Titolo originale Wall Street: Money Never Sleeps.
Drammatico,
durata 133 min.
- USA 2010.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 22ottobre 2010.
MYMONETROWall Street - Il Denaro non dorme mai
valutazione media:
2,82
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
WALL STREET -IL DENARO NON DORME MAI | Regia:O. Stone; Distrib.: 20th Century Fox | Il grande ed imponente ritorno di un altrettanto grande film. Oliver Stone firma ancora una volta la regia di questo bellissimo dramma burocratico, che, tra l'altro, è teatro dell'incontro tra generazioni diverse di attori americani: quella che sta (ahimè) per finire, capeggiata dal sempre bravissimo Michael Douglas e l'altra, quella degli anni 2000, con primo fra tutti Shia LaBeouf, che apre una nuova era di artisti. Ottima la messinscena, bellissima e come sempre modernissima la regia e soddisfacente la storia. Ottimi i camei del cast originale, tra i quali quello di Charlie Sheen.
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WALL STREET -IL DENARO NON DORME MAI | Regia:O. Stone; Distrib.: 20th Century Fox | Il grande ed imponente ritorno di un altrettanto grande film. Oliver Stone firma ancora una volta la regia di questo bellissimo dramma burocratico, che, tra l'altro, è teatro dell'incontro tra generazioni diverse di attori americani: quella che sta (ahimè) per finire, capeggiata dal sempre bravissimo Michael Douglas e l'altra, quella degli anni 2000, con primo fra tutti Shia LaBeouf, che apre una nuova era di artisti. Ottima la messinscena, bellissima e come sempre modernissima la regia e soddisfacente la storia. Ottimi i camei del cast originale, tra i quali quello di Charlie Sheen. Più di due ore di quell'adrenalinico e frenetico mondo americano che il film degli anni 80 ci ha fatto tanto amare, ma che non si ferma ai ricordi, va avanti, ma che soprattutto non dorme mai! | Debolezza: (forse) la durata ; Punto di forza: la regia e (tutto) il cast | ****
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Oliver stone torna, dopo 20 anni, sul luogo del delitto per puntare nuovamente i riflettori su uno dei suoi personaggi mai dimenticati, il “conta solo il denaro” Gordon Gekko. Nel 1987 esce nelle sale “Wall Street” e il pubblico rimane affascinato non solo da questa figura carismatica e vincente, ma dal mondo della finanza. Sono in molti i giovani che si avvicinano al lavoro del broker finanziario grazie al suo film. Questo pellicola è molto attuale e poggia le sue basi sui fatti accaduti realmente all’economia mondiale di questi ultimi anni.
Gordon Gekko esce di prigione dopo diversi anni di reclusione.
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Oliver stone torna, dopo 20 anni, sul luogo del delitto per puntare nuovamente i riflettori su uno dei suoi personaggi mai dimenticati, il “conta solo il denaro” Gordon Gekko. Nel 1987 esce nelle sale “Wall Street” e il pubblico rimane affascinato non solo da questa figura carismatica e vincente, ma dal mondo della finanza. Sono in molti i giovani che si avvicinano al lavoro del broker finanziario grazie al suo film. Questo pellicola è molto attuale e poggia le sue basi sui fatti accaduti realmente all’economia mondiale di questi ultimi anni.
Gordon Gekko esce di prigione dopo diversi anni di reclusione. Nessuno lo sta aspettando, neanche sua figlia Winnie, che non vuole più saperne di lui. Nel 2008 Jake Moore, il fidanzato di Winnie, è un giovane rampante e abile intermediario finanziario, che lavora per la Keller Zabel Investments, guidata da Louis Zabel, il suo mentore. Circolano voci che la Keller Zabel si troverebbe in difficoltà e questo provoca il crollo improvviso del titolo in Borsa. Louis Zabel, vistosi messo alle strette da Bretton James, che vuole acquisire la banca con una manciata di spiccioli, non regge il fallimento. Jake incuriosito da Gekko decide di conoscerlo e questi si offre di aiutarlo nel vendicare Louis in cambio di un riavvicinamento a sua figlia. Jake va a lavorare da Bretton per scoprire i suoi punti deboli dall’interno, ma ciò a cui andrà incontro gli farà riconsiderare le sue priorità.
“Wall Street – Il denaro non dorme mai” è un film che parla di valori e di quando c’è la mancanza di valori, dell’amore per il denaro e per il potere che questi fa raggiungere.
È una storia che sottolinea come la brama di denaro non abbia limiti, quando si sta nel giro dei soldi, non si vuole più scendere dalla giostra. Quando Jake chiede a Bretton quale sia il suo prezzo lui risponde: “di più”, in quanto non è quantificabile il desiderio di andare sempre più in alto e più di tutti.
Il cineasta delinea il rapporto padre-figlio, mettendo in relazione con Jake tre tipi diversi di padre e mentore. Il primo, Louis Zabel, è per il giovane il padre che non ha mai avuto, che si è preso cura di lui e grazie ai suoi insegnamenti è arrivato a ottenere un’invidiabile posizione nella scala sociale. È il suo vero mentore. Il secondo, Bretton James, vuole ricoprire il ruolo di mentore per Jake, vista la sua abilità, probabilmente anche perché si rispecchia in lui e vorrebbe che lo rispettasse come faceva con Louis. Bretton, in definitiva, oltre a sottrarre la banca, vorrebbe sottrarre a Louis un’altra cosa molto preziosa, la devozione e la reverenza che Jake aveva per Louis. Il terzo, Gordon Gekko, è una figura paterna e un mentore al tempo stesso con il quale allearsi, diventa quasi un socio per Jake, in quanto pensa che siano alla pari, un aiuto in cambio di un altro.
Gekko appare agli occhi di Jake così sincero da riporvi la sua fiducia più completa.
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Si va al cinema soprattutto per dare il bentornato a Michael Douglas. Non si vedeva da un po’ e - sinceramente - è difficile ricordarsi come recitasse. Il problema è che non se lo ricorda nemmeno lui ed è palese non appena appare in scena. Per trovargli un’espressione bisogna decifrare le sue rughe che ricordano i piatti nella lavastoviglie, ma anche così non si capisce che cosa tenti di comunicare. Ad agosto ha annunciato al mondo di avere un tumore alla gola. La cosa ci dà un po’ fastidio (a lui senz’altro di più) perché se non ci fosse stato da lanciare il film non credo che l’avremmo mai saputo. Come dire che la pubblicità ha (giustamente) infranto un nuovo limite. La prossima volta l’attrice di turno dovrà dire di essere incinta di un capodoglio per attrarre l’attenzione.
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Si va al cinema soprattutto per dare il bentornato a Michael Douglas. Non si vedeva da un po’ e - sinceramente - è difficile ricordarsi come recitasse. Il problema è che non se lo ricorda nemmeno lui ed è palese non appena appare in scena. Per trovargli un’espressione bisogna decifrare le sue rughe che ricordano i piatti nella lavastoviglie, ma anche così non si capisce che cosa tenti di comunicare. Ad agosto ha annunciato al mondo di avere un tumore alla gola. La cosa ci dà un po’ fastidio (a lui senz’altro di più) perché se non ci fosse stato da lanciare il film non credo che l’avremmo mai saputo. Come dire che la pubblicità ha (giustamente) infranto un nuovo limite. La prossima volta l’attrice di turno dovrà dire di essere incinta di un capodoglio per attrarre l’attenzione.
La protagonista femminile si chiama Carey Mulligan. Non è incinta perché è improbabile che trovi anche soltanto un suricato che voglia dormire con lei: è nata brutto anatroccolo ma con lo sviluppo si è trasformata in un pellicano, con tanto di mento molle ed espressione da lumacone. Probabilmente russa. Di recitare non se ne parla.
Il giovane co-protagonista, l’attore Shia LaBeouf, lo salviamo con un omissis
Il regista: Oliver Stone. Comincia mostrando immagini di New York per 7 infiniti minuti nei titoli di testa, con il sottofondo di una colonna sonora che sta alle immagini come la panna sta al cerume. Occhio che il montaggio potrebbe scatenare attacchi di epilessia in soggetti predisposti. Per fortuna i dialoghi sono pallosi e, se hai culo, e nessuno fa casino in sala, puoi dormire.
Il film vorrebbe raccontare genesi e sviluppi della bolla speculativa dei mutui sub prime, quella che ha generato la crisi finanziaria del 2008. Purtroppo non ha la forza per dire qualcosa che non sapessimo già. Un pregio, però, Oliver Stone può vantarlo: il suo nome: “Oliver Stone, quello di JFK”, “Un film di Oliver Stone”, “Wow, Oliver Stone”.
Provate a dirlo a voce alta: “Oliver Stone”. Riempie decisamente la bocca. Mi non basta per riempire le sale.
ac
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