mauro lanari
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domenica 5 aprile 2015
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"incarnazione d'uno stato confusionale" cosmico.
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Un film sul "tema attualissimo dell'immigrazione"? Ma nemmeno di striscio. Fors'allora una "storia di formazione e solidarietà sullo sfondo del rione Esquilino [fra due personaggi] proiettati verso il cambiamento e l'affermazione della propria identità"? Tzk. Corretta semmai l'ipotesi circa l'"incarnazione d'uno stato confusionale" dove al contrario le identità son'andate irrimediabilmente perdute, tanto quelle "d'un ex-pugile sui quaranta che non esce più di casa (Valerio Mastandrea, anche produttore del film: un segnale importante) e [d'un] un ragazzino d'origine somala che parla il romano del Corviale (l'inedito Said Sabrie)", quanto quelle di luoghi, storie, avvenimenti in un irrisolvibile gioco di specchi fra sogni e destini: "Il problema non è realizzare i tuoi desideri.
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Un film sul "tema attualissimo dell'immigrazione"? Ma nemmeno di striscio. Fors'allora una "storia di formazione e solidarietà sullo sfondo del rione Esquilino [fra due personaggi] proiettati verso il cambiamento e l'affermazione della propria identità"? Tzk. Corretta semmai l'ipotesi circa l'"incarnazione d'uno stato confusionale" dove al contrario le identità son'andate irrimediabilmente perdute, tanto quelle "d'un ex-pugile sui quaranta che non esce più di casa (Valerio Mastandrea, anche produttore del film: un segnale importante) e [d'un] un ragazzino d'origine somala che parla il romano del Corviale (l'inedito Said Sabrie)", quanto quelle di luoghi, storie, avvenimenti in un irrisolvibile gioco di specchi fra sogni e destini: "Il problema non è realizzare i tuoi desideri. Il problema è averceli dei desideri." Claudio Noce al suo esordio imbastisce una sceneggiatura che, dall'incipit fino all'explicit, rende indistinguibili realtà e immaginazione obbligando a considerarli irrilevanti al confronto d'un breakdown identitario generalizzato. Aman e Teodoro sono i due indivisibili non-visi d'un unico sfascio esistenziale che l'unisce e c'unisce senza distinguo geografici o etnici. Il regista "fa parlare soprattutto i volti variando continuamente la messa a fuoco, educando il nostro sguardo a quello che si vede e a quello che si dovrebbe vedere." Pensare ch'il film termini ne "l'abisso della depressione per entrambi, il primo ch'abbandonerà l'Italia, il secondo la vita" è un'interpretazione non solo arbitraria, ma persino evitata con ogni mezzo. Le tragedia alle spalle e i patemi affettivi dei due protagonisti sono intercambiabili, "il personaggio d'Anita Caprioli può risultare di troppo" e invece no, è l'esatto contraltare per Aman della separazione di Teodoro dalla moglie. I due vengono spess'inquadrati di spalle così come la figura del dipinto, si chiedono l'un l'altro delucidazioni sulle loro facce ma non ottengono risposte. Quest'opera prima non intende fornirle, bensì esprimere e trasmettere un mood catastrofale sulla realtà in toto, rendendo le variazioni individuali insignificanti rispetto alla questione universale. Oltre a script e inquadrature, splendido pure l'uso del sonoro, un coacervo che spazia dalla musica etnica alla classica sino a voraginosi vuoti acustici.
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filippo catani
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martedì 9 dicembre 2014
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due infelicità che si incontrano
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Roma. Aman è un giovane somalo che lava auto anche se vorrebbe prendere il posto del venditore dell'autosalone e vede il suo più caro amico emigrare a Londra. Teodoro è un ex pugile violento con un passato doloroso alle spalle. I due si conosceranno e cercheranno di intrattenere una sorta di amicizia.
Un film dolente e pieno di rabbia quello confezionato da Claudio Noce. Aman è scampato al genocidio somalo dopo che la sua famiglia è stata letteralmente decimata. Arrivato a Roma il ragazzo non riesce ad integrarsi e si divide tra un lavoro che non gli piace e l'amore impossibile per una giovane prostituta. Teodoro è un uomo disadattato con alle spalle episodi di brutale violenza e una carriera nella boxe.
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Roma. Aman è un giovane somalo che lava auto anche se vorrebbe prendere il posto del venditore dell'autosalone e vede il suo più caro amico emigrare a Londra. Teodoro è un ex pugile violento con un passato doloroso alle spalle. I due si conosceranno e cercheranno di intrattenere una sorta di amicizia.
Un film dolente e pieno di rabbia quello confezionato da Claudio Noce. Aman è scampato al genocidio somalo dopo che la sua famiglia è stata letteralmente decimata. Arrivato a Roma il ragazzo non riesce ad integrarsi e si divide tra un lavoro che non gli piace e l'amore impossibile per una giovane prostituta. Teodoro è un uomo disadattato con alle spalle episodi di brutale violenza e una carriera nella boxe. Avrebbe anche una ex moglie e una figlia che però non vogliono più avere niente a che fare con lui che da tre anni non esce di casa e vive solo con l'affitto di un negozietto. Insomma due infelicità che nel loro percorso di vita finiscono per incontrarsi innescando una serie di reazioni imprevedibili. Belle le ambientazioni, bravissimi Sabrie e Mastandrea e valida la colonna sonora per un film che ha però nel volere mettere troppa carne al fuoco in troppo poco tempo con poco ritmo il suo difetto più grande.
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