dario
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venerdì 4 giugno 2010
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scaltro
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Piccola lezione di vita moderna, girata ottimamente. Giusto scetticismo e buone considerazioni malinconiche. Un sottile, pungente compiacimento per il cinismo scovato nella società odierna e una relativa resa per lo spettacolo. Ottima l'interpretazione di Clooney e delle due donne, specialmente l'amante. Regia disinvolta e sicura.
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federico.cella
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lunedì 31 maggio 2010
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un must-see, possibilmente in lingua originale
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Non c'è un secondo nel film dove vi troverete prima di un qualsiasi tipo di sentimento. Sobriamente passerete dal divertimento alla riflessione,per finire all'amarezza ma perchè no con speranza. George Clooney qui è immenso, questo è il suo ruolo, brillante,svelto, superficiale ma riflessivo e profondo solo quando serve davvero,ma soprattutto divertente. Se avessi 12 anni mi scriverei metà delle sue battute sulla Smemoranda.
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lamagicav
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martedì 18 maggio 2010
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up in the air
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lau42
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mercoledì 21 aprile 2010
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carino
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carino nel comlpesso............george clooney è molto simpatico e semplice quando interpreta i suoi personaggi
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michelastd
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sabato 20 marzo 2010
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tra le nuvole
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Ryan Bingham ha il sorriso furbo e lo sguardo intrigante. Modi gentili e sicuri. E’ elegante. Affascinante. Cinico. Ironico. E’ un uomo di successo che ha scelto di vivere senza legami, ha voluto la libertà. Non ha bisogno di casa né di famiglia né di amici perché il suo mondo è tutto lì, nell’aria viziata degli aeroporti che conosce come le sue tasche, nelle stanze anonime dei migliori hotel, nei sorrisi delle hostess, nei salottini riservati per i frequent flyer dov’è servito e coccolato, nei rapporti occasionali che intreccia tra un decollo e l’altro. Passa la sua vita in volo, ogni giorno una nuova città, ogni giorno un nuovo aereo. Va sicuro: sa che tutta la vita puo’ stare in un trolley, sa che al check-in i passeggeri orientali scorrono più rapidi, sa quale compagnia conviene per noleggiare un’auto.
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Ryan Bingham ha il sorriso furbo e lo sguardo intrigante. Modi gentili e sicuri. E’ elegante. Affascinante. Cinico. Ironico. E’ un uomo di successo che ha scelto di vivere senza legami, ha voluto la libertà. Non ha bisogno di casa né di famiglia né di amici perché il suo mondo è tutto lì, nell’aria viziata degli aeroporti che conosce come le sue tasche, nelle stanze anonime dei migliori hotel, nei sorrisi delle hostess, nei salottini riservati per i frequent flyer dov’è servito e coccolato, nei rapporti occasionali che intreccia tra un decollo e l’altro. Passa la sua vita in volo, ogni giorno una nuova città, ogni giorno un nuovo aereo. Va sicuro: sa che tutta la vita puo’ stare in un trolley, sa che al check-in i passeggeri orientali scorrono più rapidi, sa quale compagnia conviene per noleggiare un’auto. Vola e guarda il mondo reale dall’alto, vola e accumula punti, così tanti da essere a un passo dall'ambito bonus del milione di miglia. Ma Bingham è anche un professionista e, tra un volo e l’altro, puntuale ed efficiente, fa il suo dovere. Licenzia. In un periodo di profonda crisi economica, quando le aziende dimezzano il personale, lui è un tagliatore di teste. Toglie lavoro, speranza, stipendio e futuro alle persone. E lo fa sempre con il sorriso furbo, lo sguardo affascinante e i modi gentili. E’ un professionista e il dolore che vede nei volti davanti a sé non tocca la sua coscienza. Tutta la prima parte del film scorre elegante e freddamente ripetitiva in linea con la sicurezza e la vita perfetta di Bingham. Ma la vita vera non è mai così sicura. Una ragazza determinata che crede nell’amore puo’ mostrare una visione del tutto diversa del mondo. Una donna affascinante e libera, anima gemella che vive d’hotel e aeroporti, puo’ travolgere una concezione intera. Un evento familiare puo’ risvegliare affetti e scuotere coscienze. E allora, la vita è davvero migliore senza legami? L’indipendenza assoluta porta alla realizzazione personale? Vivere godendo di ogni benefit possibile, sempre al top, è libertà? “TRA LE NUVOLE” è il racconto del percorso di un uomo di successo, realizzato nella sua concezione di felicità e della sua presa di coscienza mentre la vita continua patinata e organizzata. Un uomo che parte per raggiungere la libertà ma che forse tenta solo di volare via dalle responsabilità e dalla vita reale. Un uomo che ha paura di soffrire ma che soffrirà proprio come tutti quelli che vivono con i piedi per terra. Tratto dal romanzo di Walter Kirn del 2001, “TRA LE NUVOLE” è una commedia che fa sorridere e diverte, un ritratto intimo che fa pensare, un finale dal retrogusto amaro. E’ semplicemente il racconto di un uomo. Tutto ruota intorno a Bingham. La crisi economica e sociale degli Stati uniti è trattata superficialmente. Le protagoniste femminili sono fondamentali per il percorso di Bingham ma le loro storie non sono in primo piano. Le decine di lavoratori che siedono davanti al tagliatore di teste andando incontro al loro destino disperati, arrabbiati, rassegnati, combattivi, annientati, sono solo brevissime apparizioni. Tutto è solo sfondo, contesto drammatico, contorno per inquadrare una vicenda personale. Clooney, cinico e affascinante, è perfetto in un ruolo che sembra cucitogli addosso. Per lui una candidatura all’Oscar come Miglior Attore, oltre alle 5 come Miglior Film, Regia, Sceneggiatura non originale, Attrice non protagonista (sia Vera Farmiga che Anna Kendrick)
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teo '93
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venerdì 19 marzo 2010
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la filosofia delle nuvole...
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“Vanno, vengono, ogni tanto si fermano, certe volte ti avvisano con rumore prima di arrivare e la terra si trema e gli animali si stanno zitti”. Con questo incipit epico ed evocativo si apriva nel 1990 l’album “Le nuvole” di Fabrizio De Andrè, che aveva genialmente interpretato le nuvole come “personaggi ingombranti e incombenti che hanno terrore del nuovo perché il nuovo potrebbe sovvertire le loro posizioni di potere”. Ebbene, proprio nel mondo vaporoso e vertiginoso delle nuvole si muove il protagonista di questa graffiante storia. Ryan Binghman (strepitosamente ricco e colorito George Clooney nel vestirne i panni) è lo spregiudicato manager al servizio di una potente multinazionale. Avendo fatto propria l’etica del viaggio come una filosofia di vita qualunquista e disimpegnata, Ryan si muove inesorabile per l’America volando per più di trecento giorni l’anno e assolvendo a un unico terribile compito: licenziare in tronco dipendenti di aziende che non possono sostenerne il costo per poi offrire loro “pacchetti” di assistenza.
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“Vanno, vengono, ogni tanto si fermano, certe volte ti avvisano con rumore prima di arrivare e la terra si trema e gli animali si stanno zitti”. Con questo incipit epico ed evocativo si apriva nel 1990 l’album “Le nuvole” di Fabrizio De Andrè, che aveva genialmente interpretato le nuvole come “personaggi ingombranti e incombenti che hanno terrore del nuovo perché il nuovo potrebbe sovvertire le loro posizioni di potere”. Ebbene, proprio nel mondo vaporoso e vertiginoso delle nuvole si muove il protagonista di questa graffiante storia. Ryan Binghman (strepitosamente ricco e colorito George Clooney nel vestirne i panni) è lo spregiudicato manager al servizio di una potente multinazionale. Avendo fatto propria l’etica del viaggio come una filosofia di vita qualunquista e disimpegnata, Ryan si muove inesorabile per l’America volando per più di trecento giorni l’anno e assolvendo a un unico terribile compito: licenziare in tronco dipendenti di aziende che non possono sostenerne il costo per poi offrire loro “pacchetti” di assistenza. Quando una giovane e pimpante neolaureata proporrà al capo della sua multinazionale di licenziare i dipendenti per videoconferenza a causa degli alti costi dei viaggi, Ryan dovrà rapportarsi con la sua esistenza e fare un serio bilancio dei suoi atti mancati. Attraverso l’amicizia con la giovane ragazza che voleva “riportarlo a terra”, Nathalie, e con l’attraente viaggiatrice Alex, con cui sembra intenzionato a stringere finalmente qualcosa di concreto, Ryan sembrerà lentamente risalire alla luce per scoprire ciò di cui si è sempre volutamente privato. Ma le nuvole, mutevoli e implacabili, sanno essere alquanto spregevoli con noi comuni mortali…
“Tra le nuvole” ha il pregio di turbare e sorprendere sin dai primi minuti. Volti attoniti si susseguono nell’excursus iniziale, immagini rivelatrici dello stridente decadimento delle strutture lavorative nel contesto odierno, spregiudicato e spietato verso chi ritiene il proprio impiego l’unica ancora di salvezza per sé e i propri cari. Jason Reitman alterna sapientemente una briosa commedia d’amore e sentimento a una denuncia sociale che necessita di un’opportuna contestualizzazione e nella quale dobbiamo avere la coscienza di sentirci fortemente coinvolti. Come nel precedente “Juno”, il regista muove i destini delle sue creature con un uso della scrittura graffiante e acuminato, ne delinea minuziosamente pregi e difetti per poi decostruire abilmente i loro convincimenti e porli di fronte a scelte indispensabili. Qui Reitman ci dimostra come il corso della nostra esistenza è dettato dalle nostre scelte solo quando abbiamo la risolutezza di prenderle al momento giusto. Intrappolati nel proprio universo vorticoso, i protagonisti di “Tra le nuvole” si muovono troppo freneticamente per accorgersi di cosa si cela nel mondo di cui sono consapevoli giustizieri e non comprendono che spesso “alleggerire” il carico della propria esistenza non è certo il modo più appropriato di vivere serenamente. Grazie a una struttura compatta e mai dispersiva, “Tra le nuvole” è costruito come un’asfissiante bomba a orologeria. E nel ruolo del protagonista, Clooney, cinico Caronte “traghettatore di anime”, ostenta con un sorriso beffardo le sue filosofie di vita cosmopolite. Fino a che la vita lo mette di fronte alle proprie fragilità per poi dimostrargli una verità avvilente. E cioè che spesso è proprio nel momento del naufragio che ci si accorge che la riva è ormai troppo lontana.
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gabriella
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mercoledì 10 marzo 2010
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veduta aerea
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Non dice molto di nuovo il film di Reitman, si limita a fotografare l'odierna crisi con un cinismo sospeso. George Clooney ha la faccia troppo simpatica per apparire antipatico, e reinterpreta un pò il ruolo del brillante avvocato divorzista Miles Massey di "Prima ti sposo poi ti rovino", c'è tutto, il discorso alla conferenza, il suo pezzo forte, messo poi in discussione in fase finale, quando cioè s'innamora di una donna e dalla quale poi viene puntualmente fregato, ma anche se soltanto nel primo c'è l'happy end, in entrambi i film c'è la redenzione del protagonista. Ryan infatti alla fine scende a patti con la terra e comprende che la felicità in fondo può anche essere il matrimonio della sorella, che non può nemmeno permettersi la luna di miele, che le cose importanti, in fondo, sono gli affetti, i sentimenti, come quelli nascosti dietro i volti delle persone che lui giornalmente licenzia.
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Non dice molto di nuovo il film di Reitman, si limita a fotografare l'odierna crisi con un cinismo sospeso. George Clooney ha la faccia troppo simpatica per apparire antipatico, e reinterpreta un pò il ruolo del brillante avvocato divorzista Miles Massey di "Prima ti sposo poi ti rovino", c'è tutto, il discorso alla conferenza, il suo pezzo forte, messo poi in discussione in fase finale, quando cioè s'innamora di una donna e dalla quale poi viene puntualmente fregato, ma anche se soltanto nel primo c'è l'happy end, in entrambi i film c'è la redenzione del protagonista. Ryan infatti alla fine scende a patti con la terra e comprende che la felicità in fondo può anche essere il matrimonio della sorella, che non può nemmeno permettersi la luna di miele, che le cose importanti, in fondo, sono gli affetti, i sentimenti, come quelli nascosti dietro i volti delle persone che lui giornalmente licenzia.
In ogni caso film discreto, gradevole, ben recitato, non fa volare, ma si presenta bene.
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cerdan76
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venerdì 5 marzo 2010
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leggero come le nuvole
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Il film di Jason Reitman è una sorpresa, parte come una commedia quasi scontata ed invece arriva ad essere tutt'altro. Già il protagonista, un buon Clooney, è un personaggio talmente cinico da sembrare diabolico. Un vincente che porta con se una valigia ordinata e studiata fino al millimetro. Quando però si ritrova da solo a casa è tutt'altro che il vincente visto solo pochi minuti prima. E' un uomo solo che non ha saputo far crescere intorno a se delle radici e persino la sua famiglia ormai lo considera troppo lontano. Chi sono le due donne che il protagonista incontra nel film? Una è l'intraprendente e un po' goffa, forse troppo goffa a dire il vero, nuova manager della sua società e l'altra è la bellissima donna in carriera con cui ha la relazione che gli cambierà la vita.
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Il film di Jason Reitman è una sorpresa, parte come una commedia quasi scontata ed invece arriva ad essere tutt'altro. Già il protagonista, un buon Clooney, è un personaggio talmente cinico da sembrare diabolico. Un vincente che porta con se una valigia ordinata e studiata fino al millimetro. Quando però si ritrova da solo a casa è tutt'altro che il vincente visto solo pochi minuti prima. E' un uomo solo che non ha saputo far crescere intorno a se delle radici e persino la sua famiglia ormai lo considera troppo lontano. Chi sono le due donne che il protagonista incontra nel film? Una è l'intraprendente e un po' goffa, forse troppo goffa a dire il vero, nuova manager della sua società e l'altra è la bellissima donna in carriera con cui ha la relazione che gli cambierà la vita. Entrambe non sono quello che sembrano e sono perfettamente due simboli del nostro tempo. La più giovane rappresenta la generazione di chi stando solo davanti ad un computer ha perso il contatto con le persone, e si risveglierà soltanto di fronte alla dura realtà. La donna fatale è un personaggio più complesso e meschino ma in fondo non troppo lontano della realtà. Il finale può essere considerato un pugno nello stomaco ma nonostante tutto l'atmosfera del film rimane leggera come le nuvole... e questa è la cosa bella di questo film.
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silvergold
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giovedì 4 marzo 2010
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il vero desiderio
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A parte la presenza di Clooney che dona al personaggio credibilità e passione, ritengo il film veramente bello.
Il motivo è da ricercare nella capacità di saper spiegare fino in fondo qual'è il desiderio del cuore dell'uomo..........il protagonista vive "nel cielo" e ad un certo punto raggiunge ciò che gli sembra essere la felicità ( diventare un cliente Top della linea aerea ) proprio nel momento in cui si rende conto che il suo cuore desidera altro....e questo altro non è raggiungibile.....resta la realtà carica di nostalgia per quello che poteva essere la vita e non è....... ma c'è sempre la possibilità di ricominciare, e questa è l'unica parte del film che manca .
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A parte la presenza di Clooney che dona al personaggio credibilità e passione, ritengo il film veramente bello.
Il motivo è da ricercare nella capacità di saper spiegare fino in fondo qual'è il desiderio del cuore dell'uomo..........il protagonista vive "nel cielo" e ad un certo punto raggiunge ciò che gli sembra essere la felicità ( diventare un cliente Top della linea aerea ) proprio nel momento in cui si rende conto che il suo cuore desidera altro....e questo altro non è raggiungibile.....resta la realtà carica di nostalgia per quello che poteva essere la vita e non è....... ma c'è sempre la possibilità di ricominciare, e questa è l'unica parte del film che manca ..........Vale la pena di vederlo e di giudicarlo....
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member87
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mercoledì 3 marzo 2010
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reitman convince ancora
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Questo giovane regista ancora una volta ci racconta una storia decisamente semplice ma altrettanto efficace e convincente. Ottimi attori, con un George Clooney particolarmente in forma, e ottimo stile narrativo che coinvolge lo spettatore in una spietata analisi della società di oggi, dove il lavoro condiziona più che mai le nostre vite e ci conduce ad effettuare scelte sempre più dolorose. Teniamo d'occhio Jason Reitman, un regista che si sta affermando nel panorama cinematografico in maniera sorprendente, capace come pochi suoi colleghi nel raccontare la quotidianità di persone qualsiasi che cercano di non affondare tra le difficoltà della vita moderna, che non si abbattono alle difficoltà nonostante l'età (Juno) e che a volte sorvolano direttamente sopra i problemi preferendo semplicemente vivere lassù in alto tra le nuvole.
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