antonietta dambrosio
|
sabato 1 novembre 2014
|
il bluegrass struggente
|
|
|
|
Un vuoto raggiunge le pareti dell'animo dello spettatore e sulla scia delle
note disperate del bluegrass, ci si perde in una dimensione che possa
elevare da tanto dolore, e chiamando in aiuto le parole si prova un senso di
[+]
Un vuoto raggiunge le pareti dell'animo dello spettatore e sulla scia delle
note disperate del bluegrass, ci si perde in una dimensione che possa
elevare da tanto dolore, e chiamando in aiuto le parole si prova un senso di
abbandono perché nessuna potrebbe dar forma a tale dolore e all'amore
narrato, tutte ne profanerebbero l'entità. Siamo trascinati sin dalla prima
scena nella disperazione di una madre e di un padre di fronte alla crudeltà
della malattia che sta portando via piano la loro bambina di sei anni. È
Maybelle che lotta contro il cancro nel letto di un ospedale ed Elise
(Veerle Baetens) e Didier (Johan Heldenbergh) sono di fianco, alternando
momenti in cui si lasciano sopraffare dalla rabbia, a momenti di amore puro
che riesce a liberarli per regalare sorrisi e gioia a Maybelle nei suoi
ultimi giorni di vita. Felix van Groeningen alimenta la sua pellicola
strutturandola attraverso salti nel tempo, come fossero puri richiami della
memoria, e dal percorso della malattia di Maybelle ci si trova a vivere
l'emozione dell'amore che nasce tra Didier ed Elise. Siamo nei primi anni
del duemila in una città del Belgio dove Elise è una tatuatrice di
professione e per passione tanto da disegnare ogni emozione sulla sua pelle,
Didier è un suonatore di banjo che rincorre da sempre il sogno americano,
amando il bluegrass che definisce il lato più puro del country, un genere di
musica che nasce dal suo mito Bill Monroe, di cui è interprete, e che
diventa il ritmo della loro vita. Ed è il bluegrass che intreccia le loro
semplici anime ed ogni performance è il suono limpido del loro amore, che fa
vibrare anche le corde dell'anima di chi guarda ed ascolta, gli sguardi e lo
scambio di sorrisi scolpiscono nell'eternità la loro unione. Un'unione in
cui Elise continua a credere anche dopo la morte di Maybelle, nonostante il
dolore dal suono stridente e metallico la conduca in una dimensione
spirituale in cui rifiuta la sua identità, tanto da cambiare legalmente il
suo nome in Alabama e separarsi fisicamente da Didier che invece vive la
perdita con un approccio razionale, urlando l'odio per l'oscurantismo
religioso degli Stati Uniti che rallenta la ricerca sulle cellule staminali
facendo crollare anche il suo sogno americano. L'ultimo tatuaggio sulla
pelle di Elise è segno indelebile di un'amore che va oltre la sofferenza e
la morte e le note che precedono i titoli di coda sono l'unica forma che si
possa dare alla tristezza che rimane anche sotto la pelle. È una pellicola
che prende vita dall'opera teatrale di Johan Heldenbergh, nonché attore
protagonista ed amico di Felix van Groeningen, ed è il film che è stato
sconfitto agli Oscar come miglior film straniero da "La grande bellezza",
mentre Veerle Baetens ha vinto l'European Film Awards 2013 come migliore
attrice grazie alla sua magnetica interpretazione.(Antonietta D'Ambrosio)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a antonietta dambrosio »
[ - ] lascia un commento a antonietta dambrosio »
|
|
d'accordo? |
|
adelio
|
martedì 14 ottobre 2014
|
una donna e un uomo in occidente
|
|
|
|
Quando prima di andare a vedermi il film ho dato un’occhiata alla presentazione su My Movies mi sarei aspettato la solita pellicola sul sogno americano visto da giovani Europei…. Niente di tutto questo!..Alabama Monroe è un capolavoro di cultura teatrale trasposto in linguaggio cinematografico sopraffino, è puro simbolismo, è racconto attraverso le emozioni dei protagonisti, è denuncia di una società falsa e contraddittoria specie riguardo agli aspetti etico-morali.
Quel che è incredibile è la capacità del Regista di proiettare i valori dell’Occidente Europeo su tre piani sovrapposti e consequenziali: quello dei rapporti individuali o di coppia (personale/intimista), quello morale (filosofico/religioso) e quello Politico (sociale/culturale).
[+]
Quando prima di andare a vedermi il film ho dato un’occhiata alla presentazione su My Movies mi sarei aspettato la solita pellicola sul sogno americano visto da giovani Europei…. Niente di tutto questo!..Alabama Monroe è un capolavoro di cultura teatrale trasposto in linguaggio cinematografico sopraffino, è puro simbolismo, è racconto attraverso le emozioni dei protagonisti, è denuncia di una società falsa e contraddittoria specie riguardo agli aspetti etico-morali.
Quel che è incredibile è la capacità del Regista di proiettare i valori dell’Occidente Europeo su tre piani sovrapposti e consequenziali: quello dei rapporti individuali o di coppia (personale/intimista), quello morale (filosofico/religioso) e quello Politico (sociale/culturale). I protagonisti sono, sul primo piano, semplicemente un uomo ed una donna con i problemi che loro pone la vita (nella gioia e nel dolore) con tutte le loro tensioni, sul secondo piano sono simbolicamente il laicismo razionale (Lui) e l’anima cristiana mistica fatalista (Lei) infine sul terzo piano si intravvede il vero rapporto tra due società che compongono l’Occidente mondiale: l’Europa e l’America, la prima ricca di storia …la seconda che non ha cose da ricordare, come dice Elise a Didier “l’americano” quando non vuole farsi tatuare. In tutto questo il tempo è una variabile aleatoria, è una grandezza che transita incessantemente tra futuro, passato e presente e…. ritorno, marcando anche in questo senso il forte simbolismo di cui è impregnata la storia. La lettura attraverso i tre piani diventa emblematica quando si pensi alla figlia e all’evoluzione della sua malattia. La figlia è il classico oggetto d’amore e di affetto famigliare laddove proiettato nella coppia, diventa il valore della vita nella lettura dell’aspetto moral-filosofico per materializzarsi nel simbolo della gioventù occidentale in balia di una “vecchia” Europa e di una “giovane” America, una gioventù che non ha speranza. In tale visione il giovane corvo è una speranza, è la libertà …piena… trasparente, priva di sovrastrutture.. di tranelli! La libertà è scevra da condizioni ma....deve imparare dall'esperienza... Pena la morte!.. Quando muore la speranza..quando muore l’amore, la vita, la gioventù resta il dolore da affrontare.
Elise con tutto il suo carico simbolico, che il film le carica sulle spalle, prova il riscatto, Lei con tutta la sua storia, i suoi blasoni sulla pelle, ha dietro le spalle una parete bianca di fronte una finestra, una speranza un vento nuovo che muove le fronde degli alberi…..ma non basta ed ecco che
la moglie, la fede, l'anima cristiana dell’Europa rinunciano si piegano sino a soccombere sotto il nuovo pragmatismo freddo occidentale…..vince l’anima laica di un’Europa falsa e ipocrita
Molti bei passaggi ...luce notte...sole pioggia...interno esterno
Dopo la rinuncia alla reazione ...tutto diventa asettico...pallido come gli abiti bianchi del gruppo musicale che interpreta il bluegrass (peraltro stupendo!)....
È la catarsi che prelude alla morte...
Muore la donna (amore)...muore la fede (il sogno)...muore l'Europa (la cultura la storia)....
È morta Elisa...(Mozart) ....nasce e si afferma Alabama Monroe (il frivolo)
Belle inquadrature... Ottima scenografia.... Buon uso del simbolismo...e del linguaggio filmico.
[-]
[+] ottimo
(di luisa valli)
[ - ] ottimo
|
|
[+] lascia un commento a adelio »
[ - ] lascia un commento a adelio »
|
|
d'accordo? |
|
jacopo b98
|
domenica 28 settembre 2014
|
un film bellissimo e dolente
|
|
|
|
Elise (Baetens) e Didier (Heldenbergh) si innamorano, la loro storia d’amore è intensa, piena di momenti indimenticabili e di musica, tantissima musica. Cantano insieme in un gruppo musicale ed un giorno hanno una figlia Maybelle (Cattrysse). La crescono amorevolmente nella loro casa di campagna, fino a che non scoprono che è malata di cancro. I due genitori e la bambina combattono come leoni contro la malattia, ma vanamente: Maybelle muore. Didier è distrutto dal dolore, m è anche rassegnato al fatto che la vita debba andare avanti. Elise invece non riesce ad accettare che Maybelle sia morta e incolpa Didier di tutto ciò che è successo, mandando in crisi il loro matrimonio… Scritto dal regista trentasettenne con Carl Joos, era uno dei 5 film candidati all’Oscar per il miglior film straniero successivamente vinto dalla Grande Bellezza del nostro connazionale Sorrentino.
[+]
Elise (Baetens) e Didier (Heldenbergh) si innamorano, la loro storia d’amore è intensa, piena di momenti indimenticabili e di musica, tantissima musica. Cantano insieme in un gruppo musicale ed un giorno hanno una figlia Maybelle (Cattrysse). La crescono amorevolmente nella loro casa di campagna, fino a che non scoprono che è malata di cancro. I due genitori e la bambina combattono come leoni contro la malattia, ma vanamente: Maybelle muore. Didier è distrutto dal dolore, m è anche rassegnato al fatto che la vita debba andare avanti. Elise invece non riesce ad accettare che Maybelle sia morta e incolpa Didier di tutto ciò che è successo, mandando in crisi il loro matrimonio… Scritto dal regista trentasettenne con Carl Joos, era uno dei 5 film candidati all’Oscar per il miglior film straniero successivamente vinto dalla Grande Bellezza del nostro connazionale Sorrentino. Forse lo ammetto, ho ancora preferito il capolavoro di Sorrentino, ma è impossibile non ammettere la straziante bellezza di questo magnifico film belga. Una storia d’amore e di dolore come di rado se n’erano viste al cinema. E poi è una storia di musica, non poche infatti sono le sequenze musicali (giustamente sottotitolate) cantate in presa diretta dagli attori. E che attori! Infatti sia Heldenbergh che la Baetens (premiata con l’EFA, l’equivalente europeo dell’Oscar) sono straordinari, due grandissime interpretazioni. E Alabama Monroe è un film bellissimo, raffinato, un autentico pugno nello stomaco, siamo sinceri, ma alla fine lo si accoglie volentieri, per la sua grande bellezza. Dopodiché si può discutere la ricerca di sempre maggiori tragedie, in modo fin un po’ sadico, ma d’altra parte è un film che rifugge il lieto-fine come la peste. Anche se, paradossalmente, il finale, seppur triste, è una delle sequenze meno drammatiche del film poiché la morte di Elise è accolta quasi come una liberazione dalle pene della vita. E quella canzone, con l’ultima inquadratura dedicata al tatuaggio della donna, lascia uno spiraglio di speranza. Groeningen mette in scena con perizia e scrive in modo adeguato i dialoghi, anche se alcuni passaggi della storia sono forse un po’ programmatici e scontati. Cèsar come miglior film straniero.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jacopo b98 »
[ - ] lascia un commento a jacopo b98 »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
giovedì 11 settembre 2014
|
la vita deve continuare
|
|
|
|
La storia d'amore tra Elise e Didier nasce dall'incontro fortuito di due persone profondamente diverse ma complementari. La passione per la musica bluegrass, la creatività dei reciproci lavori( lei disegna tatuaggi, lui canta in un gruppo)contribuiranno fin da subito ad unirli in un sincero amore. Vanno a vivere insieme, si sposano. Pochi anni dopo la nascita inattesa di una bambina saranno messi a dura prova da una tragica scoperta.
Il nuovo film del regista fiammingo Felix Van Groeningen è tratto da una pièce teatrale dell'attore protagonista J.
[+]
La storia d'amore tra Elise e Didier nasce dall'incontro fortuito di due persone profondamente diverse ma complementari. La passione per la musica bluegrass, la creatività dei reciproci lavori( lei disegna tatuaggi, lui canta in un gruppo)contribuiranno fin da subito ad unirli in un sincero amore. Vanno a vivere insieme, si sposano. Pochi anni dopo la nascita inattesa di una bambina saranno messi a dura prova da una tragica scoperta.
Il nuovo film del regista fiammingo Felix Van Groeningen è tratto da una pièce teatrale dell'attore protagonista J. Heldenbergh, e ne conserva certamente gli elementi essenziali come l'intensità, la cura psicologica, la profondità dei dialoghi. In favore di questi aspetti contribuisce la frammentazione della usuale linearità della trama, grazie ad un sapiente utilizzo narrativo di analessi e prolessi. Il regista, servendosi di una rappresentazione che parla, come la memoria quando è suscitata dalle emozioni, attraverso attimi custoditi intimamente, riesce a mescolare momenti di dolcezza ad altri di rabbia, di gioia ad altri invece più dolorosi, coinvolgendo lo spettatore in un'esperienza emotiva eterogenea e di rara potenza. Merito anche di una recitazione impeccabile dove, in particolare, una bravissima Veerle Baetens imprime al suo personaggio un'umanità complessa e struggente senza pari. Un'altra protagonista è certamente la musica bluegrass, presenza irrinunciabile e filo conduttore del film. Qui la musica diventa una forma di speranza, una sopravvivenza attiva nella sofferenza depressiva degli eventi, un mezzo per provare a dire l'indicibile, esorcismo e catarsi. La musica è ciò che rimane dopo l'uragano emotivo che si abbatte su Elise e Didier, la passione incrollabile in cui rifugiarsi perchè la vita non si spezzi o si richiuda su di sè. Trasfigurando il dolore lo rende accettabile, affrontabile. Già dalle prime scene è esplicita questa idea. Ogni volta, infatti, nelle situazioni più inestricabili, compare sciogliendo il nodo narrativo/emotivo e allo stesso trasforma l'emozione di chi guarda, in forza per reagire. La musica qui è sempre in relazione alla fede che, in Elise, risponde alla necessità di un altrove, di dare un senso a ciò che è accaduto, tentativo ad ogni costo di trovare un motivo, fino all'autocolpevolizzazione per suffragare la credenza che per ogni cosa ci sia una causa e, in assenza di essa, una colpa. Nel presentare il dualismo arte/fede il regista non è mai approssimativo e pone nelle condizioni di comprendere piuttosto che giudicare o giustificare. “La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta”, di certo questo principio è rispettato.
Alabama Monroe oblia dolcemente, nel calore di lacrime di gioia e di dolore, in brividi di tenerezza e di compassione, la vita di tutti coloro che si riconoscono nella molteplicità dei temi trattati, nella ricchezza di spunti, nelle numerose riflessioni artistiche e politiche. Un capolavoro pluririconosciuto nel mondo.
[-]
[+] ciao
(di fritz pax)
[ - ] ciao
[+] no_data rules
(di karamazov)
[ - ] no_data rules
[+] no_data rules
(di karamazov)
[ - ] no_data rules
[+] alabama monroe bel film
(di karamazov)
[ - ] alabama monroe bel film
[+] un film magistrale
(di karamazov)
[ - ] un film magistrale
[+] bel commento ad un bel film
(di karamazov)
[ - ] bel commento ad un bel film
[+] no_data <3
(di fritz pax)
[ - ] no_data <3
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
veronica c
|
lunedì 1 settembre 2014
|
dramma in bluegrass
|
|
|
|
“Sono un povero viandante straniero
mentre viaggio attraverso questo mondo di guai
eppure non c’è sofferenza, fatica o pericolo
in quel mondo splendente a cui sono diretto”
Recita così “Wayfaring stranger”, uno dei brani portanti nella colonna sonora di “Alabama Monroe – Una storia d’amore”. Si esprime simbolicamente, in pochi versi, la voce testamentaria della piccola Maybelle, anima innocente eppure afflitta dal dolore della vita terrena, che ha scelto per lei un destino di malattia e morte.
Dalle fiandre, più precisamente da Gand, arriva il nuovo lavoro del regista fiammingo Felix van Groeningen, coronato da numerosi premi cinematografici sia in Europa, dove conquista un European film award grazie all’interpretazione dell’attrice protagonista Veerle Beatens, sia oltreoceano, dove conquista il riconoscimento alla miglior sceneggiatura e attrice al Tribeca Film Festival e ottiene una nomination ai Premi Oscar in qualità di film straniero.
[+]
“Sono un povero viandante straniero
mentre viaggio attraverso questo mondo di guai
eppure non c’è sofferenza, fatica o pericolo
in quel mondo splendente a cui sono diretto”
Recita così “Wayfaring stranger”, uno dei brani portanti nella colonna sonora di “Alabama Monroe – Una storia d’amore”. Si esprime simbolicamente, in pochi versi, la voce testamentaria della piccola Maybelle, anima innocente eppure afflitta dal dolore della vita terrena, che ha scelto per lei un destino di malattia e morte.
Dalle fiandre, più precisamente da Gand, arriva il nuovo lavoro del regista fiammingo Felix van Groeningen, coronato da numerosi premi cinematografici sia in Europa, dove conquista un European film award grazie all’interpretazione dell’attrice protagonista Veerle Beatens, sia oltreoceano, dove conquista il riconoscimento alla miglior sceneggiatura e attrice al Tribeca Film Festival e ottiene una nomination ai Premi Oscar in qualità di film straniero.
Se è vero che un film pluripremiato non è necessariamente sinonimo di buon film, in questo caso le due connotazioni coincidono. E’ un piccolo capolavoro drammatico che viaggia sulle note del bluegrass, un ode alla vita, nonostante la tragicità della morte.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a veronica c »
[ - ] lascia un commento a veronica c »
|
|
d'accordo? |
|
degiovannis
|
giovedì 21 agosto 2014
|
prova d'amore nella cattiva sorte
|
|
|
|
Una storia d'amore, recita il sottotitolo del film, ed il pensiero va subito ad Amour ed alla grande prova di due attori e del regista di quel film. Forse proprio per questo involontario accostamento Alabama Monroe finisce per deludere. A guardar bene ci sono tutte le premesse per raccontare una storia, ma alla fine si ha l'impressione che si tratti più di un amore gridato, o meglio cantato, che praticato. Il film può essere diviso in due parti: la prima tratta della malattia di Maybelle e questa è una prova che la coppia affronta senza difficoltà, anzi il rapporto già solido, se possibile si rafforza. La seconda parte invece si misura con un tema delicatissimo, la morte di un figlio ed è a questo punto che il film si disunisce e mostra tutta la sua debolezza.
[+]
Una storia d'amore, recita il sottotitolo del film, ed il pensiero va subito ad Amour ed alla grande prova di due attori e del regista di quel film. Forse proprio per questo involontario accostamento Alabama Monroe finisce per deludere. A guardar bene ci sono tutte le premesse per raccontare una storia, ma alla fine si ha l'impressione che si tratti più di un amore gridato, o meglio cantato, che praticato. Il film può essere diviso in due parti: la prima tratta della malattia di Maybelle e questa è una prova che la coppia affronta senza difficoltà, anzi il rapporto già solido, se possibile si rafforza. La seconda parte invece si misura con un tema delicatissimo, la morte di un figlio ed è a questo punto che il film si disunisce e mostra tutta la sua debolezza. Infatti i personaggi diventano automi, asserviti a dimostrare l'uno (Didier) l'inutilità o peggio delle religioni o del potere politico tutto intento ad ostacolare il cammino della scienza e l'altro (Elise)tutto dedito ad esaltare la prospettiva newage della trasformazione dei morti in stelle o farfalle. Nessuno fa niente per venire incontro all'altro ed un amore che sembrava immenso crolla così di fronte alla prima grave difficoltà. I tempi dello spettacolo incalzano ed il colloquio chiarificatore dura pochi secondi. Non c'è tempo per analizzare e confrontare sentimenti terribilmente complessi. Peccato!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a degiovannis »
[ - ] lascia un commento a degiovannis »
|
|
d'accordo? |
|
tamburel
|
mercoledì 4 giugno 2014
|
ottimo
|
|
|
|
Per un pubblico che va al cinema per pensare e non per divagare..
Da vedere..
|
|
[+] lascia un commento a tamburel »
[ - ] lascia un commento a tamburel »
|
|
d'accordo? |
|
melania
|
lunedì 2 giugno 2014
|
film d'amore e di dolore
|
|
|
|
Un bel film ,l'ho seguito con interesse,belle le musiche e ottima la recitazione.L'ho trovato però esageratamente drammatico,come se questa famiglia fosse perseguitata da un oscuro destino e questa eccessiva drammaticità è ,a mio parere, un po' il limite del film.Comunque non mi è dispiaciuto,il film è ricco di messaggi,
|
|
[+] lascia un commento a melania »
[ - ] lascia un commento a melania »
|
|
d'accordo? |
|
crabiele
|
giovedì 29 maggio 2014
|
la vita non ti lascia tregua.
|
|
|
|
Due anime ribelli, libere, belle, il loro incontro, la loro unione, la passione sfrenata, la musica, i tatuaggi, il senso di onnipotenza nello stare assieme, la bellezza della vita, una figlia bella come il sole, la malattia, la disgrazia della vita, la depressione, l'alcol, il senso di impotenza, la rabbia, la debolezza.
Ecco, prendete tutti questi elementi e mischiateli, avrete così ALABAMA MONROE.
[+]
Due anime ribelli, libere, belle, il loro incontro, la loro unione, la passione sfrenata, la musica, i tatuaggi, il senso di onnipotenza nello stare assieme, la bellezza della vita, una figlia bella come il sole, la malattia, la disgrazia della vita, la depressione, l'alcol, il senso di impotenza, la rabbia, la debolezza.
Ecco, prendete tutti questi elementi e mischiateli, avrete così ALABAMA MONROE.
Non avevo letto nulla a riguardo, né visto il trailer o altri filmati. Sapevo che quasi tutti avevano dato dei pareri molto positivi. Un film belga, sì. Un film molto americano, sì.
Una storia super drammatica, narrata utilizzando una regia pazzesca e un montaggio che frammenta gli eventi, gli scambia, gli incastra, conferendo alle immagini e alla storia una potenza incredibile, avendo anche il merito di non annoiare mai e non scadere mai nel banale. La pellicola, infatti, affronta tantissimi temi importanti. Al centro c'è l'amore incredibile fra due persone, che dopo il loro incontro vivono una passione sfrenata in cui sono liberi e beati; l'arrivo inaspettato di una figlia stupenda, ma soprattutto l'improvvisa malattia che si abbatte contro di lei. E a subire di più le conseguenze del cancro, sono soprattutto i genitori, la cui vita cambia radicalmente. Sprofondano in un baratro, dal quale è difficilissimo uscire. Niente è più come prima. La vita è una puttana, non ti regala niente.. e quando lo fa trova sempre il modo di riprenderselo..
Uno dei migliori film del 2014. Qualcosa di straordinario, di una potenza stilistica e narrativa incredibile. Andrebbe visto anche solo per il montaggio, la fotografia, le musiche e per i due attori protagonisti, ovvero Johan Heldenbergh e Veerle Baetens. Dire bravissimi è un eufemismo. Straordinari direi! Unica nota dolente l'orribile e scandaloso doppiaggio italiano che rovina così la magnifica prova della protagonista.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a crabiele »
[ - ] lascia un commento a crabiele »
|
|
d'accordo? |
|
la dora
|
mercoledì 28 maggio 2014
|
troppa carne al fuoco
|
|
|
|
Bellissimi ed indovinatissimi i due interpreti. Entusiasmanti le canzoni ed abbastanza coinvolgenti le parti in cui i due protagonisti si abbandonano al loro travolgente amore.
Trovo i personaggi e le battute (Vaffanculo, amore!) meno convincenti nella fase del dolore e della disperazione.
Gli spunti bioetici-politici sono troppi e troppo assoluti, tanto da risultare confusi e surrettizi: Bush, l'11 settembre, le staminali, l'eutanasia (se una persona viene dichiarata morta clinicamente, perché un'iniezione?).
Interessante la contrapposizione tra la speranza fiduciosa nell'aldilà di lei, e della musica che i due adorano e cantano insieme al gruppo di amici più cari, ed il freddo (ma solo in superficie) ed inattaccabile (ma solo all' apparenza) materialismo di Didier.
[+]
Bellissimi ed indovinatissimi i due interpreti. Entusiasmanti le canzoni ed abbastanza coinvolgenti le parti in cui i due protagonisti si abbandonano al loro travolgente amore.
Trovo i personaggi e le battute (Vaffanculo, amore!) meno convincenti nella fase del dolore e della disperazione.
Gli spunti bioetici-politici sono troppi e troppo assoluti, tanto da risultare confusi e surrettizi: Bush, l'11 settembre, le staminali, l'eutanasia (se una persona viene dichiarata morta clinicamente, perché un'iniezione?).
Interessante la contrapposizione tra la speranza fiduciosa nell'aldilà di lei, e della musica che i due adorano e cantano insieme al gruppo di amici più cari, ed il freddo (ma solo in superficie) ed inattaccabile (ma solo all' apparenza) materialismo di Didier.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a la dora »
[ - ] lascia un commento a la dora »
|
|
d'accordo? |
|
|