giò
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lunedì 26 marzo 2007
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il deragliamento di un uomo
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Il film di Hafstrom, prodotto dalla Miramax dei fratelli Weinstein, è un esempio di come dovrebbe essere il genere thriller...ricco di azione, suspense, ma soprattutto di colpi di scena.
"Derailed" ci regala un Clive Owen in gran spolvero, e una Jennifer Aniston, che, seppur fresca di divorzio dal marito Pitt, mostra agli spettatori la sua versione "femme fatale" nascosta, che mai avevamo potuto ammirare fino ad ora, dato le parti ricoperte dalla sexy attrice nei suoi ultimi film.
Vincent Cassel, dopo "Birthday Girl" (2001), e Bluberry (2004), ritorna nel ruolo di cattivo e crudele antagonista.
La storia di "Derailed" tuttavia mi ricorda per certi versi proprio "Birthday girl", dove ad affiancare Cassel, nel ruolo di russo mafioso, c'era la bella complice Kidman, la quale assime al connazionale raggirava gli uomini che le capitavano.
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Il film di Hafstrom, prodotto dalla Miramax dei fratelli Weinstein, è un esempio di come dovrebbe essere il genere thriller...ricco di azione, suspense, ma soprattutto di colpi di scena.
"Derailed" ci regala un Clive Owen in gran spolvero, e una Jennifer Aniston, che, seppur fresca di divorzio dal marito Pitt, mostra agli spettatori la sua versione "femme fatale" nascosta, che mai avevamo potuto ammirare fino ad ora, dato le parti ricoperte dalla sexy attrice nei suoi ultimi film.
Vincent Cassel, dopo "Birthday Girl" (2001), e Bluberry (2004), ritorna nel ruolo di cattivo e crudele antagonista.
La storia di "Derailed" tuttavia mi ricorda per certi versi proprio "Birthday girl", dove ad affiancare Cassel, nel ruolo di russo mafioso, c'era la bella complice Kidman, la quale assime al connazionale raggirava gli uomini che le capitavano. derubandoli dei loro soldi proprio nel giorno del loro compleanno.
Comunque film buono e godibile...consigliato.
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elgatoloco
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venerdì 9 marzo 2018
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oltre il thriller
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Più che insistere sul"thriller", sulla componente "sorpresa"e in parte(minore)anche "suspense"di questo"Derailed"(2005, Mikael Hafstro"m)credo sarebbe interessante cogliere l'aspetto psico-sociologico del film, dove tutto nasce dall'attrazione fisica del protagonista, sposato, con una figlia che necessita dialisi, per una sconosciuta, un aspetto che sembra decisamente importante , appunto, per capire quella componente relativa al peccato presente nella cultura nordamericana, nella quale, nonostante l'apporto "hispanico"-cattolico, domina comunque la componente WASP, ossia protestante, nella quale il peccato(inteso anche e soprattutto come trasgressione, come infedeltà alla promessa fatta-data, in questo caso nel e con il matrimonio, come menzogna) è comunque fortissima.
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Più che insistere sul"thriller", sulla componente "sorpresa"e in parte(minore)anche "suspense"di questo"Derailed"(2005, Mikael Hafstro"m)credo sarebbe interessante cogliere l'aspetto psico-sociologico del film, dove tutto nasce dall'attrazione fisica del protagonista, sposato, con una figlia che necessita dialisi, per una sconosciuta, un aspetto che sembra decisamente importante , appunto, per capire quella componente relativa al peccato presente nella cultura nordamericana, nella quale, nonostante l'apporto "hispanico"-cattolico, domina comunque la componente WASP, ossia protestante, nella quale il peccato(inteso anche e soprattutto come trasgressione, come infedeltà alla promessa fatta-data, in questo caso nel e con il matrimonio, come menzogna) è comunque fortissima. Certo, si può dire, questa è solo la causa-occasione che scatena poi una serie di circostanze e fatti che sono indipendenti dalla causa prima, visto che il film si sviluppa poi in maniera autonoma da quel"primo impulso", ma l'aspetto cui si è accennato è comunque forte. Clive Owen e Jennifer Ariston, ma anche Vincent Cassel(nella parte, molto "caricata", del vilain)sono protagonisti senza particolare efficacia di un film che, a dire il vero, si sarebbe anche potuto, tranquillamente, bypassare... El Gato
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ciube
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mercoledì 26 luglio 2006
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fantozzi perde il treno!
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sinceramente ero partito un pò scettico verso questo film già solo vedendo la copertina si capisce che owen è il solito bambacione, la aniston la femme fatale e cassel il cattivo/psicopatico di turno. mi sono ricreduto un pò, la storia non è poi così male (anche se è facile intuire uno dei 2 colpi di scena!!), owen, personaggio di fantozziana memoria, reo solo di voler fornicare con l'aitante jennifer aniston, viene coinvolto in una mega truffa dallo strozzino cassel, subisce veramente di ogni (cosa che dà quasi fastidio! ), rischia il tracollo fisico/economico ma poi si riscatta alla grandissima, bello il finale con l'inaspettato colpo di scena!!!
morale del film:
chi si mette in cose più grandi di lui rischia grosso, insomma evitate di tradire vostra moglie (soprattutto se è Melissa G
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sinceramente ero partito un pò scettico verso questo film già solo vedendo la copertina si capisce che owen è il solito bambacione, la aniston la femme fatale e cassel il cattivo/psicopatico di turno. mi sono ricreduto un pò, la storia non è poi così male (anche se è facile intuire uno dei 2 colpi di scena!!), owen, personaggio di fantozziana memoria, reo solo di voler fornicare con l'aitante jennifer aniston, viene coinvolto in una mega truffa dallo strozzino cassel, subisce veramente di ogni (cosa che dà quasi fastidio! ), rischia il tracollo fisico/economico ma poi si riscatta alla grandissima, bello il finale con l'inaspettato colpo di scena!!!
morale del film:
chi si mette in cose più grandi di lui rischia grosso, insomma evitate di tradire vostra moglie (soprattutto se è Melissa George, che a parer mio è molto meglio di Jennifer) anche se si sa che l'erba del vicino è sempre più verde!
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f.vassia 81
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giovedì 22 luglio 2010
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un bluff
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La sceneggiatura parte con intenti moralistico-punitivi, ma poi annega in ambiguità e contraddizioni, e finisce per affidarsi totalmente a più o meno riusciti colpi di scena; la regia, piatta, non migliora la situazione. Lussuoso cast insipido.
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reiver
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giovedì 9 agosto 2007
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occasione sprecata
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Allora:abbiamo due protagonisti,bravi quanto basta,belli altrettanto;una buona idea di partenza,che poteva portare sviluppi alla Hitchcock,con l'uomo comune coinvolto in intrighi,ricatti,eccetera...Cosa ne ha ricavato Hafstrom?Un thriller ordinario,che potrebbe anche raggiungere la sufficienza se non fosse per lo squinternato finale.
Nel reparto attori Owen è il più convincente;la Aniston come femme fatale è per lo meno rivedibile,Cassel è invece un cattivo sin troppo stereotipato.
Se questo è il livello del cinema americano,c'è da essere preoccupati:registi e sceneggiatori di qualità cominciano a scarseggiare paurosamente.Peccato.
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aldo trifiletti
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giovedì 17 luglio 2008
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il "fumetto" si rigenera ma non muore mai
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La visione di un film del genere si può giustificare solo se si ha interesse a scrivere la storia della nascita, svilippo, affermazione, involuzione/evoluzione del genere narrativo/visivo conosciuto come 'fumetto' e che in italia ebbebe inizio alla fine degli anni '40 con l'apparizione del settimanale GRAND HOTEL. Formalmente il miglioramente esteriore ha fatto passi da giganti, ma l'invenzione narrativa è rimasta di una povertà penosa e non ha saputo fare altro - e d'altra parte non c'era strada diversa - se non attingere alla rivoluzione del costume come del linguaggio con cui sostenere il povero impianto inventivo e narrativo. Il problema non è degli autori e neanche del pubblico che si beve queste fumettate tecnicamente impeccabili.
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La visione di un film del genere si può giustificare solo se si ha interesse a scrivere la storia della nascita, svilippo, affermazione, involuzione/evoluzione del genere narrativo/visivo conosciuto come 'fumetto' e che in italia ebbebe inizio alla fine degli anni '40 con l'apparizione del settimanale GRAND HOTEL. Formalmente il miglioramente esteriore ha fatto passi da giganti, ma l'invenzione narrativa è rimasta di una povertà penosa e non ha saputo fare altro - e d'altra parte non c'era strada diversa - se non attingere alla rivoluzione del costume come del linguaggio con cui sostenere il povero impianto inventivo e narrativo. Il problema non è degli autori e neanche del pubblico che si beve queste fumettate tecnicamente impeccabili. Il problema è che la cosiddetta critica ufficiale, o perchè non ha interesse o perchè ha paura di pestare i piedi a certi interessi, accetta passivamente, se addirittura non esalta, queste produzioni che corrispondono solo a interessi di cassetta. Se chi produce film del genere trovasse più vantaggioso produrre sapone per la cucina non esiterebbe a cambiare di campo. In sintesi la critica ha paura di essere definita come una critica intellettuale. O, peggio, piccolo-borghese. Mentre è proprio da piccoli-borghesi, nel senso flauberiano del termine, accettare passivamente o addirittura esaltare, prodotti del genere.
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