marco dz
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venerdì 15 febbraio 2008
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carino, ma nn filmone....:(
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Film piacevole, visto Match Point non è nulla di nuovo, sia di trama che di cast nn molto azzeccati. Ewan McGregor risulta un po fuori luogo come parte in questo film a mio parere, Colin Farrel invece molto bravo, tutte le attrici femminili scelte con molto carica erotica e sensualità...Insomma, un film carino da vedere ma che non convince del tutto!!
Marco
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hokkio
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giovedì 14 febbraio 2008
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inutile film di un grande genio
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Chi conosce ed ama Allen come me non può che pensare " ma non aveva altro da fare? non glielo avra' mica ordinato il dottore o lo psicanalista di sfornare un film ogni tanto?" Inutile film di un grande genio, che come spesso ammette anche lui, fa alle volte "markette" per far cassa. Non ce trama ne finezze, personaggi abbozzati, colpi di genio assenti, suspance non pervenuta, brivido solo quando finisce il film e ci si guarda in giro, regia senza infamia e senza lode.
Io spero ardente mente che lui sappia di avere fatto una "boiata" di contro faremo a meno per i prossimi anni del suo genio.
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enza
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giovedì 14 febbraio 2008
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bellooooooooooooooooooooooo
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è la prima volta ke vedo 1 film di woody allen. nn mi è mai stato simpatico.
ho apprezzato MOLTO e mi è piaciuto: le inquadrature (nn i microfoni :-( ), i colori e l'ironia. consiglio di vederlo ed io intanto vedrò gli altri di Allen. bye bye
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(di alby)
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stefano
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giovedì 14 febbraio 2008
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woody "tragico"
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Il titolo della versione italiana Sogni e delitti appare assai meno evocativo dell’inglese Cassandra’s dream: i progetti sognati sulla piccola ma elegante barca a vela, Cassandra, da due spiantati fratelli inglesi, figli di due onesti lavoratori, si infrangono nel duro destino tragico scatenato dalla meschinità di uno zio arricchito con la frode (o con la violenza?). Questa in estrema sintesi la trama del film, raccontato con asciuttezza ed eleganza nelle parti violente, ma intensamente vissuto nella sua componente psicologica da un regista già interessatosi alle forze occulte, quasi demoni, che percorrono subdole le esistenze degli uomini.
Un oscuro destino di autodistruzione piomba addosso ad una famiglia quando lo zio si arricchisce, tramite affari nella sanità, con mezzi poco leciti.
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Il titolo della versione italiana Sogni e delitti appare assai meno evocativo dell’inglese Cassandra’s dream: i progetti sognati sulla piccola ma elegante barca a vela, Cassandra, da due spiantati fratelli inglesi, figli di due onesti lavoratori, si infrangono nel duro destino tragico scatenato dalla meschinità di uno zio arricchito con la frode (o con la violenza?). Questa in estrema sintesi la trama del film, raccontato con asciuttezza ed eleganza nelle parti violente, ma intensamente vissuto nella sua componente psicologica da un regista già interessatosi alle forze occulte, quasi demoni, che percorrono subdole le esistenze degli uomini.
Un oscuro destino di autodistruzione piomba addosso ad una famiglia quando lo zio si arricchisce, tramite affari nella sanità, con mezzi poco leciti. Ad esso due fratelli, costantemente indebitati e sempre sull’orlo del burrone, ivi spinti da una società i cui unici termini di paragone sono i soldi e le donne, chiedono aiuto, nel nome della protezione reciproca che si devono i membri di uno stesso clan familiare. E lo zio, in nome dello stesso principio, chiede loro di aiutarlo a sbarazzarsi di un uomo colpevole di essere integerrimo, che “cantando” avrebbe potuto farlo sbattere in carcere. Tutto appare conseguente e necessario. Persino l’ostinata opposizione morale e “sentimentale” di uno dei due fratelli è funzionale all’inevitabilità del destino da compiersi, declinandolo non come forza malefica, ma riportandolo alla debole natura umana.
L’episodio sfocia in tragedia: le ripercussioni psichiche di una tale atroce esperienza, accompagnate dai rimorsi per una tanto grave colpa ( togliere la vita a qualcuno che la ama, essere egli stesso profondo amante della vita) spingono uno dei due fratelli –il latino Colin Farrel- a decidere di costituirsi, di subire una pena per espiare la colpa.
Tuttavia l’oscuro demone, la violenza che si insabbia sotto l’esperienza familiare, riaffiora nelle parole dello zio, che chiede all’altro nipote di sbarazzarsi anche del fratello. Così, però, si viola la norma della solidarietà familiare, si rompe il seppur precario equilibrio stabilito.
Il finale è da Sette contro Tebe, con la reciproca uccisione dei due fratelli, una scure di dolore che si abbatte sui rimasti in vita, la distruzione della famiglia.
Sofocliano per la nascita della colpa, eschiliano per l’inevitabilità del fato, dandy per le lussuose ambientazioni, con un finale shakespeariano, Woody Allen si dimostra un vero autore postmoderno, per la capacità di mescolare i propri modelli con il materiale della vita comune, delle tendenze e delle aspirazioni della vita comune, firmando un’altra tragedia (oggi thriller), la seconda dopo Match Point, alla ricerca dei nessi profondi, dei nodi irrisolti, della natura del male.
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fiorents
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giovedì 14 febbraio 2008
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nn ci siamo
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da fan di allen sono triste nel dire che questo film proprio nn mi è piaciuto...si si ritrovano tutti i temi di allen, il suo costante pessimismo nei confronti della società c'è...infondo l'unico che nn ci rimette nulla e anzi ci guadagna un bel pò è lo zietto, che tiene tanto alla famiglia ma che nn avrebbe problemi di alcun tipo a disfarsi di uno dei menbri di questa...ma manca l'ironia di fondo che di solito pervade i film di allen, mancano i personaggi complicati e contradditori (personalmente ho trovato i personaggi dei protagonisti aclquanto piatti e stereotopaiti) e poi le figure femminili sono solo dia appoggio non hanno un ruolo, sono vuoti, senza una funzione se non accessoria...pure le interpetazioni poi erano sottotono e quindi complessivamente ci sn riamsta male.
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da fan di allen sono triste nel dire che questo film proprio nn mi è piaciuto...si si ritrovano tutti i temi di allen, il suo costante pessimismo nei confronti della società c'è...infondo l'unico che nn ci rimette nulla e anzi ci guadagna un bel pò è lo zietto, che tiene tanto alla famiglia ma che nn avrebbe problemi di alcun tipo a disfarsi di uno dei menbri di questa...ma manca l'ironia di fondo che di solito pervade i film di allen, mancano i personaggi complicati e contradditori (personalmente ho trovato i personaggi dei protagonisti aclquanto piatti e stereotopaiti) e poi le figure femminili sono solo dia appoggio non hanno un ruolo, sono vuoti, senza una funzione se non accessoria...pure le interpetazioni poi erano sottotono e quindi complessivamente ci sn riamsta male...forse se nn fosse stato un film di allen mi sarei aspettata meno...ma conoscendo la sua bravura, questo film è mediocre...
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dodo
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giovedì 14 febbraio 2008
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il peso delle scelte
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Ci sono alcune scelte che sono irreversibili, nel senso che viene imboccata una strada da cui non si può tornare indietro, perché cambia definitivamente la percezione della realtà. Ora, la “prima volta” può assumere una connotazione piacevole e stimolante, penso, ad esempio, al primo rapporto sessuale che sancisce secondo le implicite regole della nostra cultura l’ingresso nel mondo degli adulti; in altre occasioni la scelta può condurre su sentieri nuovi e inesplorati, e, sebbene frutto di una trasgressione peccaminosa, rientra in una logica di arricchimento e sperimentazione (su tutti il fatidico morso di Adamo ed Eva). Ma a volte si entra in un mondo torbido e buio dove il senso di colpa scava nell’anima fino a provocare l’inevitabile tragedia: è il caso di questo film, dove il tema della morte, ma più ancora dell’omicidio, abbandona la sua dimensione di astratto tabù difficilmente affrontabile, e si cala progrsessivamente in mezzo a noi.
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Ci sono alcune scelte che sono irreversibili, nel senso che viene imboccata una strada da cui non si può tornare indietro, perché cambia definitivamente la percezione della realtà. Ora, la “prima volta” può assumere una connotazione piacevole e stimolante, penso, ad esempio, al primo rapporto sessuale che sancisce secondo le implicite regole della nostra cultura l’ingresso nel mondo degli adulti; in altre occasioni la scelta può condurre su sentieri nuovi e inesplorati, e, sebbene frutto di una trasgressione peccaminosa, rientra in una logica di arricchimento e sperimentazione (su tutti il fatidico morso di Adamo ed Eva). Ma a volte si entra in un mondo torbido e buio dove il senso di colpa scava nell’anima fino a provocare l’inevitabile tragedia: è il caso di questo film, dove il tema della morte, ma più ancora dell’omicidio, abbandona la sua dimensione di astratto tabù difficilmente affrontabile, e si cala progrsessivamente in mezzo a noi. Mi è rimasta impressa la scena in cui i due fratelli consumano il delitto: c’è un attimo di esitazione, quasi un tentativo di dialogo da parte della vittima ancora ignara, come se avesse a che fare con due esseri umani, e per un momento sembra che la tragedia possa essere evitata. Ma non è così: non sono più essere umani (almeno in quel momento), “ora! fallo ora!”, viene urlato come un ruggito rabbioso. E poi calma, quiete: ma non sarà più come prima. Non esiste risveglio da questo incubo, se non nella più totale tragedia: il castigo è quello definitivo, non c’è spazio per un pentimento e una redenzione lungo il percorso della giustizia terrena. La pena da scontare è terribile, e nel perverso gioco del contrappasso e dell’ineluttabilità del destino (“se lo fai una volta lo puoi fare molte altre volte”), finisce che ammazzi il fratello che non ha avuto il coraggio e la forza di fare lo stesso con te. Nell’equilibrio di una completa resa dei conti, la sorte a volte gioca a cambiare l’ordine degli addendi: io mi immagino lo zio che alla notizia della tragedia, immediatamente si convinca che fosse stato l’altro, il suo nipote fidato ad assassinare il fratello e poi dilaniato dai sensi di colpa si fosse tolto di mezzo. Va beh, il risultato non cambia, e la scelta apparentemente azzardata di affidare un compito così delicato a quei due nipoti, come dire, non troppo affidabili, si è rivelata formidabile, avendo confezionato quel tanto famigerato “omicidio perfetto”
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loco
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giovedì 14 febbraio 2008
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viva la mediocrità
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Per nulla entusiasmante...di una lentezza spaventosa...decisamente banale...inutile!!
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alby-
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giovedì 14 febbraio 2008
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sempre geniale,il grande woody!
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ANCHE SE IN RITARDO,IERI HO VISTO "SOGNI E DELITTI". CI TENGO A SOTTOLINEARE,A ME PIACE WOODY,SIA I VECCHI FILM E I RECENTI.FA PARTE DI QUEI REGISTI CHE,O SI AMANO O SI ODIANO.A ME IL FILM E' PIACIUTO,UN BEL NOIR,SOLO CON UN PICCOLO DIFETTO DI ESSERE LENTISSIMO,MA E' ACCOMPAGNATO DALLA STUPENDA MUSICA DI PHILIP GLASS,E BELLA ANCHE LA FOTOGRAFIA CHE METTE IN RISALTO UNA LONDRA NON DEL TUTTA CUPA MA UN PO' FREDDINA,ADATTA ALLA STORIA.WOODY ANCHE NEL SUO TERZO FILM MADE IN LONDON, METTE IN EVIDENZA IL DELITTO.MA STAVOLTA, DIVERSO DALLO STUPENDO MATCH POINT IL DELITTO SENZA CASTIGO,MA IL PENTIMENTO DEL PROTAGONISTA.IN "SCOOP"UN FILM PIU' LEGGERO,MA CON DELITTI, MA CON CASTIGO.NEL TERZO,COME DICE IL TITOLO ORIGINALE "CASSANDRA'S DREAM"E SAPPIAMO CHE CASSANDRA PERSONAGGIO DELLA LEGGENDA TROIANA,FIGLIA DI PRIAMO,DOTATA DI VIRTU'PROFETICHE,E PREDIGEVA SVENTURE.
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ANCHE SE IN RITARDO,IERI HO VISTO "SOGNI E DELITTI". CI TENGO A SOTTOLINEARE,A ME PIACE WOODY,SIA I VECCHI FILM E I RECENTI.FA PARTE DI QUEI REGISTI CHE,O SI AMANO O SI ODIANO.A ME IL FILM E' PIACIUTO,UN BEL NOIR,SOLO CON UN PICCOLO DIFETTO DI ESSERE LENTISSIMO,MA E' ACCOMPAGNATO DALLA STUPENDA MUSICA DI PHILIP GLASS,E BELLA ANCHE LA FOTOGRAFIA CHE METTE IN RISALTO UNA LONDRA NON DEL TUTTA CUPA MA UN PO' FREDDINA,ADATTA ALLA STORIA.WOODY ANCHE NEL SUO TERZO FILM MADE IN LONDON, METTE IN EVIDENZA IL DELITTO.MA STAVOLTA, DIVERSO DALLO STUPENDO MATCH POINT IL DELITTO SENZA CASTIGO,MA IL PENTIMENTO DEL PROTAGONISTA.IN "SCOOP"UN FILM PIU' LEGGERO,MA CON DELITTI, MA CON CASTIGO.NEL TERZO,COME DICE IL TITOLO ORIGINALE "CASSANDRA'S DREAM"E SAPPIAMO CHE CASSANDRA PERSONAGGIO DELLA LEGGENDA TROIANA,FIGLIA DI PRIAMO,DOTATA DI VIRTU'PROFETICHE,E PREDIGEVA SVENTURE. E QUI IL DELITTO SI COMPIE,SENZA DIFFICOLTA' PER OTTENERE QUALSIASI COSA.MA ANCHE IN QUESTO CASO CASSANDRA SI RIVELA CON UN FATO CRUDELE! E LA TRILOGIA,MADE IN LONDON SI CONCLUDE CON SOGNI E DELITTI, BRAVI GLI ATTORI E UN GRANDE WOODY,CHE CI INSEGNA CHE LA VITA MENTRE PUO' ESSERE UNA DOLCE COMMEDIA SI TRASFORMA IN TRAGEDIA, CHE GIA'WOODY AVEVA EVIDENZIATO IN "MELINDA E MELINDA"........
ps:complimenti anche al sito mymovies per le sue precise notizie sul cinema!!!
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colin2
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giovedì 14 febbraio 2008
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non e' peggio di match point
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Sia Match Point che questo film sono delle buone pellicole, ma penso che Match Point sia stato un po' sopravvalutato (era troppo simile a Crimini e Misfatti che era decisamente di maggior livello). Mentre leggendo la maggior parte delle critiche.. questo Cassandra's dream e' stato esageratamente bistrattato. Il film e' anzitutto ben recitato dai tre protagonisti maschili. La sensazione del dramma incipiente e' avvertibile sin dall'inizio. C'e' poco da ridere !Woody ci dice: la vita e' soprattutto questo ..ci sono pochi sogni che spesso n on si realizzano e c'e' tanto da soffrire (e tutto questo soprattutto per nostra stessa colpa ). Da vedere
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