alex
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mercoledì 7 maggio 2008
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esistono due facce della stessa medaglia
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In 60 anni i film di guerra sono sempre stati fatti secondo la stessa ottica: quella americana. Qualcuno si è mai chiesto come può essere trovarsi a guardare quello che succede dall'altra parte della barricata, ad esserne protagonisti? La guerra è guerra, e i soldati che la combattono sono solo uomini, con pregi e difetti di tutti gli esseri umani: la paura, il coraggio, la codardia, il senso di giustizia, o qualsiasi altro tipo di sentimento pensiate sia possibile provare in quei momenti. Dio solo sa cosa si può fare quando la paura ti paralizza le ossa e ti fa impazzire l'idea dell'essere in trappola, magari a combattere senza sapere perchè e soprattutto perchè devi morire! Ho visto persone, non americani o giapponesi, ma semplici poveracci ed i loro sentimenti.
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In 60 anni i film di guerra sono sempre stati fatti secondo la stessa ottica: quella americana. Qualcuno si è mai chiesto come può essere trovarsi a guardare quello che succede dall'altra parte della barricata, ad esserne protagonisti? La guerra è guerra, e i soldati che la combattono sono solo uomini, con pregi e difetti di tutti gli esseri umani: la paura, il coraggio, la codardia, il senso di giustizia, o qualsiasi altro tipo di sentimento pensiate sia possibile provare in quei momenti. Dio solo sa cosa si può fare quando la paura ti paralizza le ossa e ti fa impazzire l'idea dell'essere in trappola, magari a combattere senza sapere perchè e soprattutto perchè devi morire! Ho visto persone, non americani o giapponesi, ma semplici poveracci ed i loro sentimenti. Ho guardato il film apprezzando la lingua originale e l'assoluta veridicità, facendo mentalmente i complimenti ad un regista che mi ha stupito per la sua sensibilità e per aver mostrato l'altra faccia della medaglia, senza sensazionalismi, ma con estrema semplicità.
Da 10 e lode
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napos
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sabato 22 marzo 2008
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mattone con gli occhi a mandorla
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Questa volta non ci sto.
La retorica dei critici ci abitua a sentire roboanti affermazioni di "capolavori" e di "miglior opera dell'anno" e così via; magari con un accenno a colui che si accinge a diventare (o forse lo è già?) il "più grande regista vivente".
Poi vediamo questo "capolavoro" e rimaniamo a bocca aperta. Non per l'estasi: per delusione.
Lettere da Iwo Jima è un film introspettivo. Perfin troppo.
Gronda di retorica e soprattutto di noia. Tanta, tantissima noia; che non riesce a scuotersi nemmeno con le scene di guerra, consistenti in qualche bomba, due mitragliatrici appostate che eruttano proiettili, uniformi ed elmetti giapponesi.
I colori desaturati ormai non fanno più notizia, perchè da Spielberg in avanti li usano tutti; e Estwood è un regista troppo lento.
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Questa volta non ci sto.
La retorica dei critici ci abitua a sentire roboanti affermazioni di "capolavori" e di "miglior opera dell'anno" e così via; magari con un accenno a colui che si accinge a diventare (o forse lo è già?) il "più grande regista vivente".
Poi vediamo questo "capolavoro" e rimaniamo a bocca aperta. Non per l'estasi: per delusione.
Lettere da Iwo Jima è un film introspettivo. Perfin troppo.
Gronda di retorica e soprattutto di noia. Tanta, tantissima noia; che non riesce a scuotersi nemmeno con le scene di guerra, consistenti in qualche bomba, due mitragliatrici appostate che eruttano proiettili, uniformi ed elmetti giapponesi.
I colori desaturati ormai non fanno più notizia, perchè da Spielberg in avanti li usano tutti; e Estwood è un regista troppo lento.
Un film che è davvero un mattone, con qualche idea buona. Ma cercarle in tre ore è compito arduo.
Auguri.
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[+] e che pizza!
(di alex)
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[+] guardali in un altra chiave i film di guerra
(di sergente hartman)
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dave
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giovedì 24 gennaio 2008
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capolavoro
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semplicemente un capolavoro!nettamente migliore di flags of our fathers.
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edefi
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mercoledì 26 dicembre 2007
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il capolavoro
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Questo film si può definire soltanto come capolavoro!
Niente da dire, aggiungo solo che Clint è un grandissimo regista!! Davvero complimenti!!
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wesees
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giovedì 13 dicembre 2007
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ottimo
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Un film profondo e toccante. Non ho molto da aggiungere alle ottime recensioni del pubblico qui esposte su mymovie.it. Un film da non perdere.
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severo
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lunedì 3 dicembre 2007
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niente di nuovo
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Pur avendo ancora meno di 30 anni, ormai posso dire di conoscere la seconda guerra mondiale quanto mio nonno, che, purtroppo per lui, vi ha davvero partecipato.
Infatti non credo di sbagliare se dico che 1 film su 10 parla di questo triste e terribile avvenimento.
E' evidente, pertanto, che è molto difficile trovare nuovi spunti parlando sempre del solito argomento, ma dal vecchio grande Clint mi sarei aspettato la sorpresa.....invece.... al termine di due ore di noia e grigiore, ti ritrovi coi titoli di coda senza aver provato una benchè minima emozione o aver scoperto che in guerra i buoni e i cattivi sono da entrambre le parti...CHE SENSAZIONALE NOVITA'!!!!
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(di mic)
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piernelweb
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lunedì 17 settembre 2007
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controcampi di guerra
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I colori desaturati di Eastwood si impastano con quelli lavici della terra di Iwo Jima; la macchina da presa indugia in un un grigiore plumbeo presagio di tragedia e morte. Il rovesciamento di prospettiva di "Flags of our fathers" è un film doloroso, più asciutto e più intenso che sottolinea l'assurdità bellica riflettendo sull'impossibilità, in un tale contesto, di intraprendere scelte individuali. Sui volti nipponici si legge l'ineluttabilità della sconfitta, ma come in "Salvate il soldato Ryan" il sacrificio di tante vite segnerà un fortuito destino di sopravvivenza per il giovane Saigo salvando così la sua promessa fatta al figlio, ancora nel grembo della madre, di tornare a casa. Il momento più toccante è nella sequenza della lettura della lettera scritta ai genitori dal prigioniero americano.
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I colori desaturati di Eastwood si impastano con quelli lavici della terra di Iwo Jima; la macchina da presa indugia in un un grigiore plumbeo presagio di tragedia e morte. Il rovesciamento di prospettiva di "Flags of our fathers" è un film doloroso, più asciutto e più intenso che sottolinea l'assurdità bellica riflettendo sull'impossibilità, in un tale contesto, di intraprendere scelte individuali. Sui volti nipponici si legge l'ineluttabilità della sconfitta, ma come in "Salvate il soldato Ryan" il sacrificio di tante vite segnerà un fortuito destino di sopravvivenza per il giovane Saigo salvando così la sua promessa fatta al figlio, ancora nel grembo della madre, di tornare a casa. Il momento più toccante è nella sequenza della lettura della lettera scritta ai genitori dal prigioniero americano. Watanabe è un'attore solido, la sua performance è un emblema dell'orgoglio del coraggio e dell'onore giapponese. Pur non raggiungendo le vette del genere il vecchio Clint si conferma un regista in stato di grazia, e questa suo duplice lavoro è una preziosa rilettura su due versanti di uno dei avvenimenti più atroci della storia contemporanea.
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spidu
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venerdì 7 settembre 2007
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chi? quelli la'!?
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Premetto che forse sarà stata colpa del mio stato fisico (c'avevo un pò di sonno) ma tra i due film di Clint ho preferito Flag of our fathers!
Comunque anche questo non é niente male, la macchina da presa tratta con la stessa umanità i nemici e gli amici portandoli sullo stesso piano e dicendoci che alla fine non esistono buoni o cattivi, esistono solo uomini che combattono per patrie diverse ma sempre con lo stesso dolore nel cuore, con la stessa amarezza per non essere a casa; perciò grazie al regista che non cade nel banale ma ci mostra l'anima dei vinti.
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(di ottaviano della bitinia)
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vittorio
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martedì 4 settembre 2007
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bello ma pesante!!
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Bel film, bella storia, a volte commovente e a volte drammatica....però ho trovato alcune scene molto lente e l'assenza di tensione e di ritmo fa calare moltissimo il film...
Premetto che non amo i film di guerra però se penso al Cacciatore di De Niro o Full Metal Jacket ritengo questo film di serie B.
Da vedere senza aspettarsi un capolavoro, ripeto un buon film, ma 4 oscar?? Di che??
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andrea/ronin_1978
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venerdì 17 agosto 2007
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grande film nel suo genere
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ho visto il film uno tra i migliori negli ultimi film di guerra!ronin_1978
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