eduardo
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lunedì 4 aprile 2022
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da oscar
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Richard gere è da oscar fantastico
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carloalberto
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mercoledì 6 ottobre 2021
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tre luoghi comuni sui poliziotti
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Tre storie che si svolgono su piani paralleli e che finiscono per intrecciarsi in un finale pirotecnico alla Fuqua. Film lento e monotono e che tuttavia ipnotizza e coinvolge grazie alla bravura dei tre protagonisti che incarnano tre drammi personali, incentrati, in modo diverso, sulla solitudine della vita del poliziotto, luogo comune della filmografia di genere americana, declinata nelle tre figure del pensionando, del corrotto e dell’infiltrato. Gere, come al solito espressivamente inespressivo, ben rende fisiognomicamente l’abbrutimento morale di uomo giunto a una settimana dal congedo, dopo vent’anni passati a fare un lavoro in cui non credeva, trasformato in un relitto alla deriva che si aggrappa disperato all’ultima speranza, l’amore per una prostituta, altro topos immancabile di questi plot uniformi e monocordi, insieme a quelli della separazione dalla moglie e della corruzione, che pure sono presenti nella vicenda degli altri due protagonisti.
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giuseppetoro
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sabato 14 maggio 2016
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che intrighi..
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Un bel film sulla polizia corrotta e non di New York..storie intriganti!
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giuseppetoro
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giovedì 9 aprile 2015
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bellissimo!!
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Bellissimo film poliziesco, che mette in risalto la difficoltà di questo lavoro negli USA, e del problema della corruzione..ben fatto..
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no_data
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lunedì 24 novembre 2014
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grande gere
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film bello e Gere in questo ruolo e' davvero superlativo. Forse, se ne deduce che invecce del belloccio e dannato avrebbe dovuto cercare, qualche ruolo in piu' di cattivo, perverso, cmq figura totalmente negativa, contrariamente a quanto ha scelto come sentiero di carriera. e' lui che fa la differenza in questo film in un ruolo che interpreta magnificamente e con grande naturalezza.
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kondor17
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martedì 17 aprile 2012
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esagerato in tutto
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Visti gli attori, e che attori, ed il Mymometro, ieri sera ho deciso di vederlo. Innanzitutto sia per i contenuti, il linguaggio ed alcune scene quasi "hard", non dovrebbe essere indicato "per tutti", ma almeno kids +13, secondo il mio parere. La quantità di parolacce che esce fuori da poliziotti, malviventi, prostitute & co. (soprattutto il famoso membro maschile), credo sia da record assoluto. Qualcuno le ha contate? C'è un coso ogni 10 secondi, credo. Altro macabro record credo sia il numero dei morti ammazzati a pallettate, che scorrono dalla prima all'unica scena con una tale facilità e naturalezza da far di certo contenti i mercanti di armi americani e non (viva Bazil!!).
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Visti gli attori, e che attori, ed il Mymometro, ieri sera ho deciso di vederlo. Innanzitutto sia per i contenuti, il linguaggio ed alcune scene quasi "hard", non dovrebbe essere indicato "per tutti", ma almeno kids +13, secondo il mio parere. La quantità di parolacce che esce fuori da poliziotti, malviventi, prostitute & co. (soprattutto il famoso membro maschile), credo sia da record assoluto. Qualcuno le ha contate? C'è un coso ogni 10 secondi, credo. Altro macabro record credo sia il numero dei morti ammazzati a pallettate, che scorrono dalla prima all'unica scena con una tale facilità e naturalezza da far di certo contenti i mercanti di armi americani e non (viva Bazil!!).
Non che la vita dei polizziotti (ebbene sì lo scrivo una volta anch'io con due ZZ, troppo carino :) non sia dura; so bene quello che rischiano, soprattutto in certe zone e nella periferia di città popolose; credo però che la descrizione fatta da Fuqua non sia nè credibile nè realistica, esagerata, estrema, a meno che non volesse apposta esagerare. Ma a me le esagerazioni non piacciono. Troppo tutto. E poi un finale ridicolo, dove i poliziotti addirittura si uccidono tra di loro in maniera veramente assurda. Ma vi siete chiesti che motivo aveva l'amico di Ethan Hawke di uccidere Don Cheadle? nessuno ... bah, non mi è piaciuto, dall'inizio alla fine
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denzel for ever
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giovedì 1 marzo 2012
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bello
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mi è piaciuto....sara che mi piacciono sti generi di film.....pero nn mi ha annoiato mai...ed è recitato molto bn ..soprattutto da hawke che si vede che ha rubato i trucchi del mestiere a denzel washinghton qnd hanno girato insieme training day...bravo foqua...e anche don chadlie...consigliato per gli amanti del genere e forse nn sl
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molenga
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lunedì 20 febbraio 2012
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tre sbirri
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Bellissimo film di fuqua che torna, dopo"training day", ad affrontare il mondo della polizia: stavolta i punti di vista sono tre. un agente italoamericano( hawke) della narcotici deve cambiare casa ma non ha soldi ed è tentato dall'impossessarsi di danaro requisito durante le retate; un poliziotto a una settimana dal pensionamento8 gere9, disilluso, è mandato ad accompagnare sul campo alcuni novellini: tenta di riscattare una carriera grigia facendo almeno una buona azione; uno agisce da anni sotto copertura in una gang di soacciatori ad alto livello: si farà coimvolgere dal capo della gang.
Una , grandissima immagine in cui i tre s'incrociano, prima di entrare nel palazzo dove si decideranno i loro destini.
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Bellissimo film di fuqua che torna, dopo"training day", ad affrontare il mondo della polizia: stavolta i punti di vista sono tre. un agente italoamericano( hawke) della narcotici deve cambiare casa ma non ha soldi ed è tentato dall'impossessarsi di danaro requisito durante le retate; un poliziotto a una settimana dal pensionamento8 gere9, disilluso, è mandato ad accompagnare sul campo alcuni novellini: tenta di riscattare una carriera grigia facendo almeno una buona azione; uno agisce da anni sotto copertura in una gang di soacciatori ad alto livello: si farà coimvolgere dal capo della gang.
Una , grandissima immagine in cui i tre s'incrociano, prima di entrare nel palazzo dove si decideranno i loro destini.
Grande regia, fotografia impeccabile e un ottimo cast su cui a mio avviso spicca un gere sempre più drammatico. il suo poliziotto ha qualcosa( anche fisicamente) del Nishi di Kitano.
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jimi caos
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giovedì 22 settembre 2011
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non c'è giusto o sbagliato
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Il confine tra il bene e il male è sottile, ma soprattutto è molto labile. Il film si apre anticipandoci quale sarà il filo conduttore della storia, o per meglio dire, delle storie: “non c’è giusto o sbagliato, c’è più giusto o più sbagliato”. Così, i tre protagonisti, tre poliziotti del 65° distretto di New York, sono costretti a fare i conti con la propria coscienza per affrontare i problemi che minano la loro vita personale. Ethan Hawke, forse il migliore dei tre, deve assolutamente trovare i soldi per poter comprare una nuova casa per la sua numerosa famiglia. Don Cheadle, poliziotto infiltrato in una gang nera della droga, vuole a tutti i costi avere una promozione e lasciare la strada violenta.
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Il confine tra il bene e il male è sottile, ma soprattutto è molto labile. Il film si apre anticipandoci quale sarà il filo conduttore della storia, o per meglio dire, delle storie: “non c’è giusto o sbagliato, c’è più giusto o più sbagliato”. Così, i tre protagonisti, tre poliziotti del 65° distretto di New York, sono costretti a fare i conti con la propria coscienza per affrontare i problemi che minano la loro vita personale. Ethan Hawke, forse il migliore dei tre, deve assolutamente trovare i soldi per poter comprare una nuova casa per la sua numerosa famiglia. Don Cheadle, poliziotto infiltrato in una gang nera della droga, vuole a tutti i costi avere una promozione e lasciare la strada violenta. Richard Gere, alcolizzato e depresso, passa le giornate solo in attesa della pensione. Tutti e tre dovranno scendere a patti con la realtà e il proprio senso del bene e del male o, più correttamente, di cosa è più o meno giusto.
Il film è ben strutturato con una trama solida e ben costruita, senza retorica e mai scontata (anche se per certi versi prevedibile). Certo, non è un tema particolarmente originale, soprattutto in relazione a film di poliziotti americani, tuttavia la regia e la fotografia sono ottime. Notevole la scena di Hawk nel confessionale. Ciò che fa fare il salto di qualità alla pellicola, a mio avviso, è che a differenza di Crash non c’è il solito sistema di storie incrociate alla Inarritu, ormai abusatissimo da Amores Perros in avanti. Le vicende corrono parallele e indipendenti, tranne nel finale, ma anche lì, non si può parlare di un intreccio vero e proprio.
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filippo catani
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venerdì 2 settembre 2011
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tre storie che si incrociano
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Il film si basa sulle drammatiche vicende di tre poliziotti dello stesso distretto. Uno è ormai giunto in prossimità della pensione ma deve lottare contro la depressione. Il secondo è un poliziotto sotto copertura che, per raggiungere gli obbiettivi prefissati, ha rinunciato a tutto anche alla moglie che ora vuole divorziare. L'ultimo fa parte della squadra d'assalto e deve convivere con una famiglia numerosa da mantenere senza farsi tentare dai soldi sequestrati ogni giorno agli spacciatori. I destini di questi tre uomini finiranno per incrociarsi.
Diretto dal regista di Training day, il film è ben costruito e riesce a mantenere viva l'attenzione dello spettatore per tutta la durata della pellicola.
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Il film si basa sulle drammatiche vicende di tre poliziotti dello stesso distretto. Uno è ormai giunto in prossimità della pensione ma deve lottare contro la depressione. Il secondo è un poliziotto sotto copertura che, per raggiungere gli obbiettivi prefissati, ha rinunciato a tutto anche alla moglie che ora vuole divorziare. L'ultimo fa parte della squadra d'assalto e deve convivere con una famiglia numerosa da mantenere senza farsi tentare dai soldi sequestrati ogni giorno agli spacciatori. I destini di questi tre uomini finiranno per incrociarsi.
Diretto dal regista di Training day, il film è ben costruito e riesce a mantenere viva l'attenzione dello spettatore per tutta la durata della pellicola. Ancora una volta il regista indaga tra le pieghe della polizia e tra i suoi componenti mettendo a nudo quanto possa essere stressante come lavoro e a quante tentazioni si è esposti allo stesso tempo. Ottima anche la scelta del cast che si riesce a calarsi benissimo nella parte. A mio giudizio questo film per molti aspetti mi è parso anche migliore del premiato Training day.
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