linkinparma46
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domenica 5 luglio 2009
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eastwood si riscopre samurai
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Un vero capolavoro per il genere war-movie. Un film unico nel suo genere soprattutto per la chiave di lettura. Clint Eastwood ci mostra una guerra come non l'abbiamo mai vista, l'altra faccia della medaglia che ad hollywood non viene mai mosrata. Una pellicola americana vista dagli occhi di un giapponese che ci racconta di un conflitto che non vive nè di buoni nè di cattvi, dove tutti infondo sono uguali e impotenti difronte ad un evento di simile portata. Il film quindi oltre che per le tematiche che sono decisamente interessanti si distingue anche per la fotografia e per l'uso dei colori che Eastwood ha deciso di adottare. Colori opachi e pallidi che meglio esprimono il senso della guerra.
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Un vero capolavoro per il genere war-movie. Un film unico nel suo genere soprattutto per la chiave di lettura. Clint Eastwood ci mostra una guerra come non l'abbiamo mai vista, l'altra faccia della medaglia che ad hollywood non viene mai mosrata. Una pellicola americana vista dagli occhi di un giapponese che ci racconta di un conflitto che non vive nè di buoni nè di cattvi, dove tutti infondo sono uguali e impotenti difronte ad un evento di simile portata. Il film quindi oltre che per le tematiche che sono decisamente interessanti si distingue anche per la fotografia e per l'uso dei colori che Eastwood ha deciso di adottare. Colori opachi e pallidi che meglio esprimono il senso della guerra. Un opera commovente soprattutto, capace di emozionare visto il forte imptto visivo sul pubblico. Ben fatte anche le scene d'azone che tengono incollato lo spettatre rendento mai il film lento e noioso. Per quanto riguarda il cast nulla da dire e in particolare emerge la figura di Ken Watanabe che già nell'Ultimo Samurai aveva dato prova della sua maestria davanti la cinepresa. Davvero un bel film.
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bandy
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martedì 23 giugno 2009
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bellissimo
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Un gran bel film,è stata una buona idea lasciarlo in lingua originale(giapponese)con i sottotitoli in italiano,ha reso molto di più.Un film visto dalla parte dei giapponesi.Sempre grandioso Clint Eastwood,mostro sacro di Holliwood...
Per gli appassionati dei film di guerra da vedere assolutamente...
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patrickbateman47
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giovedì 16 aprile 2009
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un patrimonio artistico per l'umanità
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Quando Clint Eastwood morirà allora morirà il Cinema e sottolineo la lettera maiuscola,un opera così grande che nn ho parole per descriverla,alla fine del film mi sono commosso,quei pochi che hanno dato un parere negativo nn solo nn comprenderanno forse mai il linguaggio del cinema ma nn comprenderanno neanchè mai degli aspetti della vita,mi dispiace solo per voi.
Banzai Clint! spero tu vivrai per altri cento anni,grazie di tutto.
Marco.
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robbe
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giovedì 12 febbraio 2009
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bella l'idea ma...
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Concordo con quanti prima di me hanno sostenuto che la bellezza di questo film risiede principalmente per il progetto in cui è inserito. Una volta esaltato quest'ultimo si può anche esclamare a cuor leggero di non trovarsi dinanzi ad un capolavoro. La lentezza del film è angosciante, da un film di guerra ci si aspetterebbe maggiore azione, mentre in questo caso il buon vecchio Clint dimostra un insufficente dosaggio delle pause. Inoltre credo che la visione giapponese della guerra risenti comunque di un americanismo di fondo (sarebbe utile leggere il libro da cui è tratto, scritto dal figlio del generale per capire quanto questa influenza sia realmente presente).
La visione a breve distanza dei due film permette di cogliere alcune finezze quali inquadrature capovolte che altrimente sarebbe difficile da cogliere.
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Concordo con quanti prima di me hanno sostenuto che la bellezza di questo film risiede principalmente per il progetto in cui è inserito. Una volta esaltato quest'ultimo si può anche esclamare a cuor leggero di non trovarsi dinanzi ad un capolavoro. La lentezza del film è angosciante, da un film di guerra ci si aspetterebbe maggiore azione, mentre in questo caso il buon vecchio Clint dimostra un insufficente dosaggio delle pause. Inoltre credo che la visione giapponese della guerra risenti comunque di un americanismo di fondo (sarebbe utile leggere il libro da cui è tratto, scritto dal figlio del generale per capire quanto questa influenza sia realmente presente).
La visione a breve distanza dei due film permette di cogliere alcune finezze quali inquadrature capovolte che altrimente sarebbe difficile da cogliere. In definitiva; guardatelo ma senza troppe aspettative.
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paride86
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venerdì 9 gennaio 2009
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stupendo
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Al contrario di "Flags of our fathers", questo film è compatto e privo di quella retorica sentimentalista che Eastwood ha dimostrato di avere nei suoi ultimi film. "Lettere da Iwo Jima" racconta la guerra dalla parte dei giapponesi, concentrandosi sui loro valori e sulla loro mentalità. Il regista si propone di riflettere sull'universalità umana della guerra, sul comune dolore che prova la madre di un americano e quella di un giapponese, e ci riesce benissimo. Il film affronta svariati temi e li porta avanti con dignità, senza scadere nell'ipocrisia o nella retorica, ma procedendo, anzi, con "intimità" e "pudore" nell'animo del soldato, che qui viene rappresentato nella sua semplicità umana, spogliato da tutti gli stereotipi eroici, propagandistici e cinematografici che di solito gli vengono affibbiati.
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Al contrario di "Flags of our fathers", questo film è compatto e privo di quella retorica sentimentalista che Eastwood ha dimostrato di avere nei suoi ultimi film. "Lettere da Iwo Jima" racconta la guerra dalla parte dei giapponesi, concentrandosi sui loro valori e sulla loro mentalità. Il regista si propone di riflettere sull'universalità umana della guerra, sul comune dolore che prova la madre di un americano e quella di un giapponese, e ci riesce benissimo. Il film affronta svariati temi e li porta avanti con dignità, senza scadere nell'ipocrisia o nella retorica, ma procedendo, anzi, con "intimità" e "pudore" nell'animo del soldato, che qui viene rappresentato nella sua semplicità umana, spogliato da tutti gli stereotipi eroici, propagandistici e cinematografici che di solito gli vengono affibbiati.
Un film da vedere assolutamente.
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marvelman
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domenica 26 ottobre 2008
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ancora peggio dell'altro !!!
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Qui ci si deve sorbire i sottotitoli per tutto il film , così uno non vede le immagini : Se fosse stato doppiato gli avrei dato una stella in più !!!
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(di para)
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lapardaflora
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domenica 7 settembre 2008
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forse i neicici soo ugualia noi... oh che disastro
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Forse, oltre che arte, militare o d’altro genere, SERVE ANCHE UMANITA’ allo stato puro! e cosi fosse davvero, non potremo, in questi tempi incerti nei quali la guerra è sempre meno onorevole (addio, katane e cariche di cavalleria!- come direbbe un nostro cavaliere, pur se con qualche secolo di distanza sull’etica militare giapponese, ma è solo questioni di secoli, non di mentalità, ma vi assicuro:non di mentalità! almeno nella realtà dei casi... )
ed è di questo del quale noi appariamo completamente inconsapevoli, ancora oggi, mentre esistono sicuramente, spiegazione logiche e strategiche dell’anima più pura del Giappone, (nonostante manga e cartoon e altre forme di divulgazione di una cultura per noi genericamente così aliena siano ormai così popolari ovunque.
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Forse, oltre che arte, militare o d’altro genere, SERVE ANCHE UMANITA’ allo stato puro! e cosi fosse davvero, non potremo, in questi tempi incerti nei quali la guerra è sempre meno onorevole (addio, katane e cariche di cavalleria!- come direbbe un nostro cavaliere, pur se con qualche secolo di distanza sull’etica militare giapponese, ma è solo questioni di secoli, non di mentalità, ma vi assicuro:non di mentalità! almeno nella realtà dei casi... )
ed è di questo del quale noi appariamo completamente inconsapevoli, ancora oggi, mentre esistono sicuramente, spiegazione logiche e strategiche dell’anima più pura del Giappone, (nonostante manga e cartoon e altre forme di divulgazione di una cultura per noi genericamente così aliena siano ormai così popolari ovunque...) e una etica sempre più ignobile e disumana, che sarebbe già un gran risultato.
Da vedere, questo film , rara avis, anche fosse solo per imparare che ogni medaglia ha il suo rovescio, e ogni essere umano, nel profondo, è uguale a tutti i suoi simili: realtà terribile dalla quale non possiamo mai prescindere, anche se la nostra coscienza troverebbe in questo tanto (falso) sollievo! E per odiare la guerra così popolare, per risolvere conflitti culturali apparentemente insanabili - arma apparentemente antica e spuntata, laddove siamo tutti uguali ma anche tutti diversi - provate a mettervi, per una volta, dalla parte dei perdenti e dei loro, spesso, insani valori, oh voi cultori di manga e simili, affascinati dalla cultura giapponese, e poi magari ne riparliamo, ma seriamente per una volta, OCCHEI?, come se l’autentica cultura giapponese non si fosse dovuta piegare ai capricci di quella americana, costi quel che costi....? E credete che Hirotshima (circa 130.000 morti, 177 mila persone sfollate, e morte di altre varie migliaia di persone negli anni successivi, dovuta alle radiazioni). Nel 2002 gli hibakusha (i colpiti dalle radiazioni del fallout nucleare), nonostante i 57 anni trascorsi, erano ancora 285.000.) a Nagasachi. Ovviamente, gli americano ottusi che si aspettavano conseguenze devastanti, perlomeno dall’azione del bombardiere ’”Enola Gay”, e che so provarono ignari di ciò che realmente stavano per scaricare su di un paese civile, e così devastanti, ma forse o in quel modo , e d’altra parte, il culto ottuso per l’impero etc, ha dalla sua parte, come una benedizione divina, come sua devastante scuola di pensiero, ma sua la volontà acritica e autosacrificale in queste porti, tuttavia esse sono erano morti, e da che dei sarebbero usciti e potuti evitare le ritorsioni armate prevedili, , e che ancora fanno paura di fronte a un implacabile ed estraneo nemico?
Se penso che mia figlia, che cerca di farmi comprendere i valori dei manga, definisce un film da vedere a tutti i costi (o almeno questa è la mia interessata opinione di persona che, non so perché,, ma finisce per vedere solo film di guerra e di spionaggio - due attività buttate entrambe! come "Lettere da Iwo Jima”, deprimenti sia per gli idolatri del nuovo Giappone, sia per la guerra; saranno pure deprimenti e da evitare, e mi chiedo queste nuove generazioni cos’hanno davvero imparato dal passato prossimo, che loro pare stupidamente così poco interessare!” ma s no pure da vedere e meditare, secondo gli ordini di stato maggiore giapponese.
Come sempre, nella straziante valutazione dei popoli,. il tripode del dolore emerse. ma quanta sofferenza estranea. e quanto inutile dolore cons
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giovanni
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domenica 17 agosto 2008
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banzai!
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Tecnicamente,a parte qualche orpello digitale,il film è un saggio di grande cinema. Però mi ha un po' deluso da parte del grande Clint l'approccio semplicistico con cui viene affrontato il tema di fondo e cioè: i giapponesi odiavano e subivano la guerra proprio come gli americani, leggere (le famose lettere appunto) per credere.
L'onore,l'amor di Patria,il bushido tutta retorica fascistoide imposta da un regime tirannico sostenuto solo da una olgarchia di fanatici sanguinari (che ammazzano anche i cani davanti agli occhi dei bambini! o si coprono di ridicole ostentazioni). Basterebbe conoscere un minimo la storia giapponese, la sua cultura e la sua tradizione per capire che questi sono invece valori profondamente incarnati nel mito di questo grande popolo.
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Tecnicamente,a parte qualche orpello digitale,il film è un saggio di grande cinema. Però mi ha un po' deluso da parte del grande Clint l'approccio semplicistico con cui viene affrontato il tema di fondo e cioè: i giapponesi odiavano e subivano la guerra proprio come gli americani, leggere (le famose lettere appunto) per credere.
L'onore,l'amor di Patria,il bushido tutta retorica fascistoide imposta da un regime tirannico sostenuto solo da una olgarchia di fanatici sanguinari (che ammazzano anche i cani davanti agli occhi dei bambini! o si coprono di ridicole ostentazioni). Basterebbe conoscere un minimo la storia giapponese, la sua cultura e la sua tradizione per capire che questi sono invece valori profondamente incarnati nel mito di questo grande popolo.(i volontari kamikaze furono migliaia, i centri di reclutamento dovettero respingerli anche con la forza ed erano ragazzi normalissimi che amavano la vita come tutti i loro coetanei, ma che si immolavano per qualcosa che li trascendeva). Una domanda a tutti i politicamente corretti, perchè cinematograficamente la guerra che ad esempio si vede nel "l'ultimo samurai" viene incensata, mentre si stigmatizzano solo determinate guerre e determinate Patrie? Penso che un po'di onestà intellettuale non guasterebbe.
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gec
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lunedì 4 agosto 2008
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perfetta la recensione di zappoli. clint si supera e quasi raggiunge il grande malick. fotografia stupenda, film imperdibile.
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nello
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mercoledì 7 maggio 2008
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con gli occhi del nemico
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"Con gli occhi del nemico" è un saggio di David Grossman che prende in esame lo scontro ormai cinquantennale tra palestinesi e israeliani. Il grande autore israeliano propone, tra le altre cose, di cercare di cambiare punto di vista nell'ambito di un conflitto, in modo da vedere le cose biunivocamente, anche tramite gli occhi del nemico. Clint Eastwood si avvale di tale tesi, proponendo nel primo film il punto di vista degli americani (Flags of our fathers), mentre nel secondo (Lettere da Iwo Jima), il punto di vista dei giapponesi. L'episodio in cui viene analizzato il punto di vista dei giapponesi, paradossalmente, è il migliore dei due. Clint Eastwood dà il meglio di se, mettendo bene in evidenza le contraddizioni di un paese distantissimo da noi, in senso sia geografico che sociale.
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"Con gli occhi del nemico" è un saggio di David Grossman che prende in esame lo scontro ormai cinquantennale tra palestinesi e israeliani. Il grande autore israeliano propone, tra le altre cose, di cercare di cambiare punto di vista nell'ambito di un conflitto, in modo da vedere le cose biunivocamente, anche tramite gli occhi del nemico. Clint Eastwood si avvale di tale tesi, proponendo nel primo film il punto di vista degli americani (Flags of our fathers), mentre nel secondo (Lettere da Iwo Jima), il punto di vista dei giapponesi. L'episodio in cui viene analizzato il punto di vista dei giapponesi, paradossalmente, è il migliore dei due. Clint Eastwood dà il meglio di se, mettendo bene in evidenza le contraddizioni di un paese distantissimo da noi, in senso sia geografico che sociale. Non cerca il paragone dell'uno con l'altro, ma si limita lodevolmente a cercare di capire l'essenza di entrambi. Nel film non c'è chi ha ragione o chi ha torto, ma solo chi combatte in nome di cosa e come lo fa. I giapponesi, indottrinati da millenni di ideologia, vengono caratterizzati come uomini ossessionati dall'onore, pronti al kharakiri in qualsiasi momento per la più futile delle inadempienze. Ma viene mostrato anche il loro lato umano, privato, in cui un semplice fornaio, abilissimo nel suo lavoro, viene strappato dalle braccia di sua moglie per andare a morire in nome di ideali che gli sono distanti migliaia di anni luce. Qui sta il duro atto d'accusa di Clint Eastwood. Costringere una persona ad andare a morire per ragioni che non gli appartengono. Eppure, nell'amarezza che domina la scena, sono presenti, nel film, momenti intensissimi di pura poesia. Come quando il colonnello recita ai propri soldati, ormai vicini al suicidio, la toccante lettera della madre di un soldato al proprio figlio. Grandissimo capolavoro.
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[+] un pò tirchio ,eh?
(di gec)
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