Il matrimonio di Lorna |
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Un film di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne.
Con Jérémie Renier, Arta Dobroshi, Fabrizio Rongione, Alban Ukaj, Morgan Marinne.
continua»
Titolo originale Le silence de Lorna.
Drammatico,
durata 105 min.
- Belgio, Gran Bretagna, Francia, Italia, Germania 2008.
- Lucky Red
uscita venerdì 19 settembre 2008.
MYMONETRO
Il matrimonio di Lorna
valutazione media:
3,43
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un film sociale e politico che emozionadi Gianni SarroFeedback: 0 |
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martedì 30 settembre 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
I fratelli Dardenne tornano a tre anni da L’enfant – una storia d’amore e dimostrano di non aver perso il loro tocco talentuoso nel proporre un cinema dai profondi risvolti sociali e politici, ma anche capace di emozionare e commuovere con il racconto della violenta miseria (economica sì, ma anche e soprattutto di valori) dell’uomo contemporaneo. Brussels: Lorna, fisico esile reso ancora più diafano dai capelli tagliati corti, è una ragazza albanese in attesa di ottenere la cittadinanza belga. Per coronare questo sogno non ha esitato a venire a patti con una banda di malviventi che organizzano falsi matrimoni per disperati, disposti a tutto pur di sfuggire all’indigenza dei Paesi da dove provengono. Lorna si rende complice di un omicidio, ma poi in lei scatta qualcosa; una lucida follia la porta ad affrancarsi e redimersi, anche se tardivamente. Sin dalla scena iniziale il film tiene ancorata l’attenzione dello spettatore con un racconto tipicamente extradiegetico. La prima inquadratura ci fa vedere Lorna mentre è in banca, dopo aver versato dei soldi chiede un appuntamento con il direttore per ottenere un prestito (finalmente può averlo perché dopo due giorni diventerà cittadina belga), poi fa due telefonate, non si sente cosa le dicono gli interlocutori, ma si intuisce che qualcosa di poco chiaro si agita alle spalle delle ragazza. Un dramma umano che poche sequenze dopo entra esplicitamente nella narrazione. I due cineasti usano frequentemente e abilmente il “fuori scena”, facendo presagire, ma non vedere qualche avvenimento che poi si palesa. Questa scelta visiva ha il merito di sviluppare l’attenzione dello spettatore - messo in allarme dal senso d’inquietudine generato dal non visto e dal non sentito - conducendolo ad una riflessione più approfondita, non facilitata da un dialogo esplicito e serrato e quindi più sofferta, ma proprio per questo più utile al raggiungimento di una piena consapevolezza. Un tipo di cinema, quello dei Dardenne, che richiede attenzione e voglia di pensare. La regia è asciutta, senza fronzoli, composta di inquadrature nelle quali i movimenti di macchina sono essenziali: inutile qualsiasi svolazzo, la realtà rappresentata è così empia che da sola riempie la scena. Un j’accuse crudo, privo però di qualsiasi efferatezza gratuita, della malvagità che può raggiungere l’uomo, per miseri scopi quali la ricchezza e il potere. L’epilogo pone la speranza solo nella Donna e nel suo riuscire a ritrovare in extremis quel senso di pietà e di misericordia che differenziano l’uomo dall’animale. Il matrimonio di Lorna (premiato per la miglior sceneggiatura a Cannes) è anche un bell’esempio di cinema multietnico: ci sono personaggi che parlano francese, russo, albanese. Va da sé: goderlo in lingua originale è un suggerimento semplice da dare, così si potrà gustare quel concerto di sapori generato da lingue diverse. Viceversa vederlo doppiato significa assaggiare una pietanza insipida, i cui ingredienti si appiattiscono e si confondono.
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