m.cristina lucchetta
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mercoledì 22 novembre 2006
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the devil wears prada.la libertà in cinque parole.
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Il diavolo veste Prada ma anche Hermes, Fendi, Chanel, Dolce&Gabbana.
« Con due b o con una ? » chiede candidamente Andy, neoassistente factotum della tirannica Miranda Priestley direttrice del RUNWAY, mentre dall’altro capo del telefono qualcuno riattacca bruscamente la cornetta; perché in certi ambienti e a certi livelli, l’oltraggio alla notorietà è un peccato mortale, un vero sacrilegio. L’ ultimo lavoro di David Frankel è un film intelligente e ben confezionato che fotografa con acume e ironia il mondo della moda e fa di splendidi abiti e accessori raffinati gli attori co-protagonisti. Risvegliando la vista. Solleticando la vanità di chi i bei vestiti li ama, li desidera e magari li agogna.
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Il diavolo veste Prada ma anche Hermes, Fendi, Chanel, Dolce&Gabbana.
« Con due b o con una ? » chiede candidamente Andy, neoassistente factotum della tirannica Miranda Priestley direttrice del RUNWAY, mentre dall’altro capo del telefono qualcuno riattacca bruscamente la cornetta; perché in certi ambienti e a certi livelli, l’oltraggio alla notorietà è un peccato mortale, un vero sacrilegio. L’ ultimo lavoro di David Frankel è un film intelligente e ben confezionato che fotografa con acume e ironia il mondo della moda e fa di splendidi abiti e accessori raffinati gli attori co-protagonisti. Risvegliando la vista. Solleticando la vanità di chi i bei vestiti li ama, li desidera e magari li agogna. Inconfessatamente e non senza un briciolo di invidia, perché come ha scritto Proust che ben conosceva l’arte della seduzione femminile, “nella vita della maggior parte delle donne, tutto, anche il dolore più grande, porta alla messa in prova di un abito nuovo”.
Uno spettacolo di colori, una vera lezione di stile, un puro bagno di glamour che ridesta i sensi. Un festival di luci e atmosfere dorate tra le passerelle parigine e i lussuosi negozi di New York. Ma “ The Devil wears Prada” è molto di più di un film frivolo e patinato che racconta, non senza compiacimento, la parabola di una trasandata e ingenua ragazzona di provincia, un po’ anatroccolo, che sogna di scrivere sul New Yorker e che, sopportando intollerabili angherie, farà carriera nella più influente e prestigiosa rivista di moda americana, divenendo un bellissimo cigno, una quasi top-model. Fuori concorso alla 63a mostra del cinema di Venezia, Il Diavolo Veste Prada stigmatizza, con i toni della commedia brillante, il fascino del potere e le sue inesorabili leggi, ritraendo con scanzonata crudeltà imperatori e sudditi, vittime e carnefici. Mostrando con pungente ironia le logiche che governano il desiderio di potenza e l’esercizio delle sue perversioni e al tempo stesso le dinamiche che portano ad abbandonare le scarpe piatte per calzare vertiginosi tacchi a spillo firmati Manolo Blahnik. A dimagrire la taglia e a far ingrassare l’“io”. «Piccolo uomo, ego mastodontico» recita una battuta del film, a dimostrazione di come la legge del compenso si contraddica raramente. Una pellicola arguta in frivole vesti, che riesce ad universalizzare il mondo dell’alta moda, infernale paradiso (o paradisiaco inferno) ma non più di altri mondi professionali, offrendo un esempio di realismo, quasi un affresco di costume.
E non importa se allo spettatore accade di anticipare la sceneggiatura, immaginando la sequenza successiva, perché una siffatta descrizione del potere e delle sue vittime anche quando non offre alla visione fotogrammi memorabili, comunque emoziona e quasi conforta il cuore. Fa sentire tutti sulla stessa barca: chi ha avviato una causa per mobbing e chi invece resiste in modo indomito e spesso cinico, perché la vita è questa, queste le regole del gioco (ovvero del lavoro in contesti professionalmente competitivi). Prendere o lasciare. Eppure questa favola apparentemente scontata che miscela topoi e moralistiche redenzioni, dispensando pillole di buon senso e massime che pretenderebbero di insegnare la vita, diverte e ha un finale sorprendente. In pochissime battute di rara incisività ed efficacia, offre allo spettatore avveduto la possibilità di un volo. Sovvertendo i codici della futilità, inquietando e “perturbando” oltre l’inverosimile. E impressiona che a compiere l’opera di disvelamento sia proprio lui, the Devil. Incapace di sopportare il possibile rifiuto della promozione e dell’ avanzamento di carriera da parte di Andy - all’ amor proprio non si addice il fallimento - nell’atto di dimostrarle fino a che punto la “possiede” e fino a che punto egli abbia già vinto (ha fatto di un tegamino una bellissima pentola) inciampa in un irrimediabile errore ( e non riesce a forgiare il coperchio). Cinque semplici parole: « hai scelto di andare avanti » sono più che sufficienti a ridestare il dramma dell’umana libertà. E in quest’ultimo dialogo tra la perfida Mirando e la vessata Andy, da consegnare alla memoria, c’è il nucleo e lo spessore del film.
In fondo, sin dall’incipit, sapevamo che la ragazzona di provincia out of fashion, compiute le opportune metamorfosi, sarebbe ritornata tra le braccia del mai dimenticato fidanzatino. La favola lo esige. Ma le ragioni sentimentali sono un pretesto insufficiente per un così radicale cambiamento. Anche in un film che si rispetti. Perché in gioco vi sono ben altri richiami, anche quando le circostanze attenuanti, di cui ci si può sempre avvalere, ci spingeranno a credere che non avevamo scelta.
E’ ciò che pensa Andy, più o meno sinceramente, fino a quando il diavolo, in abiti Prada, deposta l’astuzia del serpente, non certo per bontà, ma per eccesso di superbia, non pronuncia quelle cinque fatidiche parole. Ed è un piacere ascoltarle perché ci ricordano che la nostra libertà resta. Sempre. Indissolubilmente coniugata con la possibilità e la responsabilità della scelta. Questo il diavolo lo sa , ma non dovrebbe mai dirlo. A volte però, le parole gli sfuggono di bocca rendendo strette e impervie, per chi le “ascolta”, le porte dei terreni inferni.
Una bella prova di regia per David Frankel che si è avvalso di ottime interpretazioni; da Stanley Tucci ad Anne Hathaway che nel ruolo di cenerentola redenta convince e incanta con i suoi occhioni neri, apparendo quasi perfetta per il remake di Colazione da Tiffany. Infine lei, Meryl Streep che alla Laguna avrebbe meritato più di un premio perché è riuscita a conferire ad una “parte fatta” una grazia “luciferina”. Travolgendo. Superando se stessa. La perfidia le si addice ancor più dell’aria languida e romantica e dei ruoli in cui il sentimento rischia di divenire zuccherino. Incanta Meryl, con una recitazione che è tutta nei movimenti delle labbra, nei cenni del capo, nell’angolazione e nell’inclinazione dello sguardo, nel registro vocale, nei toni sussurrati. Algida ma in fondo umana, regale ed altera anche quando mostra le sue vulnerabilità. Incredibilmente bella anche se il trucco non nasconde più le rughe e gli occhi rosso-pianto. Impeccabile nel congedarsi con “E’ tutto”. Indimenticabile nel dire “go” con la perfezione dei grandi.
Sorride Meryl nell’andar via. Sorride Handy con in tasca un viatico di cinque parole (che potrebbero anche essere « tu lo hai già fatto »)… e con lei la “virtù bambina”.
mcristina.lucchetta@libero.it
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chiara
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martedì 21 novembre 2006
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e' stupendo!!!!!!!
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E' uno dei film più belli che abbia mai visto!!!!!!
E' fantastico!!
Mi piace tutto del film ma soprattutto il personaggio de Meryl Steep che davvero affascinante.
Voglio andare anche io a Parigi!!!!!!!!!
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(di kiaretta)
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superlilla
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lunedì 20 novembre 2006
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ma il diavolo veste prada??
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è un film assolutamente fantastico!!!!complimenti al regista!! m ha fatto sognare e forse fatto capire in quale campo m piacerebbe lavorare...merily streep è stra brava.. anne hathway altrettanto...grande emily...- sempre dura fuori ma morbida dentro cm il diavolo che veste prada...complimenti lauren!!!!!!!!!!
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marco
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lunedì 20 novembre 2006
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meryl ti amo!
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Il diavolo veste prada è un ottimo film da vedere per una serie infinita di motivi a partire dalla straordinaria bravura di meryl streep che ci regala un personaggio (miranda) che sarà difficile dimenticare!(te lo immagini domani mattina in ufficio che ti sbatte tutto sulla scrivania!)Poi quando meno te lo aspetti la vedi lì con un pigiamone sul divano senza trucco che apre il suo cuore e mette a nudo le sue debolezze a la nuova emily(andy) che si chiede se è proprio la stessa cannibalizzatrice di uomini, donne e carriere che ha conosciuto fin dall'inizio.
Un altro motivo è che è sempre più difficile trovare al cinema un film che possa avere alcuni requisiti minimi di normale tollerabilità e che almeno " valga il prezzo del biglietto" e sono:1.
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Il diavolo veste prada è un ottimo film da vedere per una serie infinita di motivi a partire dalla straordinaria bravura di meryl streep che ci regala un personaggio (miranda) che sarà difficile dimenticare!(te lo immagini domani mattina in ufficio che ti sbatte tutto sulla scrivania!)Poi quando meno te lo aspetti la vedi lì con un pigiamone sul divano senza trucco che apre il suo cuore e mette a nudo le sue debolezze a la nuova emily(andy) che si chiede se è proprio la stessa cannibalizzatrice di uomini, donne e carriere che ha conosciuto fin dall'inizio.
Un altro motivo è che è sempre più difficile trovare al cinema un film che possa avere alcuni requisiti minimi di normale tollerabilità e che almeno " valga il prezzo del biglietto" e sono:1.il piacere di passare 2 ore di spensieratezza 2.la non manifesta inverosimiglianza dell'intreccio.Il film li ha tutti e due e già questo basta e avanza....buon divertimento!
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micki63
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domenica 19 novembre 2006
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il prezzo del biglietto
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Ti consiglio di vedere il Caimano per poter dire di aver speso bene i soldi del biglietto.
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didons
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domenica 19 novembre 2006
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il diavolo veste prada
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Meryl Streep è semplicemente bravissima e ha interpretato questo ruolo stupendamente. Il film è ottimo e la colonna sonora è azzecatissima.
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eleonora
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domenica 19 novembre 2006
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semprava orrendo..si è rivelato stupendo!
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L'avvicende universo femminile capace di dominare, seducendo il mondo, è raffigurato nel film con estrema semplicità e perfezione.
La ricerca della perfetta bellezza esteriore capace di conquistare il mondo è il sogno segreto di ogni donna. Pertanto, a te che brandisci l'insufficienza simbolica e retorica del "il diavolo veste prada", posso solo rispondere: <>. Eleonora
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mrouge
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giovedì 16 novembre 2006
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scontatissimo!!!
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un film scontato e a tratti noioso..ci sono sicutramemte parti divertenti ma in linea generale nn vale nemmeno i soldi del biglietto!
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sunny4
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martedì 14 novembre 2006
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la metamorfosi di una ragazza
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L'ho trovato un film molto carino... Ho notato che la Hathaway per più di una volta appare nei film come la ragazza un po' timida e discreta che fa uscire di sè una bellezza che nessuno aveva mai notato prima...Se ci pensate infatti ha interpretato Pretty Princess e Principe Azzurro Cercasi nelle parti di una ragazza un po' "sfigata" e "bruttina" che scopre di essere la principessa di Genovia... Da adolescente inivisibile si trasforma quindi improvvisamente in una bella ragazza ammirata e invidiata... Nel Diavolo Veste Prada la situazione è analoga: da giornalista timida e impacciata si scopre la segratria bella e affascinante di una donna importantissima...E' un classico comunque: la ragazza semplice e modesta diventa una fighetta.
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L'ho trovato un film molto carino... Ho notato che la Hathaway per più di una volta appare nei film come la ragazza un po' timida e discreta che fa uscire di sè una bellezza che nessuno aveva mai notato prima...Se ci pensate infatti ha interpretato Pretty Princess e Principe Azzurro Cercasi nelle parti di una ragazza un po' "sfigata" e "bruttina" che scopre di essere la principessa di Genovia... Da adolescente inivisibile si trasforma quindi improvvisamente in una bella ragazza ammirata e invidiata... Nel Diavolo Veste Prada la situazione è analoga: da giornalista timida e impacciata si scopre la segratria bella e affascinante di una donna importantissima...E' un classico comunque: la ragazza semplice e modesta diventa una fighetta... Ma alla fine come al solito si accorge di preferire gli amici e gli ideali di prima!
Il film del resto è simpatico, divertente, fa ridere.. ma il finale era un po' scontato!
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luigigiusy
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martedì 14 novembre 2006
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veramente unbel film
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E UN BEL FILM EPPURE PENSAVO CHE PARLAVA SOLO DI MODA E DI SOLDI MA SE SI CAPISCE FINO IN FONDO QUESTO FILM PARLA DELLA RELATA E DEI VALORI DELLA VITA I QUALSI NON SONO I SOLDI MA LE COSE A CUOI TIENI
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