Le premier jour du reste de ta vie è il secondo lungometraggio realizzato da Rémi Bezançon, dopo Ma vie en l'air.
Lo scenario fa subito pensare ai film "tranches di vita". Il regista rappresenta 12anni della vita di una famiglia, dal 1988 al 2000, attraverso 5 giorni che hanno segnato i cinque protagonisti della famiglia stessa. Cinque capitoli, dunque, ma tutti nella stessa storia, coinvolgenti. Il tema principale è il tempo che passa, che crea e disfa il cerchio familiare, tra gioie, conflitti interni e mancanza di comunicazione. Il titolo fa riferimento alla frase pronunciata da Kevin Spacey in "American Beauty" di Sam Mandes.
In questa famiglia per cominciare ci sono i genitori: un padre(Robert, interpretato da Jacques Gamblin) che non ha mai digerito la mancanza di riconoscena del suo proprio padre; una madre gallina (Marie-Jeanne, interpretata da Zabou Breitman) che si sente improvvisamente vecchia dopo l'abbandono della casa da parte del primo figlio.
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Le premier jour du reste de ta vie è il secondo lungometraggio realizzato da Rémi Bezançon, dopo Ma vie en l'air.
Lo scenario fa subito pensare ai film "tranches di vita". Il regista rappresenta 12anni della vita di una famiglia, dal 1988 al 2000, attraverso 5 giorni che hanno segnato i cinque protagonisti della famiglia stessa. Cinque capitoli, dunque, ma tutti nella stessa storia, coinvolgenti. Il tema principale è il tempo che passa, che crea e disfa il cerchio familiare, tra gioie, conflitti interni e mancanza di comunicazione. Il titolo fa riferimento alla frase pronunciata da Kevin Spacey in "American Beauty" di Sam Mandes.
In questa famiglia per cominciare ci sono i genitori: un padre(Robert, interpretato da Jacques Gamblin) che non ha mai digerito la mancanza di riconoscena del suo proprio padre; una madre gallina (Marie-Jeanne, interpretata da Zabou Breitman) che si sente improvvisamente vecchia dopo l'abbandono della casa da parte del primo figlio. I tre figli sono Albert(Pio Marmai), giovane brillante ma impetuoso, Raphael(Marc-André Grondin), dolce sognatore melomano, e infine la più giovane, Fleur (Déborah François) la piccola ribelle.
La forza del film di Rémi Bezançon è di riuscire ad appassionarci delle loro storie quotidiane e intime fin dal principio, soprattutto grazie ad un humor sempre presente.
Le peripezie di questa sono messe in luce in maniera straorsinaria. In questo suo secondo film, il regista moltiplica i primi piano e le immagini in movimento.La fotografia, così come le musiche (Summertime di Janis Joplin, In Poursuit of Happiness di The Divine Comedy o ancora Time di David Bowie) rendono il film molto dinamico che ci rende partecipi fino alla fine.
Per coronare il tutto, gli attori incarnano perfettamente i personaggi nei vari passaggi della loro vita.
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