ggbike
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mercoledì 22 aprile 2015
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commedia da dvd.. a casa
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La simpatia di Zalone e' oramai nota a tutti. Il film e' una commedia abbastanza gradevole. Mi ricorda un po' Pieraccione e il suo boom negli anni '90.
Secondo me, questo e' un genere di film che se ti affitti il DVD e te lo vedi tra le pareti domentiche non fai un soldo di danno.
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renato c.
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domenica 19 aprile 2015
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comicità semplice ma apprezzabile
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In mezzo a tanti "cinepanettoni" e "cinecocomeri" dove, scene di nudo o no, il sesso è sempre l'argomento principale, questo almeno è un film che si basa sui buoni sentimenti! Checco, lasciato dalla ragazza di Polignano a Mare, che voleva una famiglia ad ogni costo, al nord si innamora di una ragazza, che anche lei prima sembra cercare l'affinità, la persona importante ed in Checco non vede che un amico che la tiene allegra! Ma poi il vero amore ha il sopravvento, in barba allo stato sociale, alla cultura ed a tutto il resto. Non mi sembra, come ha scritto qualcuno, un film anti-leghista, il movimento politico è preso solo con ironia, ma per nulla criticato; il padre di Marika ragiona come qualunque militante di partito, come ad esempio Peppone nei films di Don Camillo che ragionava second
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In mezzo a tanti "cinepanettoni" e "cinecocomeri" dove, scene di nudo o no, il sesso è sempre l'argomento principale, questo almeno è un film che si basa sui buoni sentimenti! Checco, lasciato dalla ragazza di Polignano a Mare, che voleva una famiglia ad ogni costo, al nord si innamora di una ragazza, che anche lei prima sembra cercare l'affinità, la persona importante ed in Checco non vede che un amico che la tiene allegra! Ma poi il vero amore ha il sopravvento, in barba allo stato sociale, alla cultura ed a tutto il resto. Non mi sembra, come ha scritto qualcuno, un film anti-leghista, il movimento politico è preso solo con ironia, ma per nulla criticato; il padre di Marika ragiona come qualunque militante di partito, come ad esempio Peppone nei films di Don Camillo che ragionava secondo le direttive del suo partito! Mi sembra anzi, un film cattolico (equiparazione dei gay agli eteresessuali a parte) dove viene fatta vedere bene l'opera costruttiva della parrocchia nei confronti degli emarginati! Tutto sommato una simpatica fiaba a lieto fine!
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great steven
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domenica 21 dicembre 2014
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comicità scapestrata e brani musicali azzeccati.
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CADO DALLE NUBI (IT, 2009) diretto da GENNARO NUNZIANTE. Interpretato da CHECCO ZALONE, GIULIA MICHELINI, DINO ABBRESCIA, FABIO TROIANO, IVANO MARESCOTTI, RAUL CREMONA, GIGI ANGELILLO, ANNA FERRUZZO, LUDOVICA MODUGNO, CLAUDIA PENONI, STEFANO CHIODAROLI, IVANA LOTITO, FRANCESCA CHILLEMI, PEPPINO MAZZOTTA
Questo film nasce da una scommessa: il cantante di musica demenziale Luca Pasquale Medici, in arte Checco Zalone (che in dialetto pugliese sta ad indicare un “contadinone”, quindi un tamarro a tutti gli effetti), vuole girare il suo film d’esordio, il quale presenta pure un forte carattere autobiografico. Con l’amico Gennaro Nunziante alla regia, trovano insieme un produttore, Pietro Valsecchi, disposto a rischiare.
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CADO DALLE NUBI (IT, 2009) diretto da GENNARO NUNZIANTE. Interpretato da CHECCO ZALONE, GIULIA MICHELINI, DINO ABBRESCIA, FABIO TROIANO, IVANO MARESCOTTI, RAUL CREMONA, GIGI ANGELILLO, ANNA FERRUZZO, LUDOVICA MODUGNO, CLAUDIA PENONI, STEFANO CHIODAROLI, IVANA LOTITO, FRANCESCA CHILLEMI, PEPPINO MAZZOTTA
Questo film nasce da una scommessa: il cantante di musica demenziale Luca Pasquale Medici, in arte Checco Zalone (che in dialetto pugliese sta ad indicare un “contadinone”, quindi un tamarro a tutti gli effetti), vuole girare il suo film d’esordio, il quale presenta pure un forte carattere autobiografico. Con l’amico Gennaro Nunziante alla regia, trovano insieme un produttore, Pietro Valsecchi, disposto a rischiare. E il successo non tarda ad arridere al trio, assortito meglio di quanto ci si sarebbe potuto aspettare: e pure la critica, specialmente nei dizionari, loda le doti di una pellicola apparentemente becera e inconsistente, ma in realtà ricca di spunti interessanti e fra le commedie più intelligenti e ben girate degli ultimi decenni, in cui le autentiche commedie di infima categoria, purtroppo, abbondano come non mai. Trama lineare, eppure accattivante: Checco, giovane cantautore neomelodico, lavora part-time nel cantiere dello zio a Polignano a Mare, ma sogna di sfondare nel mondo della musica. La sua fidanzata Angela, però, lo ritiene un fallito e quindi lo lascia. Affranto e con poche speranze di riuscita, Checco abbandona la natia Puglia e si reca a Milano, ospite del fratello massaggiatore Alfredo che, all’insaputa della famiglia, convive col personal trainer Manolo. Nella metropoli lombarda conosce anche Marika, figlia di un leghista convinto che odia i meridionali, e della quale s’innamora, benché lei insista ad averlo in simpatia solo come buffone di corte o, al massimo, come l’amico più imbecille che possieda. Fra alterne fortune e vicende tragicomiche, Checco finisce per partecipare a “I Want You”, talent-show che seleziona nuovi volti celebri per il piccolo schermo e, inaspettatamente, lo vince. Il successo discografico è subito accompagnato da un trionfo amoroso: Checco sposa Marika in una sontuosa cerimonia nel paese originario. Ce n’è per tutti, nel film: leghisti, gay, omofobi, razzisti, aspiranti musicisti tuttofare, sarcastici, imprenditori sbruffoni e semplici spettatori alla ricerca di un divertimento neanche tanto cattivo. Zalone è ignorante, irriverente, sgrammaticato, impudente, senza peli sulla lingua, bonaccione e denigratorio. E dice la verità. Non si può non apprezzare una critica socio-politica così sottile, eppure tanto convincente ed efficace, abbinata ad una comicità molto innovativa e originale. Una compagine di attori molto affiatati e motivati: il protagonista ci mette tutto l’impegno del caso nell’impersonare uno che crede di sentirsi a suo agio in un contesto inedito, e che capovolge tutte le convenzioni della situazione in cui si trova a vivere o, più precisamente, vivacchiare alla ricerca di un appiglio per poter emergere energicamente; la Michelini, che possiede la rara qualità dell’energia, si dà da fare per sfoderare dal suo personaggio, il maggiore fra quelli femminile, l’intero corredo di espressioni facciali e mimiche necessario per divertire il pubblico e regalare anche a sé stessa momenti di tempo spassoso; D. Abbrescia è un omosessuale deciso e testardo che cerca di nascondere la cosa alla famiglia, finendo poi per fare coming out, e la sua comicità imbarazzata e canzonatoria risulta alquanto mordace e battente; F. Troiano (ex marito di Violante Placido) è il compagno del precedente attore e, contrariamente a lui, non si vergogna di quella che Zalone definisce, in un brano quasi geniale, “una brutta malattia da cui volare via con le ali”, offrendo un carattere autoironico, caricaturale e degno di nota; I. Marescotti è il settentrionalista coriaceo dell’opera, che detesta nel profondo gli italiani del Mezzogiorno, e dirige il proprio partito (evidente parodia della Lega Nord) sfruttando fino in fondo l’astio xenofobo che lo anima in tutte le sue complesse sfaccettature. G. Nunziante, per concludere, si mette alla prova estraendo una regia attenta e quasi maestosa, dimostrando una perfetta conoscenza dei tempi comici e un uso sapiente e calcolato delle canzoni, inserite al momento giusto per fare da contraltare alle gag divertenti e impertinenti che l’attore principale gestisce con un savoir-faire piuttosto invidiabile e addirittura galvanizzante. Una perla per gli amanti dei comici più spudorati e al contempo non privi di intelletto, carisma e validità in una messa in scena molto ragionata e tutt’altro che improvvisata.
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marco petrini
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domenica 14 settembre 2014
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mediocre
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Mediocre, sotto tutti i punti di vista. Il voler far ridere a tutti i costi regala una comicità forzata, poco spontanea.
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giurg 63
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domenica 16 marzo 2014
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checcaduta, checco!
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Luca Medici , in questo suo terzo film, perde colpi rispetto ai due precedenti perché non fa altro che ripetersi, facendo ruotare la storia attorno alle sue ormai fin troppo note smorfie, mosse e battute. L'unico merito di "Sole a catinelle" è quello di opporre l'ottimismo alla negatività che, quotidianamente, i mass-media, telegiornali in testa, ci "vomita" addosso.
Checco, però, in questo film compie due cadute nel cattivo gusto, non riscontrabili in "Cado dalle nubi" e in "Che bella giornata": la prima è quella in cui, sotto gli occhi del figlio che guarda dalla finestra al piano superiore, sembra che "si stia facendo praticare una fellatio" da quella ragazza che, invece, sta cercando di consolare e conquistare.
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Luca Medici , in questo suo terzo film, perde colpi rispetto ai due precedenti perché non fa altro che ripetersi, facendo ruotare la storia attorno alle sue ormai fin troppo note smorfie, mosse e battute. L'unico merito di "Sole a catinelle" è quello di opporre l'ottimismo alla negatività che, quotidianamente, i mass-media, telegiornali in testa, ci "vomita" addosso.
Checco, però, in questo film compie due cadute nel cattivo gusto, non riscontrabili in "Cado dalle nubi" e in "Che bella giornata": la prima è quella in cui, sotto gli occhi del figlio che guarda dalla finestra al piano superiore, sembra che "si stia facendo praticare una fellatio" da quella ragazza che, invece, sta cercando di consolare e conquistare.
La seconda , ben più grave, è alla fine del film quando Checco scherza con la battuta "Eutanazia"; su certi argomenti, nemmeno i più navigati comici e cabarettisti dovrebbero permettersi di fare dell'ironia, semplicemente perché non è ammissibile farla.
Quanto durerà ancora il successo di Luca Medici, cabarettista prestato al cinema??? Io credo molto poco, soprattutto se non avrà altre battute in repertorio che non si limitino a quelle, finora, già sentite.
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francesca romana cerri
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sabato 23 novembre 2013
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checco ispira simpatia.
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Su Checco Zalone ero veramente prevenuta. Un comico che viene da Zelig non è garanzia di comicità, visto che in questa trasmissione sembra aver la meglio la comicità stile villaggio turistico, come del resto ormai in tutta televisione se devo essere sincera escludendo Crozza e rimpiangendo Guzzanti. Ma nella spontaneità di Checco e nella scelta dei comprimari che sono dei buoni professionisti, aggiungendo anche una sceneggiatura leggera ma compatta e coerente e una regia in tono, si può dire che il film lascia appagati nel genere brillante. Certo, nemmeno paragonabile allo spessore e alla poesia di Troisi che come lui raccontava spesso il suddico che ha a che fare con un altro ambiente.
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Su Checco Zalone ero veramente prevenuta. Un comico che viene da Zelig non è garanzia di comicità, visto che in questa trasmissione sembra aver la meglio la comicità stile villaggio turistico, come del resto ormai in tutta televisione se devo essere sincera escludendo Crozza e rimpiangendo Guzzanti. Ma nella spontaneità di Checco e nella scelta dei comprimari che sono dei buoni professionisti, aggiungendo anche una sceneggiatura leggera ma compatta e coerente e una regia in tono, si può dire che il film lascia appagati nel genere brillante. Certo, nemmeno paragonabile allo spessore e alla poesia di Troisi che come lui raccontava spesso il suddico che ha a che fare con un altro ambiente. Qui il nostro suddico, che fà l'ignorantone, riesce a prendere bene in giro i fessi e i "minorati mentali" della Lega Nord, scherza in modo simpatico sui pregiudizi sugli omosessuali, si prende anche un pò in giro da solo. Insomma l'ironia e l'autoironia c'è e il film fila dritto senza pretese assurde di messaggio, ma finisce coerentemente senza pateticismi. Un bravo a Checco e a questo punto allo staff di Zelig che lo ha allevato. Aggiungo che Zelig potrebbe ogni tanto anche puntare su qualche buon comico che viene dal Teatro, la comicità non ne perderebbe, anzi...provare per credere....
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raffo.tdd
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mercoledì 13 novembre 2013
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cado dal divano
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Checco Zalone fa ridere. La sua imitazione dello stereotipo italiano meridionale ignorante calza a pennello con i suoi tratti facciali, e dal primo all'ultimo minuto del suo debutto sul grande schermo lascia sui visi degli spettatori un perenne sorriso, adornata da grasse e grosse risate. Il film debutto parla di questo ragazzo con il sogno di diventar un cantante famoso, trova un sbocco nella Milano, città dipinta come accogliente amica di un povero uomo privato dell'amore della sua vita e che lo aiuterà ad ottenere il tanto agogniato successo. Una comicità semplice che rispecchia quello che è il personaggio interpretato da Luca Medici in arte Checcho Zalone, personaggio che si porta dietro fin dal primo momento in cui ha messo piede nel panorama della comicità italiana, le battute fanno ridere, anche se alcune di queste risultano scontate ma per via del modo di fare dell'attore portano comunque ad una risata, o nel peggiore dei casi ad un sorriso.
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Checco Zalone fa ridere. La sua imitazione dello stereotipo italiano meridionale ignorante calza a pennello con i suoi tratti facciali, e dal primo all'ultimo minuto del suo debutto sul grande schermo lascia sui visi degli spettatori un perenne sorriso, adornata da grasse e grosse risate. Il film debutto parla di questo ragazzo con il sogno di diventar un cantante famoso, trova un sbocco nella Milano, città dipinta come accogliente amica di un povero uomo privato dell'amore della sua vita e che lo aiuterà ad ottenere il tanto agogniato successo. Una comicità semplice che rispecchia quello che è il personaggio interpretato da Luca Medici in arte Checcho Zalone, personaggio che si porta dietro fin dal primo momento in cui ha messo piede nel panorama della comicità italiana, le battute fanno ridere, anche se alcune di queste risultano scontate ma per via del modo di fare dell'attore portano comunque ad una risata, o nel peggiore dei casi ad un sorriso. La trama lascia il tempo che trova, non sei invogliato a saper cosa succederà nella vita del protagonista, ma attendi con ansia le sue azioni, solo quelle, la conseguenza sarà sempre la risata. Non si riesce a trovare all'interno del film una vera e propria satira su alcuni dei temi di attualità più famosi, come l'omossesualità, o il leghismo, ma sono soltanto dei pretesti narrativi per buttarci la battuta. La sceneggiatura è semplice come la regia dell'amico di Zalone, Gennaro Nunziante, che lavorerà con lui anche nelle successive sue pellicole. Il conclusione il film è godibilissimo, fa sbellicar dalle risate con facilità, una tipologia di film che tanto si discosta dalla tirste realtà comica italiana del cinepanettone e che lancia sul grande schermo la figura ignorante di Checco.
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brando fioravanti
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venerdì 30 marzo 2012
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meravigliosamente mediocre
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Un ragazzo pugliese di bassissima cultura parte per Milano con la speranza di diventare un cantante famoso. Viene ospitato da un cugino e incridibilmente riesce nel suo intento. Checco Zalone non è un vero attore, e la sua comicità non la certo imparata in una accademia. Ma la sua spontaneità è incredibile come la sua capacità di sgrammaticare continuamente il suo linguaggio. Dietro quella che sembra una banale comicità cè il desiderio di inserire nellà società persone ignoranti, ancora capaci di dire sempre la verità. Alla fine si spiega non solo il suo successo nel film, ma anche nella vita. Checco non è bravo, ma piace perchè è meravigliosamente mediocre.
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Un ragazzo pugliese di bassissima cultura parte per Milano con la speranza di diventare un cantante famoso. Viene ospitato da un cugino e incridibilmente riesce nel suo intento. Checco Zalone non è un vero attore, e la sua comicità non la certo imparata in una accademia. Ma la sua spontaneità è incredibile come la sua capacità di sgrammaticare continuamente il suo linguaggio. Dietro quella che sembra una banale comicità cè il desiderio di inserire nellà società persone ignoranti, ancora capaci di dire sempre la verità. Alla fine si spiega non solo il suo successo nel film, ma anche nella vita. Checco non è bravo, ma piace perchè è meravigliosamente mediocre.
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angelo libranti
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mercoledì 29 febbraio 2012
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si, fa ridere.
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Confermo, sostanzialmente, il giudizio già espresso per "Che bella giornata", ma ammetto che il personaggio riesce simpatico e giustifico la popolarità che riscuote nelle masse.
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