
La dolorosa storia siciliana del più grande polo petrolchimico d'Europa.
di Annalice Furfari
La desolante fotografia di un territorio avvelenato, precarizzato, facilmente ricattabile, svuotato della voglia di vivere. È l'istantanea scattata dai registi Fabrizio e Bruno Urso con La baia dei lupi, documentario che racconta la storia del più grande polo petrolchimico d'Europa, quello impiantato nella provincia settentrionale di Siracusa nel secondo dopoguerra, a cura dell'Eni e delle potenti multinazionali energetiche straniere. Il passaggio da un'economia rurale al nuovo sistema industriale prometteva sviluppo e benessere. Ma ben presto emerge la totale inadempienza delle leggi a tutela dell'uomo e dell'ambiente. L'aria è avvelenata da polveri sottili, l'acqua intrisa di petrolio, la terra contaminata da sostanze tossiche e il mare al mercurio usato come discarica di rifiuti inquinanti. Il risultato è un'elevata incidenza di tumori e neonati con malformazioni. L'impossibile scelta tra il lavoro e la salute è raccontata dai due registi con l'impatto sferzante della denuncia, attraverso le testimonianze dei cittadini coinvolti e dei pochi eroi per caso che provano a ribellarsi.
Presentato fuori concorso, nella sezione "Colpe di Stato", al Milano Film Festival 2010, La baia dei lupi sarà mostrato in streaming su MYMOVIESLIVE! questa sera alle 21:30, nell'ambito della rassegna "Aspettando Milano Film Festival", composta da cinque lungometraggi selezionati dalle passate edizioni, in attesa della prossima, che si svolgerà dal 5 al 15 settembre.
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