melvin ii
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lunedì 26 maggio 2014
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una ballata sull'amore e sulla morte
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Il biglietto d’acquistare per “Alabama Monroe” è 4)Ridotto
“Alabama Monroe una storia d’amore” è un film del 2012 diretto da Felix Van Groeningen.
Con: Johan Heldenbergh, Veerle Baetens, Nell Cattrysse.
I genitori non dovrebbero seppellire i propri figli. L’elaborazione di un lutto a volte unisce, ma spesso distrugge l’esitenza d’intere famiglie.
Etica e scienza si confrontano ,da sempre, se ci sia un limite alla ricerca e mentre si discute in maniera accademica, la gente muore.
“Alabama Monroe” è nello stesso tempo una storia d’amore e di dolore.
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Il biglietto d’acquistare per “Alabama Monroe” è 4)Ridotto
“Alabama Monroe una storia d’amore” è un film del 2012 diretto da Felix Van Groeningen.
Con: Johan Heldenbergh, Veerle Baetens, Nell Cattrysse.
I genitori non dovrebbero seppellire i propri figli. L’elaborazione di un lutto a volte unisce, ma spesso distrugge l’esitenza d’intere famiglie.
Etica e scienza si confrontano ,da sempre, se ci sia un limite alla ricerca e mentre si discute in maniera accademica, la gente muore.
“Alabama Monroe” è nello stesso tempo una storia d’amore e di dolore. Vita e Morte si alternano sullo schermo con ferocia armonia come è nella realtà.
Il film, ambientato in Belgio, è costruito come un puzzle dove lo spettatore segue la storia d’amore tra Didier Bontnick(Heldenbergh) suonatore di banjo e amante della musica bluegrass, forma di country più pura e Elise Vandevelde(Baetnes) splendida tatuatrice, che esprime se stessa proprio con i tatuaggi sul suo corpo.
I due si amano da subito, condividono la passione per la musica e formano una famiglia con la nascita della loro dolce figlia Maybelle (Nell Cattrysse).
La serena favola viene bruscamente interrotta dall’amara scoperta del cancro alla figlia .Tutte le cure si rivelano inutili anche l’estremo tentativo d’utilizzare le cellule staminali. Cosi la piccola Maybelle muore in ospedale tra le braccia della madre.
Le vite di Didier ed Elise sono stravolte dal dolore e anche il loro grande amore comincia a sfaldarsi.
Didier, grande fan dell’America, ne diventa un feroce critico perché rea secondo lui di ostacolare lo studio e ricerca sulle cellule staminali per motivi etici, ameno così dichiarò il presidente Bush quando firmò il decreto per opporsi.
Elise invece si chiude nel dolore che solo una madre può provare e giorno dopo giorno perde il sorriso e quella voglia di vivere che l’ha sempre caratterizzata.
Il film è una bella, dolce, amara ballata sulla vita e su quanto la felicità possa essere effimera, ma anche una dura e spietata critica all’oscurantismo delle religioni che bloccano il progresso scientifico.
La sceneggiatura è ben scritta anche se non originale (La stanza del figlio di Moretti docet), coinvolge ed emoziona e pone con ruvida dolcezza domande importanti. Ha però il limite di avere un ritmo blando addirittura lento nella seconda parte, perdendo strada facendo forza emozionale e narrativa.
I dialoghi sono intensi e profondi soprattutto grazie agli efficaci e talentuosi interpreti.
La regia è sicuramente apprezzabile nello costruzione e sviluppo della storia, ma non riesce a legare emozioni e ritmo, perdendo freschezza e godibilità nel complesso.
La musica è la coprotagonista del film. Le varie canzoni e ballate che si susseguono, sono lo sfondo alle vicende amorose e drammatiche dei due protagonisti.
La coppia d’attori è bella, piace sia dal punto fisico che sul piano emozionale. Riescono a trasmettere allo spettatore una profonda gamma di sentimenti, riuscendo sempre a essere credibili e coinvolgenti.
Oltre ad essere ottimi interpreti, non si può non sottolineare le loro qualità canore.
Il finale drammatico, anche se un po’ confuso ed eccessivamente pesante, convince per l’approccio laico e liberal su temi delicati come la religione degno di menzione l’intenso monologo di Didier sul palco alla fine di uno spettacolo) e la dolce morte.
“Alabama Monroe” ti fa ballare, cantare, emozionare e nello stesso ti fa riflettere su quanto sia passeggera la felicità e quanto la scienza sia ancora impotente e in ritardo rispetto alla Morte sempre più“moderna e veloce”.
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mattiabertaina
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venerdì 23 maggio 2014
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storia di epidermidi ed indagine profonda
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“C’è sempre qualcosa che vale la pena mettere sul proprio corpo”. Elise è una tatuatrice che sfoggia orgogliosa una seconda epidermide, fatta di disegni, di nomi, di significati e significanti palesi o nascosti. Anche Didier ha una seconda epidermide che si chiama bluegrass, il country nella sua versione più pura, il mito americano rurale che lo porta a suonare con una piccola band nei locali di un Belgio contemporaneo.
Nasce così il nuovo lavoro del fiammingo Felix Van Groeningen, che porta sullo schermo una storia che trasuda drammaticità, amarezza e grande autenticità. Le vicende di Elise, interpretata da una notevole Veerle Baetens (vincitrice dell’European Film Award come miglior interpretazione femminile) e di Didier, che ha il volto di Johan Heldenbergh, due outsiders calati in una realtà piatta ed uniformata, che si innamorano e che fanno delle loro differenze un punto di forza del loro rapporto.
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“C’è sempre qualcosa che vale la pena mettere sul proprio corpo”. Elise è una tatuatrice che sfoggia orgogliosa una seconda epidermide, fatta di disegni, di nomi, di significati e significanti palesi o nascosti. Anche Didier ha una seconda epidermide che si chiama bluegrass, il country nella sua versione più pura, il mito americano rurale che lo porta a suonare con una piccola band nei locali di un Belgio contemporaneo.
Nasce così il nuovo lavoro del fiammingo Felix Van Groeningen, che porta sullo schermo una storia che trasuda drammaticità, amarezza e grande autenticità. Le vicende di Elise, interpretata da una notevole Veerle Baetens (vincitrice dell’European Film Award come miglior interpretazione femminile) e di Didier, che ha il volto di Johan Heldenbergh, due outsiders calati in una realtà piatta ed uniformata, che si innamorano e che fanno delle loro differenze un punto di forza del loro rapporto. Rapporto che si sublima con la nascita della piccola Maybelle, bambina dolce quanto sfortunata. Elise e Didier vivono in modo totalizzante i loro sentimenti, nel bene e nel male; Elise e Didier sono fortemente complementari, Elise adusa alla poesia ed alla trascendenza, Didier uomo convintamente ateo e di grande raziocinio, diversità che corroborano un cerchio della felicità che però dovrà scontrarsi con la lacerante realtà del cancro e delle conseguenze ad esso connesse.
Musica country, tatuaggi, dinamiche famigliari, dibattiti teologici, malattia, “Alabama Monroe” rappresenta un melodramma dall’altissimo contenuto drammatico, di grande intensità e mai molesto od adulatore. Il ritmo della narrazione non è lineare ma è ininterrottamente inframmezzato da continui flashback che ogni volta sono occasione per decostruire, destrutturare ed analizzare i protagonisti delle vicende. Le musiche, di grande energia vitale, rappresentano una metafora della vita vista attraverso la lente della passione, del dolore, della complicità. I due attori, Veerle e Johan, in grande spolvero, conferiscono credibilità e profondità ai personaggi, calandoci in una realtà tragica quanto veritiera.
Alabama Monroe, titolo originale “Broken circle breakdown”, ha rappresentato un agguerrito concorrente agli Oscar per l’italico “La grande bellezza”, collezionando diversi premi (ad esempio il Premio Cesar, gli Oscar francesi). Film capace di creare un forte coinvolgimento emotivo, Alabama Monroe è una pellicola da vedere assolutamente rappresentando inoltre un combinazione riuscitissima di cultura folk americana e microcosmo narrativo tipicamente nord-europeo.
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effepi
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venerdì 23 maggio 2014
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un'occasione mancata
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Peccato che una così bella colonna sonora e un tema di grande interesse, l'elaborazione del lutto, che in questo caso si mescola all'amore di una giovane coppia, sia stata bruciata da una narrazione e un'atmosfera troppo sopra le righe nella parte finale. Uno scontro violento tra religione e nichilismo risolto in modo inutilmente violento e perfino banale. Peccato.
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(di pressa catozzo)
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serpico
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giovedì 22 maggio 2014
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con la morte finisce tutto
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un bel film molto commovente, lo considero uno dei film piu' belli che abbia mai visto.
la voglia di ricominciare(l'amore) , la nacita di un angelo ,la sua morte non c'e' niente che possa dare forza per ricomnciare.SOLO LA FINE
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firewalkwithme
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martedì 20 maggio 2014
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l'amore,terreno di combattimento tra vita e morte
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L'argomento di un film come Alabama Monroe è solo epidermicamente una storia d'amore. Le dinamiche affettive e relazionali vissute da Elise e Didier sono una (bellissima) facciata,un'affascinante scorza che assume di sè il delicatissimo compito di descrivere una delle possibili articolazioni del dolore,e non di un dolore umano qualsiasi,ma di quello probabilmente più intenso e lacerante,provocato dalla perdita di un figlio. Siamo davvero in grado di tracciare un margine deciso e marcato tra un lutto normale e un lutto patologico di fronte ad un evento del genere? Probabilmente no. Ma Alabama Monroe tematizza una vasta gamma di reazioni generalmente messe in atto,talvolta inconsciamente,come strategie difensive:l'attribuzione della colpa,il rifiuto della dipartita e la conseguente credenza in una sorta di metempsicosi,il cambiamento del proprio nome come epifenomeno di una rinascita.
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L'argomento di un film come Alabama Monroe è solo epidermicamente una storia d'amore. Le dinamiche affettive e relazionali vissute da Elise e Didier sono una (bellissima) facciata,un'affascinante scorza che assume di sè il delicatissimo compito di descrivere una delle possibili articolazioni del dolore,e non di un dolore umano qualsiasi,ma di quello probabilmente più intenso e lacerante,provocato dalla perdita di un figlio. Siamo davvero in grado di tracciare un margine deciso e marcato tra un lutto normale e un lutto patologico di fronte ad un evento del genere? Probabilmente no. Ma Alabama Monroe tematizza una vasta gamma di reazioni generalmente messe in atto,talvolta inconsciamente,come strategie difensive:l'attribuzione della colpa,il rifiuto della dipartita e la conseguente credenza in una sorta di metempsicosi,il cambiamento del proprio nome come epifenomeno di una rinascita.
Il film procede con un'ingegnosa struttura ad incastro tra piani temporali diversi (tre come minimo),e si piega ad una delle tattiche registiche a mio parere più dolorosamente efficaci da adottare,la stessa che Iñárritu utilizzò per 21 Grammi:quella di porre lo spettatore in un'indesiderata e costrittiva posizione d'onniscenza premonitrice,contribuendo a gettare un'ombra di infrangimento e di morte anche su momenti ed attimi genuini,spensierati e felici,ed esperibili come tali se solo li si potesse sganciare dal loro inevitabile sbocco. Ma lo spettatore non può revocare la sua consapevolezza. E la vive come una condanna.
Elise e Didier sono giovani,bellissimi nelle e per le loro imperfezioni. Elise è una tatuatrice,profondamente convinta la vita sia cosparsa di avvenimenti degni di essere scritti sulla propria pelle,a partire dai nomi dei propri fidanzati. Didier è un appassionato di musica bluegrass (prefigurazione del più noto genere country),affascinato dall'America e dalle millemila opportunità che pare essere in grado di offrire a chiunque calpesti il suo suolo. Didiera non pensa la vita sia disseminata di eventi così fondamentali da dover essere impressi sul proprio corpo.
Le differenze ideologiche e di temperamento dei due individui non tardano a ripresentarsi nel contesto genitoriale oltre che in quello di coppia:Didier non è in grado di trasmettere ad un essere fragile e minore quelle rappresentazioni di cui avrebbe un disperato bisogno,per quanto risibili possano suonare all'orecchio di una personalità realista,e Elise,creatura profondamente passionale e travolgente,si ritroverà (come spesso accade) ad essere a sua volta travolta da un lutto inelaborabile,e a tentare di scongiurarne il potenziale distruttivo con l'arma dell'irrazionalità.
La tendenza all'idealizzazione dei periodi radiosi è piuttosto accentuata,quanto quella alla drammatizzazione e demonizzazione dei vissuti già ontologicamente tristi e penosi:così la pellicola passa un po' troppo bruscamente da una spensieratezza e da una radiosità decisamente sopra le righe,ad un'esistenza del tutto vacua e svuotata di senso che segue la morte di Maybelle,scandita da crisi di pianto,liti aggressive e silenzi prolungati,manifestazioni che normalmente sono intercalate da conversazioni più razionali e svincolate da correnti emotive invasive.
Probabilmente l'atto di cambiare nome e di cambiarlo anche a Didier (caratteri che oramai aveva provveduto a lavare dalla propria pelle) era per Elise ben più di un capriccio puerile e teatralizzato:significava invertire incontrovertibilmente la rotta,lasciarsi tutto alle spalle,per ricominciare,insieme. Stavolta come Alabama e Monroe. Ma non è così che si integrano gli avvenimenti attannaglianti e luttuosi:vanno attraversati insieme,elaborati,interiorizzati,così da rendere sopportabile il dolore,e anzi da convertirlo in un rafforzatore di personalità,che rende più forti e aitanti.
E così l'edificio solo apparentemente saldo innalzato da Elise,diviene leggero e svenente come una piuma non appena Didier gli scaglia contro tutta la sua (oltremodo ingenua e infantile,ma tutto sommato in linea con il personaggio) rabbia blasfema e apolitica (l'America di George W. Bush ha un volto molto più moralista e ipocrita rispetto alla sua America,a quella terra dalle mille possibilità),e dopo un ultimo,verbalmente violentissimo litigio,il film arriva all'apice,alla sua drammatizzazione più estrema:dopo aver colmato,come sapremo dall'ultimissima inquadratura, con "Alabama Monroe" lo spazio epidermico lasciato vuoto dalla precedente cancellazione,Elise/Alabama butta giù con un alcolico un'ingente quantità di pillole.
Quando si tratta di cinema,sono sempre profondamente ostile a elucubrazioni spicciole su possibili alternative nella narrazione e simili,anche perchè un film non può certo fare l'impossibile,vale a dire rappresentare le molteplici,infinite probabilità che possono diramarsi da un episodio,e che sono attinenti all'esistenza tutta. Semplicemente in questo caso mi son trovata a confrontare le mie aspettative da spettatrice alla presa di coscienza dell'effettiva configurazione della pellicola,e mi ero raffigurata un plot e una conclusione significativamente diversi,che per lo più forse avrebbero ripercorso il sentiero tracciato da opere come La Stanza Del Figlio di Nanni Moretti e Blue Valentine di Derek Cianfrance,aprendo quindi ad aspettative piuttosto che a speranze,ma lasciando comunque in sospeso,mostrando le dinamiche del rapporto post trauma luttuoso in termini di cambiamento e stratificazione piuttosto che di annientamento e distruzione.
Rimane ad ogni modo una pellicola molto bella,con un montaggio in stato di grazia (momento forse più alto:il ruggito di Maybelle che diventa il rombo di un furgone),con due attori molto bravi anche nel delineare i tratti talvotla un po' bidimensionali e semplicistici dei loro personaggi. Sicuramente un lavoro più sincero e meno annacquato dall'autocompiacimento registico de La Grande Bellezza,ma che forse l'America non poteva apprezzare nel profondo.
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firewalkwithme
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lunedì 19 maggio 2014
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l'amore,terreno del combattimento tra vita e morte
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L'argomento di un film come Alabama Monroe è solo epidermicamente una storia d'amore. Le dinamiche affettive e relazionali vissute da Elise e Didier sono una (bellissima) facciata,un'affascinante scorza che assume di sè il delicatissimo compito di descrivere una delle possibili articolazioni del dolore,e non di un dolore umano qualsiasi,ma di quello probabilmente più intenso e lacerante,provocato dalla perdita di un figlio. Siamo davvero in grado di tracciare un margine deciso e marcato tra un lutto normale e un lutto patologico di fronte ad un evento del genere? Probabilmente no. Ma Alabama Monroe tematizza una vasta gamma di reazioni generalmente messe in atto,talvolta inconsciamente,come strategie difensive:l'attribuzione della colpa,il rifiuto della dipartita e la conseguente credenza in una sorta di metempsicosi,il cambiamento del proprio nome come epifenomeno di una rinascita.
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L'argomento di un film come Alabama Monroe è solo epidermicamente una storia d'amore. Le dinamiche affettive e relazionali vissute da Elise e Didier sono una (bellissima) facciata,un'affascinante scorza che assume di sè il delicatissimo compito di descrivere una delle possibili articolazioni del dolore,e non di un dolore umano qualsiasi,ma di quello probabilmente più intenso e lacerante,provocato dalla perdita di un figlio. Siamo davvero in grado di tracciare un margine deciso e marcato tra un lutto normale e un lutto patologico di fronte ad un evento del genere? Probabilmente no. Ma Alabama Monroe tematizza una vasta gamma di reazioni generalmente messe in atto,talvolta inconsciamente,come strategie difensive:l'attribuzione della colpa,il rifiuto della dipartita e la conseguente credenza in una sorta di metempsicosi,il cambiamento del proprio nome come epifenomeno di una rinascita.
Il film procede con un'ingegnosa struttura ad incastro tra piani temporali diversi (tre come minimo),e si piega ad una delle tattiche registiche a mio parere più dolorosamente efficaci da adottare,la stessa che Iñárritu utilizzò per 21 Grammi:quella di porre lo spettatore in un'indesiderata e costrittiva posizione d'onniscenza premonitrice,contribuendo a gettare un'ombra di infrangimento e di morte anche su momenti ed attimi genuini,spensierati e felici,ed esperibili come tali se solo li si potesse sganciare dal loro inevitabile sbocco. Ma lo spettatore non può revocare la sua consapevolezza. E la vive come una condanna.
Elise e Didier sono giovani,bellissimi nelle e per le loro imperfezioni. Elise è una tatuatrice,profondamente convinta la vita sia cosparsa di avvenimenti degni di essere scritti sulla propria pelle,a partire dai nomi dei propri fidanzati. Didier è un appassionato di musica bluegrass (prefigurazione del più noto genere country),affascinato dall'America e dalle millemila opportunità che pare essere in grado di offrire a chiunque calpesti il suo suolo. Didiera non pensa la vita sia disseminata di eventi così fondamentali da dover essere impressi sul proprio corpo.
Le differenze ideologiche e di temperamento dei due individui non tardano a ripresentarsi nel contesto genitoriale oltre che in quello di coppia:Didier non è in grado di trasmettere ad un essere fragile e minore quelle rappresentazioni di cui avrebbe un disperato bisogno,per quanto risibili possano suonare all'orecchio di una personalità realista,e Elise,creatura profondamente passionale e travolgente,si ritroverà (come spesso accade) ad essere a sua volta travolta da un lutto inelaborabile,e a tentare di scongiurarne il potenziale distruttivo con l'arma dell'irrazionalità.
La tendenza all'idealizzazione dei periodi radiosi è piuttosto accentuata,quanto quella alla drammatizzazione e demonizzazione dei vissuti già ontologicamente tristi e penosi:così la pellicola passa un po' troppo bruscamente da una spensieratezza e da una radiosità decisamente sopra le righe,ad un'esistenza del tutto vacua e svuotata di senso che segue la morte di Maybelle,scandita da crisi di pianto,liti aggressive e silenzi prolungati,manifestazioni che normalmente sono intercalate da conversazioni più razionali e svincolate da correnti emotive invasive.
Probabilmente l'atto di cambiare nome e di cambiarlo anche a Didier (caratteri che oramai aveva provveduto a lavare dalla propria pelle) era per Elise ben più di un capriccio puerile e teatralizzato:significava invertire incontrovertibilmente la rotta,lasciarsi tutto alle spalle,per ricominciare,insieme. Stavolta come Alabama e Monroe. Ma non è così che si integrano gli avvenimenti attannaglianti e luttuosi:vanno attraversati insieme,elaborati,interiorizzati,così da rendere sopportabile il dolore,e anzi da convertirlo in un rafforzatore di personalità,che rende più forti e aitanti.
E così l'edificio solo apparentemente saldo innalzato da Elise,diviene leggero e svenente come una piuma non appena Didier gli scaglia contro tutta la sua (oltremodo ingenua e infantile,ma tutto sommato in linea con il personaggio) rabbia blasfema e apolitica,e dopo un ultimo,verbalmente violentissimo litigio,il film arriva all'apice,alla sua drammatizzazione più estrema:dopo aver colmato,come sapremo dall'ultimissima inquadratura, con "Alabama Monroe" lo spazio epidermico lasciato vuoto dalla precedente cancellazione,Elise/Alabama butta giù con un alcolico un'ingente quantità di pillole.
Quando si tratta di cinema,sono sempre profondamente ostile a elucubrazioni spicciole su possibili alternative nella narrazione e simili,anche perchè un film non può certo fare l'impossibile,vale a dire rappresentare le molteplici,infinite probabilità che possono diramarsi da un episodio,e che sono attinenti all'esistenza tutta. Semplicemente in questo caso mi son trovata a confrontare le mie aspettative da spettatrice alla presa di coscienza dell'effettiva configurazione della pellicola,e mi ero raffigurata un plot e una conclusione in particolar mondo significativamente diversi,che per lo più forse avrebbero ripercorso il sentiero tracciato da opere come La Stanza Del Figlio di Nanni Moretti e Blue Valentine di Derek Cianfrance,aprendo quindi ad aspettative piuttosto che a speranze,ma lasciando comunque in sospeso,mostrando le dinamiche del rapporto post trauma luttuoso in termini di cambiamento e stratificazione piuttosto che di annientamento e distruzione.
Rimane ad ogni modo una pellicola molto bella,con un montaggio in stato di grazia (momento forse più alto:il ruggito di Maybelle che diventa il rombo di un furgone),con due attori molto bravi anche nel delineare i tratti talvotla un po' bidimensionali e semplicistici dei loro personaggi. Sicuramente un lavoro più sincero e meno annacquato dall'autocompiacimento registico de La Grande Bellezza,ma che forse l'America non poteva comprendere nel profondo.
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johnford
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lunedì 19 maggio 2014
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un salutare pugno nello stomaco
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L'AMORE SOPRA LA MALATTIA E SOPRA LA MORTE. L'AMORE INDISTRUTTIBILE, DISPERATO, DISPERANTE E ASSOLUTO FRA DUE PERSONE TANTO DIVERSE, PER LO MENO QUANTO LA MUSICA BLUEGRASS E IL BELGIO FIAMMINGO, MA TANTO INDISSOLUBILMENTE LEGATE E DIPENDENTI TOTALMENTE UNA DALL'ALTRA. ATTORI ISPIRATI, REGIA SCARNA E SENZA FRONZOLI E PER QUESTO PERFETTA, COLONNA SONORA STRUGGENTE.
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francesca50
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domenica 18 maggio 2014
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un film splendido, ma didascalico...
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Mi è piaciuta molto la rappresentazione della gioia data dall'amore e dalla paternità, non subito accolta dal padre, e del dolore, che trova vie diverse nei due. Ma il film, nuovo per l'inserimento nella tematica di un genere musicale poco presentato in Europa, è troppo didascalico nell'enucleare il tema dell'ateismo a cui si contrappone la fiducia in un aldilà.
C'è qualcosa che ha fatto sì che io che mi commuovo spesso rimanessi inerte...
Film interessante ma non coinvolgente !
Rimane ottima la recitazione di tutti : protagonisti e non.
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Mi è piaciuta molto la rappresentazione della gioia data dall'amore e dalla paternità, non subito accolta dal padre, e del dolore, che trova vie diverse nei due. Ma il film, nuovo per l'inserimento nella tematica di un genere musicale poco presentato in Europa, è troppo didascalico nell'enucleare il tema dell'ateismo a cui si contrappone la fiducia in un aldilà.
C'è qualcosa che ha fatto sì che io che mi commuovo spesso rimanessi inerte...
Film interessante ma non coinvolgente !
Rimane ottima la recitazione di tutti : protagonisti e non... e alcuni aspetti della scenografia, come quella dei cavalli sinonimo di libertà o del restauro della casa.
Molto vere certe reazioni da femmina e maschio, ma i continui mescolamenti di passato e presente a mio parere tolgono credibilità al film, che appare più uno studio della realtà umana che un film sulla realtà.
Rimane un film buono, forse più che discreto ma non ottimo e tanto meno un capolavoro.
Anche "La grande bellezza" a me non è piaciuto particolarmente, ma certo a meritato l'oscar rispetto a questo film!
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[+] già
(di effepi)
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veritasxxx
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venerdì 16 maggio 2014
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il conforto dei single senza figli
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Prendete un suonatore di banjo un po' sognatore e una tatuatrice professionale con la malsana abitudine di marchiarsi con i nomi dei suoi fidanzati. Aggiungete un gruppo di musica blueberry, un casale nella campagna delle fiandre, una bambina che combatte un male incurabile e tutto ciò che ne consegue (che non aiuta molto il rapporto di coppia). Rimescolate in stile pulp fiction con continui flashbacks e flashforths, inserite qualche canzone e qualche scena di sesso e avrete Alabama Monroe. Questi film che descrivono i momenti difficili di una relazione sono il conforto dei single senza figli. Ci si sente leggeri a non dover passare la notte in sala rianimazione e non doversi torturare perchè lui/lei non è più all'altezza della situazione.
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Prendete un suonatore di banjo un po' sognatore e una tatuatrice professionale con la malsana abitudine di marchiarsi con i nomi dei suoi fidanzati. Aggiungete un gruppo di musica blueberry, un casale nella campagna delle fiandre, una bambina che combatte un male incurabile e tutto ciò che ne consegue (che non aiuta molto il rapporto di coppia). Rimescolate in stile pulp fiction con continui flashbacks e flashforths, inserite qualche canzone e qualche scena di sesso e avrete Alabama Monroe. Questi film che descrivono i momenti difficili di una relazione sono il conforto dei single senza figli. Ci si sente leggeri a non dover passare la notte in sala rianimazione e non doversi torturare perchè lui/lei non è più all'altezza della situazione. Discreto, ma uscirete dalla sala di cattivo umore...chi ve lo fa fare?
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pressa catozzo
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venerdì 16 maggio 2014
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telecomando
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Per i cattocristiani che credono che un santino o una candela possa dare la vita. Leggo giudizi severi su questa opera, nessuno vi ha obligato ad acquistare o andare a vedere questa opera. Basta leggere quale era il contenuto del film e se non si era daccordo potevate andare a vedere un cinepanettone.
I nostri personaggi sono fragili, non chiedono posto fisso in banca, vogliono vivere una loro vita d'amore. il corpo tatuato altro aspetto di lettura di questa opera (salvatores ce lo ha illustrato nel suo EDUCAZIONE SIBERIANA)
Al cinema si acquista un biglietto, alla televisione si cambia canale. W LA LIBERTA' DI ESPRESSIONE. Nessuno obliga ad andare al cinema , nessuno obliga a vedere certi programmi.
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Per i cattocristiani che credono che un santino o una candela possa dare la vita. Leggo giudizi severi su questa opera, nessuno vi ha obligato ad acquistare o andare a vedere questa opera. Basta leggere quale era il contenuto del film e se non si era daccordo potevate andare a vedere un cinepanettone.
I nostri personaggi sono fragili, non chiedono posto fisso in banca, vogliono vivere una loro vita d'amore. il corpo tatuato altro aspetto di lettura di questa opera (salvatores ce lo ha illustrato nel suo EDUCAZIONE SIBERIANA)
Al cinema si acquista un biglietto, alla televisione si cambia canale. W LA LIBERTA' DI ESPRESSIONE. Nessuno obliga ad andare al cinema , nessuno obliga a vedere certi programmi. W IL CINEMA SEMPRE
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[+] la tolleranza è un valore laico
(di effepi)
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