Babel |
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Un film di Alejandro G. Iñárritu.
Con Brad Pitt, Cate Blanchett, Gael García Bernal, Kôji Yakusho, Adriana Barraza.
continua»
Drammatico,
durata 144 min.
- USA, Francia, Messico 2006.
uscita venerdì 27 ottobre 2006.
MYMONETRO
Babel
valutazione media:
3,04
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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CHAOS A.D. E LA TORRE DI BABELEdi Ettore BezziFeedback: 0 |
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martedì 21 agosto 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Questo film mi ha riportato alla mente un disco di una band brasiliana -CHAOS A.D. dei Sepultura- semplicemente per la caotica esistenza del genere umano in esso rappresentato. Il controllo delle vite che sfugge a causa di eventi imprevisti e imprevedibili, confuse e deliberate azioni criminali, attuate da persone al tempo stesso inconsapevoli, incomprensibili ed egoiste. BABEL ha la forza dolente di un racconto noir, l'asciutta freddezza di uno spietato romanziere tanto dolce quanto disperato da far vivere emozioni di un profondo senso di pietà umana, tradotta in squarci di autentica poesia narrativa visiva. Quattro storie di vita incrociate in altrettanti lontani angoli di mondo: San Diego (USA - CAL); Tijuana (MEX); Marocco; Tokyo. Quello che ne esce è un film le cui scene sembrano cadute di mano allo scenggiatore e un ignorante di passaggio le abbia rimesse nella bobina come gli pareva con tempi dilatati, scene rallentate, discorsi all'apparenza incoerenti ma zeppi del significato sulla nostra presenza in vita, solo di passaggio in una strana epoca di eventi mondiali e personali, in attesa che il treno dell'Ultimo Grande Viaggio faccia sosta alla nostra stazione. Nientedimeno, è un film sulla sofferenza, sul male di vivere dei nostri giorni; lasciamo troppo spazio all'odio offuscato togliendo la parte del protagonista alla nitidezza della ragione, i cui lumi sono resi ciechi dalla presuntuosa ricerca di un colpevole cui mettere al collo il cappio delle nostre paure, angosce, disgrazie. Il rifiuto vissuto dovuto ad incomprensioni e ignoranza fa da cornice alle urla di una consapevolezza che avanza inesorabile, che non lascia più spazio ai sogni; resta solo il dolore per la scomparsa prematura di chi amiamo e l'angoscia di non poter riuscire a perdonare chi suo malgrado è restato nel mondo dei vivi. Il messaggio finale potrebbe essere che questo eterno ciclo della vita, l'inizio il mezzo e la fine dell'essere umano, questa incomprensibile danza nel teatro delle nostre esistenze continuerà anche senza di noi, che lo vogliamo oppure no. Da lontano il nostro mondo è uno spettacolo meraviglioso, ma l'ignoranza della nascita e della morte ci rende pazzi. Non possiamo scegliere, non possiamo tornare alla terra su cui siamo stati concepiti, non ci è dato capire; possiamo però trattare con più rispetto la materia di cui siamo fatti. Forse allora, e solo allora, capiremo il senso di tutto il Caos nell'Anno del Signore.
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