james
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venerdì 11 dicembre 2009
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un film che non fa ridere
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Zalone ha fallito proprio nell'obiettivo che più gli stava a cuore. Questo film che lungi dal cercare spunti di riflessione voleva proporre un divertimento "leggero" fallisce perchè fa sorridere, ma non ridere.
L'ho visto ben predisposto, leggendo qualcosa e ascoltando un pò di persone che l'avevano visto dicendomi che si erano sbellicati dalle risate. Ebbene avrò avuto due risate vere e poi sorriso in altre due o tre scene. Insomma Checco fà molto più ridere in TV, quando fà le parodie e credo anche in spettacoli dal vivo di cabaret.
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julia
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venerdì 11 dicembre 2009
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coraggio premiato solo a metà
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Luca Medici, un laureato in giurisprudenza prossimo al praticantato, un giorno abbandona i codici e sottobraccio mette una chitarra. Sa di avere un gradevole tono di voce alla napoletana, molto romanzato e gorgheggiato, ma ancor di più, scopre di avere un gran talento nello storpiare e bistrattare la lingua italiana, producendo versi di innegabile comicità. Prende in giro l'ignoranza, ma non la giudica, non la disprezza, anzi la esalta a teatro di ilarità. Infine si cuce addosso l'etichetta del mediocre, dell'italiano medio e diventa Checco Zalone. Una trasformazione riuscitissima, una metamorfosi di cui le platee si sono innamorate. Questo succedeva a Zelig, e succede ancora, nel tuffo sul grande schermo.
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Luca Medici, un laureato in giurisprudenza prossimo al praticantato, un giorno abbandona i codici e sottobraccio mette una chitarra. Sa di avere un gradevole tono di voce alla napoletana, molto romanzato e gorgheggiato, ma ancor di più, scopre di avere un gran talento nello storpiare e bistrattare la lingua italiana, producendo versi di innegabile comicità. Prende in giro l'ignoranza, ma non la giudica, non la disprezza, anzi la esalta a teatro di ilarità. Infine si cuce addosso l'etichetta del mediocre, dell'italiano medio e diventa Checco Zalone. Una trasformazione riuscitissima, una metamorfosi di cui le platee si sono innamorate. Questo succedeva a Zelig, e succede ancora, nel tuffo sul grande schermo. Sarà caduto dalle nubi anche Luca Medici quando avrà letto gli incassi della prima settimana dall'uscita del film nelle sale cinematografiche. Un successo enorme, che ha scavalcato addirittura New Moon. A ben vedere, la pellicola è sicuramente godibile, anche se la storia piuttosto scontata rischia a tratti di irretire nella trama delle banalità, la trasposizione del personaggio strampalato, che dalla Puglia approda in Lombardia in cerca di una carriera da cantante di successo, riesce perchè si porta appresso quel bagaglio di comicità che aveva già stregato le platee dal palco dello Zelig. Ma dietro all'esilarante ruota di canzonette e battute al fulmicotone c'è ben poco. Ecco perchè il film, nato forse come una sfida al grande schermo, va preso con la stessa leggerezza con la quale ci viene offerto. In sala c'è chi ride a crepapelle e chi, invece, si accontenta di sorridere. E se l'opera prima di Luca Medici, in arte Checco Zalone, può dirsi riuscita, per certi versi solo a metà, c'è comunque da riconoscergli l'arte di farsi amare . Più o meno da tutti.
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wynorski guiaz '80s
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venerdì 11 dicembre 2009
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checco zalone, cado dalle nubi
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Il trentenne disoccupato Checco Zalone(Luca Medici all'anagrafe) decide contro sua voglia di lasciare il piccolo paesino Pugliese nel quale vive trasferendosi a Milano dal cugino in cerca di un successo musicale, sua grande passione e di una ragazza. Tra avventure comiche, guai con il cugino rivelatosi omosessuoale e l'incotro con una bella studente(Giulia Michelini), la vita di Checco cambia e si risolve, alla fine, per il meglio. Tra i tanti comici televisivi Italiani, forse Zalone è quello più diverso tra tutti i suoi colleghi. Diverso non in senso dispregiativo ma bensì elogiativo. Nel suo esordio inaspettato sul grande schermo, interpreta se stesso facendosi conoscere al pubblico tramite dei sipari musicali(il suo forte) e battute tipiche delle sue origini.
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Il trentenne disoccupato Checco Zalone(Luca Medici all'anagrafe) decide contro sua voglia di lasciare il piccolo paesino Pugliese nel quale vive trasferendosi a Milano dal cugino in cerca di un successo musicale, sua grande passione e di una ragazza. Tra avventure comiche, guai con il cugino rivelatosi omosessuoale e l'incotro con una bella studente(Giulia Michelini), la vita di Checco cambia e si risolve, alla fine, per il meglio. Tra i tanti comici televisivi Italiani, forse Zalone è quello più diverso tra tutti i suoi colleghi. Diverso non in senso dispregiativo ma bensì elogiativo. Nel suo esordio inaspettato sul grande schermo, interpreta se stesso facendosi conoscere al pubblico tramite dei sipari musicali(il suo forte) e battute tipiche delle sue origini. Insieme al regista/sceneggiatore e amico Gennaro Nunziante, Checco scrive una sceneggiatura mai volgare, spassosa al punto giusto, divertente ma cosa più importante estremamente semplice nel contenuto ma riflessiva(per il pubblico Italiano) riguardo ai modi di fare dei diversi tipi di uomini Italiani. Il tutto è raccontato con nitida semplicità tra accenni al patriottismo(Lega Nord) e alla questione degli omosessuali(vedi le canzoni dello stesso Checco al riguardo) senza che il pubblico, insieme alla riflessione e al riscontro con se stesso, non smetta mai di ridere. Difatti è proprio Checco Zalone stesso il punto di forza del film: il suo modo di fare, di comportarsi e il carattere. Come lui stesso dice: 'Al cinema e in tv faccio ridere il mio pubblico ma nella realtà sono una persona normale'. Una persona che difatti ha anche ottenuto la laurea e il diploma. Una pellicola per certi versi sboccata al riguardo di mettere in evidenza i problemi e le differenze tra Nord e Sud Italia; spesso in contrasto a partire dalla sfera politica. Il film è quindi un raro ed interessante esempio di come da una storia semplice può nascere una pellicola adatta ad ogni genere di pubblico e che, con una storia comune e lineare, riesce a far divertire lo spettatore e a fare riflessioni come spiegato in precedenza. Davvero un bell'esordio per il giovane Checco Zalone che promette di fare carriera brillante. Nel cast anche Raul Cremona, Dino Abbrescia e Fabio Troiano. Da vedere.
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marezia
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venerdì 11 dicembre 2009
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ridere di noi si può (anche a natale)
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Molto bello, fa riflettere e ridere contemporaneamente perché, come ho detto nei post precedenti, si ride tutto sommato dei nostri pregiudizi (tutto quello che verte intorno all'omosessualità canzone compresa è esilarante) e dell'orgoglio delle proprie origini (lo slancio patriottico di fronte alle orecchiette finite nell'immondizia per esempio) ma anche della furbizia del piccolo grande sotterfugio per fare vacanze lunghe (certificato di malattia con annessi e connessi), insomma in questo film c'è l'Italia ASSAI MEGLIO che negli ormai triti e ritriti clichè verdoniani. DA VEDERE
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dogen
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giovedì 10 dicembre 2009
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perché sono andato a vederlo?
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Già, perché?
Primo, non c’è molto da vedere al cinema in questo periodo. Secondo, avevo voglia di essere stupito. Terzo: tanti comici del piccolo schermo hanno debuttato al cinema più che dignitosamente (Aldo, Giovanni e Giacomo, Pieraccioni, Ale e Franz...). Nonostante queste ottime ragioni il comico più simpatico e eclettico del momento ha finito per deludermi.
Checco è un trentenne pressocché disoccupato che vive in un piccolo paesino della meravigliosa Puglia. Sogna di diventare cantante e aspetta che Lui arrivi (Lui chi? Il successo). La ragazza lo molla perché lo crede un fallito e lui emigra a Milano dal cugino in cerca di riconoscimento artistico. Qui si innamora di chi sembra fuori portata, fa figure di tipica tamarragine vanziniana, e impara ad accettare diversità (secondo lui malattie) ostiche alla mentalità meridionale paesana (quanto luogo comune, quanta verità?).
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Già, perché?
Primo, non c’è molto da vedere al cinema in questo periodo. Secondo, avevo voglia di essere stupito. Terzo: tanti comici del piccolo schermo hanno debuttato al cinema più che dignitosamente (Aldo, Giovanni e Giacomo, Pieraccioni, Ale e Franz...). Nonostante queste ottime ragioni il comico più simpatico e eclettico del momento ha finito per deludermi.
Checco è un trentenne pressocché disoccupato che vive in un piccolo paesino della meravigliosa Puglia. Sogna di diventare cantante e aspetta che Lui arrivi (Lui chi? Il successo). La ragazza lo molla perché lo crede un fallito e lui emigra a Milano dal cugino in cerca di riconoscimento artistico. Qui si innamora di chi sembra fuori portata, fa figure di tipica tamarragine vanziniana, e impara ad accettare diversità (secondo lui malattie) ostiche alla mentalità meridionale paesana (quanto luogo comune, quanta verità?). Il finale è smaccatamente e volutamente da favola, lei supererà le divergenze culturali, puntando tutto sul cuore d’oro e sulla simpatia del nostro Checco ed infine anche Lui arriverà.
Il film si lascia vedere senza eccessi di noia e la volgarità è sempre bonaria e non arriva ad infastidire. Il tutto ha il sapore ironico e autoironico che caratterizza l’autore. Quello che manca è quello che mi avrebbe stupito: un po’ di originalità, di brio, un pizzico in più di profondità. Lui ce l’ha e si vede, peccato non abbia avuto il coraggio o la capacità di esprimerla. Questo film non aggiunge nulla al personaggio, anzi, forse lo sminuisce un po’.
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gioggi
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mercoledì 9 dicembre 2009
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delizioso
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Veramente delizioso e ben fatto. Il "topos" del meridionale che cerca fortuna al nord è più che sfruttato, eppure Checco Zalone, al secolo Luca Medici, riesce ad essere gustoso e non banale, offrendoci una commedia divertente che, tra una risata e l'altra (e sono molte!), mette in ridicolo i pregiudizi e le ipocrisie che si ritrovano su e giù per lo stivale, senza tuttavia scadere nel moralismo spicciolo. Ottima performance del buon Checco, accompagnato nell'avventura dai bravissimi Dino Abbrescia e Fabio Troiano, perfettamente calati nella parte della coppia gay e dall'ottima (oltre che carinissima) Giulia Michelini.
Insomma, non farà la storia del cinema, ma non pretende di farla, mentre riesce perfettamente nel suo intento che è quello di far ridere senza ricorrere a volgarità gratuite e doppi sensi scontati.
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Veramente delizioso e ben fatto. Il "topos" del meridionale che cerca fortuna al nord è più che sfruttato, eppure Checco Zalone, al secolo Luca Medici, riesce ad essere gustoso e non banale, offrendoci una commedia divertente che, tra una risata e l'altra (e sono molte!), mette in ridicolo i pregiudizi e le ipocrisie che si ritrovano su e giù per lo stivale, senza tuttavia scadere nel moralismo spicciolo. Ottima performance del buon Checco, accompagnato nell'avventura dai bravissimi Dino Abbrescia e Fabio Troiano, perfettamente calati nella parte della coppia gay e dall'ottima (oltre che carinissima) Giulia Michelini.
Insomma, non farà la storia del cinema, ma non pretende di farla, mentre riesce perfettamente nel suo intento che è quello di far ridere senza ricorrere a volgarità gratuite e doppi sensi scontati. Senz'altro da vedere.
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disco2005
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martedì 8 dicembre 2009
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bravo checco
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davvero finalmente una bella commedia italiana divertente,molto + intelligente di quanto gran parte della gente penserà...
poi se non vi piace checco zalone vabè non è il film per voi,ma mi pare molto difficile
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misterix
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lunedì 7 dicembre 2009
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risate senza fine
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film esilarante, lascia senza fiato!!!
forse non ti insegnera' nulla ma riderai a crepapelle!!!!!!
una mia dedica particolare a chi non ama la gente del sud, questo film e' per voi imparate a vivere con il cuore!!!!!
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marezia
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lunedì 7 dicembre 2009
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focus di farinotti
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Come sempre più spesso mi accade ormai devo anche questa volta contestare il suo elaborato perché ha due imprecisioni che non sono solo formali. I passi sono: "Checco Zalone, protagonista di Cado dalle nubi, regista Gennaro Nunziante, nel suo borgo pugliese comincia facendo un'intervista a se stesso, ormai diventato cantante di successo." e "Dare a dei gay dei malati, è notorio, è talmente improprio da essere grottesco, appunto. Ma Checco sorpassa il pericolo, si fa perdonare l'abnorme scivolata.".
Zalone NON è un cantante di successo tanto per cominciare e poi la canzone che tratta il problema dell'omsessualità NON è UNA SCIVOLATA ABNORME, è semmai quello che l'opinione pubblica italiana pensa e dice a denti stretti, per questo si ride (e vi assicuro che ridono tutti, anche chi è di un altro avviso.
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Come sempre più spesso mi accade ormai devo anche questa volta contestare il suo elaborato perché ha due imprecisioni che non sono solo formali. I passi sono: "Checco Zalone, protagonista di Cado dalle nubi, regista Gennaro Nunziante, nel suo borgo pugliese comincia facendo un'intervista a se stesso, ormai diventato cantante di successo." e "Dare a dei gay dei malati, è notorio, è talmente improprio da essere grottesco, appunto. Ma Checco sorpassa il pericolo, si fa perdonare l'abnorme scivolata.".
Zalone NON è un cantante di successo tanto per cominciare e poi la canzone che tratta il problema dell'omsessualità NON è UNA SCIVOLATA ABNORME, è semmai quello che l'opinione pubblica italiana pensa e dice a denti stretti, per questo si ride (e vi assicuro che ridono tutti, anche chi è di un altro avviso. Chi cioè è per "il vivi o lascia vivere" o è per la libertà di espressione (da tutti i punti di vista, sessuale compreso, come me)) ed è un momento serio, fondante del film perché rappresenta uno degli snodi narrativi che lo rendono INTELLIGENTE e non solo comico. Le ABNORMI SCIVOLATE, sono altrove, Farinotti. E saranno di dominio pubblico tra poco più di 10 gg...
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