricerca di salvezza. Cast (quasi) azzeccato. La fotografia e le inquadrature sono sufficienti, ma a volte imprecise. Sceneggiatura più che discreta. Ed inoltre, finale imprevedibile.
Ma, più di tutto, un insegnamento che il film vuole trasmettere ai ragazzi: la non-violenza. Un film davvero da non sottovalutare.
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leo haze
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lunedì 15 settembre 2014
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copia "americanizzata" di battle royal
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Non sento dire da nessuno che questo film è una copia (credo sia il termine giusto) di un altro film e di un altro romanzo, quel Battle Royal diretto da Kinji Fukasaku nel 1999(basato a sua volta sul romanzo di Koushun Takami pubblicato sempre nel 1999).
Chi come me ha ancora negli occhi quel film, non può che rimanere deluso e anche un pò disturbato dal film che mi accingo a recensire.
Infatti l'unico lato positivo di Hunger Games sarebbe stata proprio la storia, se non fosse così tanto scopiazzata(in peggio) dal film giapponese.
Il resto non convince.
Non convince l'attrice, che con la sua espressione invariata ricorda molto le attrici da serie tv italiane di seconda (ma anche terza o quarta) fascia.
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Non sento dire da nessuno che questo film è una copia (credo sia il termine giusto) di un altro film e di un altro romanzo, quel Battle Royal diretto da Kinji Fukasaku nel 1999(basato a sua volta sul romanzo di Koushun Takami pubblicato sempre nel 1999).
Chi come me ha ancora negli occhi quel film, non può che rimanere deluso e anche un pò disturbato dal film che mi accingo a recensire.
Infatti l'unico lato positivo di Hunger Games sarebbe stata proprio la storia, se non fosse così tanto scopiazzata(in peggio) dal film giapponese.
Il resto non convince.
Non convince l'attrice, che con la sua espressione invariata ricorda molto le attrici da serie tv italiane di seconda (ma anche terza o quarta) fascia. Sicuramente non è lei a dare una marcia in più al film.
Non convince il regista, che con le sue inquadrature a schiaffo macchina in mano sembra evincere un certo dilettantismo, ormai talmente dilagante che neppure ci facciamo più caso.(Ma leggo che la sua è una scelta voluta, vorrei chiedere il perchè allora di questa scelta, e come mai non si è sforzato di fornire qualcos'altro oltre ad esempio, dello standardizzato campo-controcampo.
Non convince assolutamente il finale, con il suo lieto fine misero e banale. E non convince neppure lo script, con pochi approfondimenti psicologici dei personaggi, apparte una striminzita storiella d'amore tra i due protagonisti nata male (per finta) e conclusa peggio.Infine se vogliamo, il tema del grande reality show, che coinvolge persone che da casa guardano la morte altrui è un idea buona(copiata) ma sviluppata in un modo molto superficiale. In sostanza un film assolutamente insufficiente,un ennesimo tentativo da parte degli Americani di allietare il pubblico con fini meramente commerciali, prendendo in "prestito" l'idea (solo quella) di film realizzati altrove e trasformarli in un concentrato di banalità, senza stile,senza classe,senza nulla. Vedetevi Battle royal (E spero che il target di pubblico a cui questo film è destinato non confondi questo termine con il wrestling) e ne riparliamo.
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lepresarda
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giovedì 11 agosto 2016
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film poco originale ......
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Film non molto originale ricorda molto da vicino film come Divergent o Maze Runner, la trama è diversa ma gli schemi narrativi sono molto simili, anche se tra i tre questo è quello forse migliore. Impossibile non pensare immediatamente a "L'implacabile" di Arnold Schwarzenegger ed ai mille film simili usciti dopo (io ci scorgo anche un sentore di Elysium e di Snowpiercer) . Onestamente è un film d'avventura/azione abbastanza godibile ma non ci vedo il film grandioso descritto da molti, che trasmette significati e valori altissimi.... tutt'altro. Una critica particolare va a chi ha effettuato il casting, l'attore che interpreta Peeta Mellark è assolutamente fuori luogo e inadatto al ruolo che riveste.
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Film non molto originale ricorda molto da vicino film come Divergent o Maze Runner, la trama è diversa ma gli schemi narrativi sono molto simili, anche se tra i tre questo è quello forse migliore. Impossibile non pensare immediatamente a "L'implacabile" di Arnold Schwarzenegger ed ai mille film simili usciti dopo (io ci scorgo anche un sentore di Elysium e di Snowpiercer) . Onestamente è un film d'avventura/azione abbastanza godibile ma non ci vedo il film grandioso descritto da molti, che trasmette significati e valori altissimi.... tutt'altro. Una critica particolare va a chi ha effettuato il casting, l'attore che interpreta Peeta Mellark è assolutamente fuori luogo e inadatto al ruolo che riveste. Il suo viso suscita antipatia, superbia e spocchia.....oltre a ciò, anche dal punto di vista della trama, non vi è un solo motivo valido per il quale la protagonista abbia potuto innamorarsi follemente di lui.... per me è un punto inspiegabile del film, eppure è una parte fondamentale della trama. Per il resto è un frullato di idee già viste che tutto sommato riesce ad intrattenere lo spettatore.
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