Tocca a Molière in love ma sembra "Tartufo"
di Roberto Nepoti La Repubblica
Profittando di una zona d'ombra nelle biografie ufficiali, Le avventure galanti del giovane Molière si prende la libertà di riscrivere un pezzo della vita del drammaturgo: che nel 1644, oppresso dai debiti, avrebbe soggiornato presso un tale Monsieur Jourdain, avaro gentiluomo, svolgendo un po' la funzione del Tartufo. Intendiamoci, l'idea di fare un "biopic" apocrifo sull'autore del "Misantropo" è ben lontana; più saggiamente Laurent Tirard s'inventa di sana pianta una fiction che ha come protagonista un mostro sacro della letteratura, un po' alla maniera di "Shakespeare in Love". Se l'ospite ne cerca i servigi per sedurre, via teatro, una preziosa ridicola, il ventiduenne Jean-Baptiste s'innamora di sua moglie e salva sua figlia da un matrimonio combinato.
Magari, in Francia, questo "Molière in love" potrà disturbare l'ortodossìa accademica; a noi, protetti dall'extraterritorialità, risulta piacevole il tono disinvolto di una commedia dove il futuro drammaturgo interagisce con quelli che diventeranno personaggi del suo teatro, mentre la sceneggiatura cita liberamente le future battute delle commedie (un private-joke non sempre agevole da decifrare, ma neppure riservato agli studenti in corso).
La cose vanno un po' meno bene quando Tirard pretende di filosofeggiare sull'eterno parallelismo tra vita e palcoscenico, o s'immalinconisce per raccontare l'amore impossibile tra Molière e la bella signora Jourdain.
Da La Repubblica, 6 aprile 2007
di Roberto Nepoti, 6 aprile 2007