frabel
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sabato 8 gennaio 2011
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jumper è fare quello che più ti piace
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Film anarchico (Jumper è fare quello che più ti piace), giovanile, divertente e scanzonato, pura esaltazione, ritmo travolgente e spettacolare, forsennato, fuga con la ragazza, inseguimenti consueti a Doug Liman di The Bourne Identity, Jason, anche lui alla ricerca della verità. Solo che l'abulico Hayden Christensen non è Matt Damon e Rachel Bilson non è la dolce Franka Potente. Chiunque vorrebbe trovarsi nei suoi panni, l'anomalia genetica che permette a Davey, un giovane scappato di casa di autotrasportarsi sfruttando i luoghi che ricorda, anche se non capisce come questo dono funzioni esattamente. Tratto da un racconto sci-fi scritto da Steven Gould, il film che ha come tema la trasposizione è affascinante, già sfruttato da David Cronenberg ne La mosca, potersi trovare in un lampo all'interno del Colosseo a Roma, sul Big Ben a Londra, sulle onde in surf alle Figi, nel bel centro del conflitto in Cecenia, sulla sfinge a Luxor, per le vie di Tokio e alla guida di una supercar di lusso.
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Film anarchico (Jumper è fare quello che più ti piace), giovanile, divertente e scanzonato, pura esaltazione, ritmo travolgente e spettacolare, forsennato, fuga con la ragazza, inseguimenti consueti a Doug Liman di The Bourne Identity, Jason, anche lui alla ricerca della verità. Solo che l'abulico Hayden Christensen non è Matt Damon e Rachel Bilson non è la dolce Franka Potente. Chiunque vorrebbe trovarsi nei suoi panni, l'anomalia genetica che permette a Davey, un giovane scappato di casa di autotrasportarsi sfruttando i luoghi che ricorda, anche se non capisce come questo dono funzioni esattamente. Tratto da un racconto sci-fi scritto da Steven Gould, il film che ha come tema la trasposizione è affascinante, già sfruttato da David Cronenberg ne La mosca, potersi trovare in un lampo all'interno del Colosseo a Roma, sul Big Ben a Londra, sulle onde in surf alle Figi, nel bel centro del conflitto in Cecenia, sulla sfinge a Luxor, per le vie di Tokio e alla guida di una supercar di lusso. La fatalità che gli permette di scoprire questo dono, ma in esso purtroppo, si ritrova involontariamente immischiato in una guerra centenaria fra jumpers e giurati paladini, con a capo il canuto Samuel L. Jackson, pronti a ucciderlo. Jumper è capace di raggiungere l'obiettivo di intrattenere per un'ora e mezza di avventura a tutto gas lo spettatore. Jumper è puro intattenimento, pura esaltazione condita con la bella colonna sonora di John Powell. Sembrerebbe un film vacuo, ma non lo è: in fondo il protagonista lascia il padre violento per cercare la madre (la splendida Diane Lane) che l'ha abbandonato, in realtà costretta per salvare il figlio, e cerca la ragazza, solo lei cerca, dall'età di cinque anni, - era solo te che volevo - e il ritorno al passato, dal fiume ghiacciato alla biblioteca.
di Frabel
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elgatoloco
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mercoledì 12 luglio 2017
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non esaltante, non disprezzabile
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Dato che non si capiscono i reali confini tra"Jumpers"e"Paladins"il film appare abbastanza confuso e (come è stato scritto)un po'"tirato via", superificiale, anche perché un tema come la telecinesi in realtà meritererebbe qualcosa di più. Doug Liman, penso, ha voluto realizzare un film per teen-agers e comuqnue blandamente spettacolare più che approfnodire quanto , in una problematica simile, dovrebbe venire anche da una certa qual "metabolizzazione"di teoria/e della realatività e dei quanti, ma , appunto, una ricerca di consensi immediati induce invece, si vede, a tirar via... Detto questo, il film è complessivamente piacevole e lascia varie strade(potrei dire)aperte a numero 2(e forse 3, quien sabe)che vorrebbe spiegare di più, quasi certamente non riuscendovi, dato che non è possibile che tale continuità narrativo-esplicativa possa procedere da un regista(aturoe)diverso e in genere lo stesso regista non viene scritturato per un numero 2 o non si dice disponibile a succedere alla propria opera, salvo eccezioni, certo.
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Dato che non si capiscono i reali confini tra"Jumpers"e"Paladins"il film appare abbastanza confuso e (come è stato scritto)un po'"tirato via", superificiale, anche perché un tema come la telecinesi in realtà meritererebbe qualcosa di più. Doug Liman, penso, ha voluto realizzare un film per teen-agers e comuqnue blandamente spettacolare più che approfnodire quanto , in una problematica simile, dovrebbe venire anche da una certa qual "metabolizzazione"di teoria/e della realatività e dei quanti, ma , appunto, una ricerca di consensi immediati induce invece, si vede, a tirar via... Detto questo, il film è complessivamente piacevole e lascia varie strade(potrei dire)aperte a numero 2(e forse 3, quien sabe)che vorrebbe spiegare di più, quasi certamente non riuscendovi, dato che non è possibile che tale continuità narrativo-esplicativa possa procedere da un regista(aturoe)diverso e in genere lo stesso regista non viene scritturato per un numero 2 o non si dice disponibile a succedere alla propria opera, salvo eccezioni, certo. D'altronde le intenzioni del produttore/dei produttori sono insondabili a priori quanto condizionate dalle mode che(il film è già di quasi un decennio fa)potrebbero essere diversissime... Peccato che anche il ruolo di Samuel Jackson sia in qualche modo un"oggetto insituabile", dato che il suo ruolo è quello di un"vilain"ma a tratti(anche qui una continuazione dell'eventuale"saga"potrebbe dire di più)apppare quello di un paradossale"salvatore"da pericoli più grandi. Un rebus che in tutta onestà è difficile risolvere, anche per non conoscere(vale per chi scrive)il romanzo da cui il film è tratto... Breve quanto belle le interpreti femminili, che nel film, senza voler svelare nulla a riguardo, hanno un'importanza narrativa fondamentale. El Gato
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elgatoloco
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mercoledì 12 luglio 2017
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non esaltante, non disprezzabile
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Dato che non si capiscono i reali confini tra"Jumpers"e"Paladins"il film appare abbastanza confuso e (come è stato scritto)un po'"tirato via", superificiale, anche perché un tema come la telecinesi in realtà meritererebbe qualcosa di più. Doug Liman, penso, ha voluto realizzare un film per teen-agers e comuqnue blandamente spettacolare più che approfnodire quanto , in una problematica simile, dovrebbe venire anche da una certa qual "metabolizzazione"di teoria/e della realatività e dei quanti, ma , appunto, una ricerca di consensi immediati induce invece, si vede, a tirar via... Detto questo, il film è complessivamente piacevole e lascia varie strade(potrei dire)aperte a numero 2(e forse 3, quien sabe)che vorrebbe spiegare di più, quasi certamente non riuscendovi, dato che non è possibile che tale continuità narrativo-esplicativa possa procedere da un regista(aturoe)diverso e in genere lo stesso regista non viene scritturato per un numero 2 o non si dice disponibile a succedere alla propria opera, salvo eccezioni, certo.
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Dato che non si capiscono i reali confini tra"Jumpers"e"Paladins"il film appare abbastanza confuso e (come è stato scritto)un po'"tirato via", superificiale, anche perché un tema come la telecinesi in realtà meritererebbe qualcosa di più. Doug Liman, penso, ha voluto realizzare un film per teen-agers e comuqnue blandamente spettacolare più che approfnodire quanto , in una problematica simile, dovrebbe venire anche da una certa qual "metabolizzazione"di teoria/e della realatività e dei quanti, ma , appunto, una ricerca di consensi immediati induce invece, si vede, a tirar via... Detto questo, il film è complessivamente piacevole e lascia varie strade(potrei dire)aperte a numero 2(e forse 3, quien sabe)che vorrebbe spiegare di più, quasi certamente non riuscendovi, dato che non è possibile che tale continuità narrativo-esplicativa possa procedere da un regista(aturoe)diverso e in genere lo stesso regista non viene scritturato per un numero 2 o non si dice disponibile a succedere alla propria opera, salvo eccezioni, certo. D'altronde le intenzioni del produttore/dei produttori sono insondabili a priori quanto condizionate dalle mode che(il film è già di quasi un decennio fa)potrebbero essere diversissime... Peccato che anche il ruolo di Samuel Jackson sia in qualche modo un"oggetto insituabile", dato che il suo ruolo è quello di un"vilain"ma a tratti(anche qui una continuazione dell'eventuale"saga"potrebbe dire di più)apppare quello di un paradossale"salvatore"da pericoli più grandi. Un rebus che in tutta onestà è difficile risolvere, anche per non conoscere(vale per chi scrive)il romanzo da cui il film è tratto... Breve quanto belle le interpreti femminili, che nel film, senza voler svelare nulla a riguardo, hanno un'importanza narrativa fondamentale. El Gato
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ultimoboyscout
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giovedì 27 gennaio 2011
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peccato davvero.
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Film piuttosto carino, bella storia di un potere che forse è quello che tutti vorrebbero avere ma mal gestito, mal sviluppato e mal realizzato. Secondo me si poteva tirare fuori qualcosa di molto molto meglio. Belle alcune inquadrature, alcune scene fortemente ritmate quasi frenetiche.
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