Fabio Ferzetti
Il Messaggero
Nel film egiziano, il primo a riflettere sulla rivoluzione in corso in chiave di finzione, una giovane radicale della Cairo bene si incapriccia di un aitante sottoproletario che non ha nulla al mondo tranne il suo cavallo; sublima quell’amore impossibile nell’urgenza di fare qualcosa per lui e la sua famiglia; si immerge, sfidando il buon senso e il suo ambiente, nei vicoli di Nazlet, vicino alle piramidi, il sobborgo in cui Mubarak ha reclutato i disperati lanciati a cavallo contro i manifestanti di piazza Tahrir nel gennaio 2011. [...]
di Fabio Ferzetti, articolo completo (1140 caratteri spazi inclusi) su Il Messaggero 18 maggio 2012