davidestanzione
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martedì 7 settembre 2010
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schnabel,pittoricopioniere svelatore di soggettive
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JeanDo(minique) Baby, giornalista, padre di due figli, piomba in quella che (convenzionalmente) è ritenuta la buia cecità (dimezzata, per sua fortuna) del coma, la “non vita vissuta”, la paralisi motoria avviluppante (ma cosciente) che la medicina definisce “sindrome locked-in”. Persa la funzionalità del corpo e dell’occhio destro, a Jean Do rimane a disposizione esclusivamente la palpebra sinistra, mobile leva salvifica che assurge a (suo) ultimo, estremo, vincolo comunicativo col mondo esterno, alieno e “altro” dalla sua corporalità straziata, un mondo sbadatamente sbiadito che ‘va’, a suo modo pulsante, a suo dire perfetto, comunque imperterrito nel suo caotico andirivieni.
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JeanDo(minique) Baby, giornalista, padre di due figli, piomba in quella che (convenzionalmente) è ritenuta la buia cecità (dimezzata, per sua fortuna) del coma, la “non vita vissuta”, la paralisi motoria avviluppante (ma cosciente) che la medicina definisce “sindrome locked-in”. Persa la funzionalità del corpo e dell’occhio destro, a Jean Do rimane a disposizione esclusivamente la palpebra sinistra, mobile leva salvifica che assurge a (suo) ultimo, estremo, vincolo comunicativo col mondo esterno, alieno e “altro” dalla sua corporalità straziata, un mondo sbadatamente sbiadito che ‘va’, a suo modo pulsante, a suo dire perfetto, comunque imperterrito nel suo caotico andirivieni.
Proprio grazie allo sbattere reiterato della propria palpebra che JeanDo riuscirà a dettare il “suo” romanzo, suo a rimarcare la vivida “identità pensante” del protagonista, che la (terribile) malattia non è stata in grado di scalfire: vano, eppur tremendamente d-o-l-o-r-o-s-o, è infatti da un lato il “morboso”, spietato prostrarne lo scafandro, l’involucro, la “prigione carnale”; mentre però contemporanea persiste, dall’altro, la volteggiante farfalla che (tenta di) dispiega(re) le sue fragili ali intrise di acuminato, sofferto (e proprio per questo) ancor più acuito lavorio mentale, straripante (?. Ebbene sì) MA imbrigliato nella sua stessa, farraginosa, maledetta, (non???) “esprimibilità”. La farfalla di Jean Dominique é l’ultima fiamma tangibile, al di là del suo corpo ormai inservibile, che continua a camminare con lui anche dopo l’incidente e (perfino) a suscitargli pulsioni metapornografiche (la prospettiva è- profanamente -la stessa de “Il mio piede sinistro Uncut” con Franco Trentalance, mentre con l’omonimo film di Sheridan l’opera di Schnabel ha in comune l’appiglio ad un elemento del corpo non manuale ma che si fa strumento artistico altrettanto efficace).
La farfalla, baluardo estremo che sgomita per dispiegare le proprie ali al di là e al di fuori della propria prigione, dei filamenti opprimenti di quel bruco che asfissiante lo imprigiona.
Al suo terzo film, Julian Schnabel, più che un regista un “pittorico pioniere” svelatore di nuovi orizzonti immaginifici e sonori, propone la struggente, antiestetica soggettiva di un malato immobilizzato. E lo fa con le tonalità poetiche di una surreale ‘esperienza visiva’, ficcante, illuminata, scopertamente sinuosa e meravigliosamete arrogante: Schnabel con sovversiva visionarietà compie infatti un radicale “atto di forza” nei confronti degli spettatori, li priva della loro consueta maniera di percepire visivamente dall’esterno (il cinema) e la malattia terminale (uno sguardo che di norma é sì accoratamente pietoso, ma anche distaccato), fornendo loro un nuovo filtro visivo e facendo combaciare (genialmente) la claustrofobicamente opprimente prospettiva del malato con quella dello ovattata della poltrona dello spettatore, il quale dunque non solo “vede” ma soprattutto “SI vede” giocoforza costretto all’immedesimazione alienante da sé, (inevitabilmente) in grado di elevarlo da semplice guardone a potenziale (fictionale) protagonista. Già, fictionale. Perché quel velo di autarchico realismo in soggettiva Schnabel di tanto in tanto lo solleva:non mancano infatti le evasive digressioni e le fuoriuscite da tale visione prospetticamente anticonvenzionale, come i frammenti balneari in cui JeanDo va al mare con la sua famiglia o le accorate, poeticamente diluite (e rincarate del miglior pathos celluloidale) corse contro il tempo per salvarne la vita pericolosamente instabile. Funzionali evasioni, dopotutto. Giustappunto per svelare (anche) la camaleontica, autodegradante ma dignitosa (specialmente nel tenero, lacrimoso dettaglio del labbro) mimesi fisica di uno straordinario Mathieu Amalric, attore (e regista francese) allora ancor meno conosciuto di oggi, prima del villain di Quantum of Solace e del premio per la miglior regia a Cannes, e che dunque ben supporta (più di quanto avrebbe potuto un divo come Johnny Depp, intimo amico di Schnabel) l’immedesimazione da parte degli spettatori. Uno sguardo, quello in soggetiva, che a conti fatti persiste però autarchico per i tre quarti del film, capace di elevare il valore filosofico risiedente nell’atto stesso dello “spectare” (che nel teatro classico rimanda più all’”interagire” col palcoscenico e alla conpartecipazione che al semplice “guardare”) e al contempo di demolire un bel po’ di convenzionali ortodossie cinematografiche. E le franose cascate dei titoli di coda (che fanno, non a caso, un percorso “inverso”, antigravitazionale) sono infine l’estrema allegoria di uno sguardo inedito, “radical-sovversivo”, che ricade e piomba struggente su chi accetta di esserne (com)partecipe.
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claudus
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domenica 7 giugno 2009
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chi colora le farfalle recluse
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Anche con "Basquiat" e "Mare Dentro" il regista ci mostrava delle prigioni.
Questo film è solo apparentemente girato da Julian Schnabel,perchè quel giornalista...Quell'uomo, era diventato una telecamera fissa nelle mani del mondo
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serpico
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giovedì 14 maggio 2009
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spettacolare
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max
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martedì 21 ottobre 2008
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spettacolare
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un capolavoro che fa veramente riflettere. Un film assolutamente da vedere. Spettacolare voto 10/10
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elfie
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giovedì 9 ottobre 2008
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bel film..peccato ke è stato capito da pochi!!!
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Dire ke il film fa commuovere, soprattuto a ki ha un briciolo di sensibilità o a ki addirittura ha visto una situazione simile,è dire poco.Molto reale nel descrivere le iniziali difficoltà di Bauby e eccezionale nel far rivivere i sogni e i pensieri del protagonista ke è bloccato nel suo scafandro(bellissima questa metafora creata dall autore,da'un tocco di poesia a una situazione cosi grave!).L' unica pecca ke do al film è ke avrei dato piu spazio alla vita precedente di Bauby,quando stava bene,il libro è piu attento a questo particolare.
Ma a parte questo è davvero un bel film, sempre x ki puo e vuole capirlo!!
Ottima l'interpretazione dell attore!!!
Peccato nn è stato visto da molti ed è rimasto nelle sale per pokissime settimane!ma del resto si sa ke in Italia questo tipo di film l
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Dire ke il film fa commuovere, soprattuto a ki ha un briciolo di sensibilità o a ki addirittura ha visto una situazione simile,è dire poco.Molto reale nel descrivere le iniziali difficoltà di Bauby e eccezionale nel far rivivere i sogni e i pensieri del protagonista ke è bloccato nel suo scafandro(bellissima questa metafora creata dall autore,da'un tocco di poesia a una situazione cosi grave!).L' unica pecca ke do al film è ke avrei dato piu spazio alla vita precedente di Bauby,quando stava bene,il libro è piu attento a questo particolare.
Ma a parte questo è davvero un bel film, sempre x ki puo e vuole capirlo!!
Ottima l'interpretazione dell attore!!!
Peccato nn è stato visto da molti ed è rimasto nelle sale per pokissime settimane!ma del resto si sa ke in Italia questo tipo di film lo capiscono davvero in poki!! ke peccato!!
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medz
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sabato 30 agosto 2008
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buona regia, impostazione difettosa
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Un film di elevato livello artistico, è vero, ma forse troppo; troppo plastico nelle inquadratura e di conseguenza troppo freddo; di una plasticità che, a differenza di quella dell'altrettanto pittore Van Sant, non ha però nulla a che vedere con la trama raccontata e diventa stile a sè stante dalla storia. Il film si muove quindi su due piani, quello del rigore stilistico e quello dell'emotività, che sfocia apertamente solo nel pianto a dirotto del padre interpretato da uno splendido Max Von Sydow; per il resto il film galleggia sulla storia, non scendendo mai nel profondo e rilevando così solo riflessioni superficiali e spesso banali (a parte quelle tratte direttamente dal libro del protagonista).
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Un film di elevato livello artistico, è vero, ma forse troppo; troppo plastico nelle inquadratura e di conseguenza troppo freddo; di una plasticità che, a differenza di quella dell'altrettanto pittore Van Sant, non ha però nulla a che vedere con la trama raccontata e diventa stile a sè stante dalla storia. Il film si muove quindi su due piani, quello del rigore stilistico e quello dell'emotività, che sfocia apertamente solo nel pianto a dirotto del padre interpretato da uno splendido Max Von Sydow; per il resto il film galleggia sulla storia, non scendendo mai nel profondo e rilevando così solo riflessioni superficiali e spesso banali (a parte quelle tratte direttamente dal libro del protagonista). Un occasione ampiamente sprecata, con dei buoni momenti ma anche parecchi cattivi momenti; il premio della regia a Schnabel a Cannes è meritato se si prende in considerazione solo la produzione artistica.
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dony 64
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mercoledì 23 luglio 2008
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solito film francese
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Non ho ancora capito le critiche positive dei film consigliati che a mio parere risultano tutti o quasi deludenti.Quest' ultimo era giudicato in film bellissimo stupendo da vedere e rivedere.Non sono per niente daccorso.Film a mio parere discreto nella trama ,recitazione e scenografia e comunque in solito film francese.Voto 6
[+] nn fermarti solo all' apparenza
(di elfie)
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dario 85
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giovedì 19 giugno 2008
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e' questo sarebbe un capolavolro?ignoranti!!!!
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PENZO K QUETTO FILM FACCI SKYFO, XCHè MI SEMBRA UNA STORIA INFENTATA.
IL REGISTA NON A CAPITO COSA VOGLIONO LA GENTE.
SE TUTTI SAREBBERO COME I FILM DI BOLDI DE SICA, SAREBBE DAVVERO MEGLIO.
NON LO CONSIGLIO HA NESSUNO,
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(di zurigo 85)
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(di marika 83)
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[+] che intuito...sono ammirata!
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simoncina
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lunedì 16 giugno 2008
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da vedere
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SCUSATE MA NON C'E' BISOGNO CHE NEI VOSTRI FORUM RACCONTATE TUTTO IL FIM ! ABBIATE RISPETTO PER CHI LO DEVE ANCORA VEDERE E CHE DIAMINE !!!!!!!!!
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vittorio
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martedì 3 giugno 2008
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non paragonabile a "mare dentro"
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Bel film, con una storia profonda e sicuramente non facile da presentare.
Purtroppo ho visto "Mare Dentro" e posso assicurarvi che quello era un autentico capolavoro, questo è un bel film...ma niente di più!!
[+] schnabel, amalrik e bardem
(di fanolgepu)
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