paolo bisi
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sabato 5 marzo 2011
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il discorso del re
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Vera storia di Giorgio VI, padre della regina Elisabetta II, e della sua lotta contro la balbuzia, stravinta grazie all'affetto della moglie e all'aiuto decisivo del logopedista australiano Lionel Logue. Solamente al terzo film da regista il britannico Tom Hooper fa centro, mettendo in piedi un film solidissimo, senza sbavature, in linea con la tradizione cinematografica inglese: la semplicità dei temi rispecchia quella della regia. Magistrale interpretazione di Colin Firth, giustamente premiato con l'oscar, ma degna di nota anche quella di Geoffrey Rush. Oltre a quello per il miglior attore protagonista, vince altri 3 oscar pesanti: film, regia e sceneggiatura.
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filippo catani
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martedì 3 gennaio 2012
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splendidi interpreti per uno splendido film
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Alla morte di Re Giorgio V del Regno Unito gli succederà il figlio primogenito Edoardo. Quest'ultimo sarà costretto ad abdicare a causa della relazione intrattenuta con una donna divorziata. Toccherà allora al secondogenito Bertie regnare. Il fattop è che il futuro re è da anni in cura dal logopedista Logue che sta cercando di curare la sua balbuzie.
Questo film è un vero e proprio gioiello dove si fatica veramente a trovare un difetto in quanto tutti gli ingredienti che rendono un film un capolavoro sono presenti. Intanto si parte dalla base e cioè la storia. Lo spettatore finisce per immedesimarsi nel principe che nella prima scena del film riesce a malapena ad emettere la prima sillaba del discorso di chiusura della grande esposizione nello stadio di Wembley.
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Alla morte di Re Giorgio V del Regno Unito gli succederà il figlio primogenito Edoardo. Quest'ultimo sarà costretto ad abdicare a causa della relazione intrattenuta con una donna divorziata. Toccherà allora al secondogenito Bertie regnare. Il fattop è che il futuro re è da anni in cura dal logopedista Logue che sta cercando di curare la sua balbuzie.
Questo film è un vero e proprio gioiello dove si fatica veramente a trovare un difetto in quanto tutti gli ingredienti che rendono un film un capolavoro sono presenti. Intanto si parte dalla base e cioè la storia. Lo spettatore finisce per immedesimarsi nel principe che nella prima scena del film riesce a malapena ad emettere la prima sillaba del discorso di chiusura della grande esposizione nello stadio di Wembley. Insoddisfatto dai vari medici il principe decide di gettare la spugna ma la moglie lo convincerà ad andare dal signor Logue. Il terapeuta di origine australiana riuscirà nel suo intento e il re diventerà famoso per i discorsi tenuti in tempo di guerra quando si rifiutò di abbandonare la capitale per stare vicino ai sudditi. Veniamo poi agli interpreti. Il duo Firth-Rush è meraviglioso e degno di una coppia che recita insieme da anni il tutto impreziosito dai personaggi "di contorno": Banham Carter nel ruolo della moglie, Guy Pierce nei panni di Edoardo e anche i bravissimi Giorgio V e l'arcigno arcivescovo di Canterbury. Infine la ciliegina sulla torta è rappresentata dalla splendida e delicata colonna sonora che accompagna ogni momento del film. Chiusura con un consiglio: questo film è da vedere almeno una volta per intero in lingua originale.
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gambadilegnodinomesmith
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sabato 5 febbraio 2011
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una parola è troppo ripeterla è poco
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Film cla-cla-classico, pastoso, equilibrato con pochi slanci nella ricostruzione, nella costruzione, nella dimensione d'interni poco ardita per riprese che tendono a valorizzare ottimi attori, buoni silenzi interrotti da una musica, una traccia sonora, claudicante più che balbuziente, fuori posto, ingombrante, fastidiosa, stonata nel suo voler essere garbata.
Buona sceneggiatura, ma forse fin troppo compiaciuta, autoreferenziale e reiterata in certe trovate brillanti di scambi fra l'arguzia di Rush e la "balbuzia" di Firth, meritevole di un Oscar retrò per un film scaltro nel catturare lo spettatore con l'escamotage di un aneddoto storico filmico, furbo, infarcito di una seconda guerra mondiale e un gossip regale che non fan mai male, senza eccedere mai in uno o nell'altro argomento, fors'anche in una balbuzie che sarebbe potuta esser più protagonista.
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Film cla-cla-classico, pastoso, equilibrato con pochi slanci nella ricostruzione, nella costruzione, nella dimensione d'interni poco ardita per riprese che tendono a valorizzare ottimi attori, buoni silenzi interrotti da una musica, una traccia sonora, claudicante più che balbuziente, fuori posto, ingombrante, fastidiosa, stonata nel suo voler essere garbata.
Buona sceneggiatura, ma forse fin troppo compiaciuta, autoreferenziale e reiterata in certe trovate brillanti di scambi fra l'arguzia di Rush e la "balbuzia" di Firth, meritevole di un Oscar retrò per un film scaltro nel catturare lo spettatore con l'escamotage di un aneddoto storico filmico, furbo, infarcito di una seconda guerra mondiale e un gossip regale che non fan mai male, senza eccedere mai in uno o nell'altro argomento, fors'anche in una balbuzie che sarebbe potuta esser più protagonista.
Film riu-riu-riuscito con scena cult l'antitesi iniziale fra la preparazione calda e meticolosa del radiocronista e il blocco dialettico al freddo in un angolo contro il muro del futuro Giorgio VI.
Regal sfottò d'attualità?
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killbillvol2
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mercoledì 2 marzo 2011
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un bel film che merita di essere visto
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Un film emozionante e divertente, drammatico, ma non tragico nè strappalacrime. Geoffrey Rush regala una splendida interpretazione, nella parte nel medico(si meritava l'Oscar), Helena Bonham Carter è la moglie di un bravo protagonista: Colin Firth, che però, come la regia non era all'altezza dell'Academy. A parte questa piccola critica, consiglio vivamente questo bel film come pochi recentemente.
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(di hollyver07)
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gagnasco
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sabato 5 marzo 2011
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triangoli di tartaglia
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Povero Bertie! Il secondogenito del re di Inghilterra le sta provando proprio tutte per non mettere in ridicolo la famiglia reale. Lui è un uomo buono, innamorato della moglie e delle figlie...ma non è un uomo tranquillo. Le sue ansie, le sue frustrazioni, il suo stesso corpo lo gettano in un'adeguatezza di fondo, in un'incapacità nel ricoprire il suo ruolo di reale e di secondo avente diritto al trono. Tutte le sue paure lo gettano in uno stato irascibile e semiconfusionale durante ogni rapporto interpersonale esclusi quelli con le figlie e la moglie e soprattutto escluso quello con un attore australiano stravagante.
Bertie le aveva provate tutte per guarire dalla sua incapacità di parlare in pubblico mo il lavoro di ogni logopedista che aveva incontrato era risultato un buco nell'acqua.
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Povero Bertie! Il secondogenito del re di Inghilterra le sta provando proprio tutte per non mettere in ridicolo la famiglia reale. Lui è un uomo buono, innamorato della moglie e delle figlie...ma non è un uomo tranquillo. Le sue ansie, le sue frustrazioni, il suo stesso corpo lo gettano in un'adeguatezza di fondo, in un'incapacità nel ricoprire il suo ruolo di reale e di secondo avente diritto al trono. Tutte le sue paure lo gettano in uno stato irascibile e semiconfusionale durante ogni rapporto interpersonale esclusi quelli con le figlie e la moglie e soprattutto escluso quello con un attore australiano stravagante.
Bertie le aveva provate tutte per guarire dalla sua incapacità di parlare in pubblico mo il lavoro di ogni logopedista che aveva incontrato era risultato un buco nell'acqua...solo questo non referenziato attore australiano che si spaccia per insegnante di dizione riuscirà a dare una scossa alla vita di Bertie, la scossa che lo trasformerà in Giorgio VI.
Un film fluente e stilisticamente perfezionista con un'attenta cura alle musiche e alla fotografia. Un prodotto americano decisamente notevole, un divertissement mai visto anche perchè lo spettatore alla fine del film deve farsi qualche domanda per forza di cose:
che cosa è successo in questo film? Un triangolo di personaggi: -una corte buona e informe,- un logopedista stravagante che crede nel suo re, - una moglie fedele che crede nel marito. Come da copione nei film americani c'è molto frequentemente qualcuno che ha delle qualità ma si sente inferiore agli altri, ha vicino delle persone che credono in lui e, grazie ai suoi sforzi e all'intervento di un personaggio stravagante (un allenatore di baseball, uno yeti, un extraterrestre...) alla fine riesce a fare quello che deve fare...questo accade in questo film ma il protagonista è il re di Inghilterra e, in due ore di film, non esiste un cristo che si preoccupi di quello che deve dire un re ma solo di ostentare le apparenze. La cosa notevole è che l'ostentazione della vuotezza dei contenuti non è portata avanti da un oscuro manipolatore ma è quello che vuole il popolo, è quello che insegna lo squattrinato logopedista al re, è quello che il buon re fa per il suo popolo: conquista un'apparenza regale.
Capolavoro.
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[+] lapsus...?
(di hollyver07)
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nino pell.
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mercoledì 23 febbraio 2011
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lodevole interpretazione
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Ottima interpretazione di Colin Firth, il quale riesce a trasmetterci un profilo profondo e coinciso del sovrano Giorgio VI durante il periodo immediatamente antecedente alla sua salita al trono avvenuta nel corso degli anni '30. Indubbiamente l'attore è in lista per la meritata candidatura all'Oscar. Giorgio VI potrebbe simboleggiarci la rappresentazione di una Nazione storicamente sempre prudente ma mai accondiscendente nel perdere i propri valori etici e la propria fede nella regalità della Monarchia e che trova sempre il coraggio di difendere la propria tradizione e i propri principi, proprio come, appunto, ci viene testimoniato dal discorso finale che tiene il re in riferimento all'entrata in guerra dell'Inghilterra contro la Germania.
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annelise
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martedì 15 marzo 2011
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la malinconia e la tenacia di un re
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Da una sceneggiatura originale e dall'interpretazione di due splendidi attori( Colin Firth e Geoffrey Rush) non può che arrivare un ottimo film.Non è un film di guerra, non è un film d'amore, non è un film di avventura ma è un film in cui gli elementi pubblici ,storici e privati si fondono , partendo da uno spunto apparentemente semplice .
I personaggi sono protagonisti importanti di un'epoca storica relativamente recente: il duca di York , figlio di re Giorgio V , che salirà al trono di Inghilterra con il nome di Giorgio VI, all'alba della seconda guerra mondiale e,di contorno, la sua regale famiglia.
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Da una sceneggiatura originale e dall'interpretazione di due splendidi attori( Colin Firth e Geoffrey Rush) non può che arrivare un ottimo film.Non è un film di guerra, non è un film d'amore, non è un film di avventura ma è un film in cui gli elementi pubblici ,storici e privati si fondono , partendo da uno spunto apparentemente semplice .
I personaggi sono protagonisti importanti di un'epoca storica relativamente recente: il duca di York , figlio di re Giorgio V , che salirà al trono di Inghilterra con il nome di Giorgio VI, all'alba della seconda guerra mondiale e,di contorno, la sua regale famiglia.
Il Duca, familiarmente chiamato Bertie, è affetto da balbuzie. Questo problema lo limita molto nella sua vita pubblica e nelle occasioni in cui viene chiamato a comunicare , soprattutto davanti ad un microfono, che diffonde con la radio, sempre più spesso ,all'epoca, la parola alle folle .
La moglie, Lady Lyon, intraprendente e fiduciosa, lo "consegna" ad un bizzarro logopedista di origine australiana che riuscirà nell'impresa. Tra i due personaggi, nella relazione che ha molti elementi di quella psicoterapeutica , nasce e si sviluppa un rispettoso rapporto umano nel quale la dimensione regale viene messa da parte ed il futuro re assume tutte le caratteristiche dell'allievo ,prima insofferente e poi caparbio ,nonchè collaborativo. Vi è uno scambio originale , ricco di humor che fa partecipare lo spettatore con divertimento alle lezioni di una strana tecnica logopedica. Il grande lavoro fatto insieme è ,però, non solo sulla parola ma,indirettamente, sul recupero dell'autostima, sulla capacità di vincere il confronto con un fratello intraprendente ma inaffidabile e sul superamento del timore provato per il rigido padre.
Dalla malinconia si passa quindi alla consapevolezza di un ruolo che solo lui potrà rivestire, quando morirà il padre, perchè è un uomo affidabile, responsabile e degno di stare a capo di un grande regno.
Il discorso più importante, quello nel quale si dovrà cimentare, è quello nel quale dovrà comunicare al popolo inglese l'entrata in guerra contro la Germania nazista.
Le pause, i silenzi, le piccole incertezze saranno un complemento alla gravità delle parole e al contenuto di un discorso tragico serio e vibrante.
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andymovies
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martedì 15 marzo 2011
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il coraggio di un re
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Film corale di rara belezza dove tutto l'impianto sia tecnico sia piu' squisitamente artistico e ai massimi livelli.
Una storia di raro coraggio che deve esser d'esempio per i politici dei nostri tempi e una speranza per noi comuni cittadini.
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michela papavassiliou
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mercoledì 2 maggio 2012
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rush e firth duetto perfetto
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Bertie e' un uomo di bell'aspetto dotato di una distinzione difficile da eguagliare ma David e' il fratello maggiore, affascinante, vincente e soprattutto erede al trono. Al primo in dono dalla nascita una balbuzie difficile da domare ed una conseguente mancanza di spigliatezza, al secondo le luci della gloria puntate e nessuna nuvola all'orizzonte. Questi i due rampolli di Re Giorgio V e sembra chiaro che al primogenito sia inevitabile la successione come erede al trono ed al fratello minore, Duca di York, un'apparente destino in ombra. Ad allietare la vita del protagonista una moglie innamorata e due figlie che adora, Margaret ed Elizabeth, che diverra' futura regnante sotto il nome di Elisabetta II.
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Bertie e' un uomo di bell'aspetto dotato di una distinzione difficile da eguagliare ma David e' il fratello maggiore, affascinante, vincente e soprattutto erede al trono. Al primo in dono dalla nascita una balbuzie difficile da domare ed una conseguente mancanza di spigliatezza, al secondo le luci della gloria puntate e nessuna nuvola all'orizzonte. Questi i due rampolli di Re Giorgio V e sembra chiaro che al primogenito sia inevitabile la successione come erede al trono ed al fratello minore, Duca di York, un'apparente destino in ombra. Ad allietare la vita del protagonista una moglie innamorata e due figlie che adora, Margaret ed Elizabeth, che diverra' futura regnante sotto il nome di Elisabetta II. Muovendosi con grande riservatezza il Duca e la Duchessa Lyon individuano nel famoso logopedista australiano Prof.Logue, interpretato da un perfetto Geoffrey Rush, la persona ideale per cercar di risolvere l' imbarazzante problema della parola. Nasce cosi un'assidua frequentazione tra insegnante ed allievo, a tratti resa difficoltosa dalle resistenze di Bertie che stenta inizialmente ad affidarsi totalmente nelle mani del maestro. Tra metodologie fuori dai canoni normali, moti d'ira ed esercizi faticosi, tra respirazioni e gorgeggi, tra gioie per il raggiungimento di passaggi chiave e momenti di viva emozione, si instaurera' tra i due un legame speciale in grado di far dimenticare per qualche memorabile attimo, ad entrambi, le differenze di casta. Sara' infine possibile tenere un discorso alla radio udito da tutta lnghilterra, senza tentennamenti e paure. Bertie salira' al trono come Giorgio VI, riuscendo ad essere un gran Re. Per la regia di Tom Hooper, questa pellicola regala momenti di alta cinematografia ed un ineguagliabile Colin Firth. Prezioso. MP
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f.odette
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giovedì 10 febbraio 2011
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bellissimo, bravissimo colin firth
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era davvero da tempo che non vedevo un film così bello, un film in cui non sono necessari effetti speciali, o una trama particolarmente intricata, sono bastate le capacità dell'ottimo cast, fra cui spicca Colin Firth, a renderlo, a mio parere, un capolavoro.
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