marco
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mercoledì 1 novembre 2006
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the prestige
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Un'amicizia che diventa rivalità. Una rivalità che da vita ad una sfida senza esclusione di colpi tra due giovani apprendisti maghi, Robert Angier (Jackman) e Alfred Borden (Bale). Ambientato nella Londra del 1899, The Prestige è un film complesso, emozionante, sempre coinvolgente grazie ad un ritmo in costante crescendo, che sfocia in un finale tanto sorprendente, quanto ricco di spunti di riflessione.
La complessità del film è presente su vari livelli; prima di tutto quello strutturale/narrativo. Si comincia dalla fine, si ricostruisce la vicenda a ritroso, ma non in maniera lineare, si intersecano flashback e flashforward, si ripropongono episodi uguali osservati però da punti di vista molteplici.
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Un'amicizia che diventa rivalità. Una rivalità che da vita ad una sfida senza esclusione di colpi tra due giovani apprendisti maghi, Robert Angier (Jackman) e Alfred Borden (Bale). Ambientato nella Londra del 1899, The Prestige è un film complesso, emozionante, sempre coinvolgente grazie ad un ritmo in costante crescendo, che sfocia in un finale tanto sorprendente, quanto ricco di spunti di riflessione.
La complessità del film è presente su vari livelli; prima di tutto quello strutturale/narrativo. Si comincia dalla fine, si ricostruisce la vicenda a ritroso, ma non in maniera lineare, si intersecano flashback e flashforward, si ripropongono episodi uguali osservati però da punti di vista molteplici. Le chiavi di lettura della trama poi sono estremamente varie, mai banali e direi anche attuali: la distinzione tra realtà e illusione, l'analisi di quale delle due abbia un ruolo più importante nella vita di tutti i giorni, il rapporto/scontro tra magia e scienza, il desiderio di emergere che finisce con il diventare prevaricazione, la semplicità con cui un semplice desiderio diventi un'ossessione, il sacrificio (delle proprie amicizie, dell'amore, della famiglia, perfino di sè stessi) come prezzo da pagare per raggiungere il proprio fine ultimo.
Una regia sempre sicura, avara di virtuosismi e che non concede cali di tensione, e una sceneggiatura solida aiutano a non perdersi in quella ricchezza e pregnanza che il film ci regala per tutta la sua durata e alla fine tutti i tasselli, anche quelli apparentemente più insignificanti, vanno al posto giusto e lo spettatore non può fare altro che lasciarsi travolgere e stupire.
A rendere ancora più affascinante la confezione contribuisce anche un impianto tecnico di prim'ordine. Scenografie e fotografia splendide, sospese tra un alone di magia ed oscuro mistero, effetti visivi ottimi e sempre funzionali.
Nolan, oltre che ottimo narratore, si mostra anche grande direttore attoriale, riuscendo ad ottenere il massimo da tutti i suoi protagonisti. Jackman e Bale oltre a sfidarsi sullo schermo, competono per chi dei due sia il migliore del cast. Caine sempre raffinato, simpatico e impeccabile, Rebecca Hall dolce e ingenua, Scarlett Johannson brava, anche se il suo è solo un ruolo di secondo piano. Discorso a parte poi per David Bowie, nel ruolo di Nikola Testla, che pur rimanendo in scena per non più di venti minuti, da sfoggio di un carisma attoriale veramente straordinario, da far invidia a tanti giovani pivelli di Hollywood.
Un film fantastico, in tutti i sensi. Da non perdere assolutamente.
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[+] una buona idea sprecata
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vincenzo di gennaro
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mercoledì 27 dicembre 2006
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"il segreto non vale nulla"
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Raramente di questi tempi un regista ha la possibilità di esprimere un messaggio che vada oltre l' assoluta banalità, causa l' avidità dei produttori e senza dubbio anche la crescente pigrizia e ignoranza degli spettatori. Ed ecco la pensata di Nolan, il quale inserisce un film nel film, sovrapponendo due storie: una destinata a soddisfare lo spettatore più ingenuo e un' altra che si rivolge allo spettatore che si aspetta qualcosa di più che qualche spettacolare, e per altro ben fatto, colpo di scena. Al primo viene presentata la storia di due abilisimi illusionisti, che si affannano in un' incessante sopraffazione reciproca, alla ricerca del prestigio perfetto, della magia vera e propria. Storia questa, che già di persè basterebbe a dare senso ad un film, che risulta peraltro imprevedibile e ben realizzato; ma è poprio allora che sorge allo spettatore più attento un dubbio, che lo porta ad interrogarsi e a ricercare il messaggio che il regista vuole realmente trasmettere.
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Raramente di questi tempi un regista ha la possibilità di esprimere un messaggio che vada oltre l' assoluta banalità, causa l' avidità dei produttori e senza dubbio anche la crescente pigrizia e ignoranza degli spettatori. Ed ecco la pensata di Nolan, il quale inserisce un film nel film, sovrapponendo due storie: una destinata a soddisfare lo spettatore più ingenuo e un' altra che si rivolge allo spettatore che si aspetta qualcosa di più che qualche spettacolare, e per altro ben fatto, colpo di scena. Al primo viene presentata la storia di due abilisimi illusionisti, che si affannano in un' incessante sopraffazione reciproca, alla ricerca del prestigio perfetto, della magia vera e propria. Storia questa, che già di persè basterebbe a dare senso ad un film, che risulta peraltro imprevedibile e ben realizzato; ma è poprio allora che sorge allo spettatore più attento un dubbio, che lo porta ad interrogarsi e a ricercare il messaggio che il regista vuole realmente trasmettere. E così si giunge alla rivalità tra due illustri scienziati che hanno tra le mani una scoperta rivoluzionaria, storia alla quale il film accenna solamente: Thomas Edison e Nikola Tesla, il primo, estremamente pragmatico, porta l' elettricità nelle case di tutto il mondo traendone un enorme profitto, il secondo invece, va oltre, svelando l' immenso potenziale nascosto che la scoperta innovativa possiede: Il trasporto, e nonostante ciò viene visto dal mondo come un pazzo visionario. Ed è su questo calco che è ricavata la vera storia dei due protagonisti: il primo, Borden (Christian Bale), che realizza un prestigio perfetto (che resta un inganno) realizzando il "Trasporto umano", il secondo, Angier (Huge Jackman) che, proprio come Tesla, cerca di trovare il segreto che quel magnifico trucco nasconde. E aldilà di ogni previsione da parte dello spettatore, ci riesce, ma nonostante ciò, resta vittima dell' astuto prestigio dell' illusionista rivale. Ed è questo il nocciolo dell' opera: l' ossessione, tremeda passione che contagia Jackman quanto Tesla, porta l' uomo a soccombere: entrambi infatti, sebbene geniali, finiscono col sopperire dinanzi al pragmatismo di due inconsapevoli rivali. ."Ciò che interessa allo spettatore non è il segreto, ma è il prestigio; Nolan riesce a presentare tanto il prestigio (allo spettatore ingenuo), quanto il segreto (allo spettatore arguto)".
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il vero professore
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giovedì 25 gennaio 2007
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teletrasporto esiste!
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Confesso che sulle prime sono rimasto deluso dal finale; ma come? Teletrasporto? Clonazione istantanea? Ma se sappiamo che non è possibile? Poi, siccome mi fido di Nolan, mi sono documentato. Nikola Tesla è realmente esistito, è stato uno dei più grandi geni del XX secolo. Ha lavorato con Einstein e ha inventato la radio un po' prima di Marconi (che per la sua radio ha utilizzato 17 brevetti dello stesso Tesla). L’unità di misura della conduzione magnetica porta, non a caso, il suo nome. Dal 1899 lavorò effettivamente a Colorado Springs, e l'esperimento di alimentazione del "campo di lampadine" è reale e documentato (Tesla utilizzava il suolo come conduttore). Il suo lavoro sulla corrente alternata fece imbestialire Edison, che invece si era dedicato allo studio della corrente continua e proponeva macchinari basati solo su quella.
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Confesso che sulle prime sono rimasto deluso dal finale; ma come? Teletrasporto? Clonazione istantanea? Ma se sappiamo che non è possibile? Poi, siccome mi fido di Nolan, mi sono documentato. Nikola Tesla è realmente esistito, è stato uno dei più grandi geni del XX secolo. Ha lavorato con Einstein e ha inventato la radio un po' prima di Marconi (che per la sua radio ha utilizzato 17 brevetti dello stesso Tesla). L’unità di misura della conduzione magnetica porta, non a caso, il suo nome. Dal 1899 lavorò effettivamente a Colorado Springs, e l'esperimento di alimentazione del "campo di lampadine" è reale e documentato (Tesla utilizzava il suolo come conduttore). Il suo lavoro sulla corrente alternata fece imbestialire Edison, che invece si era dedicato allo studio della corrente continua e proponeva macchinari basati solo su quella. Edison era più potente di Tesla e riuscì a oscurarlo, anche se la storia ha dato ragione a Tesla (infatti la corrente che illumina le nostre case è alternata). Gli studi di Tesla lo portarono a teorizzare la possibilità di smaterializzare oggetti, studi che culminarono nel leggendario (nel senso che potrebbe anche essere solo una leggenda) Philadelphia Experiment, un esperimento svolto pochi mesi dopo la sua morte dall'esercito USA. L'esperimento avrebbe avuto come risultato la smaterializzazione di un'intera nave da guerra con tutto l'equipaggio. Questi fatti sono, a quanto pare, piuttosto noti negli USA, quindi non stupisce che Nolan abbia usato la fama di Tesla per ipotizzare che i suoi esperimenti sulla smaterializzazione fossero iniziati a Colorado Springs, e che avessero portato all’effetto collaterale indesiderato della replicazione di materia (o alla traslazione temporale, che è concettualmente la stessa cosa). In quegli anni Tesla era famosissimo, quindi Angier non doveva spiegare nulla a Borden per rivelargli la tecnica, è come se oggi qualcuno dicesse, non so, "la soluzione è... Rubbia". In definitiva, i cloni esistono, e Borden ne uccide uno ogni sera, infatti dice di non sapere mai se a cadere nella botola sarà lui o il duplicato. Il finale, dunque, non lascia dubbi sul contenuto delle vasche. In definitiva, un gran film, devo dire. Saluti a tutti e finitela di litigare x delle sciocchezze!
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(di vlad)
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[+] il telet. esiste solo per particelle elementari!!!
(di martino)
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(di s.m. ejzenstein)
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(di regi1991)
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stefano
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giovedì 4 gennaio 2007
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un appassionante gioco di prestigio
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"Prestigio", ovvero "illusione provocata con trucchi ingegnosi", ma anche "reputazione che si acquista per le proprie doti". E' questo, in fondo, il tema del film: la conquista del prestigio da parte di due uomini prigionieri di una comune ossessione e legati da una rivalità che li porterà a sfidarsi in una lunga e feroce guerra senza esclusione di colpi. Siamo a Londra, alla fine dell'800: Alfred Borden (Christian Bale), un noto prestigiatore conosciuto come "il Professore", è in tribunale, accusato dell'omicidio del suo acerrimo nemico Robert Angien (Hugh Jackman), ovvero "il Grande Danton", morto in circostanze misteriose durante il numero più strabiliante e acclamato del suo spettacolo, il teletrasporto umano.
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"Prestigio", ovvero "illusione provocata con trucchi ingegnosi", ma anche "reputazione che si acquista per le proprie doti". E' questo, in fondo, il tema del film: la conquista del prestigio da parte di due uomini prigionieri di una comune ossessione e legati da una rivalità che li porterà a sfidarsi in una lunga e feroce guerra senza esclusione di colpi. Siamo a Londra, alla fine dell'800: Alfred Borden (Christian Bale), un noto prestigiatore conosciuto come "il Professore", è in tribunale, accusato dell'omicidio del suo acerrimo nemico Robert Angien (Hugh Jackman), ovvero "il Grande Danton", morto in circostanze misteriose durante il numero più strabiliante e acclamato del suo spettacolo, il teletrasporto umano. A questo punto, la narrazione torna indietro a 12 anni prima, quando Borden e Angier erano solo due giovani apprendisti dell'esperto inventore di trucchi Harry Cutter (uno strepitoso Michael Caine), entrambi già contagiati dal desiderio di diventare un giorno due grandi e celebri illusionisti. Il resto della storia, dal tragico incidente che provoca l'inimicizia tra i due uomini fino ai successi delle loro rispettive carriere di maghi, ci viene raccontata attraverso un complesso intreccio di flashback e flashforward (anticipazioni di eventi futuri), in cui la trama stessa segue una serie di linee cronologiche parallele. Nel corso degli anni i due prestigiatori si contenderanno l'un l'altro il trucco più ingegnoso, quello che li farà entrare nella storia, in una singolar tenzone che non risparmierà nessun colpo basso. "The Prestige" è dunque (come "Amadeus") la storia di una rivalità, una rivalità fatta di invidie e di rancori. E' la storia di una vendetta: Angier non ha mai perdonato il collega per aver causato la morte di sua moglie, e non può sopportare che l'uomo ora si goda quella felicità che a lui stesso era stata negata tanto tempo prima. E' la storia di un conflitto: un conflitto innanzitutto individuale sull'impossibilità di conciliare una serena vita familiare o l'amore per una donna con la divorante ambizione di salire sul palco e di andare alla ricerca di un trucco sempre più nuovo, sempre più geniale. E', infine, la storia di un'ossessione: un'ossessione insanabile che porterà i due protagonisti a sacrificare tutto quello che hanno, comprese le persone a loro più care, in funzione di una gara che può avere un solo vincitore. E per raggiungere tale scopo, Robert Angier arriverà al punto di stringere un terribile "patto con il diavolo" faustiano, come si viene a sapere nell'agghiacciante spiegazione del suo straordinario trucco finale, il prestigio più grande. Christopher Nolan conduce lo spettatore in un affascinante viaggio in cui si diverte ad abbagliarlo e sorprenderlo a ogni svolta della trama, in una continua alternanza tra verità e illusione, con una storia in cui ogni elemento sembra essere all'insegna del doppio: due protagonisti, due diari, due tempi (presente e passato)... e come scoprirete voi stessi, il numero 2 ricorrerà molte altre volte nel corso della narrazione. Mi piacerebbe continuare a parlare di questo film suggestivo e ricco di simbolismi, ma svelare a chi non l'ha ancora visto il formidabile colpo di scena finale sarebbe un peccato imperdonabile. A ogni modo, per chi ama gli indizi (e nel film ce ne sono tantissimi) darò soltanto un suggerimento: prestate attenzione al trucco dell'uccello in gabbia e alle parole pronunciate poco dopo dal bambino... il segreto del film è tutto in quella frase.
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joker01
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lunedì 4 maggio 2009
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il capolavoro di christopher nolan
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Un film capolavoro quello di Christopher Nolan, riuscito alla perfezione grazie anche alla splendida interpretazione dei due attori protagonisti Hugh Jackman e Christian Bale;senza nulla togiere a Scarlett Johansson che avrà un ruolo molto importante nel film.
The Prestige è la storia di due prestigiatori che prima amici si troveranno presto in una rivalità per aggiudicarsi come numero uno incontrastato nel loro campo di magia.
Non mancano i colpi di scena e un finale da vedere fino in fondo che vi sconvolgerà.
Si potrebbe considerare questo film un vero e proprio "prestigo", nn fatevelo scappare.
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iron beatrix
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giovedì 29 novembre 2012
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il prestigio di 'the prestige'.
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Robert Angier e Alfred Borden sono due illusionisti dell'Inghilterra di fine '800, rivali sin dalle prime sparizioni di colombe e nemici dopo un esperimento fatalmente fallito. Da quel momento la loro sfida non sarà solo più a sferzate di bacchetta magica, ma prenderà le fattezze di un'ossessione, senza esclusione di colpi. Christian Bale e Hugh Jackman interpretano alternativamente la parte della vittima e del carnefice: entrambi vivono per trovare l'illusione perfetta e durante la ricerca devono essere pronti a sporcarsi le mani.
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Robert Angier e Alfred Borden sono due illusionisti dell'Inghilterra di fine '800, rivali sin dalle prime sparizioni di colombe e nemici dopo un esperimento fatalmente fallito. Da quel momento la loro sfida non sarà solo più a sferzate di bacchetta magica, ma prenderà le fattezze di un'ossessione, senza esclusione di colpi. Christian Bale e Hugh Jackman interpretano alternativamente la parte della vittima e del carnefice: entrambi vivono per trovare l'illusione perfetta e durante la ricerca devono essere pronti a sporcarsi le mani. Hanno due metodi diversi per ingannare il loro pubblico: Angier è più teatrale, un vero e proprio istrione che non poteva che essere interpretato da Hugh Jackman, sempre a suo agio nei panni del lord inglese; mentre Borden 'il professore' è senza fronzoli, illusionista puro. Christian Bale è quanto di meglio ci si potesse aspettare per il personaggio più intenso e drammatico del film che ipnotizza con gli occhi. Il nodo della trama è il segreto di Borden, una sorta di teletrasporto grazie al quale sparisce da una parte e riappare dall'altra durante i suoi spettacoli. Angier mentre spasmodicamente cerca di copiare il trucco, si imbatte quasi per serendipity nella scoperta, ben più mostruosa, di un altro arcano, la 'macchina di Tesla'. Del resto Nolan punta sempre in alto e stavolta scomoda la contrapposizione tra Tesla ed Edison per illuminare lo sfondo del suo film, suscitando la curiosità di saperne di più. Dato storico a parte, il senso profondo della storia che ci viene raccontata è che al pubblico non interessa 'l'uomo nella botola', non vuole davvero mettere il naso nel back-stage, ma è attento solo al risultato e lo si può sedurre solo se questo sarà stupefacente e inedito, costi quel che costi. L'inchiesta affannosa del segreto è spesso vana perchè il nostro occhio è miope e non si vuole accorgere che molte volte la risposta più ovvia è quella esatta. Nolan, continuamente ossessionato dai suoi piani narrativi spazio-temporalmente invertiti, mischiati, decomposti e sbrogliati tira fuori un grosso cilindro dal cappello. Sa bene che al pubblico piace essere illuso e il suo film, nel complesso, ci riesce.
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[+] promessa, svolta e prestigio
(di bella bartok!)
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blogger
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lunedì 25 dicembre 2006
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stampelle alate
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Impossibile considerare The prestige, scritto dai fratelli Nolan e ispirato all’omonimo romanzo di Priest, la semplice storia di una competizione distruttiva fra maghi nella Londra vittoriana fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento: il racconto ha una sua logica subdola, l’intreccio si avviluppa, specchio di se stesso, il passato si immedesima nel presente e nel futuro, la realtà nell’apparenza, la scienza nella magia, l’identità si rifrange e, perdendo consistenza, è inafferrabile. Il duello fra due campioni dalla personalità speculare ha l’ archetipo nello scontro fra il biondo Achille e il moro Ettore nell’Iliade e lo ritroviamo, rielaborato, in capolavori della letteratura europea quali I duellanti di Conrad o Il signore di Ballantrae di Stevenson e del cinema da Spielberg a Ridley Scott; in The prestige tuttavia il regista, Christopher Nolan, decostruisce la classicità della situazione, senza tradirne il fascino arcano, intervenendo a sorpresa con brusche dissolvenze, tormentose ripetizioni di sequenze e flashback indotti dall’ossessione, alternando sapientemente il palcoscenico parzialmente illuminato con l’oscurità dei sotterranei sotto di esso, facendo della verità un riflesso della finzione e della finzione un riflesso della verità.
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Impossibile considerare The prestige, scritto dai fratelli Nolan e ispirato all’omonimo romanzo di Priest, la semplice storia di una competizione distruttiva fra maghi nella Londra vittoriana fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento: il racconto ha una sua logica subdola, l’intreccio si avviluppa, specchio di se stesso, il passato si immedesima nel presente e nel futuro, la realtà nell’apparenza, la scienza nella magia, l’identità si rifrange e, perdendo consistenza, è inafferrabile. Il duello fra due campioni dalla personalità speculare ha l’ archetipo nello scontro fra il biondo Achille e il moro Ettore nell’Iliade e lo ritroviamo, rielaborato, in capolavori della letteratura europea quali I duellanti di Conrad o Il signore di Ballantrae di Stevenson e del cinema da Spielberg a Ridley Scott; in The prestige tuttavia il regista, Christopher Nolan, decostruisce la classicità della situazione, senza tradirne il fascino arcano, intervenendo a sorpresa con brusche dissolvenze, tormentose ripetizioni di sequenze e flashback indotti dall’ossessione, alternando sapientemente il palcoscenico parzialmente illuminato con l’oscurità dei sotterranei sotto di esso, facendo della verità un riflesso della finzione e della finzione un riflesso della verità. I tre momenti dell’illusionismo costituiscono la pista scivolosa su cui la trama della pellicola avanza incespicando angosciosamente: il primo è “la promessa”, cioè il far vedere un oggetto normale, il secondo è “ il colpo di scena”, ovvero il farlo sparire, e il terzo, il più importante, è “il prestigio”, l’azione portentosa del farlo ricomparire da un'altra parte. Qualunque prestigiatore mediocre, o qualunque suo discendente, il cineasta, possiede la scatola magica con i trucchi seriali per sbalordire lo spettatore: ma il sogno del Prometeo d’ogni tempo, l’ultimo traguardo della civiltà, è infrangere la barriera fra pensiero e materia; sui territori dell’irraggiungibile scienziato, artista e mago si sfidano con i loro segreti. Così il labirinto diventa una cupa strettoia cieca da cui è impossibile uscire con la mente sana e dal capello a cilindro della rivalità fra Angie( Jackman) e Borden( Bale) generata dalla passione totalizzante per l’impossibile fuoriesce “il prestigio” abbagliante della pellicola: ciò che abbiamo visto è cronaca o invenzione fantastica e qual è la morale? Nel silenzio si ode la parola evocatrice del miracolo”Abracadabra”, il responso di una sfinge: l’illusionista non denuncia, travestendosi da detective, pericolosi assassini né morto per caso viene traghettato in uno spiritoso aldilà come nel graziosamente innocuo Scoop di Woody Allen, bensì uccide chi l’ama e sacrifica l’anima alla vocazione; le sue chimere generano mostri e prodigi, le stampelle alate su cui però un umanità zoppicante cammina e vola, pur bruciandosi al sole. http://slilluzicando.splinder.com
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tricio
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lunedì 12 febbraio 2007
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la fabbrica dei sogni
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La Promessa. La Svolta. Il Prestigio. Questo è lo schema di un numero di magia, di un numero d’illusionismo. Ecco dunque un film che ci racconta il mondo degli abacadrabra, dei sim-sala-bim, del niente-trucco-niente-inganno. Illusione totale. Metafora concettuale, specchio dove il cinema si riflette, sovrapposizione assoluta. Perchè il Cinema è Fabbrica delle Illusioni ed il Ciak l’inizio di un trucco, il montaggio di una pellicola come segare l’assistente del mago, la dissolvenza come la sparizione nella botola, l’effetto speciale.
Film curiosissimo perché in realtà non nasconde nulla e tutto mostra fin dall’inizio. Il regista-illusionista si gioca del pubblico, pubblico che si crede smaliziato furbo e pronto ma che in realtà vuole essere ingannato.
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La Promessa. La Svolta. Il Prestigio. Questo è lo schema di un numero di magia, di un numero d’illusionismo. Ecco dunque un film che ci racconta il mondo degli abacadrabra, dei sim-sala-bim, del niente-trucco-niente-inganno. Illusione totale. Metafora concettuale, specchio dove il cinema si riflette, sovrapposizione assoluta. Perchè il Cinema è Fabbrica delle Illusioni ed il Ciak l’inizio di un trucco, il montaggio di una pellicola come segare l’assistente del mago, la dissolvenza come la sparizione nella botola, l’effetto speciale.
Film curiosissimo perché in realtà non nasconde nulla e tutto mostra fin dall’inizio. Il regista-illusionista si gioca del pubblico, pubblico che si crede smaliziato furbo e pronto ma che in realtà vuole essere ingannato. E come è ovvio al mondo dell’immagine il Vero non interessa più. Logica sovrana è la Luce, non più quella solare e naturale, ma la luce elettrica è Lei che ora fa vivere o morire. Se ti illumina esisti, se non t’illumina sparisci..
Commovente la scena iniziale che sembra un fondale di Magritte e dove i cappelli sparsi sulla neve sono il dovuto omaggio alla slitta di Welles. Perché ancora una volta ciò che è indagato non è riprodotto sullo schermo, ma è davanti allo schermo: L’occhio dello spettatore.
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[+] la magia dell'illusione
(di tolomo)
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laura93
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martedì 15 marzo 2011
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un grande nolan
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Che il film abbia inizio!!! ma prima, mettetevi seduti, preparatevi a qualcosa di sconvolgente, ad un finale inimmaginabile, senza troppa paura che a pensarci troppo poterete capire come la storia andrà a finire, perdendovi il bello del film, perchè non accadrà, non capirete fino all'ultimo scambio di battute, o meglio crederete di aver capito, ma non sarete neanche minimamente lontani dal comprendere la pazzesca idea di uno straordinario Nolan. Film sensazionale nato da una mente brillante, la più brillante degli ultimi anni a mio parere.
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travis
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martedì 23 gennaio 2007
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“l’arte magica di realizzare un gran film”
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L’ambizione, l’affermazione professionale sono traguardi raggiungibili percorrendo strade diverse? È possibile che la propria smania di successo si trasformi in un’ ossessione incontrollabile capace di produrre solo sofferenza e dolore? Sono questi, probabilmente, due dei più interessanti interrogativi sollevati da Nolan in questo suo piccolo gioiello cinematografico. L’ambientazione è quella dell’Inghilterra di fine ‘800 misteriosa, affascinante e sistematicamente avvolta nell’oscurità delle sue nebbie, una location che rispecchia perfettamente l’atmosfera che si respira per l’intera durata del film. L’illusionismo e la “magia” sono i due veri personaggi della pellicola, rappresentano rispettivamente l’arte e la sublimazione della stessa ottenuta con la scienza.
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L’ambizione, l’affermazione professionale sono traguardi raggiungibili percorrendo strade diverse? È possibile che la propria smania di successo si trasformi in un’ ossessione incontrollabile capace di produrre solo sofferenza e dolore? Sono questi, probabilmente, due dei più interessanti interrogativi sollevati da Nolan in questo suo piccolo gioiello cinematografico. L’ambientazione è quella dell’Inghilterra di fine ‘800 misteriosa, affascinante e sistematicamente avvolta nell’oscurità delle sue nebbie, una location che rispecchia perfettamente l’atmosfera che si respira per l’intera durata del film. L’illusionismo e la “magia” sono i due veri personaggi della pellicola, rappresentano rispettivamente l’arte e la sublimazione della stessa ottenuta con la scienza. L’illusionismo rappresenta il lato ludico, la magia è vista come aspirazione da coloro che non paghi dell’illusione ambiscono alla volontà di stupire oltre modo il proprio pubblico affinché da esso si possa essere consacrati come “il migliore” capace di tutto al di la di ogni umana comprensione. Il Prestigio, inteso come strumento verso la fama è il filo conduttore della storia; l’ambizione ultima dei protagonisti è quella di impossessarsi di un “Prestigio” nuovo, sorprendente, segreto…da custodire gelosamente per non deludere il proprio pubblico!
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