kayton
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martedì 6 aprile 2010
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tempeste e paure accendono l'isola di scorsese
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Ritorna l’indissolubile coppia “italo-americana” Martin Scorsese-Leonardo Di Caprio. Il regista dirige ancora una volta l’attore nel suo ultimo film “Shutter Island”. La storia è ambientata nel 1954. Di Caprio interpreta Teddy Daniels, un agente federale mandato col suo collega Chuck a Shutter Island. Nell’isola è arroccato “Ashecliffe”, un manicomio che ospita pericolosi criminali. I due agenti devono scoprire che ne è stato di una donna detenuta nell’istituto e scomparsa senza lasciare tracce. Teddy, diffidente con il direttore e i dipendenti del manicomio, si fida del suo collega con cui, tra una tempesta e un uragano, inizia a perlustrare l’isola. Ma assieme ai due, ci sono anche i fantasmi di Teddy.
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Ritorna l’indissolubile coppia “italo-americana” Martin Scorsese-Leonardo Di Caprio. Il regista dirige ancora una volta l’attore nel suo ultimo film “Shutter Island”. La storia è ambientata nel 1954. Di Caprio interpreta Teddy Daniels, un agente federale mandato col suo collega Chuck a Shutter Island. Nell’isola è arroccato “Ashecliffe”, un manicomio che ospita pericolosi criminali. I due agenti devono scoprire che ne è stato di una donna detenuta nell’istituto e scomparsa senza lasciare tracce. Teddy, diffidente con il direttore e i dipendenti del manicomio, si fida del suo collega con cui, tra una tempesta e un uragano, inizia a perlustrare l’isola. Ma assieme ai due, ci sono anche i fantasmi di Teddy. Afflitto da numerosi sogni e visioni, l’uomo non riesce a dimenticare la morte della giovane moglie e le dolorose esperienze vissute durante la seconda guerra mondiale. Così, sul filo delle paure di Teddy, in un crescendo di colpi di scena, si arriva al finale, non particolarmente sorprendente, ma forse rassicurante. Rassicurante perché l’idea che una persona sia prigioniera di un intero sistema sociale sembra più folle della follia stessa del protagonista.
La trama, nonostante la forte presenza dell’introspezione psicologica nel personaggio interpretato da Di Caprio, mantiene un suo ritmo avvincente. Scorsese convince in questa prova, focalizzando l’attenzione sul tema del doppio e della dissimulazione della realtà. Segue in un certo senso il filone del suo precedente “The Departed”, anche se non ne è eguaglia totalmente la bellezza. In ogni caso, lo considero un film da vedere, sicuramente tra i migliori che ho visto al cinema negli ultimi tempi.
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teo '93
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sabato 11 settembre 2010
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un labirinto caotico di incubi e spettri
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È scrupolosa ed elaborata la nuova regia di Martin Scorsese. Fedele ormai da anni a una straordinaria capacità di fondere grandi abilità narrative a una sapienza stilistica e rappresentativa forgiata con i ferri dell’esperienza, Scorsese con “Shutter island” ci presenta un affascinante e labirintico ingorgo di ordinarietà e follia, realtà e incubo, luce e ombra, vita e morte. Con l’ausilio di una musica possente (spesso inquietante e catacombale), un impianto scenografico a tratti claustrofobico e a tratti vasto e impenetrabile (ancora una volta l’immancabile lavoro del grande Dante Ferretti), Scorsese segue un DiCaprio partecipato e particolarmente sofferto nell’intrecciarsi asfissiante dei suoi malori, delle sue acute emicranie, gli incubi caotici e psichedelici, i crescenti dubbi sulla sua natura e quella degli spettrali personaggi che circondano le sue indagini.
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È scrupolosa ed elaborata la nuova regia di Martin Scorsese. Fedele ormai da anni a una straordinaria capacità di fondere grandi abilità narrative a una sapienza stilistica e rappresentativa forgiata con i ferri dell’esperienza, Scorsese con “Shutter island” ci presenta un affascinante e labirintico ingorgo di ordinarietà e follia, realtà e incubo, luce e ombra, vita e morte. Con l’ausilio di una musica possente (spesso inquietante e catacombale), un impianto scenografico a tratti claustrofobico e a tratti vasto e impenetrabile (ancora una volta l’immancabile lavoro del grande Dante Ferretti), Scorsese segue un DiCaprio partecipato e particolarmente sofferto nell’intrecciarsi asfissiante dei suoi malori, delle sue acute emicranie, gli incubi caotici e psichedelici, i crescenti dubbi sulla sua natura e quella degli spettrali personaggi che circondano le sue indagini. Ma chi è “normale” e chi è “folle” nell’angosciosa routine dell’istituto psichiatrico del film, oscuro teatro di sinistri avvenimenti e di probabili sperimentazioni scientifiche sui pazienti che riflettono l’eco forse non troppo lontana della barbarie nazista? La sapienza di Scorsese rifiuta di fornire facili criteri di lettura e interpretazione su ciò che vediamo succedersi freneticamente, plasma ambienti, stanze, celle, corridoi con grandi contrasti, disegna i personaggi con arguta ambiguità, soffermandosi sui dettagli grevi e reconditi della loro natura. La tensione è forte, la sceneggiatura è accattivante e feroce, perciò delude particolarmente la frettolosità svogliata e illustrativa con cui la regia tenta di districare l’arruffata matassa assegnando a ciascuno dei personaggi il ruolo di cui siamo finalmente consapevoli dopo l’inaspettabile (ammettiamolo) colpo di scena finale. Un capovolgimento di indubbia spettacolarità, certo, ma che in fin dei conti finisce per annichilire le febbrili illusioni di chi credeva che un film del genere promettesse più dubbi e interrogativi di quanti in realtà non ne conceda.
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tommaso batimiello
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martedì 5 ottobre 2010
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chi è il cacciatore e chi la preda?
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Siamo nell’America degli anni ‘50 quando due agenti federali, Teddy Daniels (Leonardo di Caprio) e il suo nuovo compagno Chuck Aule (Mark Ruffalo) vengono chiamati urgentemente per una sparizione avvenuta in un manicomio criminale di massima sicurezza. Su Shutter Island vengono accolti soli i pazienti più insani e pericolosi, sottoposti ad un intenso programma di cura e rieducazione.
Il manicomio si trova all’interno di un ex forte della guerra civile americana, circondato dal gelido e tempestoso mare dell’Atlantico.
Una delle pazienti, Rachel Solando, non si trova più nella sua cella.
Nessun segno di scasso o violenza: si è semplicemente volatilizzata nel nulla.
Quando il tempo peggiora e i collegamenti con l’esterno sono tagliati, i due detective si troveranno a dover fare luce su un mistero sempre più sfuggente, palesemente ostacolati dal primario John Cawley (Ben Kingsley).
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Siamo nell’America degli anni ‘50 quando due agenti federali, Teddy Daniels (Leonardo di Caprio) e il suo nuovo compagno Chuck Aule (Mark Ruffalo) vengono chiamati urgentemente per una sparizione avvenuta in un manicomio criminale di massima sicurezza. Su Shutter Island vengono accolti soli i pazienti più insani e pericolosi, sottoposti ad un intenso programma di cura e rieducazione.
Il manicomio si trova all’interno di un ex forte della guerra civile americana, circondato dal gelido e tempestoso mare dell’Atlantico.
Una delle pazienti, Rachel Solando, non si trova più nella sua cella.
Nessun segno di scasso o violenza: si è semplicemente volatilizzata nel nulla.
Quando il tempo peggiora e i collegamenti con l’esterno sono tagliati, i due detective si troveranno a dover fare luce su un mistero sempre più sfuggente, palesemente ostacolati dal primario John Cawley (Ben Kingsley).
Come se non bastassero i fantasmi che aleggiano su questo luogo degno di una gothic novel, il detective Daniels, reduce dalla guerra in Europa, porta con sé i suoi incubi e le sue paranoie, incapace di lasciarsi alle spalle la morte della moglie.
Teddy e Chuck dovranno lottare per mantenere la sanità mentale e la fiducia reciproca in un’estenuante escalation che li trasformerà da cacciatori a prede.
Tratto dal romanzo di Dennis Lehane, che la sceneggiatura riadatta al grande schermo in maniera meticolosa, quasi impressionante, Shutter Island è un magnifico thriller psicologico che conferma il sodalizio fra Leonardo Di Caprio e Scorsese: già protagonista in Gangs of New York, The Aviator e The Departed, Di Caprio dà il tocco magico anche a quest’ultimo film del regista italo-americano, confermandosi come l’attore-simbolo della seconda produzione di Scorsese come De Niro lo era stato per la prima.
Fotografia, musiche e scenografia contribuiscono alla perfezione nel creare un’atmosfera che abbraccia tutto il film, fondendosi a formare un’unica e forte sensazione di profonda angoscia per fissarsi in maniera indelebile nella mente dello spettatore.
I dialoghi sono belli e avvincenti, senza pecche, molti dei quali lasciati praticamente immutati nel passaggio da libro a sceneggiatura.
D’altro canto, un paio di elementi sminuiscono quello che, altrimenti, sarebbe stato un vero e proprio capolavoro. Prima di tutto, la facilità con cui lo spettatore indovina il finale che, invece, gioca tutto sulla sorpresa. In secondo luogo, dettaglio non di minore importanza, l’eccessiva lunghezza proprio della parte conclusiva del film che risulta, per giunta in un film di più di due ore, alquanto estenuante. Un finale, comunque, straziante e commovente grazie ad uno strepitoso Di Caprio. Da applausi.
Da ricordare le deliziose interpretazioni di Ben Kinglsey e di alcuni pazienti, tutte voci di quell’unico coro che è il microcosmo del manicomio, un mondo isolato, a parte, non solo dal punti di vista geografico.
Perché è qui il centro tematico del film, che non riduce a una semplice pellicola thriller: il confine fra pazzia e sanità mentale, fra chi è malato e chi no, fra chi indaga e chi è indagato.
Un mondo a parte, Shutter Island, in cui le certezze vengono messe in discussione e le verità smentite con disarmante facilità. Un viaggio, quello di Teddy Daniels, non solo nel manicomio, ma anche nella sua mente, nei suoi ricordi e nei suoi inconfessabili segreti.
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joker 91
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martedì 14 settembre 2010
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scorsese non si discute
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un gran film di un regista che non si discute,la maestria di martin dietro la macchina da presa la si vede anche qui,va visto molte volte per apprezzarne l'essenza ed i giochi che il nostro martin fa con il personaggio di DI CAPRIO che ormai è senza dubbio un grandissimo attore pronto a fare sempre le scelte giuste, grande la sofferenza che mette in tutti i personaggi di questo tipo ed la si può notare attraverso gli occhi che in leo dicono tutto.
Era dai tempi del mitico Shining di kubrick con l'immortale jack nicholson che non vedevo un film sulla follia reso bene,shutter island non è ovviamente a quel livello ma è molto godibile.
Da vedere per chi il cinema lo ama-dove si recita e non espodono palazzi alla blockbuster americano che rintontisce e basta.
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un gran film di un regista che non si discute,la maestria di martin dietro la macchina da presa la si vede anche qui,va visto molte volte per apprezzarne l'essenza ed i giochi che il nostro martin fa con il personaggio di DI CAPRIO che ormai è senza dubbio un grandissimo attore pronto a fare sempre le scelte giuste, grande la sofferenza che mette in tutti i personaggi di questo tipo ed la si può notare attraverso gli occhi che in leo dicono tutto.
Era dai tempi del mitico Shining di kubrick con l'immortale jack nicholson che non vedevo un film sulla follia reso bene,shutter island non è ovviamente a quel livello ma è molto godibile.
Da vedere per chi il cinema lo ama-dove si recita e non espodono palazzi alla blockbuster americano che rintontisce e basta. QUESTO è CINEMA
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giaky
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venerdì 5 novembre 2010
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la maledizione grava sull'isola... e sull'uomo
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Shutter Island è un autentico capolavoro del grande Scorsese, intriso di mistero, colpi di scena e talvolta, inclinazioni decisamente troppo violente. Nessuno scrittore è così spietatamente giusto come il grande Lehane che dopo Mystic River e Gone Baby Gone realizza un altro grande capolavoro (forse la sua opera migliore). Il messaggio, nonostante sia duro,e da alcuni spettatori inconcepibile, è chiaro: le disgrazie protagoniste del film appaiono decisamente eccessive nella loro angosciosa immagine allo spettatore, ma le situazioni descritte nella pellicola si ripetono ogni giorno. La parte finale, è decisamente superba: poco a poco, ogni singolo pezzo dell'infernale puzzle viene messo al suo posto, e la soluzione appare chiara e nitida.
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Shutter Island è un autentico capolavoro del grande Scorsese, intriso di mistero, colpi di scena e talvolta, inclinazioni decisamente troppo violente. Nessuno scrittore è così spietatamente giusto come il grande Lehane che dopo Mystic River e Gone Baby Gone realizza un altro grande capolavoro (forse la sua opera migliore). Il messaggio, nonostante sia duro,e da alcuni spettatori inconcepibile, è chiaro: le disgrazie protagoniste del film appaiono decisamente eccessive nella loro angosciosa immagine allo spettatore, ma le situazioni descritte nella pellicola si ripetono ogni giorno. La parte finale, è decisamente superba: poco a poco, ogni singolo pezzo dell'infernale puzzle viene messo al suo posto, e la soluzione appare chiara e nitida. Un'interpretazione maestra di Di Caprio (che sembra più sincera rispetto a quella di Inception) e di Mark Ruffalo entrambi coinvolti in una vicenda che assassina con crudele realismo la mente, senza mai, però, andare oltre la realtà.
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joker 91
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venerdì 24 dicembre 2010
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scorsese non sbaglia mai
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un grande film di Martin scorsese se si analizza per quel che è,ovvero un film psicologico.
Di caprio è stupendo ad portare sullo schermo questo personaggio considerando che ormai è un grande attore,la williams e gli altri sono tutti bravissimi.
Scorsese crea un film per suspence,colonna sonora ed altri elemeti prendendo spunto da film come Shining di Kubrick che resta a mio parere uno dei film più grandi della storia del cinema
le atmosfere,i rimandi a pellicole immortali ed la bravura degli attori ne fanno un film stupendo,per chi ama il cinema però ma quello vero
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emidio serbelloni
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domenica 4 marzo 2012
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buon esempio di “medical-thriller”
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Sicuramente un film riuscito ed avvincente, denso di atmosfere cupe esaltate dal senso d’isolamento ch’è proprio dell’isola dove si svolge la vicenda.
Teddy è un agente federale inviato sull’isola-manicomio insieme al collega Chuck per indagare sulla sparizione di una reclusa. Ma si scoprirà vittima di un complotto ordito ai suoi danni per renderlo inoffensivo, dal momento che egli ha scoperto che sull’isola vengono realizzati esperimenti che hanno come cavie i reclusi. Il Governo è connivente, il direttore del penitenziario e un medico dal passato nazista sono a capo dell’organizzazione. L’intero personale del penitenziario è al corrente delle finalità illecite della struttura. Teddy verrà giorno per giorno drogato e inebetito con mezzi subdoli: dalle sigarette alterate all’alimentazione, agli stupefacenti spacciati come aspirine.
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Sicuramente un film riuscito ed avvincente, denso di atmosfere cupe esaltate dal senso d’isolamento ch’è proprio dell’isola dove si svolge la vicenda.
Teddy è un agente federale inviato sull’isola-manicomio insieme al collega Chuck per indagare sulla sparizione di una reclusa. Ma si scoprirà vittima di un complotto ordito ai suoi danni per renderlo inoffensivo, dal momento che egli ha scoperto che sull’isola vengono realizzati esperimenti che hanno come cavie i reclusi. Il Governo è connivente, il direttore del penitenziario e un medico dal passato nazista sono a capo dell’organizzazione. L’intero personale del penitenziario è al corrente delle finalità illecite della struttura. Teddy verrà giorno per giorno drogato e inebetito con mezzi subdoli: dalle sigarette alterate all’alimentazione, agli stupefacenti spacciati come aspirine. La sua sanità mentale inizia a vacillare e diviene vittima di allucinazioni sempre più frequenti, che vedono presente l’adorata moglie defunta in un incendio. Persino il suo collega si rivela far parte dell’organizzazione ed essere in realtà un medico del manicomio. Inutile ogni tentativo di fuga: i diabolici medici iniziano a trattarlo come un malato di mente e a “curarlo” come tale, e quasi riusciranno alla fine a persuaderlo che egli effettivamente sia un pazzo pericoloso ed omicida. Ma in un momento ultimo di resipiscenza e lucidità, nel finale, Teddy ricorda e riafferma in un ultimo spasimo vitale la sua vera identità: quella dell’onesto poliziotto e di sereno cittadino incensurato. Fallito quindi ogni tentativo di plagio, i medici aguzzini si apprestano ad internarlo e lobotomizzarlo, rendendolo finalmente inoffensivo. Un finale amaro, che vede soccombere il buon agente federale che ha fatto del senso del dovere e dell’onestà una missione di vita.
Il film si inserisce a pieno titolo, e da buon ultimo, nel filone “medical-thriller”, che ha visto in ”Coma profondo” e “Soluzioni estreme” gli esempi più interessanti e ben riusciti. Cambiano le vicende ma la trama di fondo è la stessa: medici fuorilegge che sperimentano su esseri umani cure e terapie, torturandoli.
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[+] finalmente la vera interpretazione
(di franc0)
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alex_23
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domenica 9 gennaio 2011
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martin colpisce ancora
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Grandissimo film, non avevo dubbi a riguardo.
Credo che con Shutter e Inception si possa cosacrare Di Caprio come uno dei migliori in circolazione. A 34 anni è sulla buona strada per diventare uno tra i più grandi.
E' uno di quei film che riguarderesti subito dopo la prima visione, per renderti conto di quei particolari che hai tralasciato con la prima visione. Particolari importanti che sono la chiave per capire l'intera storia.
Grande Martin.
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bree_14
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sabato 22 gennaio 2011
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follia e realismo: qual è la verità?
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La psicologia di Scorsese ha colpito lasciando un segno profondo. Morte, pazzia e realtà non sono mai state così tanto vicine da sfiorarsi tra le mani di Di Caprio. Una trama sottile, densa di suspence e di forte fibra thriller. Bello fino a mozzare il respiro, travolgente a partire dal lungo e sfaticante viaggio in mare fino all'approdo sull'isola-manicomio dove il protagonista sarà destinato a rimanere, costantemente sul filo del rasoio con la morte alle spalle e davanti a sè. Attori di gran calibro, paura presente ogni minuto del film in ogni poro della pelle. Scorsese ha centrato il bersaglio.
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jayan
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mercoledì 9 febbraio 2011
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il migliore thriller psicologo di tutti i tempi!
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Ultimo capolavoro di Martin Scorsese, può essere considerato tra i migliori thriller psicologici di tutti i tempi. Il romanzo da cui ha tratto il film è già un capolavoro di narrativa, suspance, brivido, tremendamente emozionante. Ma il regista ha saputo abilmente rendere a livello cinematografico il contenuto del romanzo. Siamo su un'isola di fronte a Boston, sede di un manicomio criminale, dove arrivano due agenti dell'FBI: Teddy e Chuck, che devono indagare sulla scomparsa di una paziente. E man mano che Teddy cercherà di svelare i segreti dell'isola, scoprirà sempre nuove sitazioni che capovolgeranno ogni sua immaginaria soluzione dell'enigma, fino a trovarsi egli stesso coinvolto in un intreccio fatale che.
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Ultimo capolavoro di Martin Scorsese, può essere considerato tra i migliori thriller psicologici di tutti i tempi. Il romanzo da cui ha tratto il film è già un capolavoro di narrativa, suspance, brivido, tremendamente emozionante. Ma il regista ha saputo abilmente rendere a livello cinematografico il contenuto del romanzo. Siamo su un'isola di fronte a Boston, sede di un manicomio criminale, dove arrivano due agenti dell'FBI: Teddy e Chuck, che devono indagare sulla scomparsa di una paziente. E man mano che Teddy cercherà di svelare i segreti dell'isola, scoprirà sempre nuove sitazioni che capovolgeranno ogni sua immaginaria soluzione dell'enigma, fino a trovarsi egli stesso coinvolto in un intreccio fatale che... Non si può rivelare il finale! L'ambientazione e la fotografia sono splendidi, le recitazioni, in particolare quelle di Leonardo Di Caprio e Ben Kingsley, straordinarie... Martin Scorsese dimostra con questo film di essere un vero maestro della regia. Finalmente un film diverso da quelli precedenti, quasi sempre sulla mafia. Stavolta si penetra nei meandri dell'inconscio, della schizofrenia e delle menti di criminali che, secondo Teddy, sono sottoposti a mutilazioni, operazioni al cervello, esperimenti illegali e ogni cosa di orrendo possa esistere in questo mondo per impedire ai criminali di nuocere...
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