Il resto della notte |
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Un film di Francesco Munzi.
Con Sandra Ceccarelli, Aurélien Recoing, Stefano Cassetti, Laura Vasiliu, Victor Cosma, Constantin Lupescu, Teresa Acerbis.
continua»
Drammatico,
durata 100 min.
- Italia 2008.
- 01 Distribution
uscita mercoledì 11 giugno 2008.
MYMONETRO
Il resto della notte
valutazione media:
2,73
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Occasioni mancatedi Francesco2Feedback: 41676 | altri commenti e recensioni di Francesco2 |
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venerdì 24 settembre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
A qualche anno di distanza da "Samir", è tornato Munzi. Lo sguardo sugli immigrati mira meno ad una tragedia individuale, anzi non è neanche un d specifico su di loro, ma una riflessione più ad un ampio raggio su un (nord?)Italia specchio di eterogenee frustrazioni(varie) e gioie(poche) quotidiane. L'inizio in realtà sembrerebbe promettente: una riflessione, magari didascalica, che non condanna né assolve nessuno(Uno dei pochi meriti di tutto il film, in realtà). Ma basta poco per capire cosa sia il cinema corale di Munzi: una serie di quadretti senza vivacità, stilizzati, interpretati più o meno bene( A proposito: ma come si fa, come ha fatto qualcuno, ad elogiare l'interpretazione di Recoing, il "marito" della Ceccarelli?). Che è la moglie frustrata di un uomo che non ha-Sembra- e non dà gioie particolari, con il pistolotto della figlia adolescente "progressista" ( crede, sbagliandosi, all'innocenza della colf), alle prese con le prime sigarette e ragazzi della sua vita). Ad un certo punto, sulla base di elementi non si sa quanto concreti, decidono di licenziare la domestica rumena, essndo sparita una collana. Ci si sbaglia tutti, questo sembra voler dire Munzi senza buonismi di sorta,ma -Spiace dirlo- a sbagliare è anche lui nel dipingere altri rumeni, un ex-compagno della donna che l'ha ufficialmente dimenticata e il nipote, rifugiatosi con lui in Italia, forse tra i pochi personaggi non antipatici del film. Quanta poca vivacità nel descriverli, e nel valutare come le loro -e le nostre- vite si intreccino reciprocamente. Sì, perché un'altra storia del film riguarda un padre schizzato -Bene interpretato, ma non è questo il punto -ed un figlio che non riesce a vedere,fino a quando dà i numeri e, terminando di nuovo dentro, scontenta tutti(Echi del pessimismo altmaniano di "America oggi"). In questa piattezza di mogli che vanno in Chiesa e corse sulla spiaggia sui genitori, si inseriscono camei come quello -Interessante- di Valentina Cervi, che pewrò di poco distolgono dalla noia generale. A questo punto, tutti i "Cattivi" si (ri) uniscono peruna rapina che darà tragiche conseguenze: moriranno la figlia ed un prevedibile fidanzatino in un -Abbastanza- prevedibile (quasi) finale, insieme allo "Zio" rumeno(La madre aveva (Pre)sentito qualcosa a teatro). In un finale poco plausibile- Credo_ il giovane rumeno, mai molto tenero con la fiamma dello zio, dapprima ha giustificate vampate di ira, poi insieme si avviano verso la speranza, come se i "diversi" alla fine si fossero salvati rispetto agli altri. Per quello che riguarda questo -Quasi- rgazzino, non vadano cortesemente a scomodare il cinema dei Dardenne: i Dardenne sono un'altra cosa. Munzi sarà animato da bellissime intenzioni, ma finisce per imitare Muccino quando critica la (sotto)cultura della televisione di veline e notizie distorte, ma poi con le sue storie in un "Non stile" ne è a sua volta figlio.
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