angelo umana
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lunedì 22 marzo 2010
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capaci di sbagliare da soli, non ci occorre film
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E’ un manuale, non di istruzioni per sapere come fare, ma di luoghi comuni, nel senso di momenti tipici che tante famiglie vivono, opportunamente esagerati, quasi caricaturali. C’è un lieto fine, strappi di cuore e di sorrisi qua e là, ma è incredibile come un concentrato di ottimi mestieranti – nel senso che conoscono bene il mestiere – possa dare il risultato di una deludente commediola. E’ come se un’ottima squadra di attori che se presi singolarmente non puoi che dirne bene, messi tutti assieme celebrano una cena o un divertissement, tutti insieme appassionatamente, e fanno un bel prodottino da vendere e far su un po’ di soldi (forse allo scopo di beneficenza? visto che hanno avuto qualche sovvenzione pubblica …) , buono per tante bocche.
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E’ un manuale, non di istruzioni per sapere come fare, ma di luoghi comuni, nel senso di momenti tipici che tante famiglie vivono, opportunamente esagerati, quasi caricaturali. C’è un lieto fine, strappi di cuore e di sorrisi qua e là, ma è incredibile come un concentrato di ottimi mestieranti – nel senso che conoscono bene il mestiere – possa dare il risultato di una deludente commediola. E’ come se un’ottima squadra di attori che se presi singolarmente non puoi che dirne bene, messi tutti assieme celebrano una cena o un divertissement, tutti insieme appassionatamente, e fanno un bel prodottino da vendere e far su un po’ di soldi (forse allo scopo di beneficenza? visto che hanno avuto qualche sovvenzione pubblica …) , buono per tante bocche. Il buon cinema è altra cosa. Diffidare dei prodotti annunciati in pompa magna!
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francesco1960
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lunedì 22 marzo 2010
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veronesi: tre metri sopra moccia
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In realtà il voto giusto è un **1/2... Divertente, leggero, mai volgare, centrato in diverse osservazioni: anche se - nello stile Veronesi - per lo piu' si resta in superficie (stile: castigat ridendo mores) e non si affonda il colpo, come in "Italians". Ma siamo comunque tre metri sopra i molti (ahimé) altri inguardabili film del genere e tutti gli interpreti sono gradevoli, su tutti la brava giovane protagonista. Una chicca: le litigate "numeriche" dei genitori, chissà quanti figli di separati si saranno rivisti... Perfetto per un paio d'ore di relax mentale e per famiglie con figli adolescenti.
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jbsebastian
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giovedì 18 marzo 2010
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non male!
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Ho visto il film ieri sera...A scapito di giudizi come "banale" "scontato" "il solito film generazionale" riscontrati qua e là, ho trovato il film davvero piacevole, quantomeno sincero. Il tema è affrontato in modo molto vicino allo spettatore, quasi a renderlo parte di quelle furibonde discussioni - in cui, devo ammetterlo, mi rivedo benissimo con mia madre!
Venticinque! Ottantanovee!!
Settantacinquemilanovecentoquarantasei!!
Molto carino.
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olgadik
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lunedì 15 marzo 2010
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miscela da sempre esplosiva
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Il film a mio parere vuol essere una fotografia dell’adolescenza attuale, così come la vive una quindicenne che, in occasione di un tema in classe, racconta se stessa e la sua famiglia. Il compito assegnatole dal suo professore di liceo si intitola “Genitori e figli: istruzioni per l’uso”. In realtà esso serve anche a lui per capire meglio il figlio con cui ha litigato la sera prima, perché il giovane, belloccio e tatuato a dovere, vuole partecipare alla selezione per il Grande Fratello. Le tematiche familiari, indagate ogni giorno sui giornali, tv, cinema, letteratura da scrittori, sociologi e psicologi, restano pur sempre un difficile banco di prova per genitori, il più delle volte smarriti.
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Il film a mio parere vuol essere una fotografia dell’adolescenza attuale, così come la vive una quindicenne che, in occasione di un tema in classe, racconta se stessa e la sua famiglia. Il compito assegnatole dal suo professore di liceo si intitola “Genitori e figli: istruzioni per l’uso”. In realtà esso serve anche a lui per capire meglio il figlio con cui ha litigato la sera prima, perché il giovane, belloccio e tatuato a dovere, vuole partecipare alla selezione per il Grande Fratello. Le tematiche familiari, indagate ogni giorno sui giornali, tv, cinema, letteratura da scrittori, sociologi e psicologi, restano pur sempre un difficile banco di prova per genitori, il più delle volte smarriti. A complicare le cose, una società ultramediatica e tecnologica, uno sviluppo precocissimo dei proprio cuccioli, la crescente difficoltà di comunicazione con figli che perseguono (se le perseguono!) aspirazioni lontane anni-luce da quelle dei propri vecchi. Certo la questione non è nuova, nasce col genere umano, si modifica culturalmente nel tempo e nello spazio, ma poi, in generale, e anche il regista lo sostiene, il gruppo familiare si ricompone, nonostante i molti delitti, figurati e non, che si compiono al suo interno. E così il bossolo-famiglia è l’unico rifugio alla fatica di crescere. Spesso sono i nonni, diventati di nuovo interlocutori privilegiati, quelli più attenti alle nuove generazioni. Veronesi è comunque uno che sa scrivere sceneggiature garbate, improntate a un tipo di comicità alla Monicelli, e quindi anche la sua ultima impresa si segue con piacere. In essa l’autore sguscia abilmente tra amarezza e risate, svelenendo il clima e i contrasti. Senza pedanteria e con umano affetto segue tutti i personaggi, ma è specialmente vicino ai confusi e incasinati coetanei. Infatti nel film questi ultimi risultano più veri e simpatici; meno convincenti i figli, sfocati e non indagati a fondo. Comunque di loro si capisce che assorbono male certe contraddizioni nostre e della società (vedi il razzismo del fratellino della liceale) e che capiscono poco certi comportamenti dei genitori, per i quali tifa il regista. In quanto alla struttura del racconto, si parla di due coppie di adulti con figli, ma c’è un evidente squilibrio tra lo spazio dato all’una e all’altra. La cosa non ha giovato all’economia e alla riuscita dell’opera, perché i primi due protagonisti (Michele Placido e Margherita Buy), efficacissimi nelle sequenze iniziali, si rivedono pochissimo nel resto dell’azione. La coppia Orlando – Littizzetto, pure simpaticamente nevrotica, eccede nella coloritura dei personaggi: lui è il classico debole frustrato, lei un’insoddisfatta sempre sull’orlo di una crisi di nervi. Salvo alcuni episodi discutibili e poco significativi (quello dell’orca, quello del cinese sverginatore), complesso il ritmo alterna sapientemente la commozione e i toni da commedia.
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(di marezia)
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paolo-42
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domenica 14 marzo 2010
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non male 2
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Chi ha detto che non si possono votare 3,5 stelle? :-p
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paolo-42
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domenica 14 marzo 2010
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non male
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Questo é uno di quei film che ti fa passare un paio d'ore in tranquilltà senza pensare a niente. Non ha una grande trama. non ha grandi colpi di scena, non ha nulla di particolare ma si lascia guardare e strappa delle belle risate qua e là... vorrei mettergli 3,5 stelle... ma non si può!
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giogio05
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martedì 9 marzo 2010
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ma il bimbo razzista???
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condivido la maggior parte dei giudizi. commedia carina senza grosse pretese pedagogiche. direi comunque uno specchio abbastanza veritiero della realtà. e bravi gli attori.
ma il mio interesse si è focalizzato su un particolare: il bambino razzista. che passa senza risoluzione nemmeno "buonista" del problema. chiedo agli altri cinefili: ma secondo voi il regista ci voleva dire qualcosa con la visita della littizzetto al campo rom e la richiesta di denaro da parte del bimbo picchiato? io ci ho letto un messaggio direi "controbuonista". troppo semplice un pentimento e i bimbi che d'amore e d'accordo tornano a scuola. si è voluto sottolineare il fatto che certi luoghi comuni non sono sempre sbagliati? io l'ho trovata una delle cose più provocatorie di tutto il film.
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condivido la maggior parte dei giudizi. commedia carina senza grosse pretese pedagogiche. direi comunque uno specchio abbastanza veritiero della realtà. e bravi gli attori.
ma il mio interesse si è focalizzato su un particolare: il bambino razzista. che passa senza risoluzione nemmeno "buonista" del problema. chiedo agli altri cinefili: ma secondo voi il regista ci voleva dire qualcosa con la visita della littizzetto al campo rom e la richiesta di denaro da parte del bimbo picchiato? io ci ho letto un messaggio direi "controbuonista". troppo semplice un pentimento e i bimbi che d'amore e d'accordo tornano a scuola. si è voluto sottolineare il fatto che certi luoghi comuni non sono sempre sbagliati? io l'ho trovata una delle cose più provocatorie di tutto il film. politically scorrect.
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alespiri
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lunedì 8 marzo 2010
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genitori e figli: di tutto un pò (2)
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Dall’altra parte assistiamo al confronto scontro tra Placido (che è il professore che ha assegnato il tema in oggetto a Nina) e il figlio molto narciso e superficiale che, di punto in bianco, decide di fare un provino per il grande fratello scatenando le ire del genitore e la perplessità della madre stessa (Margherita Buy, un po’ sacrificata in un ruolo marginale di mediatrice non convinta). Comprensibile per un padre la preoccupazione, ma interessante e divertente la replica convinta del figlio nell’esprimere le sue motivazioni icentrate sull’importanza del culto dell’immagine e del guadagno facile, che così riesce bene a rappresentare la “rovina mediatica” di programmi come questo, che propongono modelli di stupidità come esempio, e strutturano un gioco di sopraffazione che ricalca l’espressione di una modalità di concepire i rapporti interpersonali che oggi va per la maggiore e che si basa su opportunismo e prevaricazione, senza nessun confronto reale.
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Dall’altra parte assistiamo al confronto scontro tra Placido (che è il professore che ha assegnato il tema in oggetto a Nina) e il figlio molto narciso e superficiale che, di punto in bianco, decide di fare un provino per il grande fratello scatenando le ire del genitore e la perplessità della madre stessa (Margherita Buy, un po’ sacrificata in un ruolo marginale di mediatrice non convinta). Comprensibile per un padre la preoccupazione, ma interessante e divertente la replica convinta del figlio nell’esprimere le sue motivazioni icentrate sull’importanza del culto dell’immagine e del guadagno facile, che così riesce bene a rappresentare la “rovina mediatica” di programmi come questo, che propongono modelli di stupidità come esempio, e strutturano un gioco di sopraffazione che ricalca l’espressione di una modalità di concepire i rapporti interpersonali che oggi va per la maggiore e che si basa su opportunismo e prevaricazione, senza nessun confronto reale.
Nel film si ride, e la coppia Orlando Litizzetto è da sballo. Forse l’unico limite del film è quello di aver voluto affrontare troppi argomenti insieme, con leggerezza d’impegno ma in qualche momento anche con superficialità e qualche luogo comune: la crisi adolescenziale di Nina, il razzismo con le sue motivazioni profonde, l’influenza del confronto mediatico sui rapporti genitori figli, il difficile rapporto tra Orlando e sua madre( Piera degli Espositi), e tant’altro. Ma il film ha ritmo e scorre leggero e ci lascia un sorriso sornione sulle labbra che non è fine a se stesso, ma che è comunque spunto di riflessione.
Veronesi detta regole coi suoi Manuali, prima d'Amore, ora di istruzioni su rapporti genitori figli…ambizioso ma forse un passo oltre dovrebbe farlo. Perché di regole purtroppo non ce ne sono, sono racconti, presi a caso ed è giusto che rappresentino situazioni singole dove non tutti possono riconoscersi. Almeno lo speriamo.
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alespiri
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lunedì 8 marzo 2010
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genitori e figli: di tutto un pò (1)
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Nina è una ragazza di quindici anni che si confronta col mondo che cresce più in fretta di lei, in superficie, ma non in spessore. La sua sensibilità la porterà a riflettere su molte cose e quando le verrà assegnato un tema dal titolo "Genitori e figli: istruzioni per l'uso", per lei sarà l'occasione di raccontarsi.
Questo film, intelligentemente gradevole, parte da questo spunto per avviare una riflessione sul difficile confronto tra genitori e figli in un mondo cambiato troppo in fretta, forse, negli ultimi trent'anni o poco più.
Sono storie che s'intrecciano e si ricollegano, come ormai è regola nei film di Veronesi, regista che sa far ridere e riflettere su temi importanti.
Nina ha due genitori "difficili" : Silvio Orlando e Luciana Litizzetto.
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Nina è una ragazza di quindici anni che si confronta col mondo che cresce più in fretta di lei, in superficie, ma non in spessore. La sua sensibilità la porterà a riflettere su molte cose e quando le verrà assegnato un tema dal titolo "Genitori e figli: istruzioni per l'uso", per lei sarà l'occasione di raccontarsi.
Questo film, intelligentemente gradevole, parte da questo spunto per avviare una riflessione sul difficile confronto tra genitori e figli in un mondo cambiato troppo in fretta, forse, negli ultimi trent'anni o poco più.
Sono storie che s'intrecciano e si ricollegano, come ormai è regola nei film di Veronesi, regista che sa far ridere e riflettere su temi importanti.
Nina ha due genitori "difficili" : Silvio Orlando e Luciana Litizzetto. Lei, nel vederli continuamente litigare, sostituisce le parole, le ingiurie che si dicono, con... numeri, così da rendersi spettatrice meno coinvolta, per soffrire meno ( i due si separeranno poco dopo). Ed ha un fratello più piccolo che ha aspirazioni preoccupantemente xenofobe, al punto da ferire un suo compagno di classe rumeno. Ma come può un bambino essere razzista avendo avuto un'educazione libertaria e aperta come quella che hanno tentato di fornirgli i suoi genitori, increduli dell'accaduto? La risposta ce la da, attraverso un'intuizione enunciata dallo psicologo che lo prende "in cura", il regista stesso: "il razzismo del bambino non dipende dalla separazione tra i suoi genitori, ma si respira nell'aria come lo smog, come le poveri sottili"... Confrontarsi con questo problema per loro sarà occasione d'incontro e dopo tanti scontri, tradimenti e varie, si ritroveranno tutti insieme, a fare il bagno tuffandosi dalla barca, dopo aver disperso le ceneri di una nonna (Piera degli Espositi, straordinaria) in una delle scene più emozionanti del film. Un happy end salvifico del nucleo familiare, almeno in apparenza, che esprime quel bisogno di ritrovarsi a cui nessuno di noi può rinunciare facilmente.
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wefwfw
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sabato 6 marzo 2010
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qualunquista
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film Mediocre per non dire una parola simile e volgare... avete rotto con questi filmetti! E poi chi pensano di rappresentare con questo mucchio di ignoranti?!?!??! Basta!
[+] hj
(di jinnyyy)
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