ada
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martedì 26 febbraio 2008
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perchèun film bello come questo incassa cosi poco
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Mi sono trovata al cinema per vedere caos calmo , ma di mercoledi i biglietti finiscono presto e quindi tutto esaurito. Pochi posti per "lo scafandro e la farfalla". Ammetto che all' inizio neanche sapevo cosa trattasse e che ero molto scettica. I primi 10 minuti del film sono angoscianti , non si capisce bene cosa stia succedendo ...poi il film prende forma....e in quei 10 minuti di non senso hai provato esattamente ciò che ha sentito il protagonista. Un film di una bellezza unica e stravolgente , tratto da una storia vera. OrA mi chiedo perchè film demenziali come " Natale in crociera " ECC. possanoincassare così tanto mentre questo film eccezionale passi sottovoce.
Forse proprio io non l ' avrei mai visto se per caso avessi trovato biglietti per L altro film.
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Mi sono trovata al cinema per vedere caos calmo , ma di mercoledi i biglietti finiscono presto e quindi tutto esaurito. Pochi posti per "lo scafandro e la farfalla". Ammetto che all' inizio neanche sapevo cosa trattasse e che ero molto scettica. I primi 10 minuti del film sono angoscianti , non si capisce bene cosa stia succedendo ...poi il film prende forma....e in quei 10 minuti di non senso hai provato esattamente ciò che ha sentito il protagonista. Un film di una bellezza unica e stravolgente , tratto da una storia vera. OrA mi chiedo perchè film demenziali come " Natale in crociera " ECC. possanoincassare così tanto mentre questo film eccezionale passi sottovoce.
Forse proprio io non l ' avrei mai visto se per caso avessi trovato biglietti per L altro film.....e se ciò fosse accaduto avrei perso un bellissimo viaggio nell' anima di un uomo.
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[+] quando la fortuna ti dà una mano.
(di nadia)
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la contessa scalza
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lunedì 25 febbraio 2008
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il senso della vita
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Non ci sono molte parole e molte cose da dire su " Lo scafandro e la farfalla", se non che è un film che tutti dovremmo vedere per capire la vita. Il film è un'esperienza toccante dal primo minuto, un esperienza che come spettatore vivi dal corpo del protagonista, seguendo il suo percorso di solitudine e dolore, un percorso intenso e toccante che ti porta a capire che la nostra esistenza non sono le cose che ci circondano ma che la vita siamo noi stessi con i nostri sentimenti e con i nostri ricordi.
La storia è quella vera di Jean-Dominique Bauby, caporedattore di Elle France, un uomo in carriera circondato da donne bellissime e da una vita decisamente chic e glamour.
Quando Jeando (come lo chiamano gli amici) viene colpito dalla Locked-in-syndrome la sua vita si piega improvvisamente e drasticamente alla malattina, una malattina che lo vede paralizzato dalla testa ai piedi con la sola facoltà di battere una palpebra.
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Non ci sono molte parole e molte cose da dire su " Lo scafandro e la farfalla", se non che è un film che tutti dovremmo vedere per capire la vita. Il film è un'esperienza toccante dal primo minuto, un esperienza che come spettatore vivi dal corpo del protagonista, seguendo il suo percorso di solitudine e dolore, un percorso intenso e toccante che ti porta a capire che la nostra esistenza non sono le cose che ci circondano ma che la vita siamo noi stessi con i nostri sentimenti e con i nostri ricordi.
La storia è quella vera di Jean-Dominique Bauby, caporedattore di Elle France, un uomo in carriera circondato da donne bellissime e da una vita decisamente chic e glamour.
Quando Jeando (come lo chiamano gli amici) viene colpito dalla Locked-in-syndrome la sua vita si piega improvvisamente e drasticamente alla malattina, una malattina che lo vede paralizzato dalla testa ai piedi con la sola facoltà di battere una palpebra. Questa palpebra e una caparbia ortofonista aiuteranno Bauby a creare un modo di comunicare col mondo esterno, un nuoivo alfabeto che lo aiuteràa comporre un libro sul percorso doloroso e illuminante verso la speranza. Lo stato di disperazione e il senso di soffocamento iniziale, lo scafandro appunto, si schiuderanno verso la condizione di farfalla, la condizione nella quale il corpo non serve più ma a sopravvivere basta la propria anima coi ricordi, coi sogni e con l' immaginazione come un collage di fotografie e pensieri. Ed è per questo che il film è estremamente toccante, perchè lo si guarda come si sfoglierebbe un album di vecchie fotografie, lo si percepisce dal punto di vista del malato proprio guardando attraverso il suo occhio che si appanna quando si commuove proprio come quello tuo di spettatore.
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carla
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lunedì 25 febbraio 2008
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da vedere
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la prima parte e' assolutamente straordinaria, una regia meravigliosa. la seconda parte diventa un po' piu' ordinaria, didascalica e' un po' forte come aggettivo, perde un po', ma vale comunque certamente la pena.
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chiari alessandro
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domenica 24 febbraio 2008
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tra la vita e la morte
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I motivi per i quali si va al cinema sono molti; se uno di questi consiste nel piacere di riflettere e di pensare dopo avere visto un film, questo è caldamente raccomandato: da meditazione la sequenza della parete che prima si sgretola per poi riassemblarsi nelle immagini finali (dopo la morte tutto si decompone o si ricompone?) come pure le parole a proposito dello scafandro (da me interpretato come il corpo umano, immobile, che racchiude il pensiero capace di arrivare in un attimo sino ai confini più remoti dell’universo) e sulla farfalla (da me percepita sia come la donna che ti sta vicino e a cui ti aggrappi dopo il naufragio sia come la libertà e la leggerezza del volo della mente). Rimane comunque, a prescindere da qualunque motivazione, un gran bel prodotto.
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I motivi per i quali si va al cinema sono molti; se uno di questi consiste nel piacere di riflettere e di pensare dopo avere visto un film, questo è caldamente raccomandato: da meditazione la sequenza della parete che prima si sgretola per poi riassemblarsi nelle immagini finali (dopo la morte tutto si decompone o si ricompone?) come pure le parole a proposito dello scafandro (da me interpretato come il corpo umano, immobile, che racchiude il pensiero capace di arrivare in un attimo sino ai confini più remoti dell’universo) e sulla farfalla (da me percepita sia come la donna che ti sta vicino e a cui ti aggrappi dopo il naufragio sia come la libertà e la leggerezza del volo della mente). Rimane comunque, a prescindere da qualunque motivazione, un gran bel prodotto. E’ vero che richiama alla mente un’altra opera difficile da dimenticare (Mare dentro) ma non ha sentore di copiaticcio. Grande sequenza iniziale (a cui molto difficilmente segue qualcosa di scadente) con ripetute sciabolate di colore e spettacolari pennellate di luce da cui si potrebbe forse capire che il regista è anche pittore; da qui inizia uno dei motivi conduttori della pellicola: l’uso del primo piano, uso difficile ma riuscito, grazie alla bravura del regista ed alla particolare espressività di quasi tutti gli attori. Non sono un esperto di tecnica cinematografica, ma penso che ciò si debba anche alla mano del fotografo che, come gli interpreti, dovrebbe riuscire ad entrare nei pensieri del regista e ad assecondarlo nella realizzazione del lavoro. Memorabile la scena dei capelli al vento nella decappottabile. Strane ma efficaci tutte le scene con le inquadrature dei visi tagliati (per cercare di rendere allo spettatore la sensazione di chi vede solo in un certo modo); forse non renderanno giustizia ad un occhio vero ma certamente rendono l’idea, così come un impercettibile e quasi subliminale stacco dell’immagine rende alla perfezione l’idea del battito delle ciglia. Ultima annotazione che, pur negativa, non inficia certo la validità complessiva: l’inserimento della telefonata dell’amante proprio nel momento della visita della moglie rappresenta una forzatura drammatica che avrei evitato.
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remolo
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domenica 24 febbraio 2008
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profondo,tristissimo e poetico
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vado raramente al cinema..questo è un film per cui vale la pena andarci
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aljada
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sabato 23 febbraio 2008
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lo scafandro e la farfalla bellissimo
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un film davvero triste ma allo stesso tempo bellissimo perchè con un occhio questo signore riesce a comunicare con il mondo e con questo scrive un libro.è intrappolato nel suo stesso corpo.solo una parola può descriverlo "bellissimo"
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olgadicom
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sabato 23 febbraio 2008
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un bel film per il mio miglior nemico
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La sintetica definizione del mio amico più caro all’uscita dalla sala è di quelle fulminanti: “un gran bel film da consigliare al tuo miglior nemico”. In quanto a me: stomaco stretto all’inizio, un po’ meno via via che il racconto procedeva e poi ammirazione e poi dolore. Un’opera da vedere e da soffrire. Di quelle – a detta dello stesso autore, il regista-pittore Julian Schnabel – che allontanano lo spettatore. Di quelle, penso io, che alla fine ti arricchiscono e ti toccano nel profondo, laddove latitano paura della morte, amore della vita, affetti difficili, funzione catartica dell’arte, ieri come oggi. Oltre a ciò Schnabel, regista specializzato nel narrare vite ed esperienze di persone diverse e geniali (Basquiat), coinvolge non solo con i contenuti ma con un linguaggio cinematografico che ha al fondo una vasta conoscenza delle immagini dell’arte iperrelistica e pop, nonché una rara sensibilità coloristica.
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La sintetica definizione del mio amico più caro all’uscita dalla sala è di quelle fulminanti: “un gran bel film da consigliare al tuo miglior nemico”. In quanto a me: stomaco stretto all’inizio, un po’ meno via via che il racconto procedeva e poi ammirazione e poi dolore. Un’opera da vedere e da soffrire. Di quelle – a detta dello stesso autore, il regista-pittore Julian Schnabel – che allontanano lo spettatore. Di quelle, penso io, che alla fine ti arricchiscono e ti toccano nel profondo, laddove latitano paura della morte, amore della vita, affetti difficili, funzione catartica dell’arte, ieri come oggi. Oltre a ciò Schnabel, regista specializzato nel narrare vite ed esperienze di persone diverse e geniali (Basquiat), coinvolge non solo con i contenuti ma con un linguaggio cinematografico che ha al fondo una vasta conoscenza delle immagini dell’arte iperrelistica e pop, nonché una rara sensibilità coloristica. Di forte impatto è la prima sequenza, in cui la macchina da presa si identifica con lo sguardo del protagonista che si sta riavendo dal coma. Inoltre l’uso del flash-back - il racconto si chiude a circolo sull’inizio -, pur essendo la tecnica abusata, non risulta banale, perché possiede un ritmo alternante tra lunghe sequenze, distese e monotone, e momenti dinamici di ricordi; per mezzo loro il protagonista ricostruisce in una diacronia “imperfetta” la propria vita.
L’uomo si chiama Jean Dominique Bauby e la sua è una storia vera, già oggetto di un libro di grande successo. Al centro dei fatti, un uomo baciato dal successo fino a un certo punto della vita: direttore di una delle riviste di moda più prestigiose, ricco, affascinante, pieno di donne bellissime, è al culmine della sua fortuna quando viene colpito, a 42 anni, da un ictus devastante. Caduto in coma scopre al risveglio di essere totalmente paralizzato; solo il cervello continua la sua attività, ma è prigioniero di un corpo immobile, come un palombaro nel suo scafandro. Ovvia sulle prime la disperazione e il desiderio di morte; infatti la malattia lo ha trasformato, lui così attento all’edonismo estetico ed etico, in un brutto tronco immobile, con la bocca storia, un occhio cucito e il resto del fisico sordo a ogni emozione. Poi lentamente Jean esce dall’autocommiserazione, scopre che può ricordare e immaginare di tutto, perché la mente è ancora libera e vitale. Di più, con un enorme sforzo e l’aiuto di dottori, amici, affetti, servendosi del battito delle ciglia (la farfalla) dell’occhio valido rimastogli, riesce a comunicare giorno per giorno a una paziente collaboratrice le sue memorie. Come avviene in genere di fronte a eventi gravissimi, Jean comprende troppo tardi la forza dei legami autentici e rilegge in una serie di lampi la sua esistenza invidiabile e povera al tempo stesso. Il tutto senza ombra di moralismo o giudizio. Quando Schnabel parla di “inno alla vita” per il suo film, allude quindi alla rinascita di un uomo che in quelle condizioni impara a guardare il mondo in maniera nuova. Non un prigioniero, ma una persona la cui intelligenza e sensibilità rifiutano di essere ostaggio della malattia.
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buonanotte
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giovedì 21 febbraio 2008
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monica
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giovedì 21 febbraio 2008
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più di cinque stelle
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E' un film raro per profondità e rispetto dei sentimenti, diretto da un maestro dell'immagine che della luce sa cogliere tutte le sfumature visibili.
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che cagata
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mercoledì 20 febbraio 2008
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