giorgio
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lunedì 19 maggio 2008
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da vedere !!
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Veramente un bel film !!E' come fare un viaggio di 90 minuti in India e vivere la spiritualita' di questo posto !!! Tra i personaggi l'attore ADRIEN BRODY l'interprete principale del film IL PIANISTA di Roman Polanski.
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mero
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lunedì 19 maggio 2008
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in carrozza!
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Dopo il successo de “ I Tenenbaum” e il surreale “ Le avventure acquatiche di Steve Zissou”, il regista Wes Anderson torna con una commedia sui generis, “Il treno per Darjeeling”, che racconta la storia di tre fratelli che decidono di compiere un viaggio “spirituale” in India per cercare di ricompattare i rapporti tra di loro.
Il fratello più grande Francis, interpretato da Owen Wilson, è quello che ha organizzato il tutto con l’obiettivo preciso, tenuto però nascosto ai fratelli, Adrien Brody e Jason Schwartzman, di andare alla ricerca della madre Patricia ( Angelica Houston ), scappata dal mondo in un monastero indiano non essendo mai riuscita ad accettare il suo ruolo di madre.
Il viaggio che i nostri eroi compiono è un viaggio di conoscenza, di se stessi e degli altri, attraverso un’India favolistica e dai colori sgargianti, surreale come il tono dell’intero film, reso ancor più esotico dall’uso di una fotografia vecchio stile e dalla colonna sonora che si rifà ai film indiani.
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Dopo il successo de “ I Tenenbaum” e il surreale “ Le avventure acquatiche di Steve Zissou”, il regista Wes Anderson torna con una commedia sui generis, “Il treno per Darjeeling”, che racconta la storia di tre fratelli che decidono di compiere un viaggio “spirituale” in India per cercare di ricompattare i rapporti tra di loro.
Il fratello più grande Francis, interpretato da Owen Wilson, è quello che ha organizzato il tutto con l’obiettivo preciso, tenuto però nascosto ai fratelli, Adrien Brody e Jason Schwartzman, di andare alla ricerca della madre Patricia ( Angelica Houston ), scappata dal mondo in un monastero indiano non essendo mai riuscita ad accettare il suo ruolo di madre.
Il viaggio che i nostri eroi compiono è un viaggio di conoscenza, di se stessi e degli altri, attraverso un’India favolistica e dai colori sgargianti, surreale come il tono dell’intero film, reso ancor più esotico dall’uso di una fotografia vecchio stile e dalla colonna sonora che si rifà ai film indiani.
Surreali come lo sono i personaggi, grazie anche ad una recitazione che riflette in toto il loro stato di uomini confusi e alla ricerca di loro stessi e di una strada nella vita: chi come Adrien Brody è sposato in attesa del primo figlio e si sente oppresso dall’idea di divenire padre, chi come l’irresistibile Don Giovanni Jason Schwartzman non riesce a lasciare la ragazza che innamoratissima lo segue in giro per il mondo. Surreale come la presenza costante in tutto il film di un eccentrico set di valigie, unico segno tangibile dell’esistenza del padre da poco morto.
Il film è preceduto da un corto, “Hotel Chevalier”, che fece scandalo per la scena di nudo di Natalie Portman, che funge da prologo al film stesso, e in cui viene presentata soprattutto la figura di Jason Schwartzman.
Un’impronta ormai inconfondibile quella di Wes Anderson, una comicità atipica lontana dai canoni classici, ma che riesce, a volte di più a volte di meno, a far ridere e sorridere di situazioni normalissime trattate ai limiti dell’assurdo.
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david
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domenica 18 maggio 2008
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peccato!
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Beh è difficile dare un voto, perchè sono molto condizionato da quello che mi aspettavo.
Un po' di più devo dire.
Diversi tocchi di stile, ma me li aspettavo.
Però secondo me si doveva decidere da quale parte andare, rimanere a metà tra lo strampalato e il viaggio nello spirito non ha pagato.
Anche perchè stai 2 ore a cercare di capire come devi guardare il film.
Ma non voglio essere troppo duro, se solo un dedimo dei registi avesse questo spirito...
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tiupu
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mercoledì 14 maggio 2008
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darjeeling limited
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(di guido)
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eternauta64
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martedì 13 maggio 2008
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alla ricerca di mammà..
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la scusa ufficiale per l'esile trama del film è la ricerca di tre fratelli di una madre persa in un monastero indiano. In realtà a Anderson interessa raccontare una presA di coscienza ddel trio su quanto accade in famiglia. Quest'ultima è la ormai classica famiglia occidentale
disgregata tra nevrosi ed egoismi. La ricostruzione affettiva e morale passa attraverso un'India lontana da stereotipi da cartolina. I tic e le insopportabili nevrosi occidentali sono messe in ridicolo e smontate impietosamente. Il viaggio termina con una redenzione finale che da speranza e, forse, è l'unica parte debole del film. In fondo molto è già visto e già svolto in altre opere ma è il tocco folle e lo stile stralunato che rende il film godibile nonostante l'argomento impegnativo.
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la scusa ufficiale per l'esile trama del film è la ricerca di tre fratelli di una madre persa in un monastero indiano. In realtà a Anderson interessa raccontare una presA di coscienza ddel trio su quanto accade in famiglia. Quest'ultima è la ormai classica famiglia occidentale
disgregata tra nevrosi ed egoismi. La ricostruzione affettiva e morale passa attraverso un'India lontana da stereotipi da cartolina. I tic e le insopportabili nevrosi occidentali sono messe in ridicolo e smontate impietosamente. Il viaggio termina con una redenzione finale che da speranza e, forse, è l'unica parte debole del film. In fondo molto è già visto e già svolto in altre opere ma è il tocco folle e lo stile stralunato che rende il film godibile nonostante l'argomento impegnativo..alla fine ci possiamo ancora salvare magari prendendo un Darjeeling Limited.
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slowfilm
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martedì 13 maggio 2008
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un mondo artificiale e realistico.
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Sono rimasti davvero in pochi a lavorare alla scrittura e alla struttura come sa fare Wes Anderson, con lo stesso impegno e la stessa coerenza. Il suo modo di mostrare è spudorato, la regia è in evidenza con le inquadrature frontali, i carrelli, i ralenti, i colori accentuati, i costumi eccentrici. Anderson crea il suo mondo, totalmente artificiale e cinematografico, in qualche modo espressionista. Eppure il suo è un lavoro di sintesi, tutti i suoi artifici concorrono a dare ai suoi personaggi una credibilità, uno spessore, una vera e propria personalità che opere con toni più realisitici o drammatici non riescono a creare. Anderson ama tutti i suoi protagonisti e ce li fa amare, non costruisce mai una figura totalmente negativa, fa a meno dell'antagonista, il suo cinema iperespressivo interiorizza il conflitto.
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Sono rimasti davvero in pochi a lavorare alla scrittura e alla struttura come sa fare Wes Anderson, con lo stesso impegno e la stessa coerenza. Il suo modo di mostrare è spudorato, la regia è in evidenza con le inquadrature frontali, i carrelli, i ralenti, i colori accentuati, i costumi eccentrici. Anderson crea il suo mondo, totalmente artificiale e cinematografico, in qualche modo espressionista. Eppure il suo è un lavoro di sintesi, tutti i suoi artifici concorrono a dare ai suoi personaggi una credibilità, uno spessore, una vera e propria personalità che opere con toni più realisitici o drammatici non riescono a creare. Anderson ama tutti i suoi protagonisti e ce li fa amare, non costruisce mai una figura totalmente negativa, fa a meno dell'antagonista, il suo cinema iperespressivo interiorizza il conflitto.
I personaggi di Darjeeling crescono nello spettatore, osservato a sua volta dai numerosi sguardi in camera, come se la curiosità e lo studio fossero reciproci. Una prima parte ironica e brillante, senza il minimo passo falso e senza interruzione di ritmo, crea una tale complicità da renderti totalmente vulnerabile ai cambi di registro o alle vicende drammatiche. Il tutto senza mai cadere nella forzatura, nell'esagerazione. Diabolico, il regista ha piazzato una bomba ad orologeria sotto il tuo sedere, mentre ridevi, e tu non te ne sei accorto.
Ma l'operazione di Anderson è ancora più complessa, con la costruzione di assonanze narrative che accomunano tempi diversi, la capacità di adoperare una sorta di raccordi empatici fra le scene e anche di inserire momenti autoironici e metafilmici (parentesi con spoiler: Murray che letteralmente perde il treno per un suo nuovo film con Wes, Wilson che fa il verso ai viaggi spirituali in cerca di se stessi, per poterli quindi reinventare, le carrozze del treno, in una delle ultime scene, che come nella sezione del sottomarino di Zissou mostrano tutti i personaggi, il racconto di Schwatzman, che ha la fine, ma gli manca l'inizio...tutta roba meravigliosa). E' uno che inventa cose nuove, possibilità che in molti credono ormai estinta. E poi mi ha messo un groppo in gola come non sentivo da anni.
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everyone
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lunedì 12 maggio 2008
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un equivoco tira l'altro
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La sporitualità indiana esiste?Gli sballati, eroici a loro modo protagonisti di questo film la saprebbero mai riconoscere se per caso la incontrassero?Troppo presi come sono dal loro inutile bagaglio fardello che costringe qualche poveraccio indiano a portarglielo fin quasi alla fine della pellicola in cui catarticamente se ne liberano,come se quaesto bastasse a farne delle creature nuove!Questi "bambocci"nuovi non sono mai stati nè mai lo saranno,cercando genitori che giustamente li rifiutano essendo del tutto inetti e privi di un muinimo di buone senso.Del regista Wes Anderson riscordavo "I Tennebaum"e francamente mi aspettavo meno insulsaggini.Il film può essere visto come n bizzarro itienrario di viaggio per chi volesse recarsi in India altrimenti.
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La sporitualità indiana esiste?Gli sballati, eroici a loro modo protagonisti di questo film la saprebbero mai riconoscere se per caso la incontrassero?Troppo presi come sono dal loro inutile bagaglio fardello che costringe qualche poveraccio indiano a portarglielo fin quasi alla fine della pellicola in cui catarticamente se ne liberano,come se quaesto bastasse a farne delle creature nuove!Questi "bambocci"nuovi non sono mai stati nè mai lo saranno,cercando genitori che giustamente li rifiutano essendo del tutto inetti e privi di un muinimo di buone senso.Del regista Wes Anderson riscordavo "I Tennebaum"e francamente mi aspettavo meno insulsaggini.Il film può essere visto come n bizzarro itienrario di viaggio per chi volesse recarsi in India altrimenti.....meglio lasciar perdere.
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eddie
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domenica 11 maggio 2008
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ironico sognante e colorato. geniale.
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L'ho trovato straordinario: un film eccentrico e non impegnativo, ma denso di riflessioni.
Un'atmosfera quasi anni 60-70 per una storia divertente che serve forse da pretesto per un virtuosismo sfrenato (dalle sequenze al ralenti al bellissimo montaggio sonoro) Buona anche la prestazione degli attori, fra cui un paradossalmente poliedrico owen wilson.
me lo ricorderò... compliment Wes Anderson!
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ghisa
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domenica 11 maggio 2008
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un'opera di quasi non-sense per un delicato raccon
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La storia di tre fratelli alla ricerca di una madre che li ha abbandonati è in realtà la ricerca da parte di tutti e tre del significato reale da dare alle proprie esistenze già in parte vissute in modo caotico e pieno di insicurezze. Un padre da ricordare, una madre da ritrovare o l'avvicinarsi alla " spiritualità" indiana (che viene smentita dalla realtà colorata, ma anche piena di dolore della vita vera dell'India)costituiscono solo degli strumenti (esterni) da cui sperano aiuto senza ottenerlo. La splendida madre che li accoglie e li invita a pensare è la figura chiave del film. Dal suo incontro i fratelli traggono finalmente la forza per liberarsi dal pesante bagaglio del passato e a dare inizio ad una esistenza responsabile.
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La storia di tre fratelli alla ricerca di una madre che li ha abbandonati è in realtà la ricerca da parte di tutti e tre del significato reale da dare alle proprie esistenze già in parte vissute in modo caotico e pieno di insicurezze. Un padre da ricordare, una madre da ritrovare o l'avvicinarsi alla " spiritualità" indiana (che viene smentita dalla realtà colorata, ma anche piena di dolore della vita vera dell'India)costituiscono solo degli strumenti (esterni) da cui sperano aiuto senza ottenerlo. La splendida madre che li accoglie e li invita a pensare è la figura chiave del film. Dal suo incontro i fratelli traggono finalmente la forza per liberarsi dal pesante bagaglio del passato e a dare inizio ad una esistenza responsabile.
Film bellissimo, delicato e molto ben interpretato. Meritebbe di più da critica e pubblico.
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luis
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sabato 10 maggio 2008
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dinamiche familiari
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Un film consigliabilissimo e divertente che traccia in modo chiaro e netto le dinamiche di rapporto tra fratelli, alla ricerca del senso di coesione della loro famiglia, raggiungendo (a sorpresa per due dei tre fratelli) la madre nel Darjeeling per comprendere perché non abbia voluto partecipare al funerale del loro padre, e lei , nel frattempo diventata suora, una volta raggiunta li liquiderà in maniera rapida e sbrigativa. Molto simpatica la cornice indiana, ma non deve trarre in inganno, perché il film poteva essere stato girato in qualsiasi altra parte del mondo con conotati di tipo "spirituale". Molto carino l'inizio con il corto molto gradevole la colonna sonora
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