ali ali
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lunedì 2 marzo 2009
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vi faccio una confessione...
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Mi dispiace dover paragonare il film al libro ma in questo caso il paragone è d'obbligo, perchè sono certa che quasi la totalità delle ragazze che sono andate a vedere il film, sono state della fan dei libri della Kinsella....Assolutamente un'altra storia viene messa in scena in questo film rispetto al romanzo da cui vengono presi in prestito soltanto i nomi dei personaggi e il titolo... Se non avete letto il libro e temete che ormai avete visto il film.. non preoccupatevi, il libro narra vicende del tutto diverse... La storia messa in scena nel film alla fine è abbastanza avvincente, la trama carina.. anche se un pò troppo scontata. La scelta degli abiti è pessima.. si fa fatica a credere che la costumista è la stessa del Diavolo veste prada e di sex and the city.
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Mi dispiace dover paragonare il film al libro ma in questo caso il paragone è d'obbligo, perchè sono certa che quasi la totalità delle ragazze che sono andate a vedere il film, sono state della fan dei libri della Kinsella....Assolutamente un'altra storia viene messa in scena in questo film rispetto al romanzo da cui vengono presi in prestito soltanto i nomi dei personaggi e il titolo... Se non avete letto il libro e temete che ormai avete visto il film.. non preoccupatevi, il libro narra vicende del tutto diverse... La storia messa in scena nel film alla fine è abbastanza avvincente, la trama carina.. anche se un pò troppo scontata. La scelta degli abiti è pessima.. si fa fatica a credere che la costumista è la stessa del Diavolo veste prada e di sex and the city... Accostamenti di colori improponibile, e mise improbabili (soprattutto per dei colloqui di lavoro)! Assolutamente non paragonabile all'abbigliamento elegante, abbastanza sobrio, e soprattutto adatto alle occasioni della protagista del libro. Più che un film adatto ad un pubblico di fashioniste e maniache dello shopping.. mi è sembrato un film della walt disney, pieno di spunti per vestire la propria barbie... Una nota positiva, è la scelta dei personaggi molto simili a come vengono descritti nel libro (alicia è effettivamente dalle "gambe lunghe"), anche se il Luke del libro di cui ci siamo tutte innamorate, è un uomo maturo e molto sicuro di sè.. non un ragazzo quasi timido e impacciato come si presenta l'attore del film ..(che cmq ci fa lo stesso innamorare....)
Consiglio cmq di vederlo, perchè è un film leggero.. ironico.. con momenti di grande comicità...Alla fine del film, devo confessarlo.. viene una gran voglia di correre a fare shopping...(mi raccomando quindi guardatelo di sera, per evitare di assaltare il primo negozietto di abbigliamento che vi si presenta all'uscita del cinema) e in quest'epoca di crisi economica devo dire che questo effetto non è da poco..
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[+] il paragone
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carmen
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lunedì 2 marzo 2009
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i love - i love shopping !
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Penso che bisogni finirla con il continuo paragone di un film al libro da cui è tratto. Per le amanti lettrici, sopratutto di una collana come quella di "I love shopping", è naturale che il prodotto cinematografico possa sembrare mediocre, se messo a paragone del libro. La trasposizione va valutata per quella che è: un film discreto ed esilarante, ottimo per una serata non troppo pretenziosa. Gli adattamenti sono dovuti e non si possono definire estremi o di dubbio gusto. Trovo molto carino l'accantonare la storia sentimentale tra Rebecca e Luke, per dar spazio alla mania compulsiva da shopping di lei ed evidenziare il suo innato sentimento per i negozi, più che per gli uomini. Credo che se avessero cercato di sviluppare diversamente il rapporto tra i due, si sarebbe scaduti nella solita commedia sentimentale che ruota attorno a un argomento, sebben non incentrandosi su quello, quanto più sul romanticismo.
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Penso che bisogni finirla con il continuo paragone di un film al libro da cui è tratto. Per le amanti lettrici, sopratutto di una collana come quella di "I love shopping", è naturale che il prodotto cinematografico possa sembrare mediocre, se messo a paragone del libro. La trasposizione va valutata per quella che è: un film discreto ed esilarante, ottimo per una serata non troppo pretenziosa. Gli adattamenti sono dovuti e non si possono definire estremi o di dubbio gusto. Trovo molto carino l'accantonare la storia sentimentale tra Rebecca e Luke, per dar spazio alla mania compulsiva da shopping di lei ed evidenziare il suo innato sentimento per i negozi, più che per gli uomini. Credo che se avessero cercato di sviluppare diversamente il rapporto tra i due, si sarebbe scaduti nella solita commedia sentimentale che ruota attorno a un argomento, sebben non incentrandosi su quello, quanto più sul romanticismo. Certo, in alcuni momenti ho avuto la sgradevole sensazione di assistere a un rifacimento de "Il diavolo veste Prada", tuttavia nel complesso il prodotto mi è parso rispondere a quelle che erano le mie aspettative (non ho il pretesto di definirle generali).
Un'ora e mezzo scivolano tra una risata e una punta di invidia per tutti quegli abiti e accessori assolutamente favolosi. Isla Fisher mi è parsa perfetta, mentre Hugh Dancy un perfetto uomo "di contorno", che piace senza sforzarsi troppo. Insomma, io tre stelline a questo film le darei.
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topkarol88
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lunedì 2 marzo 2009
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fashion victim's story
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Il profumo del cuoio di un paio di scarpe nuove, la morbidezza della seta di una sciarpa, l’accecante brillantezza della nuova collezione di Yves Saint Laurent o di Gucci o di Dior…questo è tutto quello che Rebecca Bloomwood ama, tutto quello che per lei ha un senso. Dopo un’assurda infanzia passata a sognare abiti e accessori costosi e dai colori sgargianti senza poterseli mai permettere, ora Becky si prende la sua rivincita per forza: comprare, comprare, comprare per il semplice gusto di farlo!
Giornalista alle prime armi e con una grande passione per la moda, Rebecca, interpretata da Isla Fisher, shopping dipendente sempre al verde e per giunta in debito di cifre esorbitanti con i gestori delle sue carte di credito, verrà assunta da una rivista finanziaria dove, per sopravvivere ai suoi conti da pagare, dovrà inventarsi , ironia della sorte, una rubrica che consigli ed inviti i lettori/consumatori a usare parsimonia nei propri acquisti.
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Il profumo del cuoio di un paio di scarpe nuove, la morbidezza della seta di una sciarpa, l’accecante brillantezza della nuova collezione di Yves Saint Laurent o di Gucci o di Dior…questo è tutto quello che Rebecca Bloomwood ama, tutto quello che per lei ha un senso. Dopo un’assurda infanzia passata a sognare abiti e accessori costosi e dai colori sgargianti senza poterseli mai permettere, ora Becky si prende la sua rivincita per forza: comprare, comprare, comprare per il semplice gusto di farlo!
Giornalista alle prime armi e con una grande passione per la moda, Rebecca, interpretata da Isla Fisher, shopping dipendente sempre al verde e per giunta in debito di cifre esorbitanti con i gestori delle sue carte di credito, verrà assunta da una rivista finanziaria dove, per sopravvivere ai suoi conti da pagare, dovrà inventarsi , ironia della sorte, una rubrica che consigli ed inviti i lettori/consumatori a usare parsimonia nei propri acquisti. Ad assurde bugie e situazioni esilaranti ai limiti della follia, si aggiungerà un’improvvisa passione per Luke Brandon, direttore della rivista, alias Hugh Dancy, attore inglese di nicchia (purtroppo) dalla recitazione pulita, sofisticata e mai sopra le righe, che ben presto si trasformerà in amore, sentimento molto più corrisposto di quanto Rebecca possa immaginare.
Tratto dall’omonimo e celeberrimo best seller mondiale di Sophie Kinsella, I love shopping è un film scorrevole, frizzante, esilarante, colorato e quasi accecante, un film dalle poche pretese che mira unicamente ad intrattenere allegramente lo spettatore e, c’è da dire, che riesca perfettamente nel suo intento.
Una piccola delizia firmata Paul J. Hogan, famoso regista de Il matrimonio del mio migliore amico, I love shopping regalerà a tutti coloro che vorranno dargli fiducia, due ore circa di assoluta spensieratezza; gli uomini saranno ammaliati dalla bellezza di Isla Fisher ma soprattutto di Leslie Bibb una bellissima bionda dalle gambe chilometriche e le donne saranno catapultate ancora una volta nel meraviglioso mondo dell’alta moda e resteranno senza parole. Lo shopping compulsivo sarà anche una vera e propria malattia, e Rebecca sarà pure un caso patologico ma in sala nessuna donna è riuscita a biasimarla!
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kiki
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martedì 10 marzo 2009
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alleggerita dallo shopping
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Perchè Rebecca Bloomwood non può fare a meno di comprare? perchè lo shopping è quel compagno di vita che ti aiuta nei momenti più out. Chi di noi, mi rivilgo soprattutto alle donne; non ha raddrizzato una giornata no comprando un bel paio di scarpe o anche solo una t-shirt? non perchè gli acquisti risolvano alcun problema ma perchè mentre si fa shopping tutta la nostra mente e il nostro corpo si dedicano a quello e non c'è posto per altro. Esami bocciati, problemi sentimentali ecc... la mente si svuota di tutto e peccato che lo faccia anche il portafoglio. Eh già nel nuovo film della Disney vediamo come Rebecca Bloomwood la più simpatica shop-aholic del mondo riesca ad essere continuamente in rosso e a mettersi nei guai e tutto per vedere anche solo per unistante il mondo più bello.
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Perchè Rebecca Bloomwood non può fare a meno di comprare? perchè lo shopping è quel compagno di vita che ti aiuta nei momenti più out. Chi di noi, mi rivilgo soprattutto alle donne; non ha raddrizzato una giornata no comprando un bel paio di scarpe o anche solo una t-shirt? non perchè gli acquisti risolvano alcun problema ma perchè mentre si fa shopping tutta la nostra mente e il nostro corpo si dedicano a quello e non c'è posto per altro. Esami bocciati, problemi sentimentali ecc... la mente si svuota di tutto e peccato che lo faccia anche il portafoglio. Eh già nel nuovo film della Disney vediamo come Rebecca Bloomwood la più simpatica shop-aholic del mondo riesca ad essere continuamente in rosso e a mettersi nei guai e tutto per vedere anche solo per unistante il mondo più bello. il tutto è condito da romanticismo e senso dello humor in perfetto stile Walt Disney. Attenti però perhè i meravigliosi abiti e accessori del film potrebbero portarvi nel più vicino centro commerciale appena usciti di sala.
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micaela
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domenica 1 marzo 2009
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ma..... siamo sicuri che era i love shopping?
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ieri ero così eccitata al sol pensiero di andare a vedere un film dal quale ho letto il libro tutto d'un fiato e non solo il primo....e poi..... :( non volevo crederci sembrava che la mia testa era nel pieno di una confusione mistica e quello che non capisco perchè tutto quell'intreccio...va bene che bisognava fare dei tagli ma perchè l'autore del film ha fatto incontrare in quel modo barbaro becky e luke....da non credere "lei" che ha come capo "lui".... e poi quell'intervista in "TV"? che squallore per fortuna che lei sul libro prende a far parte dello spettacolo e non fa quella figura pessima e poi....tante altre cose che non sto ad elencare altrimenti non basterebbe lo spazio disponibile :)
cmq secondo me se volevano fare una cose come si deve, di gran lunga avrei optato per una serie tv tipo.
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ieri ero così eccitata al sol pensiero di andare a vedere un film dal quale ho letto il libro tutto d'un fiato e non solo il primo....e poi..... :( non volevo crederci sembrava che la mia testa era nel pieno di una confusione mistica e quello che non capisco perchè tutto quell'intreccio...va bene che bisognava fare dei tagli ma perchè l'autore del film ha fatto incontrare in quel modo barbaro becky e luke....da non credere "lei" che ha come capo "lui".... e poi quell'intervista in "TV"? che squallore per fortuna che lei sul libro prende a far parte dello spettacolo e non fa quella figura pessima e poi....tante altre cose che non sto ad elencare altrimenti non basterebbe lo spazio disponibile :)
cmq secondo me se volevano fare una cose come si deve, di gran lunga avrei optato per una serie tv tipo...friends,dr house, heroes e tanti altri....ok penso di aver finito.... però, e non aggiungo altro penso che se non avessi letto il libro il film mi sarebbe piaciuto :)
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ciccio capozzi
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lunedì 2 marzo 2009
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dipendenza, come nell’alcolismo, dallo shopping
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“I LOVE SHOPPING” di P.J.HOGAN; USA,08. Becky non riesce a guardare I prodotti dell’alta moda, senza desiderare sfrenatamente di averli. Ha accumulato debiti per migliaia di dollari. Giornalista, lavora in un giornale di economia, del gruppo che possiede un giornale di fashion, dove ambirebbe entrare. Il film è tratto dai due romanzi di Sophie Kinsella, di grande successo, dallo stesso titolo. Tuttavia è più significativo l’originale del film: “Confession of a Shopaholic”. La parola è l’acronimo di Shopping e Alcoholic: ovvero la dipendenza, come nell’alcolismo, dallo shopping, che diventa prassi compulsiva-ossessiva. E difatti nel film la nostra simpatica, ma leggera (non in senso calviniano) Becky partecipa alle sedute dell’”Anonima Compratori Compulsivi”, che sono delle comunità terapeutiche davvero esistenti che svolgono quest’assistenza psicologica .
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“I LOVE SHOPPING” di P.J.HOGAN; USA,08. Becky non riesce a guardare I prodotti dell’alta moda, senza desiderare sfrenatamente di averli. Ha accumulato debiti per migliaia di dollari. Giornalista, lavora in un giornale di economia, del gruppo che possiede un giornale di fashion, dove ambirebbe entrare. Il film è tratto dai due romanzi di Sophie Kinsella, di grande successo, dallo stesso titolo. Tuttavia è più significativo l’originale del film: “Confession of a Shopaholic”. La parola è l’acronimo di Shopping e Alcoholic: ovvero la dipendenza, come nell’alcolismo, dallo shopping, che diventa prassi compulsiva-ossessiva. E difatti nel film la nostra simpatica, ma leggera (non in senso calviniano) Becky partecipa alle sedute dell’”Anonima Compratori Compulsivi”, che sono delle comunità terapeutiche davvero esistenti che svolgono quest’assistenza psicologica . Anzi, la prima sequenza della sua partecipazione diventa un’apoteosi del rovesciamento delirante collettivo, trasformando la persecuzione dello shopping in un suo inno. Ed è un episodio di pura comicità, in cui il talento e la simpatia contagiosa della protagonista, la scozzese Isla Fisher, emergono irresistibilmente. E non sono pochi i momenti felici del film. Esso risulta sospeso tra l’analisi sociologica del fenomeno e la puntuale illustrazione delle motivazioni individuali, che sono sempre risolte con ampie e autogratificantii digressioni letterarie, ma di pura e fasulla retorica anche se lirizzanti. Ciò avviene sia pur attraverso lo stile generale della commedia, lasciando spazio a geniali invenzioni metaforiche, Ma il fondo di queste è un’introspezione sulle motivazioni della propria ansia individuale; della propria solitudine. Il film (e i libri) mettono sempre in un’almeno temporaneamente appagata contrapposizione il vuoto esistenziale e il suo “riempimento” che gli oggetti fashion realizzerebbero. La sceneggiatura del film gioca con molta intelligenza sui due poli della situazione; ne fa comprendere tutte le valenze, individuali e collettive in alcune trascinati sequenze: come quella dell’assalto ai Saldi delle griffes. Le donne sofisticate che vi partecipano, si trasformano in feroci, agguerrite tigri, per diventare ancora più sofisticate : è un paradosso dell’apparenza, ma che il film gestisce con sapienza narrativa. Come pure di grande effetto sono i momenti in cui la ragazza “parla” con i manichini “vestiti” con i panni dei suoi desideri. E’ lei stessa che schizoidamente dialoga con un’altra parte di sé. Ma l’effetto è ancora più straniante, perché è come se tale configurazione fisica desse corpo reale alle proprie nevrosi: se ci si riflette, è una metafora davvero inquietante .
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joeblack
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lunedì 16 marzo 2009
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semplicemente diver tente
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Come troppo spesso accade , la critica toppa clamorosamente !
Cosa pretendere da un film che ha un'unica intenzione , ovvero strappare qualche risata e far passare un paio d'ore in maniera divertente e spensierata?
Se la risposta a queta domanda è nulla , la valutazione che si da a questo film non piò che essere ottima !
Raggiunge lo scopo , è simpatico , sovraespone difetti nei quali moltissime ragazze , e aggiungo io qualche ragazzo , si ritroverà e in maniera assolutamente poco pretenziosa fa centro!
Se si chiede a questo lavoro di essere quello che non è , si cerca qualche appiglio per criticare a prescindere , tuttavia non è il film a finire sul banco degli imputati ma il genere della commedia nel suo complesso!
Una nota in fine la merita la protagonista , assolutamente gradev
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Come troppo spesso accade , la critica toppa clamorosamente !
Cosa pretendere da un film che ha un'unica intenzione , ovvero strappare qualche risata e far passare un paio d'ore in maniera divertente e spensierata?
Se la risposta a queta domanda è nulla , la valutazione che si da a questo film non piò che essere ottima !
Raggiunge lo scopo , è simpatico , sovraespone difetti nei quali moltissime ragazze , e aggiungo io qualche ragazzo , si ritroverà e in maniera assolutamente poco pretenziosa fa centro!
Se si chiede a questo lavoro di essere quello che non è , si cerca qualche appiglio per criticare a prescindere , tuttavia non è il film a finire sul banco degli imputati ma il genere della commedia nel suo complesso!
Una nota in fine la merita la protagonista , assolutamente gradevole e comunicativa con le sue espressioni facciali che trasmettono più di mille parole allo spettatore !
In definitiva lo consiglio a chi vuol staccare da una settimana stressante e staccare la spina divertendosi !
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emanuela
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venerdì 6 marzo 2009
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il totem delle banalità
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Ma è un film, questo? Ma c'è forse un solo minuto di trama e di scene che non sia prevedibile, già visto, simile a qualcos'altro? E che dire delle vite interiori dei protagonisti per nulla analizzate? La svolta etica di Rebecca avviene così, da un momento all'altro, senza che lo spettatore possa tifare per questo traguardo personale. Le vicende della protagonista, poi, sembrano dire all'unisono: con un pò di bluff, tanta fortuna e qualche battutina da strapazzo, anche se non sai fare per niente il tuo lavoro puoi diventare una giornalista di fama mondiale! Rebecca è un personaggio scialbo, superficiale, e non tanto quando stravede per lo shopping, quanto piuttosto quando si redime. Forse alla fine del film nemmeno lei ha ben capito la portata dei suoi errori, e se dovesse ambire a qualche altro posto di lavoro crede che gli basterebbe ancora schiaffeggiare un finlandese con un'intelligenza assolutamente da commedia (=improbabile).
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Ma è un film, questo? Ma c'è forse un solo minuto di trama e di scene che non sia prevedibile, già visto, simile a qualcos'altro? E che dire delle vite interiori dei protagonisti per nulla analizzate? La svolta etica di Rebecca avviene così, da un momento all'altro, senza che lo spettatore possa tifare per questo traguardo personale. Le vicende della protagonista, poi, sembrano dire all'unisono: con un pò di bluff, tanta fortuna e qualche battutina da strapazzo, anche se non sai fare per niente il tuo lavoro puoi diventare una giornalista di fama mondiale! Rebecca è un personaggio scialbo, superficiale, e non tanto quando stravede per lo shopping, quanto piuttosto quando si redime. Forse alla fine del film nemmeno lei ha ben capito la portata dei suoi errori, e se dovesse ambire a qualche altro posto di lavoro crede che gli basterebbe ancora schiaffeggiare un finlandese con un'intelligenza assolutamente da commedia (=improbabile). E che dire dei debiti? Quando Derek viene finalmente pagato sembra che Rebecca gli abbia fatto un favore. Tutti quanti, comunque, la assolvono, come se avesse salvato il mondo. Lei stessa cammina fiera per la città, con in tasca la sua fresca "maturazione". L'unica cosa decente del film è il protagonista, veramente carinissimo.
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frank75
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sabato 13 marzo 2010
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meglio un fidanzato o un negozio di alta moda?
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Rebecca Bloomwood (Isla Fisher) fin da bambina era affascinata dagli abiti firmati e da quelle che chiama le "carte magiche", ossia le carte di credito.
Diventata adulta, bella e frivola giornalista, a causa della sua tendenza allo shopping compulsivo è costretta a inseguire un quasi impossibile equilibrio tra i saldi delle sue numerose carte di credito e il suo abbastanza misero stipendo.
Ma il disastro è in agguato e infatti, quando il giornale dove lavora chiude, rimane disoccupata e con i salati conti delle carte da pagare.
Ottiene allora un colloquio con la rivista di moda dei suoi sogni diretta dalla arrogante e insensibile Alette Naylor (Krystin Scott Thomas), ma una presuntuosa spilungona le soffia il posto sotto al naso e allora non le rimane che dirottare le proprie ultime speranze verso una rivista economica dello stesso gruppo editoriale, la "Far fortuna risparmiando" (Successful Saving), ma qui il colloquio con il capo redattore Luke Brandon (Hugh Dancy) sarà a dir poco disastroso.
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Rebecca Bloomwood (Isla Fisher) fin da bambina era affascinata dagli abiti firmati e da quelle che chiama le "carte magiche", ossia le carte di credito.
Diventata adulta, bella e frivola giornalista, a causa della sua tendenza allo shopping compulsivo è costretta a inseguire un quasi impossibile equilibrio tra i saldi delle sue numerose carte di credito e il suo abbastanza misero stipendo.
Ma il disastro è in agguato e infatti, quando il giornale dove lavora chiude, rimane disoccupata e con i salati conti delle carte da pagare.
Ottiene allora un colloquio con la rivista di moda dei suoi sogni diretta dalla arrogante e insensibile Alette Naylor (Krystin Scott Thomas), ma una presuntuosa spilungona le soffia il posto sotto al naso e allora non le rimane che dirottare le proprie ultime speranze verso una rivista economica dello stesso gruppo editoriale, la "Far fortuna risparmiando" (Successful Saving), ma qui il colloquio con il capo redattore Luke Brandon (Hugh Dancy) sarà a dir poco disastroso.
Per lasciarsi, almeno momentaneamente, i problemi alle spalle non le rimane che ubriacarsi con la sua amica Suze (Krysten Ritter). Qui scevra dai suoi freni inibitori, scrive un'originale articolo nel tentativo di riuscire comunque a farsi assumere nella rivista dei suoi sogni, nonché una lettera piena di insulti al capo redattore di "Successful saving".
Ubriaca tuttavia non poteva che scambiare le lettere, ma questa disattenzione le spianerà la strada verso la ribalta nella disprezzata rivista economica.
Ma quando il successo sembra averla ormai abbracciata, il suo incubo diventerà Derek Smeath (Robert Stanton), agente del recupero crediti.
Commedia scoppiettante liberamente tratta dai bestseller di Sophie Kinsella, che seppur in chiave paradossale e divertente tratta un tema sociale piuttosto sentito negli Stati Uniti, l'indebitamento eccessivo tramite il cosiddetto credito al consumo.
Ma al di là del tema sociale e morale rilevante del consumismo esasperato, che sfocia in alcuni casi in vero e proprio shopping compulsivo (il film infatti è paradossale ma non più di tanto), questa commedia leggera in rosa si lascia apprezzare per le situazioni comiche proposte che trovano sempre nella protagonista un validissimo interprete.
Si sorride e si ride con una buona continuità e alla fine i buoni sentimenti e valori prevalgono sull'ambizione e il consumismo esasperato.
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escifranco!
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giovedì 16 ottobre 2014
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banalissimo
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L'unica cosa che veramente non capisco di questo film è:quanti soldi hanno promesso a John Goodman?
comunque trama banalissima:una tizia indebitata fino al collo perchè è vittima dello shopping compulsivo si redime scrivendo per una rivista sul risparmio e trova (ovvvvviamente) anche il vero amore.Il ritmo del film in sè non è male,non è un film con dei tempi morti anzi è velocissimo,quasi fosse un videoclip difatti la colonna sonora contribuisce non poco a tenerlo a galla,le gag da comedy americana non ci sono e se ci sono non fanno ridere;di certo non contribuiscono i protagonisti che sono dei simulacri,delle macchiette,non c'è alcun tipo di lavoro sui personaggi,sappiamo solo che la protagonista (Isla Fisher) ha avuto un passato da complessata perchè la madre le comprava solamente abiti ai mercatini dell'usato,il capo/futuro uomo(Hugh Dancy) della protagonista viene da una famiglia facoltosa ma fa di tutto per non farlo vedere perchè vuole venire accettato per quello che è,e l'amica della protagonista (Krysten Ritter) verrà ricordata da tutti per la risata isterica e per la grande pazienza,ah poi ci sono anche i villain del caso,il mmmmalvagio esattore del "recupero credti"(Robert Stanton) e la supermodella dalle gambe lunghe (Leslie Bibb),neanche insieme riescono a fare "un" cattivo della storia.
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L'unica cosa che veramente non capisco di questo film è:quanti soldi hanno promesso a John Goodman?
comunque trama banalissima:una tizia indebitata fino al collo perchè è vittima dello shopping compulsivo si redime scrivendo per una rivista sul risparmio e trova (ovvvvviamente) anche il vero amore.Il ritmo del film in sè non è male,non è un film con dei tempi morti anzi è velocissimo,quasi fosse un videoclip difatti la colonna sonora contribuisce non poco a tenerlo a galla,le gag da comedy americana non ci sono e se ci sono non fanno ridere;di certo non contribuiscono i protagonisti che sono dei simulacri,delle macchiette,non c'è alcun tipo di lavoro sui personaggi,sappiamo solo che la protagonista (Isla Fisher) ha avuto un passato da complessata perchè la madre le comprava solamente abiti ai mercatini dell'usato,il capo/futuro uomo(Hugh Dancy) della protagonista viene da una famiglia facoltosa ma fa di tutto per non farlo vedere perchè vuole venire accettato per quello che è,e l'amica della protagonista (Krysten Ritter) verrà ricordata da tutti per la risata isterica e per la grande pazienza,ah poi ci sono anche i villain del caso,il mmmmalvagio esattore del "recupero credti"(Robert Stanton) e la supermodella dalle gambe lunghe (Leslie Bibb),neanche insieme riescono a fare "un" cattivo della storia.Dato che è un film sul mondo dello shopping mi sarei aspettato una cura maniacale dei costumi,un pò come accade con "Il diavolo veste Prada" ma così non è a mio parere,non ce n'è uno che risalti all'occhio e ti faccia dire "oh ma questo è un film sulla moda quindi!",neanche uno...per il resto,pensandoci bene,non c'è qualcosa che risalti sul resto,è tutto troppo piatto e banale,anche la location,quella stessa New York modaiola di "Sex and the city" non viene proprio calcolata,si capisce solo da alcuni brevi dettagli che il film è ambientato nella Grande Mela e non certo grazie ai manichini animati che tormentano la protagonista.
Ora,il messaggio del film è chiaro,è una sorta di appello alla moderazione per tutte quelle teenager (e non solo) che sono malate,come la protagonista,di shopping compulsivo così magari la vita gli può portare qualche soddisfazione in più,oltre questo non ci colgo davvero nulla.E' evidente che è un film che rientra in quel filone di film-adattamenti girati per cavalcare l'onda del successo dei libri e lucrarci come se non ci fosse un domani,d'accordo,ma bisogna pur sempre creare qualcosa di innovativo per bissare il successo del cartaceo (Harry Potter docet) altrimenti si rischia di fare un bel buco nell'acqua,e questo ne è un gran bel esempio.
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