miss rivers
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domenica 15 maggio 2011
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un cartoon in pieno disney style
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un piccolo capolavoro disney pieno della classica comicità adatta per i più piccoli e per i più grandi. Semplicemnete incantevole.
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luca.terrinoni
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martedì 26 aprile 2011
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un bellissimo divertimento, un aiuto a crescere
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Nel suo genere, quasi un capolavoro: un tocco di poesia in più e meno ammiccamenti televisivi, e lo sarebbe stato.
Ai bambini piace moltissimo, si divertono, se lo rivedono con gusto, e rimangono come sempre omertosi su quelle cosette tutt'altro che facili che, nel vortice dello spettacolo, anche questo film della Disney trasmette.
E di queste vorrei parlare.
La favola dei Grimm è bellamente disattesa (tanto per cominciare non si spiega perché Rapunzel-Raperonzolo ha questo nome), ma da "Biancaneve" in poi è sempre stato così, e ciò non ha impedito di creare dei film stupefacenti anche sotto l'aspetto formativo.
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Nel suo genere, quasi un capolavoro: un tocco di poesia in più e meno ammiccamenti televisivi, e lo sarebbe stato.
Ai bambini piace moltissimo, si divertono, se lo rivedono con gusto, e rimangono come sempre omertosi su quelle cosette tutt'altro che facili che, nel vortice dello spettacolo, anche questo film della Disney trasmette.
E di queste vorrei parlare.
La favola dei Grimm è bellamente disattesa (tanto per cominciare non si spiega perché Rapunzel-Raperonzolo ha questo nome), ma da "Biancaneve" in poi è sempre stato così, e ciò non ha impedito di creare dei film stupefacenti anche sotto l'aspetto formativo. Ma - con buona pace di Eisenstein che già negli anni '30 coglieva il sottotesto subdolo nella produzione disneyana - se allora la cattiveria era scoperta, i messaggi si sono fatti in 70 anni via via sempre più inquietanti perché sempre più attuali.
Se era solo un incubo notturno che una madre/matrigna volesse la morte della figlia/figliastra per non competere con lei in bellezza; o che un altro campione di senso materno sfruttasse Cenerentola come una schiava per poi stracciarle il vestito che l'avrebbe portata alla realizzazione dei propri sogni; questa "Madre Gothel" disneyana è un mostro del tutto diurno. Riduce Raperonzolo ad un grumo di virginale idiozia, facendola crescere in una torre senza porte (anche i Grimm non è che scherzassero, quanto a simbologia...), imponendole una dipendenza assoluta attraverso la rappresentazione terrificante della realtà esterna e la memoria quotidiana della di lei inadeguatezza.
Vengono i brividi, per quanto questo modello materno è diffuso e attuale. "ma quella non è la VERA madre!", vi sento protestare; perché, lo sono forse coloro che usano i figli come orpelli al proprio status? Lo sono forse quelle che, finito il tempo del gingillino, cominciano a non sopportare i pargoli, e soprattutto le pargole, fino ad odiarle? (n.b. per capirci: quelle che non sopporto sono le false madri, non le Madri, che sono tante e magnifiche, anche perché quasi sempre devono compensare l'assenza di pessimi padri; ma questi li sistemiamo alla prossima utile occasione).
Qui la metafora non potrebbe essere più scoperta: Gothel, orrida vecchia, fa crescere i capelli della ragazzina a dismisura perché la lunghissima chioma ha, tra gli altri, il potere di farla ringiovanire (tanto che aspetto e movenze sono quelle di una seduttiva dark lady, seduttiva e manipolatrice). Oltretutto l'inverosimile capigliatura è tale da impedire a Rapunzel qualunque ipotesi di rapporto sociale: non a caso il giovane che la fa uscire dalla torre è sempre in lotta con quei capelli impossibili, e prima li fa imbrigliare in una treccia ornata di fiori dalle bambine del paese, poi glieli taglia, donandole allora, e solo allora, la libertà.
Alle bambine un messaggio non da poco: se volete essere delle sfolgoranti biondine e non curarvi di crescere, fate pure. Ma sarà quando avrete perso i capelli (e il colore: con il taglio diventano pure scuri!) che conquisterete la dignità e saprete capire il vostro e l'altrui amore.
Il film è godibilissimo (anche non in 3D, del quale possiamo francamente fare a meno). Le musica è sempre di buona qualità, fra le canzoni rileva "Resta con me", un motivo sincopato stile commedia hollywodiana in cui la orecchiabilità dissimula il tremendo esercizio di potere da parte di Gothel. La sequenza della danza nella piazza è stupenda, come pure quella del volo delle lanterne riflesso sul lago. In entrambi i casi l'applicazione dei "movimenti di macchina" al cartoon offre grandi opportunità (la sequenza del ballo si chiude con una bellissima vista dall'alto).
I personaggi, come al solito, tanti e spesso assai divertenti. Non brilla per personalità Flynn/Eugene, un bel guascone a cui riesce sempre tutto; ma alla fine il gesto decisivo lo fa lui, e lo fa con classe.
Impressionante la caratterizzazione di Rapunzel: stupidina quanto basta, con l'ossessione di avere tutto sotto controllo, forte di una sicurezza basata solo sul non saper nulla, talmente contagiosa da togliere l'iniziativa a più di un bruto. I movimenti delle mani (soprattutto delle dita) e la continua inclinazione delle spalle che accompagna ogni moina la dicono lunga di quanto gli animatori abbiano studiato la personalità border-line di tante ex-ragazzine; sempre in ordine, al telefono dicono "mammina", per loro il "piacere" è solo un infinito e graziosinamente si escludono dal gioco della vita, "perché sto bene così".
Se volete saperlo, il momento che mi ha commosso davvero è il più intimo, il più silenzioso, nel finale del film: un semplice soldato si presenta nella sala del re e della regina (la vera madre!) e, senza dire nulla, li guarda. Segnati dal dolore, i due sovrani capiscono senza chiedere nulla, tanto l'attesa della principessa perduta è presente in ogni istante nei loro cuori, e vanno incontro alla ragazza.
Mi piace che questo tipo di eleganza sia destinato ai bambini: sicuramente oggi apprezzano di più altre sequenze, ma un domani, in un mondo di chiassosa ostentazione, potranno ricordare che la felicità non ha bisogno di essere detta.
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luca.terrinoni
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sabato 23 aprile 2011
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un bellissimo divertimento, un aiuto a crescere
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’30 coglieva il sottotesto subdolo nella produzione disneyana – se allora la cattiveria era scoperta, i messaggi si sono fatti in 70 anni via via sempre più inquietanti perché sempre più attuali.
Se era solo un incubo notturno che una madre/matrigna volesse la morte della figlia/figliastra per non competere con lei in bellezza; o che un altro campione di senso materno sfruttasse Cenerentola come una schiava per poi stracciarle il vestito che l’avrebbe portata alla realizzazione dei propri sogni; questa “Madre Gothel” disneyana è un mostro del tutto diurno. Riduce Raperonzolo ad un grumo di virginale idiozia, facendola crescere in una torre senza porte (anche i Grimm non scherzavano, quanto a simbologia.
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’30 coglieva il sottotesto subdolo nella produzione disneyana – se allora la cattiveria era scoperta, i messaggi si sono fatti in 70 anni via via sempre più inquietanti perché sempre più attuali.
Se era solo un incubo notturno che una madre/matrigna volesse la morte della figlia/figliastra per non competere con lei in bellezza; o che un altro campione di senso materno sfruttasse Cenerentola come una schiava per poi stracciarle il vestito che l’avrebbe portata alla realizzazione dei propri sogni; questa “Madre Gothel” disneyana è un mostro del tutto diurno. Riduce Raperonzolo ad un grumo di virginale idiozia, facendola crescere in una torre senza porte (anche i Grimm non scherzavano, quanto a simbologia...), imponendole una dipendenza assoluta attraverso la rappresentazione terrificante della realtà esterna e la memoria quotidiana della di lei inadeguatezza.
Vengono i brividi, per quanto questo modello materno è diffuso attuale. “ma quella non è la VERA madre!”, vi sento protestare; perché, lo sono forse quelle che usano i figli come orpelli al proprio status? Lo sono forse quelle che, finito il tempo del gingillino, cominciano a non sopportare i pargoli, e soprattutto le pargole, fino ad odiarle? (n.b. non sopporto le false madri, non le Madri, che sono tante e magnifiche, anche per quanto devono compensare i padri assenti; ma questi li sistemiamo alla prossima utile occasione).
Qui la metafora non potrebbe essere più scoperta: Gothel, orrida vecchia, fa crescere i capelli della ragazzina a dismisura perché la lunghissima chioma ha, tra gli altri, il potere di farla ringiovanire (tanto che aspetto e movenze sono quelle di una seduttiva dark lady, seduttiva e manipolatrice). Oltretutto l’inverosimile capigliatura è tale da impedire a Rapunzel qualunque ipotesi di rapporto sociale: non a caso il giovane che la fa uscire dalla torre è sempre in lotta con quei capelli impossibili, e prima li fa imbrigliare in una treccia ornata di fiori dalle bambine del paese, poi glieli taglia, donandole allora, e solo allora, la libertà.
Alle bambine un messaggio non da poco: se volete essere delle sfolgoranti biondine e non curarvi di crescere, fate pure. Ma sarà quando avrete perso i capelli (e il colore: con il taglio diventano pure scuri!) che conquisterete la dignità e saprete capire il vostro e l’altrui amore.
Il film è godibilissimo (anche non in 3D, di cui possiamo francamente fare a meno). Le musica è di buona qualità, fra le canzoni rileva “Resta con me”, un motivo sincopato stile commedia hollywodiana in cui la orecchiabilità confonde il tremendo esercizio di potere di Gothel. La sequenza della danza nella piazza è stupenda, come pure quella il volo delle lanterne riflesso sul lago. In entrambi i casi l’applicazione dei “movimenti di macchina” al cartoon offre grandi opportunità (la sequenza del ballo si chiude con una bellissima vista dall’alto).
I personaggi, come al solito, tanti e spesso assai divertenti. Non brilla per personalità Flynn/Eugene, un bel guascone a cui riesce sempre tutto; ma alla fine il gesto decisivo lo fa lui, e lo fa con classe.
Impressionante la caratterizzazione di Rapunzel: stupidina quanto basta, con l’ossessione di avere tutto sotto controllo, forte di una sicurezza basata solo sul non saper nulla, talmente contagiosa da togliere l’iniziativa a più di un bruto. I movimenti delle mani (soprattutto delle dita) la dicono lunga sullo studio fatto dagli animatori sulla personalità border-line di tante ex-ragazzine, sempre in ordine, che ancora dicono “mammina”, per le quali il “piacere” è solo un infinito e graziosinamente si escludono dal gioco della vita, “perché sto bene così”.
Se volete saperlo, il momento che mi ha commosso davvero è il più intimo, il più silenzioso, nel finale del film: un semplice soldato si presenta nella sala del re e della regina (la vera madre!) e, senza dire nulla, li guarda. Senza chiedere nulla, tanto l’attesa della principessa perduta è presente in ogni istante nei loro cuori, i due sovrani, segnati dal dolore, capiscono, e vanno incontro alla ragazza.
Mi piace che questo tipo di eleganza sia destinato ai bambini: sicuramente oggi apprezzano di più altre sequenze, ma un domani, in un mondo di chiassosa ostentazione, potranno ricordare che la felicità non ha bisogno di essere detta.
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dano25
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lunedì 11 aprile 2011
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classica eroina disney tutta nuova
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Dalla fusione della Disney con la Pixar (vecchia di ormai 4 anni) nasce finalmente un capolavoro di animazione, fuori dai canoni classici della favola e dai risvolti sorprendenti, dal drammatico al comico, in 94min di pura intensità.
In tempi lontani, da una goccia di sole caduta sulla Terra, sboccia un fiore dai magici poteri. Trovato da una vecchietta che ne usa i poteri per ritrovare la perduta giovinezza, il fiore rimane per secoli nascosto agli occhi della gente comune fino al giorno in cui la Regina in dolce attesa, cade gravemente malata. Il Re, disperato, sguinzaglia i suoi uomini alla ricerca del fiore e, trovatolo, ne fa un infuso con cui guarisce la moglie. La piccola nata, racchiude nei capelli il dono del fiore e, se tagliati, questi perdono il loro potere.
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Dalla fusione della Disney con la Pixar (vecchia di ormai 4 anni) nasce finalmente un capolavoro di animazione, fuori dai canoni classici della favola e dai risvolti sorprendenti, dal drammatico al comico, in 94min di pura intensità.
In tempi lontani, da una goccia di sole caduta sulla Terra, sboccia un fiore dai magici poteri. Trovato da una vecchietta che ne usa i poteri per ritrovare la perduta giovinezza, il fiore rimane per secoli nascosto agli occhi della gente comune fino al giorno in cui la Regina in dolce attesa, cade gravemente malata. Il Re, disperato, sguinzaglia i suoi uomini alla ricerca del fiore e, trovatolo, ne fa un infuso con cui guarisce la moglie. La piccola nata, racchiude nei capelli il dono del fiore e, se tagliati, questi perdono il loro potere. Rapita la piccola Rapunzel, la vecchia la rinchiude in una torre nascosta e la cresce come sua figlia senza però darle la possibilità di uscire. I genitori, disperati, fallite le ricerche, ogni anno lanciano al cielo centinaia di lanterne per il suo compleanno nella speranzza di rivederla. Rapunzel cresce ammirando le luci fluttuanti dalla sua finestra e sogna un giorno di vederle da vicino, ignara del vero significato delle stesse.
Il giorno del suo 18° compleanno, Rapunzel viene raggiunta nella torre da Flynn Rider, sventurato ladro di professione catapultato nel mondo e nel sogno della principessa perduta da una serie di imprevisti e combinazioni. Flynn stinge un patto con Rapunzel e decide di aiutarla nella realizzazione del suo sogno. Parte da qui una fantastica avventura per i due con inseguimenti e pericoli a non finire e un nemico più pericoloso della matrigna: il Cavallo Max, del comandante delle guardie. I due protagonisti vivono così la loro avventura, scoprono l'amore e.....
Il film è davvero un capolavoro del genere, racchiude ironia, avventura, passione, amore e descrive una principessa diversa dagli stereotipi; Rapunzel insegue un sogno e non il principe azzuro, diventa eroina per necessità e il lieto fine non è così scontato e facile da raggiungere ma sudato e a costo di un sacrificio da parte di entrambi. Nota a parte merita Max, cavallo segugio, nemico e amico e personaggio co protagonista tutto da ridere.
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fede81
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giovedì 7 aprile 2011
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rapunzel
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Molto molto carino, l'ho visto subito dopo Cattivissimo Me e devo dire che nel complesso lo ritengo migliore. Diciamo così: mentre Cattivissimo Me è un film per grandi che piace anche ai bambini, Rapunzel è un film per bambini che diverte e fa pensare anche i grandi. E' una vera e propria fiaba, il percorso di formazione di una ragazza verso l'età adulta, che deve passare per la liberazione dalla figura soffocante della matre/matrigna. Consigliatissimo a chi ha dei figlioletti e vuole passare dei bei momenti con loro davanti a un DVD! :)
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kyotrix
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martedì 5 aprile 2011
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sottotono
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Io vado controcorrente perche' l'ho trovato decisamente sottotono. Dalla trama, al divertimento, ai sentimenti.
Per non parlare del ritorno delle canzoni disney, ne avrei fatto decisamente a meno.
Consigliato solo agli under17
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linus2k
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lunedì 4 aprile 2011
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i limiti della computer grafica
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Una delle cose più belle dei film d’animazione classica (e non solo Disney) è che nel tratto del disegno, nello stile, si evocano atmosfere… E’ grazie anche al tratto, allo stile del disegno, che la storia prende forma e personalità.
Così Hercules prende forma dai disegni delle anfore greche, Mulan diventa riconoscibile per il classico tratto dei disegni tradizionali cinesi, il tratto spigoloso de “La bella addormentata” permette di riconoscerla tra tutte le altre e così si potrebbe continuare. Riconoscibilità e carattere, che si associano a emozione e stupore davanti all’opera dei disegnatori, artisti veri che riescono a superare grosse difficoltà per rendere vive le loro storie.
Per carità, questo non vuole essere una condanna alla computer grafica, importante nuovo linguaggio cinematografico che ha permesso la realizzazione di capolavori del cinema come “Wall-e”, autentico gioiellino d’animazione che non avrebbe avuto lo stesso impatto nella grafica tradizionale.
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Una delle cose più belle dei film d’animazione classica (e non solo Disney) è che nel tratto del disegno, nello stile, si evocano atmosfere… E’ grazie anche al tratto, allo stile del disegno, che la storia prende forma e personalità.
Così Hercules prende forma dai disegni delle anfore greche, Mulan diventa riconoscibile per il classico tratto dei disegni tradizionali cinesi, il tratto spigoloso de “La bella addormentata” permette di riconoscerla tra tutte le altre e così si potrebbe continuare. Riconoscibilità e carattere, che si associano a emozione e stupore davanti all’opera dei disegnatori, artisti veri che riescono a superare grosse difficoltà per rendere vive le loro storie.
Per carità, questo non vuole essere una condanna alla computer grafica, importante nuovo linguaggio cinematografico che ha permesso la realizzazione di capolavori del cinema come “Wall-e”, autentico gioiellino d’animazione che non avrebbe avuto lo stesso impatto nella grafica tradizionale.
La questione che pongo è infatti legata all’abuso a fini puramente commerciali della computer grafica. E’ davvero necessario abbandonare del tutto l’altro linguaggio? Siamo sicuri che il nuovo linguaggio non abbia dei limiti?
Beh… io credo che Rapunzel mostri appunto questi limiti. La storia, classica favola di re, regine, principesse, cavalieri, streghe, una delle più classiche favole che va ad arricchire la già vasta e gloriosa gamma di storie Disney, da Biancaneve fino a La Bella e la Bestia è raccontata con quel solito, inconfondibile “Disney style”, popolato di animali divertenti, di personaggi molto cattivi e personaggi cattivi solo in apparenza… insomma, gli ingredienti ci sono tutti per essere un film da ricordare, ma…
Ebbene sì… c’è un ma… ed è appunto la computer grafica. Nel tentativo di mantenere i successi di botteghino della Pixar per la prima volta la principessa Disney è realizzata al computer e in 3D con gli ormai onnipresenti occhialini… ma è diventata, lei come tutti gli altri personaggi, gli ennesimi personaggi in stile Shrek e simili. Niente personalizzazione, niente originalità di tratto, raffreddati da un tratto tanto preciso quanto freddo e anonimo. E’ come se tutto il film mancasse di quella spezia in più che era il disegno ed in più indebolito da una delle colonne sonore più fiacche e peggio realizzate della storia dei lungometraggi Disney…
Rapunzel diventa una principessa azzoppata, quasi di serie B e la Disney quasi lo riconosce nell’ammettere che tutto ciò che deriverà da questo film sarà realizzato con l’animazione tradizionale… quasi a voler restituire alla povera principessa sfortunata quella dignità di tratto ingiustamente (e ritengo anche inutilmente) negata.
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arby :d
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sabato 2 aprile 2011
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il migliore film della disney che abbia mai visto
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Un film che diverte e commuove allo stesso tempo. Capolavoro è il termine più appropriato per definire il film di Rapunzel. Davvero bellissimo. Spero che faranno il due.
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kamaglione
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lunedì 28 marzo 2011
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cinquantesima pietra miliare
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Rapunzel - L'Intreccio della Torre è il nuovo capolavoro Disney che porta quest'ultima a quota 50. Una bella meta per la più famosa casa di produzione cinematografica del pianeta che con un'animazione cristallina e aggrazziata propone un nuovo imperdibile film for family. La trama non spicca di originalità ma rimane comunque gradevole e mai noiosa grazie alla comicità di alcuni personaggi. Il finale sa un pò di "Bella e la Bestia" e il doppiaggio non è dei migliori, ma queste sono le uniche note dolenti di un film che rimane una perla dell'animazione.
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kamaglione
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domenica 27 marzo 2011
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50° successo
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Rapunzel è un film che vale veramente la pena vedere: 50° film d'animazione Disney, toccante e sempre nuovo, unisce grandi e piccini nel dire che è uno dei migliori film per la famiglia. Unico motivo di critica è la trama che non abbonda di originalità, ma rimane comunque lineare e aggrazziata. Si riconosce il tocco Disney della "Bella e la Bestia" e dell'animazione cristallina. Sottolineo anch'io il lato comico con l'impareggiabile cavallo Maximus.
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