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Ero ancora u n bambino quando uscì il primo film di Sam Raimi, e a distanza di anni, ho continuato a trovarlo un buon film, con dei buoni personaggi, una buona regia e - Alfred Molina e Willem Dafoe a parte - pessimi attori. Tobey Maguire in prima fila. Poi, anche se non avevo letto il fumetto, sapevo che questo spiderman aveva in comune con quello di Stan Lee il nome e poco altro. Questo reboot invece scrive la storia come dovrebbe essere stata scritta la prima volta, con un protagonista più adeguato sia a livello fisico sia recitativo e un cattivo un po' inferiore nel disegno rispetto a quelli di Raimi, ma interpretato ad un livello in linea con i precedenti da Rhys Ifans (truccato per somigliare a Nicholas Cage). E poi finalmente si esplora la dimensione familiare di Peter Parker, che nella trilogia precedente era rimasta completamente inesplorata: Peter cerca la verità sui suoi genitori e sulla loro morte, una verità che viene però rimandata, con l'immancabile scena dopo i titoli di coda, al secondo film. Le scene d'azione sono molto ben girate, ma non pensate per il 3D e non mancano riprese in soggettiva dal punto di vista di spiderman, che mi erano sempre mancate. Ovviamente gli effetti speciali in dieci anni sono molto migliorati e rendono al massimo della spettacolarità le scene in cui il ragno salta da un muro all'altro.Peter è un personaggio molto più consistente del precedente e Il rapporto con gli zii di è anch'esso più approfondito; gli zii stessi sono interpretati da attori migliori di quelli precedenti (Martin Sheen è perfetto come zio Ben) anche solo come fisionomia. Il tutto in due ore e venti che non pesano ma riescono a divertire e a emozionare fino all'ultimo.
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