Codice Genesi |
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Un film di Albert Hughes, Allen Hughes.
Con Denzel Washington, Gary Oldman, Mila Kunis, Ray Stevenson, Jennifer Beals.
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Titolo originale The Book of Eli.
Thriller,
Ratings: Kids+16,
durata 117 min.
- USA 2010.
- 01 Distribution
uscita venerdì 26 febbraio 2010.
MYMONETRO
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Mix tra "kill'em all",road movie e parareligione
di davidestanzioneFeedback: 22976 | altri commenti e recensioni di davidestanzione |
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giovedì 4 marzo 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
A ben nove anni da "La vera storia di Jack lo Squartatore"(tratto dalla graphic nowel "From hell" di Alan Moore,che aveva manco a dirlo cestinò il film come l'ennesima traduzione sul grande schermo/aborto di tubero delle sue opere)i fratelli Allen & Albert Hughes si riapprocciano alla regia affidandosi alla sceneggiatura di Gary Whitta e agli slanci fumettistico-scenografici di Dan Inosanto e Jeff Imada.“Codice:Genesi” è un western(la fitta estetica del primo piano nelle scene clou,i numerosi piani sequenza,che oscillano tra il largo e il panoramico,e il cristologico incidere in slow motion di Denzel Washington all'arrivo nel villaggio pseudobiblico lo confermano)immerso in un'ambientazione postapocalittica(si è detto che un po' richiama l’umore scenografico del recente "The road" di John Hillcoat.Vero.)all'interno della quale un cielo eternamente plumbeo,totalmente ostruito da nuvole alquanto velocizzate dalla computer graphica,è emblema di un'umanità senza futuro:ogni bagliore di amenità è stato spazzato via dall’ultima di tutte le esplosioni,quella più potente,quella fatale,che avrebbe dovuto essere la fine di tutto.Ma il mondo sta ancora lì,uggioso e intirizzito,alla mercé di ladri,scippatori,sanguinari,triviali e putrescenti soggetti poco avvezzi all’uso del sapone.Un mondo in cui ogni legge di natura è stata sovvertita,tanto che il protagonista arriva ad offrire ad un topo delle carne di gatto,quel povero gatto selvaggiamente predato nella surreale,ombrosa e vagamente oltretombale scena madre d’apertura.Il protagonista è perlappunto l’Eli di Denzel Washington,un cavaliere-cowboy dall’aura imperitura ed evanescente che errabondo difende la propria copia della Sacra Bibbia(mai direttamente citata per oltre metà film, accorgimento stilistico assai congeniale ad un mondo dimenticato da Dio)con metodi ruvidi e poco ortodossi,mozzando mani e trucidando i suoi nemici in furiose escalation marziali degne del miglior fumettocartoon d’impronta pulp.Il film però va oltre la banale accozzaglia di rimasugli facilmente riconducibili alla sfera del “cinecoatto”(tra cui l’anziana coppia di cannibali con una botola “filtraospiti” davanti casa)e lo scontro tra Eli e Carnegie(un Oldman mefistofelico con il volto scavato e cicatricazzato di un villain dal ghigno e dalla mimica bucaschermo),il boss che intende impossessarsi della Bibbia per usarla come strumento di persuasione ed irretire così le folle(ecco l’elemento di riflessione più succoso del film)assume ben presto proporzioni campali.Gli Hughes giochicchiano anche,si divertono a protrarre in modo improbabile l’esistenza del personaggio di Washington(neanche se i proiettili fossero di gomma),fanno scontrare ed esplodere furgoni in corsa(scena che ricorda molto “The Hitcher”,ma qui si va al di là del banale regolamento di conti finale)manipolano il tempo,lo dilatano,lo sonorizzano alla meno peggio,lo impregnano di riflessività para-religiosa.Il tutto con toni a tratti un po’ didascalici ma comunque pregnanti(le esplicite riflessioni di Eli) o con punte più alte di simbolismo(la"tensione"verso il mare,il dettaglio “calcato” sugli occhi lacrimosi di eli).Ribollisce così il calderone estetico-autoriale degli Hughes, che raccontano l’eterna dittologia tra bene e male impregnandola di teologia spicciola e in maniera decisamente personale,a metà tra western,fantascienza e gusto cinefilo (nel finale vi è perfino un cameo di Malcolm McDowell,il sempiterno capodrugo Alex Delarge di “Arancia Meccanica”).
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