Il diavolo veste Prada |
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Un film di David Frankel.
Con Meryl Streep, Anne Hathaway, Stanley Tucci, Simon Baker, Emily Blunt.
continua»
Titolo originale The Devil Wears Prada.
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 109 min.
- USA 2006.
uscita venerdì 13 ottobre 2006.
MYMONETRO
Il diavolo veste Prada
valutazione media:
2,44
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una Streep cattiva più che maidi Antonello VillaniFeedback: 0 |
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mercoledì 25 ottobre 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
In un mondo dove la moda è sinonimo di successo, il look diventa un autentico must. Lo sanno bene i protagonisti di “Il diavolo veste Prada”, film fuori concorso all’ultimo Festival del Cinema di Venezia. David Frankel, cineasta semisconosciuto con qualche titolo alle spalle, dirige una commedia che non fa sconti a nessuno: riviste e stilisti escono con le ossa rotta, eppure la ragazza del midwest che arriva nella Grande Mela per lavorare come segretaria di una direttrice stile Crudelia De Mon ha divertito il pubblico americano. Tratto dall’omonimo libro di Lauren Weisberger -la scrittrice è stata assistente personale di Anna Wintour, l’ex numero uno di Vogue- “Il diavolo veste Prada” ha in poco tempo sbancato il botteghino con la storia dell’aspirante giornalista che vuole realizzare il sogno americano; solo che i sogni possono trasformarsi in incubi, il mito della donna in carriera vacilla quando si tratta di scegliere tra la promozione e un fidanzato innamorato. Così il regista newyorkese scivola nel finale retorico e si rifugia nello stereotipo della donna di casa prendendo le distanze dalle frivolezze della moda: mobbing e competizione spinta all’eccesso, l’analisi di Frankel è ricca di spunti anche quando il ritratto che ne viene fuori non è proprio edificante. Tanto che importa, se la spietata protagonista ha il nome di Meryl Streep tutto sembra accettabile: calcolatrice e crudele sino al sadismo, Miranda Priestley è un’icona per milioni di “fashion victim”, temuta ed ammirata dalle ragazze taglia 38 che vogliono far carriera a qualunque costo. L’attrice americana impersona l’odiosa direttrice -gustose le ramanzine condite di spiegazioni filosofiche- che fa tremare i dipendenti vessandoli con orari da lavoro forzato; vicino un esercito di lacchè che ogni giorno deve evitare il licenziamento, uno stilista dalla battuta fulminante e una fanciulla che crede ancora alle fiabe. La bella addormentata sarà vittima di scarpe ed accessori da migliaia di dollari, poi capirà il suo posto nel mondo con una presa di coscienza da manuale: non si può rinunciare a se stessi senza essere condannati all’infelicità. Il messaggio buonista è da regista alle prime armi, ma Frankel sembra seguire i cliché della commedia brillante. Cinefili poco convinti, pubblico estasiato per gli abiti di Valentino in bella mostra. Antonello Villani (Salerno)
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