merryinca
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sabato 20 gennaio 2007
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l'uomo non sa perché si innamora... viene travolto
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Due stelle solo? Voi siete pazzi!
E' un film strepitoso.. Un film italiano, godibile, allegro, leggero e allo stesso tempo di un certo peso.
[+] sediamoci e guardiamo la nostra buffa vita
(di sister emily)
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dim
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mercoledì 8 novembre 2006
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aiutooo
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Ciao a tutti,ho un problema da risolvere....per caso sa qualcuno di voi che via è quella di casa di Giulia sul film Manuale d'amore? E' a Roma giusto? Spero qualcuno di voi lo sappia...è importante...!!:)
Grazie.
Ciao a tutti.
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marco 91
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lunedì 7 agosto 2006
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pensaci tu carlo
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Verdone sovrasta ovviamente tutti gli altri anche se è lontano dai suoi tempi d'oro di Borotalco e Un sacco bello e Muccino è patetico come sempre. In mezzo abbiamo Margherita Buy e una Litizzietto sotto tono.
Senza il mitico Carlo questo film sarebbe stato davvero misero.
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alberto 86
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domenica 12 febbraio 2006
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niente di nuovo sul fronte occidentale
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Raffica di luoghi comuni e di situazioni comiche penso sia il modo più appropriato per riassumere questo film di Veronesi.Una pellicola che non aggiunge di certo nulla di nuovo a quanto già si stra-sapeva su amore e dintorni e che cerca di fare il verso a numerosi film,non sempre di livello notevole,sullo stesso argomento.Dei 4 episodi forse il più divertente è quello con la Buy e Rubini,non tanto per la vicenda in sè quanto piuttosto per la bravura e la simpatia dei protagonisti.Alquanto insipidi gli episodi con Muccino e la Trinca e quello con la Litizzetto,mentre banale,sciocco e sgangherato è quello con Verdone.Insomma un film tutto "dejà vu",pieno di gag e situazioni prevedibili a volte molto divertenti,a volte più facilone e volgarotte.
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Raffica di luoghi comuni e di situazioni comiche penso sia il modo più appropriato per riassumere questo film di Veronesi.Una pellicola che non aggiunge di certo nulla di nuovo a quanto già si stra-sapeva su amore e dintorni e che cerca di fare il verso a numerosi film,non sempre di livello notevole,sullo stesso argomento.Dei 4 episodi forse il più divertente è quello con la Buy e Rubini,non tanto per la vicenda in sè quanto piuttosto per la bravura e la simpatia dei protagonisti.Alquanto insipidi gli episodi con Muccino e la Trinca e quello con la Litizzetto,mentre banale,sciocco e sgangherato è quello con Verdone.Insomma un film tutto "dejà vu",pieno di gag e situazioni prevedibili a volte molto divertenti,a volte più facilone e volgarotte.Un film disimpegnato,godibile nel complesso ma che scivola via svelto come acqua sul corpo.Ancora una volta tanto rumore per nulla per uno di quei film italiani come oggi ne vediamo tanti...anzi...forse troppi.Un film che segue l'andazzo del nostro caro vecchio cinema "made in Italy"che si appoggia oramai solo sui mediocri Pieraccioni,Verdone,Benigni,Muccino e,dulcis in fundo,la goliardica coppia-incassi Boldi-De Sica.Un vero peccato,ma probabilmente sono questi i film che tanto piacciono al pubblico d'Italia:facili,spensierati,ridacchioni e sornioni.Que dir??Cinema italiano...dove sei????
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antonella montibelli
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sabato 20 agosto 2005
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va bene per le cinquantenni e dintorni
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quasi aderente a molteplici situazioni,questo film che non ho visto nella mia città, ha assunto un'altra dimensione nel luogo di vacanza ove mi trovavo, guarda caso ero sola e ho trascinato nella stupenda cornice di"villa arbusto" UNA CASUALE VILLEGGIANTE CHE STAZIONAVA NELL'ALBERGO, SINGLE LEI SPOSATA DA UN TRENTENNIO IO, ABBIAMO RISO MOLTO INSIEME IO QUALCHE VOLTA AMARAMENTE,DEVO CONGRATULARMI CON I GESTORI DELL'IMPROVVISATA SALA ALL'APERTO, LA SERA SUCCESSIVA ABBIAMO APPREZZATO "mi presenti i tuoi".Durante l'anno nella mia citttà frequento raramente le sale cinematografiche,mentre mi congratulo con quelle amministrazioni che programmano rassegne interessanti con la rivisitazione di films di qualche decennio indietro.
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quasi aderente a molteplici situazioni,questo film che non ho visto nella mia città, ha assunto un'altra dimensione nel luogo di vacanza ove mi trovavo, guarda caso ero sola e ho trascinato nella stupenda cornice di"villa arbusto" UNA CASUALE VILLEGGIANTE CHE STAZIONAVA NELL'ALBERGO, SINGLE LEI SPOSATA DA UN TRENTENNIO IO, ABBIAMO RISO MOLTO INSIEME IO QUALCHE VOLTA AMARAMENTE,DEVO CONGRATULARMI CON I GESTORI DELL'IMPROVVISATA SALA ALL'APERTO, LA SERA SUCCESSIVA ABBIAMO APPREZZATO "mi presenti i tuoi".Durante l'anno nella mia citttà frequento raramente le sale cinematografiche,mentre mi congratulo con quelle amministrazioni che programmano rassegne interessanti con la rivisitazione di films di qualche decennio indietro.cordiali saluti antonella montibelli
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[+] non si vive di solo denaro (lacco ameno)
(di marianna galante)
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cane randagio
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venerdì 19 agosto 2005
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divertentissimo
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Il film non era un gran che, fino all'episodio con Carlo Verdone. Veramente divertente e tipico dei suoi film(anche se questo flim non è suo).
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paolo
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venerdì 22 luglio 2005
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un film simbolico
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Un film simbolico, che usa l'amore come pretesto per ripercorrere, anche con ironia, il tema del ciclo infinito (la maglietta 8).
Si possono cogliere continui riferimenti alle fasi della vita, del giorno e delle stagioni. Ed anche in un'ottica più medioevale, degli elementi naturali (acqua, fuoco, terra, aria), e delle azioni eroiche: premonizione e studio, controllo e guida, lotta e caduta, morte e rinascita. La genialità sta nel proporre tutto questo in modo divertente.
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anonimo
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giovedì 14 luglio 2005
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molto comico e divertente
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Una commedia all'italiana per raccontare un percorso d'amore. Quattro coppie rappresentano le fasi dell'innamoramento e divertono per le situazioni così assurde, ma così comuni. Grande cast.
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christian frascella
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venerdì 10 giugno 2005
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l'amore in quattro stagioni, come la pizza.
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Per riprendere una desueta abitudine della commedia all'italiana, quella ad episodi, Giovanni Veronesi ed un gruppo di soliti noti scomoda addirittura l'Amore, dalle fiamme iniziali alle ceneri finali, tentando il gioco del film umoristicamente serio che, in definitiva, fa più male che bene al cinema nostrano. L'amore colto in quattro fasi (innamoramento, crisi, riavvicinamento e/o abbandono) servito come una pizza con ingredienti speziati. Regia inconsistente (come sempre), sceneggiatura furbacchiona che strizza l'occhio al botteghino (i trailer erano ben confezionati). Si salvano Trinca e Verdone e l'episodio della vigilessa tradita; pollice giù per Littizzetto (qualcuno dovrà un giorno spiegarle che la recitazione cinematografica non consiste unicamente nell'aspettare che l'altro termini la battuta) e Rubini (qui insolitamente incolore).
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Per riprendere una desueta abitudine della commedia all'italiana, quella ad episodi, Giovanni Veronesi ed un gruppo di soliti noti scomoda addirittura l'Amore, dalle fiamme iniziali alle ceneri finali, tentando il gioco del film umoristicamente serio che, in definitiva, fa più male che bene al cinema nostrano. L'amore colto in quattro fasi (innamoramento, crisi, riavvicinamento e/o abbandono) servito come una pizza con ingredienti speziati. Regia inconsistente (come sempre), sceneggiatura furbacchiona che strizza l'occhio al botteghino (i trailer erano ben confezionati). Si salvano Trinca e Verdone e l'episodio della vigilessa tradita; pollice giù per Littizzetto (qualcuno dovrà un giorno spiegarle che la recitazione cinematografica non consiste unicamente nell'aspettare che l'altro termini la battuta) e Rubini (qui insolitamente incolore).
Se ne poteva fare a meno.
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michele il critico
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giovedì 12 maggio 2005
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manuale d'amore
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MANUALE D'AMORE
regia: Giovanni Veronesi
L'amore come sentimento inevitabilmente finito attraverso le sue fasi: innamoramento, crisi, tradimento, abbandono... innamoramento.
Quattro storie si incrociano, personaggi diversi vivono e reagiscono diversamente alle dinamiche, quasi fisiologiche, di questo sentimento.
Vi è la coppia di giovani che si innamora, i coniugi in crisi, la moglie tradita ed il marito abbandonato. In ogni caso l'impossibilità di essere se stessi o perchè si è innamorati ma reticenti, o perchè si ha la paura di rompere il rapporto, o perchè si vogliono reprimere i propri desideri per fedeltà, o perchè non si riesce ad accettare che è possibile vivere anche senza il compagno.
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MANUALE D'AMORE
regia: Giovanni Veronesi
L'amore come sentimento inevitabilmente finito attraverso le sue fasi: innamoramento, crisi, tradimento, abbandono... innamoramento.
Quattro storie si incrociano, personaggi diversi vivono e reagiscono diversamente alle dinamiche, quasi fisiologiche, di questo sentimento.
Vi è la coppia di giovani che si innamora, i coniugi in crisi, la moglie tradita ed il marito abbandonato. In ogni caso l'impossibilità di essere se stessi o perchè si è innamorati ma reticenti, o perchè si ha la paura di rompere il rapporto, o perchè si vogliono reprimere i propri desideri per fedeltà, o perchè non si riesce ad accettare che è possibile vivere anche senza il compagno. Per questo la trovata migliore di questa commedia sta nel relazionare i pensieri che percorrono la mente dei protagonisti con le parole da questi espresse sempre così distanti dai pensieri.
L'amore dunque è finzione, è l'allontanarsi dal sè determinato da un bisogno. Tranne che nel caso del marito in crisi (Sergio Rubini) che pare non vivere la relazione in maniera conflittuale proprio in quanto ha scordato di essere parte di una relazione ("Tu ci stai bene nella crisi" gli dice la moglie). E tranne nel caso del marito abbandonato (Carlo Verdone) che nel momento più difficile esplicita il suo bisogno nella speranza di ritrovare l'armonia perduta.
Veronesi ci accompagna in questi percorsi con mano giovane e spigliata (tra Muccino e il D'Alatri di "Casomai" per intendersi), ma mai capace di ricercare trovate espressive d'autore.
VOTO **
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