rongiu
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martedì 7 giugno 2011
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e, meno male, che il somaro c'è.
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L'uomo merita sempre la massima attenzione.
Ciò che vediamo, ascoltiamo, è sempre reale? E se non fosse così? Le persone che ci affiancano nel quotidiano, dopo tanti anni, in cosa si sono trasformate? E se le distorsioni qualche volta possono aiutarci a vivere? Una volta percepito il reale, siamo sempre in grado di affrontarlo? E la magia della vita, che cos’è? Un articolato percorso di pensiero/azione, all’interno di altrettanto articolato gruppo, non più in grado di rielaborare il proprio tempo, i propri costumi. Un uomo dai capelli bianchi, amico di una diciottenne, un senatore della vita, saprà trasmettere, “senza esasperare”, tranquillità emotiva.
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L'uomo merita sempre la massima attenzione.
Ciò che vediamo, ascoltiamo, è sempre reale? E se non fosse così? Le persone che ci affiancano nel quotidiano, dopo tanti anni, in cosa si sono trasformate? E se le distorsioni qualche volta possono aiutarci a vivere? Una volta percepito il reale, siamo sempre in grado di affrontarlo? E la magia della vita, che cos’è? Un articolato percorso di pensiero/azione, all’interno di altrettanto articolato gruppo, non più in grado di rielaborare il proprio tempo, i propri costumi. Un uomo dai capelli bianchi, amico di una diciottenne, un senatore della vita, saprà trasmettere, “senza esasperare”, tranquillità emotiva. Quanti seguiranno con profitto le sue lezioni?
Marcello \Sergio Castellitto/. Migliore attore protagonista. Marcello ha due anime e due corpi. La luce corporea la riserva alla sua collaboratrice; quella eterea gli proviene dalle stelle, è proprio lì che ha la testa, Marcello, nelle stelle ma lui purtroppo non sa né guardarle né “capirle”. E’ un vero peccato, perché Marcello, quello originale, era… Marcello. Pensate, il vero Marcello, anni addietro è riuscito a far innamorare Marina \ Laura Morante /. Migliore attrice protagonista.
Marina è una psicologa. Brava, ma con un problema molto serio. Il tempo. Ma non il suo tempo, ormai andato chissà dove; quello degli altri, quello dei suoi pazienti. Lei ha bisogno di più tempo perché ama “Ascoltare”, vuole “Ascoltare di più”, purtroppo tutti vogliono attenzione e per lei … \ Marcello, ma cosa combini. Ti sei accorto che tua moglie… / di notte indossa il collarino?
Venanzia \ Erika Blanc /. Venanzia è l’indovinatissimo Personaggio del film, quanti vorrebbero essere un pochino come lei? Non tace né soggiace. Le sue esternazioni sono da ascoltare; le sue carezzevoli attenzioni per la figlia sono da ricordare.
Marco Giallini \ Duccio / cardiologo. E’ malato e lo sa. La sua malattia si chiama “femmina”. Contrariamente agli altri, di tempo ne ha tanto, lo conta tra un sorriso ed uno sghignazzo aspettando che finisca.
Barbora Bobulova \ Lory / miglior attrice non protagonista. La “sua eterna ricerca del Piacere” è un “Inno alla Vita”. Lory è la cartina al tornasole della malattia di Duccio. Grande interpretazione, 5 stelle ed una Luna d’oro.
Gianfelice Imparato \ Valentino / E’ ancora in grado di desiderare qualche cosa? E di provare emozioni? Affetti ed Effetti personali sono in continuo contrasto. Il bollettino “Le quotazioni sull’Amore” danno i secondi in netto vantaggio sui primi.
Nina Torresi \ Rosa / vive di luce propria, troppa; inizialmente. Orgogliosa, altèra, presuntuosa? Forse no. Fiera e consapevole dei propri mezzi, certo si. Rosa è riflessiva, non lascia niente al caso, e conosce intimamente i suoi genitori. Questa avveduta cognizione, le permette di assumere il ruolo di “educatrice” genitoriale. Ruolo che svolge splendidamente ed a volte con un po’ di sottile “perfidia”. In campagna, con famiglia ed amici per il weekend, Rosa decide di presentare ai suoi, Armando.
Enzo Jannacci \ Armando /. Armando è molto ma molto più grande di Rosa. Ma quanto? Tanto da poter esser chiamato vecchio. I suoi capelli bianchi dicono tutto. Lui, Armando, non ha la testa separata dal corpo. Lui, Armando, è padrone del suo Tempo. Non è possibile non accorgersi della sua presenza. Di tutto ciò che fa o dice ne resta traccia. Armando dona a tutti i presenti “la consapevolezza del Tempo”, dopodiché decide di…
E, meno male, che il somaro c’è. Meno male, con la sua bellezza, mi ricorda chi somaro è.
E, meno male, che il somaro c’è. Meno male, non è in pensione, può ancora dirmi della mia evoluzione.
E, meno male che il somaro c’è. Non può parlare, ma sa ragliare
ed il suo raglio è come un taglio, un po’ profondo…
ma dai non ti arrabbiare, prova a ragliare, ti accorgerai che dentro te un po’ di somaro, o, o, o,
certamente c’è.
Evviva il somaro. Evviva, evviva.
:-O
Good Click!
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[+] ipocrisie e nevrosi di una generazione
(di vecchiomio)
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nello
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venerdì 27 maggio 2011
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la bellezza di un film..
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Film assolutamente godibile, divertente..insomma te lo guardi e non vorresti mai alzarti dalla sedia, cosa si vuole di piu? cosa offre di meglio il cinema di oggi?spaccato surreale (ma adorabile in quanto tale) di umorismo Italiano di qualità.. la critica svolga il suo lavoro ma lasci spazio e soddisfazione a chi da un film non chiede altro..... Ps BERLUSCONI C'ENTRA SEMPRE!
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dano25
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martedì 17 maggio 2011
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la vita sotto ogni punto di vista
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La famiglia Sinibaldi è una “normale” e agiata famiglia romana composta da Marcello, architetto di successo, marito part time, padre troppo amichevole, una bella e giovane amante, Marina, psicologa un po’ nevrotica, mamma affettuosa, difensore dell’ambiente e Rosa, figlia 17enne ribelle, secchiona, convinta di essere al centro del mondo degli amici ed innamorata di Armando, 70enne colto ed elegante. La vita finto-perfetta dei coniugi Sinibaldi è messa a dura prova quando organizzano un week-end in campagna con tutti gli amici e conoscono Armando che sconvolgerà in meglio la vita di ogni singola persona grazia alla sua personalità e saggezza. Diretto e interpretato con magistrale bravura da Sergio Castellitto, “la bellezza del somaro” è tratto da un romanzo della signora Castellitto, Margaret Mazzantini.
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La famiglia Sinibaldi è una “normale” e agiata famiglia romana composta da Marcello, architetto di successo, marito part time, padre troppo amichevole, una bella e giovane amante, Marina, psicologa un po’ nevrotica, mamma affettuosa, difensore dell’ambiente e Rosa, figlia 17enne ribelle, secchiona, convinta di essere al centro del mondo degli amici ed innamorata di Armando, 70enne colto ed elegante. La vita finto-perfetta dei coniugi Sinibaldi è messa a dura prova quando organizzano un week-end in campagna con tutti gli amici e conoscono Armando che sconvolgerà in meglio la vita di ogni singola persona grazia alla sua personalità e saggezza. Diretto e interpretato con magistrale bravura da Sergio Castellitto, “la bellezza del somaro” è tratto da un romanzo della signora Castellitto, Margaret Mazzantini. Dopo il toccante “non ti muovere” Castellitto si conferma uno dei più completi artisti italiani, capace di regalare risate ed emozioni con una semplicità devastante. Nella parte di Marina è (come sempre) ottima l’interpretazione di Laura Morante, donna dall’indiscusso fascino e attrice tra le più brave e convincenti del panorama cinematografico italiano. Rilevante e convincente il maestro Enzo Jannacci nella parte di Armando, ottima scelta per quell’aria colta e vissuta di un simbolo della musica italiana. Nina Torresi, Barbara Bobulova, Lola Ponce sono alcune degli altri interpreti che completano un ottimo cast. Sovvenzionato con fondi statali e con il patrocinio ed il contributo della regione Toscana (dove sono ambientate le scene di campagna) questo film è uno degli esempi che il cinema italiano non è morto ma bisogna affidarne il rilancio a gente competente con film intelligenti, basta cinepanettoni e squallide commedie.
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ginger snaps
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domenica 8 maggio 2011
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enzo jannacci
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grandissimo con le sue espressioni mi hanno mandato letteralmente in disibilio, veramente eccezzionale
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ginger snaps
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domenica 8 maggio 2011
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sindrome di peter pan
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per Sergio Castellitto, racconta bene la realtà di oggi tra genitori e figli, troppo permissivi e spesso impauriti dalle reazioni di questi nostri giovani con una capacità razionale impensabile per la loro tenera età. Spaventa inizialmente per il messaggio che dà sul tema della relazione tra diverse età, ma poi alla fine con una strategia non troppo curata, mette a tacere gli animi e come ci si aspetta " tutto bene quel che finisce bene". Mi ha divertito molto la descrizione dei nuovi quanrantenni, troppo attenti a rimanere giovani e poco propensi a far tesoro delle esperienze passate tracciando un solco nella propria vita, in modo da invecchiare in salute e serenità.
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per Sergio Castellitto, racconta bene la realtà di oggi tra genitori e figli, troppo permissivi e spesso impauriti dalle reazioni di questi nostri giovani con una capacità razionale impensabile per la loro tenera età. Spaventa inizialmente per il messaggio che dà sul tema della relazione tra diverse età, ma poi alla fine con una strategia non troppo curata, mette a tacere gli animi e come ci si aspetta " tutto bene quel che finisce bene". Mi ha divertito molto la descrizione dei nuovi quanrantenni, troppo attenti a rimanere giovani e poco propensi a far tesoro delle esperienze passate tracciando un solco nella propria vita, in modo da invecchiare in salute e serenità. Ad ogni modo gli attori tutti, anche i più giovani hanno dato il meglio e devo dire che ne risulta un film molto piacevole e con dei significati interessanti.
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nalipa
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giovedì 28 aprile 2011
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un cast di attori
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"seri" assolutamente in parte anche se fanno i buffoni!
Non avrrei scommesso che sia Castellitto che la Morante potessero reggere parti così in una commedia.
Simpaticissimi tutti gli altri attori.
Forse, pensandoci bene, avrei dato anche qualche stellina in più....
ma ho trovato un po' eccessiva una certa spinta .... sul pacchiano..che non mi piace mai nenanche nelle commedie, mi riferisco alle continue allusioni al sesso che dato l'argomento potevano non esserci ma che probabilmente Castellitto ha messo perché pare che altrimenti - e mi dispiace - specie in Italia, il cinema non funzione!?
Coppia borghese sull'oro di una crisi di nervi scopre che la figlia adolescente ha un 'ragazzo SETTANTENNE'.
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"seri" assolutamente in parte anche se fanno i buffoni!
Non avrrei scommesso che sia Castellitto che la Morante potessero reggere parti così in una commedia.
Simpaticissimi tutti gli altri attori.
Forse, pensandoci bene, avrei dato anche qualche stellina in più....
ma ho trovato un po' eccessiva una certa spinta .... sul pacchiano..che non mi piace mai nenanche nelle commedie, mi riferisco alle continue allusioni al sesso che dato l'argomento potevano non esserci ma che probabilmente Castellitto ha messo perché pare che altrimenti - e mi dispiace - specie in Italia, il cinema non funzione!?
Coppia borghese sull'oro di una crisi di nervi scopre che la figlia adolescente ha un 'ragazzo SETTANTENNE'....tale scoperta funge da apri tappo e tutto ciò che sino ad allora era stato tenuto astutamente sotto controllo viene a galla:
il settantenne fidanzato della ragazza funge come elemento (disturbante) e in quanto tale mette tutti davanti ai proprio limiti, problemi e insomma....
peccato per la scelta di far finire la vicenda con una sorta di ... E vissero tutti felici e.........contenti?
Forse avrei preferito una ulteriore spinta sul pedale del grottesco con sarcasmo ....
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giulio sperelli tosi
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lunedì 14 marzo 2011
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tre aggettivi e mezzo su questa pellicola.
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Tedioso, facilotto, musicalmente inadeguato.Sprazzi di dialoghi interessanti.
GST
[+] rilassati
(di nello)
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vipera gentile
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giovedì 24 febbraio 2011
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una commedia divertente con morale
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Tratto dal libro di M. Mazzantini, è brillantemente interpretato da Castellitto e da Laura Morante nei panni dei genitori di una ragazzina vivace e viziata. È significativa la parte in cui il padre dà uno schiaffo alla figlia appoggiato dalla moglie; gli amici della ragazza le invidiano questo genitore che interviene quando sbaglia. La morale è che la severità dà sicurezza ai ragazzi che si sentono amati e seguiti dai genitori; mentre l’eccessiva benevolenza è percepita e spesso è in effetti il risultato di uno scarso interesse nei confronti dei figli. È la prima esperienza dell’attore come regista e quindi possiamo perdonargli alcune scene scontate.
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Tratto dal libro di M. Mazzantini, è brillantemente interpretato da Castellitto e da Laura Morante nei panni dei genitori di una ragazzina vivace e viziata. È significativa la parte in cui il padre dà uno schiaffo alla figlia appoggiato dalla moglie; gli amici della ragazza le invidiano questo genitore che interviene quando sbaglia. La morale è che la severità dà sicurezza ai ragazzi che si sentono amati e seguiti dai genitori; mentre l’eccessiva benevolenza è percepita e spesso è in effetti il risultato di uno scarso interesse nei confronti dei figli. È la prima esperienza dell’attore come regista e quindi possiamo perdonargli alcune scene scontate. Comunque, è divertente e suggerisce riflessioni positive sulla famiglia.
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everlong
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venerdì 28 gennaio 2011
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scarsa originalità ma con un pizzico di novità
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Credo che da Castellitto sia doveroso aspettarsi qualcosa di più. Ancora una volta siamo di fronte ad una tematica già molto trattata e discussa in molti film italiani relativamente recenti. Ambiguità e confusione di ruoli, conflitti generazionali, una borghesia sempre più incerta della propria posizione e succube del confronto con il passato. Per dovere di cronaca diciamo, innanzitutto, che il film è ben girato. Si lascia spazio ad una cura formale di alcune scene al di sopra della media. Anche la fotografia è piuttosto buona e ben si adatta, a volte supportando, a volte contrastando, il clima di fondo che si respira nel film. La tematica, si potrà dire senza paura di esser smentiti, è piuttosto ridondante, e questo un po' frena il film, in quanto lo spettatore sin dall'inizio capisce che cosa si trova davanti; più o meno intuisce cosa succederà e forse anche come andrà a finire.
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Credo che da Castellitto sia doveroso aspettarsi qualcosa di più. Ancora una volta siamo di fronte ad una tematica già molto trattata e discussa in molti film italiani relativamente recenti. Ambiguità e confusione di ruoli, conflitti generazionali, una borghesia sempre più incerta della propria posizione e succube del confronto con il passato. Per dovere di cronaca diciamo, innanzitutto, che il film è ben girato. Si lascia spazio ad una cura formale di alcune scene al di sopra della media. Anche la fotografia è piuttosto buona e ben si adatta, a volte supportando, a volte contrastando, il clima di fondo che si respira nel film. La tematica, si potrà dire senza paura di esser smentiti, è piuttosto ridondante, e questo un po' frena il film, in quanto lo spettatore sin dall'inizio capisce che cosa si trova davanti; più o meno intuisce cosa succederà e forse anche come andrà a finire. Tuttavia, bisogna dargli atto che, nonostante l'inevitabile mancanza di originalità generale (dovuta anche al fatto che spesso sono proprio le commedie ad affrontare queste tematiche), riesce a imporre un pizzico di novità nella trattazione di questi argomenti, soprattutto per quanto riguarda il "conflitto generazionale": non vi sono più posizioni assolute, chiare, inequivocabili ed evidenti, tali da imporre facili immedesimazioni e scontati "parteggiamenti". Castellitto riesce bene a suggerire questa sorta di confusione e di nebbiosità sociale che avvolge la società italiana, dove le generazioni, sebbene lontane anni luce dal punto di vista economico e politico, in fondo si ritrovano accomunate dalla mancanza di certezze, di ideologie in grado di dare senso alla propria vita, al proprio lavoro, alla propria famiglia e al proprio futuro. Né le vecchie generazioni sessantottine né i giovani sembrano essere in grado di convincerci a stare dalla loro parte: le argomentazioni sono povere e traballanti, le richieste banali e sempre uguali ed è per questo che vengono fuori nella loro scarsa efficacia ma forti nel suggerire questo clima di precarietà generale, precarietà che forse è più umana che economica.
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stella di mare
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venerdì 28 gennaio 2011
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famiglia dei tempi moderni od oscure visioni?
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Credo che non sia possibile dare un parere esaustivo su questo film se non lo si vede più di una volta. E' una di quelle pellicole che non si esauriscono alla prima lettura.
E' un film onirico, veloce, febbrile, spesso francamente eccessivo. Dico "onirico" perché a volte la bizzarria con la quale vengono raccontate le vicende sembra appartenere più ad uno di quei sogni notturni esagitati che alla realtà.
A parte il protagonista Castellitto, i personaggi risultano piuttosto antipatici ed indigesti. Bellissima e bravissima Laura Morante, come sempre una donna dalla classe straordinaria. Fascinoso e carismatico Jannacci, anche se un po' stretto nel suo ruolo (stereotipato e piuttosto trito) di "vecchio saggio".
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Credo che non sia possibile dare un parere esaustivo su questo film se non lo si vede più di una volta. E' una di quelle pellicole che non si esauriscono alla prima lettura.
E' un film onirico, veloce, febbrile, spesso francamente eccessivo. Dico "onirico" perché a volte la bizzarria con la quale vengono raccontate le vicende sembra appartenere più ad uno di quei sogni notturni esagitati che alla realtà.
A parte il protagonista Castellitto, i personaggi risultano piuttosto antipatici ed indigesti. Bellissima e bravissima Laura Morante, come sempre una donna dalla classe straordinaria. Fascinoso e carismatico Jannacci, anche se un po' stretto nel suo ruolo (stereotipato e piuttosto trito) di "vecchio saggio".
Un film troppo carico: troppa carne al fuoco, troppi simboli, troppe cose che andrebbero interpretate perché vanno al di là di quello che si vede. Alcune battute memorabili. Risate amare, quasi inquietanti, si ride delle proprie peggiori paure in un cascinale di campagna che più che appartenere ad una semi-commedia sembra inghiottire personaggi e spettatori come nella migliore tradizione horror.
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