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mercoledì 1 settembre 2021
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povero
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Chi cerca lo spettacolo di fantascienza (come me) fugga lontanissimo; darei un quattro giusto per un paio di ideuzze alla fine.
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kyotrix
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sabato 23 settembre 2017
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mediocre
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Non è da buttare, ma non mi è piaciuto, poche emozioni, rapporto tra i 2 protagonisti ( bravi ) scontato, situazione socio/fanta politica strana e poco sensata, poteva essere fatto meglio
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fabal
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venerdì 28 aprile 2017
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un minimalismo ragionato
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Alcuni anni prima dei fatti narrati nel film un incidente ha scosso il mondo: campioni di vita extraterrestre sono giunti sulla Terra, destinati a una base spaziale in Messico. Ma, poco prima dell'atterraggio l'astronave si è schiantata al suolo e le forme di vita hanno iniziato a propagarsi formando la cosiddetta "zona infetta": mezzo Messico, il centronord fino al confine con gli States, rimane isolato dal resto del mondo, separato da un muro e pattugliato continuamente dall'aviazione militare che deve contenere la proliferazione aliena. Un giornalista, incaricato di recuperare la figlia del suo capo a San José, deve far ritorno negli Stati Uniti: ma, smarriti i passaporti, l'unica via possibile è un viaggio in clandestinità proprio attraverso la zona infetta.
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Alcuni anni prima dei fatti narrati nel film un incidente ha scosso il mondo: campioni di vita extraterrestre sono giunti sulla Terra, destinati a una base spaziale in Messico. Ma, poco prima dell'atterraggio l'astronave si è schiantata al suolo e le forme di vita hanno iniziato a propagarsi formando la cosiddetta "zona infetta": mezzo Messico, il centronord fino al confine con gli States, rimane isolato dal resto del mondo, separato da un muro e pattugliato continuamente dall'aviazione militare che deve contenere la proliferazione aliena. Un giornalista, incaricato di recuperare la figlia del suo capo a San José, deve far ritorno negli Stati Uniti: ma, smarriti i passaporti, l'unica via possibile è un viaggio in clandestinità proprio attraverso la zona infetta.
L'opera di Gareth Edwards, futuro regista di Rogue One, è di un minimalismo ragionato, di quello che può far vedere poco (per via del budget scarno) ma in modo ottimamente dosato. Gli alieni sono un contorno costante, una presenza ossessiva più mediatica che fisica. Ma prima di mostrarceli Edwards li lascia introdurre da decine di telegiornali e dal "sentito dire", in modo che il lo spettatore di Monsters condivida il medesimo bagaglio informativo dei protagonisti e si senta pienamente coinvolto in un viaggio in cui non si sa cosa aspettarsi.
Fin troppo metaforico socialmente, con una gustosa rivisitazione del muro tra Usa e Messico, il riferimento della sceneggiatura firmata dallo stesso regista è chiaramente il bellissimo District 9 di Neill Blomkamp, interessante parabola sulla ghettizzazione in una città multietnica. I giganteschi invasori spaziali di Monsters, però, hanno una psicologia molto naturale e poco sociale: tendenzialmente non aggressivi, il loro primario interesse è riprodursi ed essere lasciati in pace. L'interazione umani/alieni è dunque limitata, accidentale, e finisce laddove comincia la consapevolezza che la zona infetta non lo è poi così tanto. La presenza delle bestie spaziali la rende invece una zona di decontaminazione, in cui la natura prima di essere temuta deve essere osservata, come testimonia il misterioso rituale alla fine del film che si rivela un semplicissimo accoppiamento.
In tutto questo la regia di Edwards è asciutta, efficace, mentre il montaggio alterna sequenze televisive, filmati in notturna con telecamera a mano e luminosi paesaggi fluviali. Anche se il risultato finale non strabilia a livello visivo, a partire dal design degli alieni troppo simili a piovre già viste, Monsters è un film certamente interessante con una bellissima atmosfera di fondo, con l'innegabile pregio di affascinare più per quello che non mostra che per l'esplicito.
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alyce
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lunedì 22 febbraio 2016
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pessimo
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Appena finito di vederlo mi sono pentita amaramente di aver sprecato 1 ora e mezza della mia vita. Lo considero uno C Movie senza gloria. Per un ora il film è lento, con scene riempitive, dialoghi quasi senza senso (sopratutto quando la ragazza si incavola perchè il suo accompagnatore è in stanza con un 'altra...). I "mostri" compaiono circa 3 volte in tutto il film di cui nella prima ora e venti solo per 10 secondi .... che dire ? Se vi piacciono i veri film horror o avete un minimo di gusto serio , questo film è da lasciar perdere. Tra l'altro si conclude pure penosamente. No comment insomma.
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kondor17
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lunedì 3 novembre 2014
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road movie affascinante
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Andrew è un fotografo freelance che viene mandato dal suo editore a prelevare la figlia Samantha da una zona pericolosissima. Una navicella che portava con se forme aliene è infatti naufragata nei pressi del golfo del Messico, liberando spore e miceti che, dopo un breve periodo di incubazione pulsante e fluorescente sugli alberi sotto forma di funghi, si trasformano in piovre camminanti simili ai tripodi de "La guerra dei mondi" e come loro dotati di tentacoli captili per fiutare le prede. La zona contaminata e infestata sita tra Usa e Messico viene bombardata di pesticidi e da raid aerei e delimitata a nord, al confine americano, da un'enorme muraglia. È un autentico inferno.
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Andrew è un fotografo freelance che viene mandato dal suo editore a prelevare la figlia Samantha da una zona pericolosissima. Una navicella che portava con se forme aliene è infatti naufragata nei pressi del golfo del Messico, liberando spore e miceti che, dopo un breve periodo di incubazione pulsante e fluorescente sugli alberi sotto forma di funghi, si trasformano in piovre camminanti simili ai tripodi de "La guerra dei mondi" e come loro dotati di tentacoli captili per fiutare le prede. La zona contaminata e infestata sita tra Usa e Messico viene bombardata di pesticidi e da raid aerei e delimitata a nord, al confine americano, da un'enorme muraglia. È un autentico inferno. Gli alieni attaccano da terra e dall'acqua, imbrigliando e affondando veicoli e imbarcazioni e seminando sterminio. Samantha, in procinto di sposarsi, viene quindi raggiunta a sud da Andrew e i due iniziano un viaggio avventuroso verso la salvezza, tra avidi traghettatori, bande armate fino ai denti e gruppi di disperati in fuga dall'inferno.
Girato con un budget ben diverso da quello di Spielberg, Monsters rievoca magiche sensazioni di avventura grazie ad un uso sapiente del primo piano, della dissolvenza e della musica. Bellissima la scena della festa celebrativa con falò e musiche salsa, dove la handy cam instabile scova tra flebili fiamme le foto dei desaparicidos e i teschi di persone ignote. Ricordi affogati nelle danze dalla tequila.
Il finale sospeso nella notte sopra il tetto di una stazione di servizio non è forse da storia del cinema, ma è in linea con lo stile dolce e raffinato di un film da vedere.
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elgatoloco
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sabato 20 settembre 2014
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vari spunti indubbi
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Ben diverso da tanti film corrivi di science fiction, qui al centro di tutto c'è il searching, ossia la ricerca, che non sarà la ricerca della Verità(ma quale, se con la"V"maiuscola, quale, come; ma anche perché porre un film necessariamente quale "inquisition" metafisica?). Tecnicamente e non solo ben diverso, appunto, dal"solito film", ossia dagli stereotipi dominanti. El Gato
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mystic
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martedì 19 febbraio 2013
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un film alieno in gran parte incompreso
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Messico-La regione a sud del confine con gli Stati Uniti è tenuta sotto assedio da enormi calamari alieni che costringono i governi a delimitare l'area infetta e a controllarla militarmente. Gli eroi sono un fotoreporter (McNairy) e la ragazza che deve portare in salvo (Able) negli Stati Uniti, usando mezzi di trasporto di fortuna. Inutile dire che il viaggio sarà costellato di mille pericoli.
Da un lato il paesaggio devastato e le immense muraglie artificiali ricordano Jurassic Park e King Kong, dall'altro le spaventose creature sono un richiamo a La guerra dei mondi. Ma a differenza dei film di Spielberg, Cooper e Jackson la fantascienza di Gareth Edwards è fatta di pochi effetti speciali low budget, non necessariamente un male, le cui imperfezioni sono abilmente cammuffate da una telecamera instancabilmente in movimento.
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Messico-La regione a sud del confine con gli Stati Uniti è tenuta sotto assedio da enormi calamari alieni che costringono i governi a delimitare l'area infetta e a controllarla militarmente. Gli eroi sono un fotoreporter (McNairy) e la ragazza che deve portare in salvo (Able) negli Stati Uniti, usando mezzi di trasporto di fortuna. Inutile dire che il viaggio sarà costellato di mille pericoli.
Da un lato il paesaggio devastato e le immense muraglie artificiali ricordano Jurassic Park e King Kong, dall'altro le spaventose creature sono un richiamo a La guerra dei mondi. Ma a differenza dei film di Spielberg, Cooper e Jackson la fantascienza di Gareth Edwards è fatta di pochi effetti speciali low budget, non necessariamente un male, le cui imperfezioni sono abilmente cammuffate da una telecamera instancabilmente in movimento. Pe questo la forza del film non è quasi mai a livello visivo.
E' la relazione tra i due protagonisti a incuriosire, mentre si conoscono e confrontano, anche perchè i mostri sembrano essere piuttosto schivi e gli amanti dell'azione potrebbero essere costretti ad abbandonare la visione del film molto prima dei titoli di coda. Edwards si avvicina al documentario, virando poi verso la fantascienza, e le poche immagini ben visibili delle creature non sono altro che il riflesso dell'umanità, tra qualche pregio e molti difetti. Ma in fondo, Monsters è un road-movie d'intrattenimento dove la lezione morale arriva solo alla fine: siamo gli unici uomini nell'universo, su questo non c'è alcun dubbio, ma non siamo gli unici dotati di quella virtù chiamata umanità.
Probabilmente la romantica scena in cui vediamo i mostri scambiarsi delicate carezze non è solo una delle scene d'amore più bizzarre mai girate: è anche un finale rivelatore straordinariamente efficace e intenso, dove capiamo, a malincuore, che l'amore non può esistere, non sul nostro pianeta. E non è necessario capire i come, i dove e i perchè: come la vita e l'amore, anche il film di Edwards è un elemento alieno in gran parte incompreso.
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cekko
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venerdì 8 febbraio 2013
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platitudes from outer space
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Avere a disposizione un budget modesto non significa, necessariamente, realizzare un film modesto, si può anche realizzare film mediocri. Il giovane Edwards, che del film ha curato sceneggiatura, regia e fotografia, ci è riuscito pienamente.
Nel vano tentativo di realizzare un film fanta-horror con l'impronta di un road movie, Edward è invece riusicto a realizzare un polpettone vuoto ed insipido, sostenuto solo in parte dalle riprese in esterni grazie agli scorci "acchiappati", con grazia documentarista, e grazie anche alla quasi totale assenza di quei tanto 'fantasmagorici' quanto insulsi e scontati 'effetti speciali' realizzati con la computer grafica che ammorbano ormai la produzione cinematografica globale.
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Avere a disposizione un budget modesto non significa, necessariamente, realizzare un film modesto, si può anche realizzare film mediocri. Il giovane Edwards, che del film ha curato sceneggiatura, regia e fotografia, ci è riuscito pienamente.
Nel vano tentativo di realizzare un film fanta-horror con l'impronta di un road movie, Edward è invece riusicto a realizzare un polpettone vuoto ed insipido, sostenuto solo in parte dalle riprese in esterni grazie agli scorci "acchiappati", con grazia documentarista, e grazie anche alla quasi totale assenza di quei tanto 'fantasmagorici' quanto insulsi e scontati 'effetti speciali' realizzati con la computer grafica che ammorbano ormai la produzione cinematografica globale.
L'avere affidato, nella sua scarsa sceneggiatura, agli stessi attori la più ampia discerzionalità sui dialoghi, sperando forse di renederli 'realisti', ha invece sortito il risultato di renderli a malapena naif. Senza nulla togliere all'impegno profuso dal duo McNairy - Able (che in fondo non sono Al Pacino e Meryl Streep...) da una coppia di neo-sposini (nella vita reale) come loro, ci si poteva aspettare una maggiore 'complicità' comunicativa.
Nel complesso dunque un film banale, noioso e inutile, ma si sa che chi si accontenta gode... pochino ma gode.
Due sono gli innegabile vantaggi dell'averlo visto in televisione: il costo del canone viene comunque ammortizzato da altre visioni ed inoltre è stato possibile godere delle varie interruzioni pubblicitarie, unici veri 'colpi di scena' nella monotonia generale.
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(di cianoz)
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adelfococo
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sabato 17 novembre 2012
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terribile
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Uno dei film più brutti che abbia mai visto, inconcludente, dialoghi assurdi...bo...ma il regista nn aveva nient'altro da fare?? xD
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graziedavvero
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venerdì 9 novembre 2012
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piccolo gioiello
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Il film è indiscutibilmente tra i migliori del genere apocalittico degli ultimi dieci anni. I due protagonisti sono straordinari, soprattutto il fotografo. Ci prova sin dalla prima notte con la tipa, ma invano, poi va a sbronzarsi e va a letto con la prima che incontra. La mattina dopo viene derubato, forse proprio dalla sconosciuta con la quale ha avuto un rapporto. Il tutto mentre gigantesche creature tentacolari passeggiano per le foreste inseminando i tronchi degli alberi. Il vero tocco di classe di questo piccolo gioiello di Gareth Edwards è che i mostri non sembrano mai davvero pericolosi. Non fanno paura quasi a nessuno. Certo non ai messicani: abituati da secoli ad un "mondo difficile" (come direbbe Carotone), fanno la vita di tutti i giorni, quasi fossero alle prese con un rognoso gruppo di spacciatori più che con orribili alieni venuti dallo spazio.
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Il film è indiscutibilmente tra i migliori del genere apocalittico degli ultimi dieci anni. I due protagonisti sono straordinari, soprattutto il fotografo. Ci prova sin dalla prima notte con la tipa, ma invano, poi va a sbronzarsi e va a letto con la prima che incontra. La mattina dopo viene derubato, forse proprio dalla sconosciuta con la quale ha avuto un rapporto. Il tutto mentre gigantesche creature tentacolari passeggiano per le foreste inseminando i tronchi degli alberi. Il vero tocco di classe di questo piccolo gioiello di Gareth Edwards è che i mostri non sembrano mai davvero pericolosi. Non fanno paura quasi a nessuno. Certo non ai messicani: abituati da secoli ad un "mondo difficile" (come direbbe Carotone), fanno la vita di tutti i giorni, quasi fossero alle prese con un rognoso gruppo di spacciatori più che con orribili alieni venuti dallo spazio. Ciò che mette davvero ansia, piuttosto, è quel via vai di caccia bombardieri che l'esercito americano ha messo a solcare i cieli per controllare il territorio infetto. Per tutta la durata del film gli aerei statunitensi saettano da una parte all'altra militarizzando l'incredibile paesaggio attraversato dai due protagonisti in fuga verso la salvezza, un'immensa cortina di cemento che separa il mondo normale dalla zona dell'invasione extraterrestre.
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