laurence316
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venerdì 12 ottobre 2018
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tema attuale, ma è la regia ad essere "disconnessa
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L’esordio alla regia di un film di finzione del documentarista e pubblicitario Rubin, Disconnect, sceneggiato da A. Stern, si propone di riflettere circa gli effetti potenzialmente negativi di Internet e, più nello specifico, dei social network e dell’impatto che hanno nel cambiare il modo di relazionarsi con gli altri.
Il tema è importante e gli intenti benemeriti, ma la struttura è convenzionale, la regia poco incisiva e in più di un'occasione non si riesce ad evitare di scivolare nel moralismo più ipocrita ed irritante (tanto nel rapporto tra genitori e figli che in quello tra adulti).
Inoltre, nonostante la presenza di un paio di scene d'impatto (quella coinvolgente Ben e quella, sul finale, dello scontro tra due padri fondamentalmente incapaci di seguire i propri figli), vige una generale sensazione di noia e l'insieme non è particolarmente riuscito.
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L’esordio alla regia di un film di finzione del documentarista e pubblicitario Rubin, Disconnect, sceneggiato da A. Stern, si propone di riflettere circa gli effetti potenzialmente negativi di Internet e, più nello specifico, dei social network e dell’impatto che hanno nel cambiare il modo di relazionarsi con gli altri.
Il tema è importante e gli intenti benemeriti, ma la struttura è convenzionale, la regia poco incisiva e in più di un'occasione non si riesce ad evitare di scivolare nel moralismo più ipocrita ed irritante (tanto nel rapporto tra genitori e figli che in quello tra adulti).
Inoltre, nonostante la presenza di un paio di scene d'impatto (quella coinvolgente Ben e quella, sul finale, dello scontro tra due padri fondamentalmente incapaci di seguire i propri figli), vige una generale sensazione di noia e l'insieme non è particolarmente riuscito.
Spesso, sia in fase di sceneggiatura che di regia, si ripara sulle soluzioni più facili e, una volta uscito di scena Ben, l'intero lungometraggio ci mette poco a perdere completamente di mordente. Si fa sfilacciato e prolisso, didascalico, le continue sovrimpressioni con i contenuti delle chat finiscono presto per stancare e il finale è quanto di più scontato si possa immaginare.
E alla fine si fa poco per parlare in modo anche solo minimamente innovativo o intelligente delle problematiche legate ai nuovi media. Buone, comunque, le interpretazioni degli attori, a cominciare da Bateman (il Michael Bluth di Arrested Development).
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fabio1957
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domenica 14 giugno 2015
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attuale
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Nell'era dei social network,del cyber-spazio,dei tablet, smart-phone e quant'altro,l'uomo è solo.Questo assunto che io condivido pienamente è la ragione e il senso del film.Buono perchè interpreta i nostri tempi, scanditi da una tecnologia che ci sovrasta e domina, che dovrebbe darci sicurezza e compagnia e invece è una trappola da cui è difficile difendersi.Gli episodi che in qualche modo s'intrecciano, sono storie di oggi che possono accadere e accadono,purtoppo la rivoluzione digitale è andata più avanti di noi e forse quelli della muia generazione,cinquantanni-sessantenni,stentano a tenere il passo.Credo che le invenzioni del secolo sono state il cellulare ed internet,queste hanno veramente cambiato il modo di stare al mondo.
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Nell'era dei social network,del cyber-spazio,dei tablet, smart-phone e quant'altro,l'uomo è solo.Questo assunto che io condivido pienamente è la ragione e il senso del film.Buono perchè interpreta i nostri tempi, scanditi da una tecnologia che ci sovrasta e domina, che dovrebbe darci sicurezza e compagnia e invece è una trappola da cui è difficile difendersi.Gli episodi che in qualche modo s'intrecciano, sono storie di oggi che possono accadere e accadono,purtoppo la rivoluzione digitale è andata più avanti di noi e forse quelli della muia generazione,cinquantanni-sessantenni,stentano a tenere il passo.Credo che le invenzioni del secolo sono state il cellulare ed internet,queste hanno veramente cambiato il modo di stare al mondo.
Da vedere
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eleonora panzeri
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domenica 14 giugno 2015
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fuori controllo
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Un film attualissimo, a tratti angosciante se pensiamo come i social network e internet sono parte integrante delle nostre vite. Brevi stralci di vita, drammi umani forti ed intensi che scorrono velocemente tra il reale ed il virtuale. Furti di identità, cyber bullismo e sesso virtuale. Un film dove internet sembra il nuovo regno del gatto e la volpe e noi tutti dei poveri Pinocchi sprovveduti alla ricerca del paese dei balocchi. Ho ringraziato di non essere stata adolescente dell’era dei social e trovo pazzesco come pochi click possano cambiare il corso di una vita.
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Un film attualissimo, a tratti angosciante se pensiamo come i social network e internet sono parte integrante delle nostre vite. Brevi stralci di vita, drammi umani forti ed intensi che scorrono velocemente tra il reale ed il virtuale. Furti di identità, cyber bullismo e sesso virtuale. Un film dove internet sembra il nuovo regno del gatto e la volpe e noi tutti dei poveri Pinocchi sprovveduti alla ricerca del paese dei balocchi. Ho ringraziato di non essere stata adolescente dell’era dei social e trovo pazzesco come pochi click possano cambiare il corso di una vita. Non è fantascienza ma cruda realtà fatta di solitudine, noia ed insoddisfazione. Interpretezione impeccabile e realistica di tutto il cast. Un film che fa riflettere e che merita di essere visto.
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no_data
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mercoledì 4 marzo 2015
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tanta pioggia, scarsi contenuti.
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Tanta pioggia, scarsi contenuti.
piccolo piccolo
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erasmo paone
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domenica 28 settembre 2014
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un film che si ricorda
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Tra la pubblicità che annuncia il miglior film dell'anno ed una critica un po dura verso la regia ... La verità probabilmente è' nel mezzo. Un film che si,lascia vedere fino,alla fine, molto ben recitato , con una storia - o meglio una serie di storie - che si ricordano. La regia molto ordinata e la scenografia rigorosa permettono di seguire tre storie che finiscono,per intersecarsi tra loro . Ognuno è' libero di appassionarsi di più ad una delle tre ed io,personalmente ho trovato molto moderna la soria del toyboy e della giornalista con una conclusione tutta da riflettere . Una notazione , tutti sono connessi , come noi e questo e' alla base delle storie ma gli eventi che succedono sono solo in piccola parte determinati dagli strumenti , diciamo,piuttosto che ne sono caratterizzati .
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Tra la pubblicità che annuncia il miglior film dell'anno ed una critica un po dura verso la regia ... La verità probabilmente è' nel mezzo. Un film che si,lascia vedere fino,alla fine, molto ben recitato , con una storia - o meglio una serie di storie - che si ricordano. La regia molto ordinata e la scenografia rigorosa permettono di seguire tre storie che finiscono,per intersecarsi tra loro . Ognuno è' libero di appassionarsi di più ad una delle tre ed io,personalmente ho trovato molto moderna la soria del toyboy e della giornalista con una conclusione tutta da riflettere . Una notazione , tutti sono connessi , come noi e questo e' alla base delle storie ma gli eventi che succedono sono solo in piccola parte determinati dagli strumenti , diciamo,piuttosto che ne sono caratterizzati . Alla base c'è sempre l'uomo con le sue immutabili cattiverie , debolezze e con la speranza che tutto finisca bene . Quandi non ascoltate le critiche , non tenete conto del titolo ed andare a godervi un bel esercizio cinematografico. Per il capolavoro facciamo la prossima volta !
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maggie69
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venerdì 15 agosto 2014
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non male....
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Il film parla di adolescenti (più o meno adulti)... e di quanto sia difficile questa etá della vita.
Il più adolescente di tutti é l'exmarines e la moglie...degni compagni... la loro storia l'avrei tolta, visto che non dá nulla al film e getta fumo sulla figura dell'expoliziotto (che credevo cattivo invece buono vero)...
Jonah Bobo é bravissimo. Aspetto e spero nel suo futuro.
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alexander 1986
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martedì 10 giugno 2014
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la virtualità che confligge col reale
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Una giovane donna attanagliata dal dolore per la perdita di un figlio, un adolescente emotivamente instabile, una giornalista alla ricerca di uno scoop. Cos'hanno in comune questi personaggi? Tutti e tre si appoggiano a internet: la prima si sfoga in chat con sconosciuti, il secondo cerca una relazione virtuale, la terza indaga sul mondo della pedopornografia con webcam. E tutti e tre pagheranno, in modi diversi, il proprio disarmo di fronte ai pericoli della rete.
Più europeo che americano nell'estetica, sulla scia del premio oscar 'Crash' (2004), questo film sorprende per l'efficacia con cui racconta alcuni fra i 'nuovi mali' del nostro tempo, spesso sottovalutati in virtù di una diffusa mancanza di istruzione specifica.
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Una giovane donna attanagliata dal dolore per la perdita di un figlio, un adolescente emotivamente instabile, una giornalista alla ricerca di uno scoop. Cos'hanno in comune questi personaggi? Tutti e tre si appoggiano a internet: la prima si sfoga in chat con sconosciuti, il secondo cerca una relazione virtuale, la terza indaga sul mondo della pedopornografia con webcam. E tutti e tre pagheranno, in modi diversi, il proprio disarmo di fronte ai pericoli della rete.
Più europeo che americano nell'estetica, sulla scia del premio oscar 'Crash' (2004), questo film sorprende per l'efficacia con cui racconta alcuni fra i 'nuovi mali' del nostro tempo, spesso sottovalutati in virtù di una diffusa mancanza di istruzione specifica. Paga una regia un po' piatta e qualche forzatura nella trama, ma merita una considerazione.
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melvin ii
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lunedì 24 marzo 2014
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il web è l'orco cattivo del nuovo millenio?
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Disconnect è un film del 2012 diretto da Henry Alex Rubin, con protagonista Jason Bateman.
Il film viene presentato fuori concorso durante la 69ª edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica.
Un buon trailer è già il biglietto da visita di un film.
Cosi è stato per Disconnet. Il trailer incuriosisce ed invoglia ad andare al cinema
L’uso ed abuso del web è il tema centrale.
Tre storie si sfiorano lungo il film, in maniera incalzante e coinvolgente.
Il web assume varie forme:bullismo, sostegno per un lutto, lussuria.
Il regista ci racconta attraverso queste storie, la nostra società ed i suoi eccessi.
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Disconnect è un film del 2012 diretto da Henry Alex Rubin, con protagonista Jason Bateman.
Il film viene presentato fuori concorso durante la 69ª edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica.
Un buon trailer è già il biglietto da visita di un film.
Cosi è stato per Disconnet. Il trailer incuriosisce ed invoglia ad andare al cinema
L’uso ed abuso del web è il tema centrale.
Tre storie si sfiorano lungo il film, in maniera incalzante e coinvolgente.
Il web assume varie forme:bullismo, sostegno per un lutto, lussuria.
Il regista ci racconta attraverso queste storie, la nostra società ed i suoi eccessi.
La sceneggiatura è ben scritta
Gli attori sono convincenti nei ruoli e danno profondità alle storie.
Interessante anche dal punto di vista tecnico, come il regista mostra sullo schermo le varie chat e le reazioni dei protagonisti.
Disconnect non ha grandi pretese cinematografiche, ma merita d’essere visto.
Il web è uno strumento delicato, dipende da chi c’è dietro lo schermo
Il finale è amaro, ma invita lo spettatore alla riflessione che la vera “connessione” è nel mondo reale.
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gianleo67
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giovedì 27 febbraio 2014
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drammatiche ricadute della virtualità
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Storie parallele e convergenti di vari personaggi nella New York dei nostri giorni alle prese con le ricadute reali di una vita virtuale vissuta tra smarphone,tablet e PC nella costante e ambivalente connessione con una dimensione tanto fittizia quanto foriera di pericolose implicazioni. Una ambiziosa reporter locale alle prese con uno spregiudicato servizio sulle chat erotiche che sfruttano ragazzi giovanissimi finisce per apparire a sua volta come sfruttatrice; una coppia in crisi per la morte del figlio ancora piccolo (messa sul lastrico) rovinata da un grave problema di phishing; un teenager problematico spinto al suicidio dal cyberbullismo di due coetanei incoscienti...
Film corale fatto di episodi e personaggi che , in un modo o nell'altro, intrecciano le proprie vicende sullo sfondo di una contemporanea modernità in cui la dimensione virtuale di una permanente connessione ad internet finisce per inquinare e condizionare una vita reale in cui le relazioni sociali sembrano allentarsi e sfilacciarsi, sostituite e riflesse in una vita speculare che nasconde e confonde verità e inganni, paure e illusioni, speranze e smarrimenti fino al drammatico epilogo in cui ciascuno è chiamato a fare i conti con le imprevedibili (o forse no) conseguenze di una inesorabile distopia.
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Storie parallele e convergenti di vari personaggi nella New York dei nostri giorni alle prese con le ricadute reali di una vita virtuale vissuta tra smarphone,tablet e PC nella costante e ambivalente connessione con una dimensione tanto fittizia quanto foriera di pericolose implicazioni. Una ambiziosa reporter locale alle prese con uno spregiudicato servizio sulle chat erotiche che sfruttano ragazzi giovanissimi finisce per apparire a sua volta come sfruttatrice; una coppia in crisi per la morte del figlio ancora piccolo (messa sul lastrico) rovinata da un grave problema di phishing; un teenager problematico spinto al suicidio dal cyberbullismo di due coetanei incoscienti...
Film corale fatto di episodi e personaggi che , in un modo o nell'altro, intrecciano le proprie vicende sullo sfondo di una contemporanea modernità in cui la dimensione virtuale di una permanente connessione ad internet finisce per inquinare e condizionare una vita reale in cui le relazioni sociali sembrano allentarsi e sfilacciarsi, sostituite e riflesse in una vita speculare che nasconde e confonde verità e inganni, paure e illusioni, speranze e smarrimenti fino al drammatico epilogo in cui ciascuno è chiamato a fare i conti con le imprevedibili (o forse no) conseguenze di una inesorabile distopia. Camera mobilissima, a sottolineare un taglio documentaristico che trasmetta il realistico smarrimento di regista e spettatore di fronte ad una dimensione quotidiana di sorprendente prossimità, il giovane Rubin si cimenta in un'operazione complicata e furbetta, ma perfettamente riuscita, in cui convergono, come in un saggio accademico di sociologia applicata, tutti i quesiti che investono il moderno rapporto con i mezzi di comunicazione (dalla mistificazione dei rapporti reali alla pervasiva intrusività nelle relazioni sociali) per arrivare ad una conclusione che, salvo un finale di romanzato buonismo (quasi nessuno sembra farsi male), ridimensiona ciascuna conseguenza nel naturale e irrevocabile contesto della vita reale, vero e unico antidoto alle pericolose insidie della virtualità. Così la moglie riabbraccia il marito, un vedovo il suo unico figlio, un padre la sua famiglia e una donna (forse con maggiore consapevolezza etica) il proprio lavoro, rirpistinando una vicinanza umana e sociale che dia la misura di errori e disfunzioni, in una (questa sì) interessante ed originale dialettica tra perdono (come fatto individuale e intimo diceva Derrida) e desiderio di vendetta, laddove prevalga il riscatto conciliatorio del primo sulle irrimmediabili conseguenze di quest'ultimo.
Cinema che rivela, oltre alle convenzionali confezioni mainstream, una sorprendente capacità di lettura e ri-scrittura della realtà da parte delle produzioni indipendenti d'oltreoceano giustamente attenzionate dai festival internazionali (Toronto e Venezia) ma forse non sufficientemente valorizzate (nessun premio). Drammatiche ricadute della virtualità.
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gabry14
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venerdì 21 febbraio 2014
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maledettamente reale
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Avrei voluto dare 5 stelle, ma data la realtà "terribile" di questo film, non me la sento. Mi è piaciuto molto, perchè è maledettamente reale. Mi occupo di sicurezza informatica ed organizzo incontri con studenti ed adulti sul tema del corretto utilizzo di Internet e degli strumenti che utilizziamo per navigare. E' incredibile la totalmente mancanza di cultura e conoscenza sul tema, e soprattutto la superficialità degli utente, i Cittadini di Internet. Bisognerebbe parlare di sicurezza informatica a partire dalle scuole elementari e soprattutto sensibilizzare gli adulti. I ragazzi hanno "sete" di riferimenti negli adulti, che non trovano! Andate a vedere questo film, ma con un minimo di preparazione leggendo le recensioni, altrimenti si rischia di banalizzare i contenuti, giudicandolo come.
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Avrei voluto dare 5 stelle, ma data la realtà "terribile" di questo film, non me la sento. Mi è piaciuto molto, perchè è maledettamente reale. Mi occupo di sicurezza informatica ed organizzo incontri con studenti ed adulti sul tema del corretto utilizzo di Internet e degli strumenti che utilizziamo per navigare. E' incredibile la totalmente mancanza di cultura e conoscenza sul tema, e soprattutto la superficialità degli utente, i Cittadini di Internet. Bisognerebbe parlare di sicurezza informatica a partire dalle scuole elementari e soprattutto sensibilizzare gli adulti. I ragazzi hanno "sete" di riferimenti negli adulti, che non trovano! Andate a vedere questo film, ma con un minimo di preparazione leggendo le recensioni, altrimenti si rischia di banalizzare i contenuti, giudicandolo come..."la solita americanata..." ma, ahimè, cretemi, quello che vedrete è tutto reale!
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