ciccio capozzi
|
venerdì 26 settembre 2008
|
spiritualità laica, ricordando bresson
|
|
|
|
Lorna è una ragazza albanese che per avere la cittadinanza belga, sposa un drogato: ma ai suoi capi serve vedova, per poter sposare poi un russo e dare a lui la cittadinanza. Invece, la ragazza aiuta il marito a uscire dall’eroina. I due registi belgi ci hanno abituati da tempo ad un cinema che affronta la realtà attuale: specie quella più spinosa e ricca di conflitti. Bisogna dire che col tempo essi “fotografano” sempre di meno, nel senso che il loro cinema non è più tanto a tesi, in cui è presentata la solita sbobba buonista; anzi sempre di più è ricco di implicazioni individuali, complesse trasformazioni psicologiche; però senza perdere di vista i problemi da cui avevano preso le mosse. Lorna all’inizio, più che cinica, è fortemente motivata a prestarsi, per soldi, al finto matrimonio: ha il sogno di coronare il suo intenso amore per un connazionale con l’acquisto di un locale in cui lavorare insieme, affrancandosi da tutta la miseria patita.
[+]
Lorna è una ragazza albanese che per avere la cittadinanza belga, sposa un drogato: ma ai suoi capi serve vedova, per poter sposare poi un russo e dare a lui la cittadinanza. Invece, la ragazza aiuta il marito a uscire dall’eroina. I due registi belgi ci hanno abituati da tempo ad un cinema che affronta la realtà attuale: specie quella più spinosa e ricca di conflitti. Bisogna dire che col tempo essi “fotografano” sempre di meno, nel senso che il loro cinema non è più tanto a tesi, in cui è presentata la solita sbobba buonista; anzi sempre di più è ricco di implicazioni individuali, complesse trasformazioni psicologiche; però senza perdere di vista i problemi da cui avevano preso le mosse. Lorna all’inizio, più che cinica, è fortemente motivata a prestarsi, per soldi, al finto matrimonio: ha il sogno di coronare il suo intenso amore per un connazionale con l’acquisto di un locale in cui lavorare insieme, affrancandosi da tutta la miseria patita. Quindi lei sa cos’è l’amore e la dedizione. Ha la capacità di avvertire l’angosciosa disperazione del suo finto marito: in qualche modo se ne fa carico. E nel farlo si trasforma: fa in modo che il suo grido la penetri profondamente. Non è propriamente amore, ma una dimensione di solidarietà tanto intensa, da farla interagire con lui: fino al dono d’amore del suo corpo. Nel far ciò prende anche consapevolezza dell’abisso di solitudine in cui lei viveva: anche quello che riteneva il “grande amore” si rivela per un ometto, “povero dentro”, e suoi soci dei mostri. A lei non resta che coltivare un sogno, una fantasia risarcitoria per quel suo marito che non è riuscita a salvare: che in lei vive suo figlio. Vero? non vero?: tutto è lasciato nell’ambiguità, nella sfera della ricreazione onirica. Come nel chiudersi nel rifugio al finale: una dimensione fantastica diversa dall’asciutto realismo fino a quel momento adottato, almeno all’apparenza. Ma questa è la grandezza degli autori e del film: riuscire a trasferire lo sviluppo drammatico in una zona diversa di stile e di considerazione. l personaggi, in particolare la povera Lorna, sono come attraversati da se stessi: il suo chiudersi nella fantasia materna recupera una modalità di presenza che non è più materiale, ma di spiritualità. Come già in “L’Enfant”, ci si ispira a R.Bresson, il grande cineasta cattolico. Qui invece c’è un rarefarsi di stile più originale: la narrazione è estremamente ellittica. Si passa da una fase all’altra senza raccordi esteriori: è come s e tutto avvenisse “solo” nell’anima di Lorna. Non c’è alcuna musica: solo qualche accenno nel finale; sono rari perfino i rumori esterni: solo il bosco risuonerà di cinguettii benauguranti
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ciccio capozzi »
[ - ] lascia un commento a ciccio capozzi »
|
|
d'accordo? |
|
pietro viola
|
lunedì 18 giugno 2012
|
il prezzo dell'umanità
|
|
|
|
Tutto ha un prezzo, in questa storia di immigrati faccendieri e spietati, e in cerca di un riscatto; in questa storia di un rapporto che, dopo la combine iniziale del matrimonio di convenienza per entrambi le parti, a un certo punto fa uscire fuori l'umanità dei protagonisti, i loro sentimenti. Uno muore, in nome delle regole ferree del mercato, l'altra va fuori di testa, al contempo salvandosi da una logica che vede nei soldi, e nell'uso delle persone a solo scopo di utilità strumentale, l'unico motore dei comportamenti umani. E' un film triste, ma in modo impalpabile apre anche alla speranza: "ci sarà qualcuno disposto ad aiutarci", dice alla fine la protagonista al suo bambino immaginario, idea possibile di una nuova ri-nascita.
[+]
Tutto ha un prezzo, in questa storia di immigrati faccendieri e spietati, e in cerca di un riscatto; in questa storia di un rapporto che, dopo la combine iniziale del matrimonio di convenienza per entrambi le parti, a un certo punto fa uscire fuori l'umanità dei protagonisti, i loro sentimenti. Uno muore, in nome delle regole ferree del mercato, l'altra va fuori di testa, al contempo salvandosi da una logica che vede nei soldi, e nell'uso delle persone a solo scopo di utilità strumentale, l'unico motore dei comportamenti umani. E' un film triste, ma in modo impalpabile apre anche alla speranza: "ci sarà qualcuno disposto ad aiutarci", dice alla fine la protagonista al suo bambino immaginario, idea possibile di una nuova ri-nascita. Severo, rigoroso, profondamente umano.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a pietro viola »
[ - ] lascia un commento a pietro viola »
|
|
d'accordo? |
|
gianleo67
|
sabato 25 maggio 2013
|
carta verde per le fiandre
|
|
|
|
Giovane e bella ragazza albanese che lavora in una tintoria di Liegi, accetta di sposare un tossicodipendente per acquisire la cittadinaza belga e potersi ricongiundere con il fidanzato con cui progetta di aprire un bar. Il piano criminoso che lo spregiudicato intermediario locale ha in mente però, è quello di far morire di overdose il ragazzo e di farla risposare con un altro straniero interessato alla nazionalità, in cambio di una somma di denaro che le servirà per completare i suoi progetti. Lei cerca di opporsi tentando di ottenere una separazione legale, ma quando il ragazzo muore per lei qualcosa sembra cambiare.
Nel rumore di fondo di una città fredda e insensibile, nello squallore di una spregiudicata mercificazione delle relazioni sociali, nel miraggio irraggiungibile del diritto di cittadinanza nella moderna frammentazione politica del Vecchio Continente si muove lo sguardo severo e dolente dei fratelli Dardenne, ancora una volta sulle tracce di una presenza femminile che condensa, nella triste dolcezza di una umanità insieme forte e fragile, il coraggio di scelte radicali, il muto equilibrismo di una condizione esistenziale che tenta disperatamente di non abdicare al principio inalienabile di rispetto per la sacralità della vita umana.
[+]
Giovane e bella ragazza albanese che lavora in una tintoria di Liegi, accetta di sposare un tossicodipendente per acquisire la cittadinaza belga e potersi ricongiundere con il fidanzato con cui progetta di aprire un bar. Il piano criminoso che lo spregiudicato intermediario locale ha in mente però, è quello di far morire di overdose il ragazzo e di farla risposare con un altro straniero interessato alla nazionalità, in cambio di una somma di denaro che le servirà per completare i suoi progetti. Lei cerca di opporsi tentando di ottenere una separazione legale, ma quando il ragazzo muore per lei qualcosa sembra cambiare.
Nel rumore di fondo di una città fredda e insensibile, nello squallore di una spregiudicata mercificazione delle relazioni sociali, nel miraggio irraggiungibile del diritto di cittadinanza nella moderna frammentazione politica del Vecchio Continente si muove lo sguardo severo e dolente dei fratelli Dardenne, ancora una volta sulle tracce di una presenza femminile che condensa, nella triste dolcezza di una umanità insieme forte e fragile, il coraggio di scelte radicali, il muto equilibrismo di una condizione esistenziale che tenta disperatamente di non abdicare al principio inalienabile di rispetto per la sacralità della vita umana. Non ostante il tentativo di mantenere la giusta distanza dallo scabro realismo della materia trattata e dal registro patetico di una moderna tragedia sociale, l'opera degli autori belgi si muove sul precario equilibrio di un lirismo sospeso, trattenuto, silente, che scorre sotterraneo come la coscienza di una protagonista che lotta contro la disumanità della ragioni materiali della propria condizione nel tentativo disperato di non rimanerne travolta, di non smarrire le labili tracce di una residuale umanità (la generosità con cui si concede al marito per procura per non farlo ricadere nel tunnel della droga, il commovente autolesionismo con cui costruisce l'alibi di un provvidenziale divorzio, il tentativo di approccio alla famiglia del marito morto, la ostinata determinazione con cui mette a repentaglio i propri progetti per salvare il bimbo che crede di portare in grembo). La cifra stilistica di questo cinema verità sembra tuttavia edulcorato dai meccanismi artificiosi di una trama letteraria che registra il prevedibile intendimento di una situazione esemplare e dalle esplicite concessioni al melodramma nelle scene finali, dove la ridondanza del dialogo interiore della protagonista viene sottolineato dagli accenti struggenti di un delicato tema musicale.
Si tratta comunque di un'opera notevole che scava con infinita sensibilità nella psicologia di personaggi controversi per restituirci lo spaccato di una società marginale, periferica, alla deriva, che si aggrappa al sogno di una malintesa felicità economica fondata sulla mistificazione delle relazioni sociali e le perverse degenerazioni della cupidigia umana.
Oltre alla presenza consueta di Fabrizio Rongione e Olivier Gourmet (quest'ultimo in un ruolo marginale) brilla la presenza intensa e delicata della straordinaria Arta Dobroshi, la struggente eroina di una squallida modernità. Premiato al Festival di Cannes nel 2008 per la miglior sceneggiatura.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianleo67 »
[ - ] lascia un commento a gianleo67 »
|
|
d'accordo? |
|
guidobaldo maria riccardelli
|
domenica 1 maggio 2016
|
la forza di rinascere
|
|
|
|
Inserita in un contesto spietato e venale, la giovane Lorna affronterà un percorso di maturazione e consapevolezza, all'insegna di una (ri)presa della propria dignità.
Vivido ed in più parti sferzante e spiazzante, questo "Le silence de Lorna" dirige l'obiettivo verso una realtà eticamente povera e disagiata, costretta a rendere tutto passabile di mercimonio, a mettere in gioco la stessa esistenza per generarne una possibilmente migliore, ponendosi al soldo di personaggi senza pietà alcuna. Pare comunque scorgersi una luce di speranza, per coloro i quali sappiano spezzare le catene con le quali sono imprigionati, a frantumare quel muro di omertà alto e stabile, ma potenzialmente scavalcabile.
[+]
Inserita in un contesto spietato e venale, la giovane Lorna affronterà un percorso di maturazione e consapevolezza, all'insegna di una (ri)presa della propria dignità.
Vivido ed in più parti sferzante e spiazzante, questo "Le silence de Lorna" dirige l'obiettivo verso una realtà eticamente povera e disagiata, costretta a rendere tutto passabile di mercimonio, a mettere in gioco la stessa esistenza per generarne una possibilmente migliore, ponendosi al soldo di personaggi senza pietà alcuna. Pare comunque scorgersi una luce di speranza, per coloro i quali sappiano spezzare le catene con le quali sono imprigionati, a frantumare quel muro di omertà alto e stabile, ma potenzialmente scavalcabile. La nostra Lorna rappresenta uno di questi esempi: in principio integrata, fatalmente fredda, concentrata anima e corpo nella missione assegnatale, con il tempo non può fare a meno di respingere la caritatevole anima femminile che in lei alberga, pur non avendo le possibilità di cambiare un piano già studiato ed attuato; nonostante ciò, si dimostra in grado di non dimenticare, di saper attribuire il reale valore ad una vita, di uscire, pur con conseguenze ovvie, da questo squallido circolo vizioso.
La narrazione è convinta e scorrevole, e, come detto, sa ingannare lo spettatore (paradigmatica la scena dell'acquisto degli abiti) immergendolo in uno scenario drammatico, fortemente empatizzante, grigio e sgualcito, dal rumore confuso e meccanico.
Il percorso emozionale, la "digestione" degli avvenimenti, è, come logico che sia, graduale, ma crescente, puntellato dai rarissimi sorrisi della brava Arta Dobroshi, prima lontana e distaccata, cieca di fronte alla sofferenza altrui, ma via via irrimediamilbente scalfita, capace addirittura di esplosioni di tenerezza commoventi (splendida la corsa verso al marito in sella alla bicicletta), placate sì dagli eventi, ma non smorzate, bisognose però di un "qualcosa" verso cui liberarsi, una nuova (vecchia?) vita che si (ri)genera, un sentimeno per l'altro che si disvela, un ricordo volutamente tenuto in vita, un doppio di chi non avrebbe a quel punto voluto veder scomparire.
Nell'egoismo diffuso del crogiolo di individui dai quali è circondata, scorge in quell'idea l'unico referente affidabile, l'unico degno di poter trasformare il delicato monologo finale in un consolatorio dialogo pieno di vita.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a guidobaldo maria riccardelli »
[ - ] lascia un commento a guidobaldo maria riccardelli »
|
|
d'accordo? |
|
theophilus
|
venerdì 1 novembre 2013
|
favola dolente
|
|
|
|
LE SILENCE DE LORNA
Lorna ha accettato di sposare un ragazzo drogato per poter avere la cittadinanza belga. Questo è solo il primo anello di una catena che la ragazza albanese e l’organizzazione a cui lei fa capo intendono ampliare, celebrando altri finti matrimoni per trarne vantaggi economici. Quando, però, capisce che l’uomo di cui è innamorata è solo parte di quel meccanismo, Lorna tenta di uscirne.
Dallo smarrimento della protagonista consegue una rivolta morale, per cui Lorna cerca, invano, di proteggere l’uomo che ha sposato dalla decisione che, lei consenziente, era stata presa di ucciderlo con una overdose se non lo avesse fatto da sé.
I fratelli Dardenne continuano a percorrere una strada in cui ci s’imbatte in personaggi che aspirano a riscattare la loro miseria sociale con un atto di ribellione umana.
[+]
LE SILENCE DE LORNA
Lorna ha accettato di sposare un ragazzo drogato per poter avere la cittadinanza belga. Questo è solo il primo anello di una catena che la ragazza albanese e l’organizzazione a cui lei fa capo intendono ampliare, celebrando altri finti matrimoni per trarne vantaggi economici. Quando, però, capisce che l’uomo di cui è innamorata è solo parte di quel meccanismo, Lorna tenta di uscirne.
Dallo smarrimento della protagonista consegue una rivolta morale, per cui Lorna cerca, invano, di proteggere l’uomo che ha sposato dalla decisione che, lei consenziente, era stata presa di ucciderlo con una overdose se non lo avesse fatto da sé.
I fratelli Dardenne continuano a percorrere una strada in cui ci s’imbatte in personaggi che aspirano a riscattare la loro miseria sociale con un atto di ribellione umana. Il matrimonio di Lorna vede la protagonista, all’atto della sua conversione, trovare rifugio in uno stato in cui regredisce alla dinamica infantile della fiaba. Sfuggita ad una realtà che la vuole morta, novella Biancaneve Lorna si affida alla metafora di una capanna nel bosco che le possa restituire la vita.
Dopo la precedente prova, a nostro avviso molto deludente, di L’enfant, i fratelli Dardenne rientrano in carreggiata con una storia in cui il sociale è corroborato felicemente da una sensibile linfa poetica.
Incisive le prove di Arta Dobroshi e di Jérémie Renier.
Enzo Vignoli
22 dicembre 2008.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a theophilus »
[ - ] lascia un commento a theophilus »
|
|
d'accordo? |
|
howlingfantod
|
domenica 9 novembre 2014
|
schietto ed avvolgente
|
|
|
|
Non essendo esperto di formati cinematografici e ulteriori tecnicismi di macchina (35mm o 16 mm), noto comunque ad occhio nudo avendo già visto Rosetta dei fratelli Dardenne, uno sviluppo verso una maggiore stabilità delle immagini, non più la camera a mano quindi ma messe a fuoco da carrelli e camere fisse, al che è possibile associare una maggiore stabilità semantica del film stesso. Si parla sempre degli ultimi, dei diseredati di tutte le nostre periferie, anche qui le immagini, i dialoghi sono scarnificati a rappresentare un modo di degrado sociale, emotivo e umano, un epopea degli sconfitti senza luce e possibilità di riscatto, qui declinata alla storia di sottofondo che è quella dell’immigrazione raccontata da un punto di vista particolare e di iperealistica attualità.
[+]
Non essendo esperto di formati cinematografici e ulteriori tecnicismi di macchina (35mm o 16 mm), noto comunque ad occhio nudo avendo già visto Rosetta dei fratelli Dardenne, uno sviluppo verso una maggiore stabilità delle immagini, non più la camera a mano quindi ma messe a fuoco da carrelli e camere fisse, al che è possibile associare una maggiore stabilità semantica del film stesso. Si parla sempre degli ultimi, dei diseredati di tutte le nostre periferie, anche qui le immagini, i dialoghi sono scarnificati a rappresentare un modo di degrado sociale, emotivo e umano, un epopea degli sconfitti senza luce e possibilità di riscatto, qui declinata alla storia di sottofondo che è quella dell’immigrazione raccontata da un punto di vista particolare e di iperealistica attualità. Eppure la protagonista, l’eroina del racconto, una donna a testimonianza ancora dell’attenzione dei Dardenne alle fasce più deboli e destinate a soccombere come anche appunto le donne, sembra lasciare, uno spiraglio, una linearità di sviluppo emotivo disegnata da una maggiore apertura ai sentimenti fino quasi a fuggire nel melodrammatico nel tentato aiuto, forse amore per il tossicodipendente Claudy, sua esca e lasciapassare ai progetti scellerati della macchina della quale Lorna si è trovata a far parte, trovandosi, prima complice di Fabio (un impassibile Fabrizio Rongione), poi ribellandosi e svolgendo così la sua parte di rottura fino in fondo. Un film potente e da assaporare nella sua schiettezza. Un alternativa all’ interpretazione della sceneggiatura data anche nella recensione al film dove si suppone che chi l’ha scritta abbia un rapporto diretto con i registi confessando a lui il loro intento: si può anche altrimenti supporre come possibilità che la sceneggiatura stessa lascia aperta, che Fabio abbia corrotto l’infermiera per far dire a Lorna che non aspettava un bambino come in realtà sarebbe e/o potrebbe essere, in modo che la scena finale di Lorna in fuga e in dialogo con il suo bambino in grembo fosse la realtà e possibile realizzazione di questo bagliore di speranza e non un allucinazione cieca data dalla disperazione. In ogni caso bellissimo epilogo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a howlingfantod »
[ - ] lascia un commento a howlingfantod »
|
|
d'accordo? |
|
angelo umana
|
domenica 16 novembre 2014
|
affetti irrealizzati
|
|
|
|
Due cuori e una capanna nei boschi del Belgio: così si conclude il film Le silence de Lorna intitolato in italiano Il matrimonio di Lorna, dei fratelli Dardenne. Un cuore è quello di Lorna (Arta Dobroshi, kossovara di Pristina), nel ruolo di una giovane donna albanese, l’altro è il cuoricino del bambino che lei pensa di avere o che desidera nel suo ventre, a lui Lorna parla fuggendo nel bosco, va verso una vita più pulita, differente da quanto ha vissuto finora. Per avere la nazionalità belga si è affidata a un certo Fabio (Fabrizio Rongioni), commerciante in “matrimoni”: Lorna sposa Claudy, derelitto umano belga, drogato, debole, pronto a legarsi a chiunque gli dia una possibilità o un gesto umano.
[+]
Due cuori e una capanna nei boschi del Belgio: così si conclude il film Le silence de Lorna intitolato in italiano Il matrimonio di Lorna, dei fratelli Dardenne. Un cuore è quello di Lorna (Arta Dobroshi, kossovara di Pristina), nel ruolo di una giovane donna albanese, l’altro è il cuoricino del bambino che lei pensa di avere o che desidera nel suo ventre, a lui Lorna parla fuggendo nel bosco, va verso una vita più pulita, differente da quanto ha vissuto finora. Per avere la nazionalità belga si è affidata a un certo Fabio (Fabrizio Rongioni), commerciante in “matrimoni”: Lorna sposa Claudy, derelitto umano belga, drogato, debole, pronto a legarsi a chiunque gli dia una possibilità o un gesto umano. Il denaro pattuito per Claudy per fare acquisire la nazionalità belga a Lorna è 2500€, il doppio è previsto al divorzio. A sua volta poi sarebbe Lorna a dover sposare un russo che vuole naturalizzarsi belga, è il “commercio” di Fabio.
Jérémie Renier nella parte di Claudy e Olivier Gourmet nella parte del poliziotto che indaga sulla morte per overdose del primo, sono attori “feticcio” dei fratelli Dardenne. Il ruolo di Claudy assomiglia molto a quello che l’attore ebbe nei film L’enfant eIl ragazzo con la bicicletta, sempre dei Dardenne, sregolato, perso, immaturo, di persona ai margini della società. Di lui inaspettatamente Lorna – fino a lì solo utilitaristica e cinica - vorrà prendersi cura, gli si concede pure, per salvarlo. Perciò si affida a un sogno col bambino pensato: Io non abortisco. Non ti lascerò morire, mai. Ho lasciato morire tuo padre, tu vivrai. Un altro film in cui i Dardenne mostrano “gli ultimi”, film di affetti desiderati e irrealizzati o sostituiti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a angelo umana »
[ - ] lascia un commento a angelo umana »
|
|
d'accordo? |
|
filippo catani
|
lunedì 17 novembre 2014
|
matrimoni di comodo
|
|
|
|
Liegi. Un autista di taxi ha anche la gestione di un traffico di immigrati clandestini. L'uomo li fa sposare con un cittadino belga e così gli immigrati ottengono la cittadinanza. Una giovane ragazza di nome Lorna ha sposato un tossico e ora deve cercare di ottenere il divorzio per poter sposare un russo e fargli così avere la cittadinanza.
Dopo la Promesse, i fratelli Dardenne tornano ad occuparsi di immigrazione clandestina. Ancora una volta l'involontaria protagonista della vicenda è una giovane straniera. Se nella Promesse era una moglie in cerca del marito scomparso (in realtà morto) in questo caso troviamo una donna che non ama affatto il giovane tossico con cui vive tanto da intrattenere una stabile relazione con un altro.
[+]
Liegi. Un autista di taxi ha anche la gestione di un traffico di immigrati clandestini. L'uomo li fa sposare con un cittadino belga e così gli immigrati ottengono la cittadinanza. Una giovane ragazza di nome Lorna ha sposato un tossico e ora deve cercare di ottenere il divorzio per poter sposare un russo e fargli così avere la cittadinanza.
Dopo la Promesse, i fratelli Dardenne tornano ad occuparsi di immigrazione clandestina. Ancora una volta l'involontaria protagonista della vicenda è una giovane straniera. Se nella Promesse era una moglie in cerca del marito scomparso (in realtà morto) in questo caso troviamo una donna che non ama affatto il giovane tossico con cui vive tanto da intrattenere una stabile relazione con un altro. La ragazza però finisce con il provare amore e compassione per il ragazzo che non solo ha accettato i soldi per il matrimonio e il divorzio ma sta cercando di uscire dalla morsa della droga e si rende disponibile ad aiutare Lorna fingendo di maltrattarla per farle ottenere più rapidamente il divorzio mentre il piano dell'autista di taxi sarebbe quello di inscenare una overdose. I Dardenne puntano i fari anche su questi personaggi senza scrupoli che si insinuano tra le maglie della legge e non si fanno il minimo scrupolo a gestire gli immigrati come carne da macello da cui trarre profitto (il parallelismo tra il padre de la Promesse e l'autista del taxi è evidente). Un film intenso che ha in Arta Dobroshi la contrastata protagonista.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a filippo catani »
[ - ] lascia un commento a filippo catani »
|
|
d'accordo? |
|
gianni sarro
|
martedì 30 settembre 2008
|
un film sociale e politico che emoziona
|
|
|
|
I fratelli Dardenne tornano a tre anni da L’enfant – una storia d’amore e dimostrano di non aver perso il loro tocco talentuoso nel proporre un cinema dai profondi risvolti sociali e politici, ma anche capace di emozionare e commuovere con il racconto della violenta miseria (economica sì, ma anche e soprattutto di valori) dell’uomo contemporaneo.
Brussels: Lorna, fisico esile reso ancora più diafano dai capelli tagliati corti, è una ragazza albanese in attesa di ottenere la cittadinanza belga. Per coronare questo sogno non ha esitato a venire a patti con una banda di malviventi che organizzano falsi matrimoni per disperati, disposti a tutto pur di sfuggire all’indigenza dei Paesi da dove provengono.
[+]
I fratelli Dardenne tornano a tre anni da L’enfant – una storia d’amore e dimostrano di non aver perso il loro tocco talentuoso nel proporre un cinema dai profondi risvolti sociali e politici, ma anche capace di emozionare e commuovere con il racconto della violenta miseria (economica sì, ma anche e soprattutto di valori) dell’uomo contemporaneo.
Brussels: Lorna, fisico esile reso ancora più diafano dai capelli tagliati corti, è una ragazza albanese in attesa di ottenere la cittadinanza belga. Per coronare questo sogno non ha esitato a venire a patti con una banda di malviventi che organizzano falsi matrimoni per disperati, disposti a tutto pur di sfuggire all’indigenza dei Paesi da dove provengono. Lorna si rende complice di un omicidio, ma poi in lei scatta qualcosa; una lucida follia la porta ad affrancarsi e redimersi, anche se tardivamente.
Sin dalla scena iniziale il film tiene ancorata l’attenzione dello spettatore con un racconto tipicamente extradiegetico. La prima inquadratura ci fa vedere Lorna mentre è in banca, dopo aver versato dei soldi chiede un appuntamento con il direttore per ottenere un prestito (finalmente può averlo perché dopo due giorni diventerà cittadina belga), poi fa due telefonate, non si sente cosa le dicono gli interlocutori, ma si intuisce che qualcosa di poco chiaro si agita alle spalle delle ragazza. Un dramma umano che poche sequenze dopo entra esplicitamente nella narrazione. I due cineasti usano frequentemente e abilmente il “fuori scena”, facendo presagire, ma non vedere qualche avvenimento che poi si palesa. Questa scelta visiva ha il merito di sviluppare l’attenzione dello spettatore - messo in allarme dal senso d’inquietudine generato dal non visto e dal non sentito - conducendolo ad una riflessione più approfondita, non facilitata da un dialogo esplicito e serrato e quindi più sofferta, ma proprio per questo più utile al raggiungimento di una piena consapevolezza. Un tipo di cinema, quello dei Dardenne, che richiede attenzione e voglia di pensare. La regia è asciutta, senza fronzoli, composta di inquadrature nelle quali i movimenti di macchina sono essenziali: inutile qualsiasi svolazzo, la realtà rappresentata è così empia che da sola riempie la scena. Un j’accuse crudo, privo però di qualsiasi efferatezza gratuita, della malvagità che può raggiungere l’uomo, per miseri scopi quali la ricchezza e il potere. L’epilogo pone la speranza solo nella Donna e nel suo riuscire a ritrovare in extremis quel senso di pietà e di misericordia che differenziano l’uomo dall’animale.
Il matrimonio di Lorna (premiato per la miglior sceneggiatura a Cannes) è anche un bell’esempio di cinema multietnico: ci sono personaggi che parlano francese, russo, albanese. Va da sé: goderlo in lingua originale è un suggerimento semplice da dare, così si potrà gustare quel concerto di sapori generato da lingue diverse. Viceversa vederlo doppiato significa assaggiare una pietanza insipida, i cui ingredienti si appiattiscono e si confondono.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianni sarro »
[ - ] lascia un commento a gianni sarro »
|
|
d'accordo? |
|
lorenzodv
|
giovedì 26 dicembre 2019
|
la cittadinanza si compra la libertà no.
|
|
|
|
Lorna ha un lavoro, un appartamento modesto ed un marito. Ma il matrimonio è finto, fatto allo scopo di far ottenere la cittadinanza a Lorna perché lei è cittadina albanese immigrata in Belgio.
Si viene poi ad apprendere un piano più complesso: Lorna ha acquistato la cittadinanza da Claudy per poi rivenderla ad un russo dopo un rapido divorzio. Questa almeno è la versione che conosce Claudy ma il piano è diverso: il divorzio prenderebbe troppo tempo quindi se ne farà uno abbreviato. Del resto Claudy è tossicodipendente e si sa che queste persone non durano molto.
Claudy sta tendando di smettere di drogarsi, crede di avere in questo l'apprezzamento di Lorna ma a lei inizialmente non importa; soltanto quando dopo ripetute richieste decide di aiutarlo s'accorge di essersi affezionata a lui.
[+]
Lorna ha un lavoro, un appartamento modesto ed un marito. Ma il matrimonio è finto, fatto allo scopo di far ottenere la cittadinanza a Lorna perché lei è cittadina albanese immigrata in Belgio.
Si viene poi ad apprendere un piano più complesso: Lorna ha acquistato la cittadinanza da Claudy per poi rivenderla ad un russo dopo un rapido divorzio. Questa almeno è la versione che conosce Claudy ma il piano è diverso: il divorzio prenderebbe troppo tempo quindi se ne farà uno abbreviato. Del resto Claudy è tossicodipendente e si sa che queste persone non durano molto.
Claudy sta tendando di smettere di drogarsi, crede di avere in questo l'apprezzamento di Lorna ma a lei inizialmente non importa; soltanto quando dopo ripetute richieste decide di aiutarlo s'accorge di essersi affezionata a lui. Il piano tuttavia non si può modificare e chi tentasse di ostacolarlo sarebbe in pericolo.
Durante lo svolgimento si stravolgono le parti; inizialmente Claudy è mezzo e Lorna una cliente ma dopo s'accorge di essere anch'ella un mezzo e di non avere potere sulle proprie scelte.
Il racconto è frammentario, il film è scorrevole, privo di musiche che riesca a ricordare, tecnicamente a posto, narra una storia di estremo interesse con qualche orpello iconico a cui avrei rinunziato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lorenzodv »
[ - ] lascia un commento a lorenzodv »
|
|
d'accordo? |
|
|