clara
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giovedì 8 maggio 2008
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"let's make an agreement"
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Mi è piaciuto tantissimo! I tre protagonisti sono strepitosi e la cornice indiana non tradisce. Bello, lo consiglio.
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il conformista
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mercoledì 7 maggio 2008
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raffinato e tenero
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Ha un umorismo tutto suo, molto particolare, delicato. Il viaggio in India di tre fratelli molto strampalati, che si ritrovano. Un'ambientazione molto colorata, divertente. Un filmino molto tenero, non per palati forti.
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bob
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mercoledì 7 maggio 2008
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un alternativo road movie ferroviario
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Si potrebbe salutare l’uscita in sala del nuovo film di Wes Anderson "Il treno per il Darjeeling" con la classica frase “meglio tardi che mai” , dato che dalla sua controversa (come consuetudine i film del giovane regista americano dividono sia la critica che il pubblico) presentazione all’ultimo Festival di Venezia son passati circa 8 mesi. Niente di nuovo, perche’ mai come quest’anno i film “festivalieri” sono stati distribuiti in modo a dir poco imbarazzante e alcuni sappiamo bene che mai verranno messi sul mercato (Redacted di De Palma). Chi avesse intenzione di vedere "Il treno per il Darjeeling" dovra’ comunque affrettarsi: perche’ farlo uscire il ponte del 1 Maggio, contemporaneamente a un Blockbuster come “Iron Man” equivale ad un (ennesimo, vedi “L’Assassinio di Jesse James) suicidio commerciale.
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Si potrebbe salutare l’uscita in sala del nuovo film di Wes Anderson "Il treno per il Darjeeling" con la classica frase “meglio tardi che mai” , dato che dalla sua controversa (come consuetudine i film del giovane regista americano dividono sia la critica che il pubblico) presentazione all’ultimo Festival di Venezia son passati circa 8 mesi. Niente di nuovo, perche’ mai come quest’anno i film “festivalieri” sono stati distribuiti in modo a dir poco imbarazzante e alcuni sappiamo bene che mai verranno messi sul mercato (Redacted di De Palma). Chi avesse intenzione di vedere "Il treno per il Darjeeling" dovra’ comunque affrettarsi: perche’ farlo uscire il ponte del 1 Maggio, contemporaneamente a un Blockbuster come “Iron Man” equivale ad un (ennesimo, vedi “L’Assassinio di Jesse James) suicidio commerciale. Complimenti. A dire il vero, il film gia’ in partenza, per come e’ “costruito”, e’ destinato serenamente all’insucesso economico. Orgogliosamente. "Il treno per il Darjeeling" e’ infatti il “tipico” film di Anderson, regista del tutto originale e assai poco convenzionale, lontanissimo dai canoni medi della produzione Hollywoodiana e del suo abituale pubblico. Abitato da molti suoi attori feticcio, ad incominciare da Owen Wilson, senza dimenticare la felice comparsata di Bill Murray e la partecipazione di Angelica Huston, "Il treno per il Darjeeling" ha al centro dell' attenzione l’ennesima famiglia “strampalata”, qui composta da tre improbabili fratelli (si frequentrebbero come amici?) , che dopo un lungo periodo si ritrovano per un viaggio in treno in India alla ricerca della madre sparita dopo la morte del padre: contestualmente, come nella tradizione di ogni road movie che si rispetti, la loro (dis)avventura diventera’ ovviamente un viaggio alla ricerca di sé e l’occasione per cercare di ritrovare, attraverso lo scontro/incontro delle loro singole nevrosi, i loro legami perduti. Detta cosi’, sembrerebbe dunque una storia vista e rivista: ma non e’ cosi’. Perché Wes Anderson è Maestro dell’antinarrazione, della non linearita’. Il suo e’ essenzialmente un Cinema fatto di magnifiche scenografie che tutte insieme vanno a formare un luccicante mosaico piu’ che una storia. Di curiose macchiette piu’ che di personaggi. A lui soprattutto piace perdersi in “coloratissime” divagazioni, in gag fumettistiche e surreali, in situazioni umoristiche divertenti ma spesso venate dalla malinconia. Un insieme di scene che i suoi ammiratori troveranno poetiche, mentre i suoi detrattori, o comunque coloro che faticano ad entrare nell'Universo del regista, troveranno vuote e tediose, quando non irritanti. Mi ero personalmente ritrovato tra quest’ultimi all’epoca del precedente «Le avventure acquatiche di Steve Zissou». Allora mi ero sentito semplicemente un estraneo e mi ero fatto due palle cosi'. Non e’ stato cosi’ questa volta. Tutt'altro. Chi amera’ molto il film, non dovrebbe perdere l’occasione di vedere anche il suo naturale ”prologo” : almeno cosi’ era stato concepito originariamente dal regista. Ovvero il corto “Hotel Chevalier”, dove ritroviamo uno dei fratelli (Schwartzman) incontrare la bellissima moglie dalla quale è fuggito (Natalie Portman) in un lussuoso albergo di Parigi. In rete e’ facilmente reperibile.E’ delizioso: e questo non, come penseranno i maligni, perche’ Natalie Portman e’ “nuda” o lo è troppo poco. Ma per merito dell’atmosfera che si respira, della messa in scena e della struggente canzone di sottofondo. Voto:8
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lizzie bennet
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martedì 6 maggio 2008
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cambia regista!
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Io il film ancora non l'ho visto, ma adoro anderson e sono sicura che mi piacerà. Ma tu perchè continui a vederli, oltretutto pagando? Inclinazioni maso-cinematografiche? O ti diverti a sparare a zero?
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papanoida
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lunedì 5 maggio 2008
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ottimo lavoro wes!
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Wes Anderson con il suo stile registico inconfondibile e una sceneggiatura sopra le righe riesce a regalarci davvero un bel film. Attori di tutto rispetto - tra cui diverse apparizioni da Natalie Portman a Bill Murray. Film assolutamente consigliato!
P.S.
Da sottolineare la colonna sonora azzeccatissima!
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charles
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lunedì 5 maggio 2008
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anderson ed il suo film migliore
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Promettente regista non sbaglia.
Anderson è sempre molto originale e questo è sempre lodevole.
Stavolta l'originalità e la straordinaria ricerca estetica già dimostrata negli altri film, trova una giusta quadratura del cerchio sposando il genere road movie.
Il viaggio regala dinamicità alla storia dei tre fratelli, ricchi malinconici ed eccentrici in perfetto stile Anderson.
Il film ha una certa dose di snobismo ed è forse troppo autoreferenziale ma merita una distribuzione consona agli sforzi...
Comunque trovate la sala che lo proietta (potrebbe essere una ricerca ardua)e andate a vedere uno dei migliori film dell'anno.
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biziu
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lunedì 5 maggio 2008
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siamo sicuri che sia un bel film?
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non so dov'è tutta la profondità e la spiritualità di questo film. Magari si vuole mettere in luce una superficialità tutta occidentale anche nell'affrontare queste cose 'alte'. Però nel film, diciamocelo, non succede nulla. Ci sono piccole bizze, manie e ripicche, oltre ai bellissimi colori dell'India. Ma tutto ruota calmo e casuale intorno a un grande, inconsistente vuoto. Riuscire a trovare altro in questa pellicola mi sembrano solo sofismi da intellettuali.
[+] grazie biziu!
(di carlus)
[ - ] grazie biziu!
[+] sono proprio sicura che sia un bel film.
(di m.m.)
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bagigi
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domenica 4 maggio 2008
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colorato, ma brilla poco
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Non c’è troppo da entusiasmarsi. Il film non si stabilizza né sul registro comico, né sul grottesco, né su quello della metaforica ricerca interiore. Salvato dai gioiosi colori sprizzanti dall’ottima fotografia, è piuttosto debole nelle caratterizzazioni (nonostante i buoni sforzi dei tre protagonisti, Adrian Brody su tutti, nonostante l’idea dell’inconsueto persistente vistoso bendaggio di Owen Wilson e nonostante l’apporto del “prologo” – di gran lunga migliore del film- il corto “Hotel Chevalier” dove Schwartzman e Natalie Portman ci regalano un piccolo gioiellino), nella sceneggiatura, originale solo nella forma, e nel risultato complessivo che non miscela a dovere gli ingredienti della ricetta.
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Non c’è troppo da entusiasmarsi. Il film non si stabilizza né sul registro comico, né sul grottesco, né su quello della metaforica ricerca interiore. Salvato dai gioiosi colori sprizzanti dall’ottima fotografia, è piuttosto debole nelle caratterizzazioni (nonostante i buoni sforzi dei tre protagonisti, Adrian Brody su tutti, nonostante l’idea dell’inconsueto persistente vistoso bendaggio di Owen Wilson e nonostante l’apporto del “prologo” – di gran lunga migliore del film- il corto “Hotel Chevalier” dove Schwartzman e Natalie Portman ci regalano un piccolo gioiellino), nella sceneggiatura, originale solo nella forma, e nel risultato complessivo che non miscela a dovere gli ingredienti della ricetta. Alcuni piccoli cameo lo rendono tutto sommato accettabile: la piccola apparizione di Bill Murray, l’hostess del treno e il suo flirt con Schwartzman, la sequenza del pre-finale (che se fosse stata scelta come finale ci avrebbe risparmiato un’inutile e insipiente coda di chiusura) che ripercorre a ritroso l’avventura, retrocedendo fino alla misteriosa tigre mangiatrice di uomini.
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nimpuk
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domenica 4 maggio 2008
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il tocco di wes anderson
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il classico viaggio in india...viaggio'spirituale'(come dice il fratello più grande) di 3 fratelli 'sgangherati', per ritrovare un po' se stessi, la madre...? ma soprattutto per ritrovare la fiducia (e l'amore) l'uno nell'altro.
divertente-poetico-commovente alla maniera di wes anderson... cioè quello stile lieve e delicato di dire e mostrare che si può ben definire il suo abituale "tocco" della "leggerezza" che pochissimi artisti sanno fare.
bello come "i tenenbaum"! grandissimi classici della musica ben azzeccati. da non perdere!
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carlus
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venerdì 2 maggio 2008
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tanto fumo e poco arrosto: era proprio necessario?
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Il viaggio in treno dei tre fratelli è una bella cornice, ed è notevole la ricercatezza e la raffinatezza nell'uso della macchina da presa, dei colori, dei paesaggi, e tutti quei piccoli dettagli che a volte danno un tocco surreale alle vicende. Bella anche la scelta delle musiche, tutto quello che vuoi...
Trovo tuttavia che sia una cornice abbastanza fine a se stessa e a tratti stucchevole: è il primo film di Anderson che vedo (e probabilmente sarà anche l'ultimo) e devo dire che, a parte lo stile - che tutto sommato ho trovato anche un po' di maniera - la sostanza non mi ha convinto per niente, l'impressione è stata che tutto il film ruotasse intorno al nulla più assoluto. Va bene la situazione dei tre fratelli in viaggio eccetera eccetera, ma.
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Il viaggio in treno dei tre fratelli è una bella cornice, ed è notevole la ricercatezza e la raffinatezza nell'uso della macchina da presa, dei colori, dei paesaggi, e tutti quei piccoli dettagli che a volte danno un tocco surreale alle vicende. Bella anche la scelta delle musiche, tutto quello che vuoi...
Trovo tuttavia che sia una cornice abbastanza fine a se stessa e a tratti stucchevole: è il primo film di Anderson che vedo (e probabilmente sarà anche l'ultimo) e devo dire che, a parte lo stile - che tutto sommato ho trovato anche un po' di maniera - la sostanza non mi ha convinto per niente, l'impressione è stata che tutto il film ruotasse intorno al nulla più assoluto. Va bene la situazione dei tre fratelli in viaggio eccetera eccetera, ma... alla fine ho pensato: "...e allora??"
C'è quindi una bella confezione, però sprecata per una sceneggiatura a mio giudizio fumosa e sconclusionata.
E questo dispiace, perché si sono messi pure in tre a scriverla... era proprio necessario?
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[+] salvatores
(di stilnox)
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[+] un treno verso l'origine.
(di delfi__90)
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