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domenica 10 febbraio 2008
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un inno a costruire nell'era delle fughe decadenti
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E' un tempo ben speso, quello trascorso nel guardare e "nell'entrare" in questo film.
E' quasi impossibile non sentisrsi chiamati in causa, nei panni dei due protagonisti, se si è: piu' o meno trentenni, speranzosi che l'anima gemella esista, e se ci si sente un individuo con dei valori veri, non stereotipati dalla società i cui viviamo; ma è anche altamente probabile riconoscersi in alcuni personaggi anche se non si appartiene al clichè citato.
E' una storia, che viene raccontata in un modo fresco ed estremamente coinvolgente.
Con estrema grazia e con un volo di fantasia metaforico di un Prete che sta celebrando un matrionio, la coscienza dello spettatore viene solleticata e indotta a porsi delle domande sula porpria condotta di vita.
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E' un tempo ben speso, quello trascorso nel guardare e "nell'entrare" in questo film.
E' quasi impossibile non sentisrsi chiamati in causa, nei panni dei due protagonisti, se si è: piu' o meno trentenni, speranzosi che l'anima gemella esista, e se ci si sente un individuo con dei valori veri, non stereotipati dalla società i cui viviamo; ma è anche altamente probabile riconoscersi in alcuni personaggi anche se non si appartiene al clichè citato.
E' una storia, che viene raccontata in un modo fresco ed estremamente coinvolgente.
Con estrema grazia e con un volo di fantasia metaforico di un Prete che sta celebrando un matrionio, la coscienza dello spettatore viene solleticata e indotta a porsi delle domande sula porpria condotta di vita.
La cosa che personalmente ho trovato straordinaria, è la riuscita di invio di questi potenti messaggi, che avviene non in maniera univoca, ma quasi caledoscopica.
Il fulcro della storia si identifica indubbiamente nella coppia, nel senso della famiglia, del dazio da pagare di chi ha la volontà o il desiderio di costruirne una; tuttavia si affrontano e si analizzano sistematicamente tutti gli attori e i ruoli che ruotano inevitabilmente intorno a questi "missionari moderni" o "kamikaze civilizzati stereotipati occidentalissimi", che costituirebbero di fatto la COPPIA, che consapevolmente(pare) VOGLIA A TUTTI I COSTI CONVOLARE A NOZZE CON UN MATRIMONIO(CERIMONIA, ben inteso, speciale a tutti i costi).
Chi guarderà questo film, si sentirà il protagonista in assoluto; sì, Protagonista assoluto della propia vita, rieducandosi a dare un contributo fattivo nella propria vita e in quella delle perone che amiamo e che ci circondano con un'unica volotà: quella di "costriuire" per mezzo dei sacrifici, anzichè "distruggere".
Questo film, fa bene all'animo, lo rasserena ed è positivo; il suo messaggio è chiaro e positivo e non si fa fatica a coglierlo e a metterlo in pratica, qualsiasi sia il nostro ruolo, stiamo vivendo, cerchiamo di farlo al meglio.
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andilento
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mercoledì 14 dicembre 2005
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colpo d'ala...
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La proiezione verso il futuro della vicenda indurrebbe a pensare all'ennesimo funerale di un matrimonio, poco importa se reale o in celluloide. Nonni irrequieti, genitori disorientati in una casa di colpo troppo grande,
amici che tentano "cordialmente" di aprirsi un varco per partecipare alla felicità della giovane coppia. Ma ecco l'originale colpo d'ala... del regista! L'improbabile sacerdote
di un'altrettanto improbabile chiesetta di campagna, quasi sospesa in un vuoto fiabesco, invita i presenti ad accomodarsi fuori proprio nel momento cruciale della cerimonia. Restano dentro solo loro, i diretti interessati e futuri sposi, affinché la solenne promessa avvenga in un'atmosfera di surreale ma giustificata intimità.
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La proiezione verso il futuro della vicenda indurrebbe a pensare all'ennesimo funerale di un matrimonio, poco importa se reale o in celluloide. Nonni irrequieti, genitori disorientati in una casa di colpo troppo grande,
amici che tentano "cordialmente" di aprirsi un varco per partecipare alla felicità della giovane coppia. Ma ecco l'originale colpo d'ala... del regista! L'improbabile sacerdote
di un'altrettanto improbabile chiesetta di campagna, quasi sospesa in un vuoto fiabesco, invita i presenti ad accomodarsi fuori proprio nel momento cruciale della cerimonia. Restano dentro solo loro, i diretti interessati e futuri sposi, affinché la solenne promessa avvenga in un'atmosfera di surreale ma giustificata intimità. In fondo, ammonisce il sacerdote,
i nemici spesso inconsapevoli della solidità di una coppia si annidano fra quegli sguardi commossi di parenti e amici...
Fra padri e madri improvvisamente gelosi di figli accusati, fino a poco tempo prima, di prolungare l'adolescenza e vegetare in casa a trent'anni suonati... Fra amici che si erano magari prodigati affinché i futuri sposi si incontrassero... Fra colleghi o datori di lavoro ansiosi di assorbire tempo ed energie destinati agli affetti. Sembra quasi che l'interesse delle persone sia quello di "smuovere comunque
le acque", di gettare sassi nello stagno dell'esistenza altrui pur di ravvivare la propria. Ottime le prove dei protagonisti. Se non stupisce l'intensità espressiva di Stefania Rocca, è invece una piacevole rivelazione la leggerezza mai banale
di Fabio Volo.
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tiziana
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mercoledì 11 settembre 2002
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soli e' meglio
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E’ davvero l’amore che cementa il matrimonio? Ce lo spiega un parroco di campagna, sicuramente più realista di un consulente coniugale; con parole più simili a quelle di un sociologo che di un uomo di Dio, nella piccola chiesetta di San Michele, egli ci racconta un futuro assai probabile nello snodarsi degli eventi che formeranno la storia del matrimonio che sta per celebrare; un legame che probabilmente finirà male, perché è troppo intricato con altri legami: quello con i parenti, con gli amici, con la società e con gli interessi personali di ciascuno dei protagonisti. E il passato dei due giovani? Quello ce lo racconteranno gli astanti al matrimonio, perché questo prete esce dagli schemi, tiene conversazione, fa parlare la gente, e offre rinfreschi… egli é l’unico che tenga realmente al bene di questa coppia; Tommaso e Stefania sono infine lasciati soli: il prete decide di celebrare la loro unione non prima che tutti gli invitati siano usciti dal luogo sacro, perché troppo sacro e intimo è il momento dello scambio delle fedi: soltanto così, questa unione avrà qualche possibilità di funzionare.
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E’ davvero l’amore che cementa il matrimonio? Ce lo spiega un parroco di campagna, sicuramente più realista di un consulente coniugale; con parole più simili a quelle di un sociologo che di un uomo di Dio, nella piccola chiesetta di San Michele, egli ci racconta un futuro assai probabile nello snodarsi degli eventi che formeranno la storia del matrimonio che sta per celebrare; un legame che probabilmente finirà male, perché è troppo intricato con altri legami: quello con i parenti, con gli amici, con la società e con gli interessi personali di ciascuno dei protagonisti. E il passato dei due giovani? Quello ce lo racconteranno gli astanti al matrimonio, perché questo prete esce dagli schemi, tiene conversazione, fa parlare la gente, e offre rinfreschi… egli é l’unico che tenga realmente al bene di questa coppia; Tommaso e Stefania sono infine lasciati soli: il prete decide di celebrare la loro unione non prima che tutti gli invitati siano usciti dal luogo sacro, perché troppo sacro e intimo è il momento dello scambio delle fedi: soltanto così, questa unione avrà qualche possibilità di funzionare. Quel prete non ha tutti i torti.
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[+] due pattinatorike s devono fare forza l'un l'altro
(di claudiucci@)
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gef
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martedì 24 gennaio 2006
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una storia semplice ma complessa come l'amore
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Apparentemente una storiella, in realtà è la favola degli innamorati: essere felici anche con una famiglia. Lui (F.Volo) è simpatico e con tanti amici; lei (S.Rocca) è eccentrica e bella; gli amici sono un po'bambini e fanno trendy. All'inizio vincono gli amici, poi Lui e Lei si stancano di vivere fuori come in un'eterna vacanza e ritornano su se stessi scoprendo la fortuna di avere vicino una persona che ti piace veramente. E forse funziona proprio così nelle coppie che vanno...
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voncio83
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venerdì 22 ottobre 2010
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perche' sposarsi?
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Chiesetta in montagna per due innamorati della 'metropoli'? Sono cose che succedono davvero - me l'hanno raccontano i parroci di simili parrocchie montanare. Tutto dev'essere come in una fiaba, tutto romantico - anche la chiesa, se proprio si deve sposare. Esistono veramente dei parroci che conducono una vita come quella descritta nel film. In chiesa vengono soltanto le vecchie 'pie donne' - roba d'altri tempi, ormai. La preparazione/formazione al matrimonio si fa in fretta e in modo superficiale e il rito in chiesa lo si fa per fare contenti i parenti - vale lo stesso anche per i funerali in chiesa, ormai qui da noi. E non importa se il sacerdote sia un po' fuori le righe - lo e' anche il film, se e' per questo - perche' ci sono delle cose che vanno chiarite, ci sono delle domande che vanno affrontate.
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Chiesetta in montagna per due innamorati della 'metropoli'? Sono cose che succedono davvero - me l'hanno raccontano i parroci di simili parrocchie montanare. Tutto dev'essere come in una fiaba, tutto romantico - anche la chiesa, se proprio si deve sposare. Esistono veramente dei parroci che conducono una vita come quella descritta nel film. In chiesa vengono soltanto le vecchie 'pie donne' - roba d'altri tempi, ormai. La preparazione/formazione al matrimonio si fa in fretta e in modo superficiale e il rito in chiesa lo si fa per fare contenti i parenti - vale lo stesso anche per i funerali in chiesa, ormai qui da noi. E non importa se il sacerdote sia un po' fuori le righe - lo e' anche il film, se e' per questo - perche' ci sono delle cose che vanno chiarite, ci sono delle domande che vanno affrontate. Certo, e' assai improbabile che un immigrato africano faccia da organista - anche se questa sorta di integrazione non sarebbe niente male - come e' anche improbabile che ci sia il rinfresco in chiesa oppure che la messa nuziale si tiri cosi' per le lunghe, pero' gli argomenti affrontati sono si', veri. Un prete deve dire qualcosa, non conoscendo la coppia, i loro amici e parenti - deve inventarsi qualcosa di originale da dire anche nella vita reale (me lo ha raccontato anche un mio confratello sacerdote, di come si e' aiutato con una palla da basket e una da tennis per spiegare l'equlibrio precario del matrimonio). Nella vita reale di una simile parrocchia, il parrocco deve fare anche il muratore, deve tagliare la legna ecc. Le solide basi del matrimonio oggi non sono piu' solide, i genitori degli sposi si separano anche nella vita reale e non si incontrano mai, se non al matrimonio (o all'ordinazione, a un funerale, un battesimo...). I genitori non fanno crescere i propri figli in persone mature e responsabili. Poi quando questi prendono un impegno, subito gli dicono che finira' male, che magari il loro matrimonio fallira' come e' gia' successo a loro... Oppure non gli piace il fidanzato/la fidanzata perche' non e' secondo le loro aspettative. Poi succede spesso che si con uno/una, si sposino anche gli amici. Potrei elencare a non finire.
Sono imporatnti le questioni sociali, offerte dal film. Le malattie mentali, i pregiudizi sui trans e le prostitute. La carriera a tutti i costi, i 'workaholic', l'aborto, andare per forza in discoteca o al cinema per divertirsi, la convenienza finanziaria e fiscale del divorzio, i buchi nel sistema giudizierio e sociale, la moda a tutti i costi.
Il film mostra, come certi valori siano inattaccabili, se una societa' vuole sopravvivere. Il film ci insegna che l'amore non e' soltanto romanticismo, un sentimento... Nella vita bisogna assumersi delle responsabilita', prenedere delle decisioni, bisogna combattere - insieme. Ci mostra anche che non sono le cose materiali a far funzionare un rapporto. Ci sono delle cose che soffocano l'amore.
La fine mi piace, anche se e' irreale. L'importante e' il messaggio: "D'ora in poi il tuo migliore amico sara' tuo marito, la tua migliore amica sara' tua moglie. E non sono gli altri che possono sposarsi al vostro posto, ma dovete farlo proprio voi due".
Poi, su certe questioni si puo' anche dibattere tra amici, ma ogni coppia ha nache bisogno di privacy e ci sono delle cose che non si possono condividere con gli amici. Dice il proverbio: "Tra moglie e marito non mettere il dito". E dice don Camillo: "Tra moglie e marito non mettere il Partito".
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stefano73
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mercoledì 4 agosto 2010
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il film sull'amore oggi
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semplicissimo, godibile, spontaneo, nostrano, vero come pochissimi altri film sull'amore sanno fare. Questo continuo rimbalzare tra la loro vita e la cerimonia scorrono sagge e veraci. Il discorso poi del prete a fine film è un capolavoro. Film che ha cambiato il mio modo di vedere il matrimonio e l'Amore. Grandiosi!
[+] mi dispiace ma non ne capisci molto di films.
(di elpaso11)
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copyag
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martedì 28 maggio 2002
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pubblicitari in crisi
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Bellissimo davvero. Grande Stefania, come sempre, storia mai scontata, anche gli effetti speciali non ci stanno male, ma il meglio è tutto il complesso, capace di farti emozionare sempre, in un continuo "l'ho pensato anche io!" "si, l'ho sempre temuto pure io" "anche io ritenevo fosse così"... E il finale ci sta bene, perché una storia così non poteva finire male... Casomai... torno proprio a vederlo, così piango un altro pò!
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sabato 9 novembre 2013
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più che casomai lo definirei niente di che!
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Sono uno studente di quinta liceo, questo film ce la fatto vedere la prof di religione qualche giorno fa a proposito del tema del matrimonio, delle relazioni di come nascono e si sviluppano etc. Mi sono cascate le braccia. Dialoghi per lo più pessimi, piatti e vacui. Una prima prova di Fabio Volo totalmente mediocre. Sì si può dire: Volo è, ed è sempre stato, sopravvalutato esageratamente. L'unico personaggio del film che salva la storia e la pellicola in generale è Stefania Rocca, la quale invece si conferma una delle migliori attrici italiane dell'ultimo decennio o poco più. Il colore, la sceneggiatura, le musiche sono di per sè l'emblema e il frutto bacato di un post-anni Novanta triste, opprimente e senza senso.
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Sono uno studente di quinta liceo, questo film ce la fatto vedere la prof di religione qualche giorno fa a proposito del tema del matrimonio, delle relazioni di come nascono e si sviluppano etc. Mi sono cascate le braccia. Dialoghi per lo più pessimi, piatti e vacui. Una prima prova di Fabio Volo totalmente mediocre. Sì si può dire: Volo è, ed è sempre stato, sopravvalutato esageratamente. L'unico personaggio del film che salva la storia e la pellicola in generale è Stefania Rocca, la quale invece si conferma una delle migliori attrici italiane dell'ultimo decennio o poco più. Il colore, la sceneggiatura, le musiche sono di per sè l'emblema e il frutto bacato di un post-anni Novanta triste, opprimente e senza senso. Come ho detto poc'anzi i dialoghi sono fastidiosamente superficiali e NON brillanti. I luoghi comuni sovrastano lo spettatore: forse per questo è piaciuto a molti. Bah! Film sul matrimonio, sulle difficoltà che sorgono all'interno di una relazione e sull'amore in bilico in generale ce ne sono molti e sicuramente ce ne sono di nettamente migliori, sotto ogni aspetto del Cinema in senso stretto, come, ad esempio, Blue Valentine di Cianfrance. Blue Valentine, sì, si può dire, si trova su un'altro pianeta, il pianeta del bello e del dilettevole, rispetto a Casomai che invece non merita 3,27 stelle. Per favore ragazzi e ragazze distinguete, discernete, i buoni film da ciò che non merita in tutto e per tutto, da ciò che destabilizza le proprie papille gustative relative al Cinema, perchè un film come Casomai non deve essere ricordato, tranne che per la sua bassezza. (questa è la mia opinione, giusta o giusta che sia). Guardatelo!
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molinari marco
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giovedì 8 settembre 2011
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la tentazione del matrimonio
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Quanti luoghi comuni circolano intorno al matrimonio? Che è la tomba dell’amore, che la passione diviene soltanto un antico ricordo una volta che sopraggiungono i figli, che di tanto in tanto una scappatella può far bene per rinsaldare il rapporto, e chi più ne ha più ne metta. Ognuno di noi ha la sua battuta ad effetto da sparare in una serata tra gli amici per bastonare la più illogica tra le unioni sentimentali, ma l’unica disponibile in natura per cementare un legame, a tal punto da far venire l’acquolina in bocca a chi non ne può usufruire (vedi le coppie omosessuali). Forse perché, per quanto assurda, il matrimonio resta forse l’unica vera scelta che è ancora in grado di far responsabilizzare due esseri viventi.
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Quanti luoghi comuni circolano intorno al matrimonio? Che è la tomba dell’amore, che la passione diviene soltanto un antico ricordo una volta che sopraggiungono i figli, che di tanto in tanto una scappatella può far bene per rinsaldare il rapporto, e chi più ne ha più ne metta. Ognuno di noi ha la sua battuta ad effetto da sparare in una serata tra gli amici per bastonare la più illogica tra le unioni sentimentali, ma l’unica disponibile in natura per cementare un legame, a tal punto da far venire l’acquolina in bocca a chi non ne può usufruire (vedi le coppie omosessuali). Forse perché, per quanto assurda, il matrimonio resta forse l’unica vera scelta che è ancora in grado di far responsabilizzare due esseri viventi. Ed è quello che tenta di dirci D’Alatri con questa sua opera, paragonando il matrimonio al feeling che si crea tra una coppia di pattinatori sul ghiaccio: una intesa, di intenti e di movimenti, indispensabile per non cadere con il fondoschiena per terra in quello che appare un terreno pericolosamente scivoloso. La coppia che prendiamo in esame è formata da Fabio Volo e da Stefania Rocca e l’ambientazione fa leva su Milano che nelle commedie italiane dà sempre un tocco un tantino snob, differenziandole da quelle di marca capitolina per un’aria che potremmo definire più sofisticata, tanto da farle sembrare a tratti una brutta copia delle commedie newyorkesi di matrice alleniana. Il regista ce le mette davvero tutta (e bisogna ammettere che ce la fa) per farci venire a noia il matrimonio o per terrorizzarci alla sola idea, agendo per contrasto attraverso una cascata interminabile di microscene e delle quali le uniche che sembrano funzionare per davvero sono quelle in cui si affastellano i pareri contrastanti dei vari personaggi di contorno. Scene che si susseguono ad un ritmo martellante e cariche di una narratività quasi snervante, ai limiti della sopportabilità e che non lasciano spazio alcuno all’immaginazione, o all’intuizione che dir si voglia. Come se lo spettatore fosse un bambino che deve essere imboccato dall’inizio alla fine del pranzetto, per paura di correre il rischio che possa morire di fame a causa dell’incomprensione. Dimenticando, però, che l’effetto collaterale potrebbe essere l’indigestione. Ad ogni modo il finale, per fortuna, si avvale di un colpo di cinema da mestierante che strizza di sfuggita l’occhio all’Ultima tentazione di Cristo di Scorsese e nel quale Gennaro Nunziante, nelle insolite vesti di un parroco provincialotto, enumera una piccola tesi sociologica che seppur elementare, almeno ci consente d emettere un sospiro di sollievo, spezzando sia una lancia a favore del matrimonio e, soprattutto, risparmiandoci, di andare a sbattere con il fondoschiena per terra non appenda abbandoniamo la nostra comoda poltrona. Voto finale: due stelle e mezza.
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bullythekid
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domenica 12 maggio 2002
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volo vola via!
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Prima, non richiesta prova d'attore per Fabio Volo, che all'occasione si improvvisa attore, scrittore, showman e vj. Senza saper fare nessuno di questi mestieri. Espressivo come una sogliola bollita, professionale come Valeria Marini...Ne faremo tutti volentieri a meno, di questo qua. E pensare che volevano far uscire la videocassetta del corto che ha girato con Taricone! Le bellezze dell'Italia...
[+] è in gamba!e cn la rocca ha formato1bella coppia!
(di claudiucci@)
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[+] bullythekid io ti stimo.
(di elpaso11)
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