cinemalove
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martedì 24 marzo 2015
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dissimulazione
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La prima spontanea domanda appena terminato il film è stata: E' in grado l'uomo di determinare con esattezza la linea che sepera la realtà dal "falso"? O meglio, vi è davvero una differenza sostanziale o sono solo le parole ad essere radicalmente opposte come significato?. Nell'ora e mezza che propone Linklater si può intuire la sua personale (o quella di Dick) risposta alla domanda, e cioè niente è diviso dalla famosa linea, ma tutto è mescolato pronto ad esplodere se sollecitato. Il protagonista, Robert Arctor, abusando di una fantomatica sostanza denominata "Sostanza M", spinge la non realtà a prevalere nel mucchio prima citato,senza accorgersi del declino imminente.
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La prima spontanea domanda appena terminato il film è stata: E' in grado l'uomo di determinare con esattezza la linea che sepera la realtà dal "falso"? O meglio, vi è davvero una differenza sostanziale o sono solo le parole ad essere radicalmente opposte come significato?. Nell'ora e mezza che propone Linklater si può intuire la sua personale (o quella di Dick) risposta alla domanda, e cioè niente è diviso dalla famosa linea, ma tutto è mescolato pronto ad esplodere se sollecitato. Il protagonista, Robert Arctor, abusando di una fantomatica sostanza denominata "Sostanza M", spinge la non realtà a prevalere nel mucchio prima citato,senza accorgersi del declino imminente. Arctor interpretato da Reeves, rende magnificamente l'idea del caos: sguardo semi vuoto, paranoie, movimenti quasi automatizzati..fino a passare ad un letto distacco dai propri interessi, perdendo appunto interesse in questi ultimi. Il film arriva dove doveva, dritto a creare domande a cui nessuno può rispondere se non supporre. Senza fondamento.
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khaleb83
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lunedì 19 gennaio 2015
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sorprendente
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Davvero un ottimo lavoro: d'altronde, quando c'è la firma di P.K. Dick, se l'opera originale non viene ampiamente tradita (cosa che purtroppo non è infrequente) ma solo adattata a dovere, il risultato è garantito.
La scelta grafica inizialmente potrebbe spiazzare, ma bisogna ammettere che a lungo andare paga, consentendo anche di rendere alcuni elementi del film in maniera sensata senza ricorrere a effetti che, con una regia e una fotografia convenzionali, difficilmente avrebbero reso l'idea. Inoltre, aiuta a superare le note incapacità espressive di Reeves: tra un personaggio parzialmente apatico e l'effetto disegnato che ne ricalca le espressioni, pare di vedere un attore vero e proprio.
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Davvero un ottimo lavoro: d'altronde, quando c'è la firma di P.K. Dick, se l'opera originale non viene ampiamente tradita (cosa che purtroppo non è infrequente) ma solo adattata a dovere, il risultato è garantito.
La scelta grafica inizialmente potrebbe spiazzare, ma bisogna ammettere che a lungo andare paga, consentendo anche di rendere alcuni elementi del film in maniera sensata senza ricorrere a effetti che, con una regia e una fotografia convenzionali, difficilmente avrebbero reso l'idea. Inoltre, aiuta a superare le note incapacità espressive di Reeves: tra un personaggio parzialmente apatico e l'effetto disegnato che ne ricalca le espressioni, pare di vedere un attore vero e proprio.
Innegabile che comunque la scena sia rubata da Downey Jr., e quando presente anche da Harrelson, probabilmente il miglior attore dell'intero cast e bravissimo a rendere l'idea del tossicodipendente completamente "bruciato", senza farne una macchietta fine a sé stessa (per lo meno per il ristretto spazio che ha).
Intrigante la sceneggiatura, anche se verso il finale forse un po' troppo rallentata; colpi di scena centellinati ma efficaci, un film non certo frenetico ma che riesce a trovare un suo ritmo ideale.
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davidino.k.b.
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venerdì 15 marzo 2013
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sempre grande dick
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Fedele ricostruzione cinematografica del libro "Un oscuro scrutare" di DICK. Film difficile da riprodurre per la particolarità degli effetti fantascientifici descritti dall'autore del testo. Unica soluzione possibile quella approntata dal regista, bravo ed innovativo.-
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giampapa
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lunedì 4 febbraio 2013
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fantastico!
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Ero molto curiosa nel vedere questo film, ne sono rimasta molto colpita! penso che allo stesso tempo sia molto pesante, non è adatto a tutti!
molto commovente, al cinema piangevano tutti!!!
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bras0la
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sabato 8 settembre 2012
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un oscuro scrutare
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Ancora una volta un racconto di Dick viente trasposto in un film. Ancora una volta la sua visionarietà e le sue tematiche caratteristiche emergono dallo schermo, forti e reali. Alcuni autori sono stati dei "profeti" e lui fu uno di questi.
Il film è ottimo, realizzato con un'insolita tecnica che permette di ottenere l'effetto dell'animazzione a partire da immagini "reali". Ottima l'interpretazione di Reeves che sembra trovarsi a suo agio nel ruolo di identità alternative e "irrealtà" del reale, come quella di Downej Jr.
E' da sperare che la realtà descritta rimanga finzione anche se purtroppo sembra che ci si stia dirigendo proprio in questa direzione.
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molenga
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venerdì 11 maggio 2012
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un incubo di schizofrenia
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in un futuro prossimo il mondo è divorato dalla dipendenza da una sostanza, detta"M"( nell'originale è "D" come death), prodotta a partire da un fiore azzurro: un agente( K.Reeves) è infiltrato in una banda di consumatori/spacciatori, e lentamente diviene tossiciodipendente e perde il controllo e la capacità di discernimento; se si è ridotto in questo stato, tuttavia, non è un caso..
La scelta deldisegno mixato alle immagini e del motivetto di sottofondo è iondubbiamente capace di rendere ancora più asfissiante questo film che parla di droga e psiche immettendoci in un'allucinazione di 100 minuti; riuscito, bravi gli attori
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cantastorie
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lunedì 15 febbraio 2010
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"io ho visto la morte sorgere dalla terra,
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dalla superficie della terra... in un'unico gambo azzurro. Un regalo per i miei amici, per ringraziamento". E' così a chiudersi A Scanner Darkly in un ultimo colpo di poesia che brucia come fiamma viva sulla pelle. Chi è assueffatto da una grafica alla Pixar o conosce bene uno stile alla Studio Ghibli, le prime scene sono ipnotizzanti e magnetiche, colpiscono in pieno petto facendo mancar l'aria. Si resta ammirati, anzi, soggiogati a bocca aperta e piano piano si entra in quel mondo: mondo in cui tutti sono dipendenti da qualcosa, specie dalla droga; in cui il potere centrale lotta maniacalmente contro i dipendenti osservando e indagando su tutti, schiacciando la privacy dei propri cari cittadini a fin di bene, mentre su altri fronti combatte una guerra contro i papabili smerciatori di narcotici.
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dalla superficie della terra... in un'unico gambo azzurro. Un regalo per i miei amici, per ringraziamento". E' così a chiudersi A Scanner Darkly in un ultimo colpo di poesia che brucia come fiamma viva sulla pelle. Chi è assueffatto da una grafica alla Pixar o conosce bene uno stile alla Studio Ghibli, le prime scene sono ipnotizzanti e magnetiche, colpiscono in pieno petto facendo mancar l'aria. Si resta ammirati, anzi, soggiogati a bocca aperta e piano piano si entra in quel mondo: mondo in cui tutti sono dipendenti da qualcosa, specie dalla droga; in cui il potere centrale lotta maniacalmente contro i dipendenti osservando e indagando su tutti, schiacciando la privacy dei propri cari cittadini a fin di bene, mentre su altri fronti combatte una guerra contro i papabili smerciatori di narcotici.
Il protagonista è Arctor, infiltrato della narcotici nascosto da una tuta cangiante che ne impedisce il riconoscimento, il quale inizia ad usare e poi abusare di D (o M nella versione italiana), la nuova droga: death, morte celebrale. Spia di se stesso, in un vortice di confusione, sconcerto e sorda apatia, Arctor finisce per distruggersi e farsi internare: non voglio svelare il dolentissimo finale. Mi limiterò a commentarlo: in un certo senso banale, ce lo si poteva aspettare. Del resto, il romanzo di Dick non è fantascientifico ma parte dalla realtà, quindi ad una conclusione del genere si arriva con il solo ragionamento. Come sempre, nella realtà e nella finzione, sono le prove a mancare. Ma contemporaneamente è doloroso e lo è reso ancor di più dalla splendida interpretazione di K. Reeves. In realtà bisogna dire che tutti, dalla Ryder a Downey Jr a Harrelson sono precisi e quantomai appropriati nella loro recitazione, caratterizzando gestualmente ogni personaggio. Ciò che ha di particolare questo film è l'effetto che crea la sua composizione tecnico-estetica: il movimento dei colori nelle scene, i dialoghi, la musica, la recitazione creano una vaga confusione che si propaga tra lo schermo e lo spettatore, inebetendolo. E' come essere, per 100 minuti, sotto l'effetto di D. E' entrare in quel mondo e volerne fuggire al più presto, allarmati dal senso critico.
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errix
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giovedì 25 dicembre 2008
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sinceramente non mi ha convinto molto
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che senso ha avere a disposizione un cast di ottimi attori per poi disegnarci sopra? a questo punto conveniva usare la tecnica "capture" e farlo in digitale. comunque il film è bello, anche se la trama non è il massimo dell'originalità. da vedere per la sua "particolarità".
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emmebì
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giovedì 2 ottobre 2008
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pasticcio grafico gratuito
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Di P. F. Dick se ne sono visti molti di adattamenti cinematografici, sempre di più, e per la gran parte mediocri. Se si eccettua Blade Runner, che ha l'inconsueto pregio di essere migliore del libro da cui è tratto, si tratta perlopiù di riscritture banali, filtrate dalla moda e dalla tecnologia del momento o farcite con iniezioni pesanti di (inutili) scene d'azione - come in Minority Report - che nulla hanno a che vedere con l'originale. Non è questo il caso de Scanner Darkly, che punta in tutt'altra direzione; e questo sarebbe di per sé già un pregio. Peccato però che il cambio di rotta non giovi al risultato. Le rielaborazioni grafiche, pomposamente sbandierate dagli stessi realizzatori del film oltre che da una parte della critica meno competente, sono applicazioni banali di filtri di photoshop (sì, proprio così) per cercare ti trasformare le riprese live-action in un cartone animato fasullo, stilisticamente povero e ingiustificato.
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Di P. F. Dick se ne sono visti molti di adattamenti cinematografici, sempre di più, e per la gran parte mediocri. Se si eccettua Blade Runner, che ha l'inconsueto pregio di essere migliore del libro da cui è tratto, si tratta perlopiù di riscritture banali, filtrate dalla moda e dalla tecnologia del momento o farcite con iniezioni pesanti di (inutili) scene d'azione - come in Minority Report - che nulla hanno a che vedere con l'originale. Non è questo il caso de Scanner Darkly, che punta in tutt'altra direzione; e questo sarebbe di per sé già un pregio. Peccato però che il cambio di rotta non giovi al risultato. Le rielaborazioni grafiche, pomposamente sbandierate dagli stessi realizzatori del film oltre che da una parte della critica meno competente, sono applicazioni banali di filtri di photoshop (sì, proprio così) per cercare ti trasformare le riprese live-action in un cartone animato fasullo, stilisticamente povero e ingiustificato. Una tecnica che Linklater aveva avuto modo di sperimentare in "Waking Life", il pretenzioso polpettone pseudofilosofico di alcuni anni prima. Per quanto disastroso, sul piano visivo "Waking Life" aveva tuttavia un paio di scene in cui la rielaborazione grafica non si limitava a "ricalcare le figure", spingendo un po' più avanti la ricerca stilistica. Il pasticcio grafico di "Scanner Darkly" è invece totale & totalmente gratuito; una cosa che, abbinata alle ben note qualità espressive di Keanu Reeves (anche se ricalcato) lascia pochi dubbi sull'esito della pellicola.
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[+] sbagliato
(di gericho)
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a speaking frankly
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domenica 21 settembre 2008
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è chiaro...
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...si tratta di un abituale consumatore di sostanza M...
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