mbarsan
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domenica 23 gennaio 2011
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un film piacevole, che mi ha fatto divertire...
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4 stelle forse sono troppe, ma serve un gesto d'incoraggiamento perchè non merita le 2 che si ritrova adesso.
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annalisa.giu
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martedì 18 gennaio 2011
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carino, anche se...
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Bravo Castellitto! Bisogna davvero impegnarsi per realizzare un film così brutto. Sembra di assistere al lavoro di chi nelle intenzioni vuole fare una pellicola dotta dal carattere grottesco che risulta invece presuntuosa, ridicola e stereotipata. Qualche risata (o meglio sorriso) può anche scappare, ma sono molto più onesti i cinepattoni, che almeno non si ergono a film intellettuali. Il resto è la solita solfa della famiglia stra-benestante, in cui i genitori mancano di autorevolezza verso i figli (e le cameriere!) e che fanno tanto i liberali fin quando non si scontrano con qualcosa che non possono accettare: un fidanzato della figlia minorenne che ha cinquant’anni più di lei (Enzo Iannacci).
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Bravo Castellitto! Bisogna davvero impegnarsi per realizzare un film così brutto. Sembra di assistere al lavoro di chi nelle intenzioni vuole fare una pellicola dotta dal carattere grottesco che risulta invece presuntuosa, ridicola e stereotipata. Qualche risata (o meglio sorriso) può anche scappare, ma sono molto più onesti i cinepattoni, che almeno non si ergono a film intellettuali. Il resto è la solita solfa della famiglia stra-benestante, in cui i genitori mancano di autorevolezza verso i figli (e le cameriere!) e che fanno tanto i liberali fin quando non si scontrano con qualcosa che non possono accettare: un fidanzato della figlia minorenne che ha cinquant’anni più di lei (Enzo Iannacci). La Morante, anche se bravissima, è purtroppo l’ennesima psicologa nevrotica. Basta, non se ne può più! Certo, almeno questa volta non troviamo la solita Margherita Buy in un ruolo del genere, ma è davvero poco per rallegrarsi. I personaggi non sono credibili, il vecchio saggio che se la fa con la ragazzina in primis. Sembra un reality in cui tutti vengono buttati lì per fare caciara recitando la loro parte esasperata. Potrebbe in effetti essere una buona alternativa al Grande Fratello, dato che il livello è lo stesso.
Note positive sono una buona fotografia e un montaggio che spesso fa dei giochi interessanti.
Un plauso al somarello che ogni tanto viene inquadrato e che, sarà pure una nostra proiezione, sembra alquanto perplesso dal teatrino a cui assiste; lui sì, come recita il titolo, è davvero bello.
Carino anche se... invece di pagare il biglietto del cinema è consigliabile che vi andiate a fare una bella passeggiata.
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flaneuse
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lunedì 17 gennaio 2011
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una campagna marginale
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L'idea di base dei borghesi riuniti in un casolare fuori città ricorda un po' l'ultimo episodio de "La dolce vita" e seppur con dinamiche differenti anche in questo film come in quello felliniano si raggiunge un discreto livello di paradossalità.
Tutto si svolge in una campgna dove non ci sono recinti o cancelli eppure i personaggi sembrano essere posti sotto una lente di ingrandimento che tenta di analizzare relazioni e che allo stesso tempo ingigantisce teatralmente ogni singola azione o scena.
Nessuno dei personaggi sembra provare sentimenti profondi verso rispettivi mariti, mogli e figli e in mezzo a questo trionfo di lascività affettiva appare Armando (Enzo Jannacci) che dovrebbe rappresentare colui che è in grado di provare dei veri sentimenti; dovrebbe perchè in realtà sarà una sorta di sagoma mossa talvolta dalla sua paradossale fidanzata 17enne e che a volte pronuncia qualche pillola filosofica senza però ottenere grandi effetti.
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L'idea di base dei borghesi riuniti in un casolare fuori città ricorda un po' l'ultimo episodio de "La dolce vita" e seppur con dinamiche differenti anche in questo film come in quello felliniano si raggiunge un discreto livello di paradossalità.
Tutto si svolge in una campgna dove non ci sono recinti o cancelli eppure i personaggi sembrano essere posti sotto una lente di ingrandimento che tenta di analizzare relazioni e che allo stesso tempo ingigantisce teatralmente ogni singola azione o scena.
Nessuno dei personaggi sembra provare sentimenti profondi verso rispettivi mariti, mogli e figli e in mezzo a questo trionfo di lascività affettiva appare Armando (Enzo Jannacci) che dovrebbe rappresentare colui che è in grado di provare dei veri sentimenti; dovrebbe perchè in realtà sarà una sorta di sagoma mossa talvolta dalla sua paradossale fidanzata 17enne e che a volte pronuncia qualche pillola filosofica senza però ottenere grandi effetti. Gli unici personaggi che riescono ad instaurare un reale rapporto con chi guarda sono coloro che in realtà dovrebbero essere marginali come i due pazienti di Marina, e la domestica dell'est.
In sostanza un film che tenta di scandagliare intimi rapporti familiari e generazionali ma che finisce con il rimanere ai margini di ciò che racconta.
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marxia1789
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giovedì 13 gennaio 2011
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quel somaro di castellitto
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Col titolo "La bellezza del somaro" si vuole rimandare alla bellezza del giovane un po' stolto e, quasi di contrappunto, il film di Sergio Castellitto intende trattare il tema della vecchiaia. Purtroppo, però, questo lo si capisce solamente grazie al discorso finale del protagonista, mentre il film sembra più che altro essere una storia di e per genitori: tre famiglie con figli, accompagnate da ospiti non troppo graditi, si ritrovano in una cascina nella sublime campagna toscana per passare assieme il ponte dei morti; l'elemento che causerà più scompiglio (il fidanzato settantenne di Rosa, la figlia minorenne dei protagonisti) sarà anche quello che riuscirà a portare una spolverata di poesia all'interno dello sgangherato gruppo.
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Col titolo "La bellezza del somaro" si vuole rimandare alla bellezza del giovane un po' stolto e, quasi di contrappunto, il film di Sergio Castellitto intende trattare il tema della vecchiaia. Purtroppo, però, questo lo si capisce solamente grazie al discorso finale del protagonista, mentre il film sembra più che altro essere una storia di e per genitori: tre famiglie con figli, accompagnate da ospiti non troppo graditi, si ritrovano in una cascina nella sublime campagna toscana per passare assieme il ponte dei morti; l'elemento che causerà più scompiglio (il fidanzato settantenne di Rosa, la figlia minorenne dei protagonisti) sarà anche quello che riuscirà a portare una spolverata di poesia all'interno dello sgangherato gruppo. Tutto resterà come prima, ma servirà a far aprire gli occhi a ognuno di loro. Il minestrone di personalità che ci vengono presentate, così varie e fitte, è consolatorio e a tratti frizzante ma, ahinoi, vengono spiegati al pubblico solo i personaggi più "facili" : la psicologa e l'architetto in crisi, la figlia ribelle, la no global insopportabile e i due divorziati che non vogliono crescere. Enzo Jannacci, che fa coppia con la giovane Nina Torresi, sembra quasi surreale, ed è un merito del regista l'essere riuscito a renderlo tale, allontanando dal film ogni possibilità di cadere nel morboso. I due pazienti con problemi psichici in cura dalla Morante riescono a fornire dei siparietti divertenti, ma il mondo dei restanti personaggi più giovani viene a malapena sfiorato, e il considerarli privi di spessore non autorizza gli sceneggiatori a riempir loro la bocca di frasi fatte. Nonostante ciò, la commedia è gradevole e scivola via in fretta, ma è un peccato che gli spunti più interessanti arrivino solamente verso la parte finale, e, soprattutto, resta ancora un mistero il perché non sembri concepibile per il cinema italiano portare sullo schermo una donna sulla quarantina senza farla scoppiare, prima o poi, in una crisi di nervi.
Comunque sia, diverte e rilassa: andatelo a vedere.
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libero contumace
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mercoledì 12 gennaio 2011
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un film scadente
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La storia è insensata: una mocciosa viziata e, a tratti, depressa, si fidanza con nientepocodimeno che un vecchio (Enzo Iannacci).
I genitori, banalmente moderni, accettano tutto quasi fosse tutto normale.
Non so come ho fatto a resistere al cinema per tutta la durata del film!
Gli attori sono deludenti: la Morante è la solita nevrotica e Castellitto del tutto "insipido".
La ciliegina sulla torta è Iannacci, dai tratti grottescamente ieratici.
Un film che annoia e non lascia niente allo spettatore.
Altrettanto discutibile il titolo.
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lucky85
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domenica 9 gennaio 2011
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assolutamente da evitare
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che dire?di bello non c'era davvero nulla! dopo soli 15 minuti volevo andare via ma sono rimasto per vedere se il film si riprendeva.ovviamente non è successo nulla.davvero brutto,da non vedere mai.ottimo per se si vuole dormire dopo 5 minuti.
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moviesforever
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domenica 9 gennaio 2011
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giusto
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moviesforever
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domenica 9 gennaio 2011
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bella delusione
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decisamente inutile , film urlato , con un pessimo audio , le persone ridevano alle parolacce , battute vecchie , non manca nemmeno la torta in faccia , se voleva essere un analisi sociale o generazionale ha toppato completamente .
nessuno dei personaggi è credibile , sono buttati lì uno sull' altro , tanto per fare spessore e riempire 90 minuti di film con sfruttati luoghi comuni .
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navoce
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sabato 8 gennaio 2011
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deludente
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Attirato dal titolo sono andato,aspettandomi un film che analizzasse le tematiche del rapporto genitori-figli,il comportamento degli adolescenti e dei cinquantenni di oggi..
Argomenti sfiorati,in modo frenetico,enfatizzando ogni situazione ma,approfondimento delle realtà praticamente nullo..
Pessimi i dialoghi,buone le interpretazioni di Jannacci(forse sprecato per questo film) e dell'asino (che essendo stato zitto,non ha detto inutilità)..
P.S. Un mio amico si è divertito molto,evidentemente ,il film non ha ragginto lo scopo.
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oltremare
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sabato 8 gennaio 2011
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basta col cinema scoppiato!
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Sono stufo di cinema scoppiato, di sceneggiature scritte da persone scoppiate, da ritmi narrativi sempre al di sopra delle righe.
Se il mondo va sempre più alla deriva è anche grazie a certi film che mettono in mostra persone traviate dalla loro stessa vita, da protagonisti al negativo!
Vogliamo un cinema intelligente, pacato, che ispiri sentimenti positivi, che ci faccia vedere personaggi "normali", veri, che vivono la vita di tutti i giorni.
L'accoppiata artistica Castellitto/Mazzantini sono insopportabili come in questo pessimo film!
Che cambino mestiere!
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